martedì 29 marzo 2011

Ci sono anch'io

Tocca anche a me, non posso esimermi. Dal partecipare e dal segnalare. Sì, quello a ui rimanda il logo a fianco, è proprio lui, il famigerato Fun Cool di gelostellato. Gelo, quello di Usciti dalla fossa, Bare per barattoli, Natale sotto spirito, che, anche se si firma Raffaele Serafini, noi sappiamo che è lui, non ci sfugge. Sappiamo anche, da indiscrezioni d'agenzia, che è barricato in casa già da qualche giorno, da quando cioé è partita la 6 edizione del concorso e tutti abbiamo visto cosa ti porti a casa se vinci. Lui, il gelo, è un tipo tosto, ma davanti a un tirapugni marchiato che ti invita gentilmente a farlo arrivare tra i primi, c'è poco da fare. E allora ha fatto perdere le sue tracce; ma tutti sappiamo che lui è lì, in casa; perché altrimenti il ragazzo delle pizze tutte le sere porterebbe una quattro stagioni e un cartone di birre ghiacciate (notate il fine accostamento: gelostellato - birra ghiacciata, eheh!) al suo indirizzo? Certo devi sapere cosa fare per arrampicarti in cima alla classifica e, vedendo i racconti già in gara c'è da farsi tremare le vene dei polsi. Ma vuoi mettere la soddisfazione di entrare nell'albo d'oro!? E così, io direi, armiamoci di carta e penna (o tastiera e monitor, fate voi), di molta fantasia, di un bel po' di fortuna con la C maiuscola e vinca il migliore! Che se poi trovo come arrivare a chi dico io, che è amico di... , intimo a sua volta del parente di... , forse ho qualche possibilità in più.
Si vedrà.
TIM

lunedì 28 marzo 2011

L'odore dell'aria... per il Giappone

Come avevo promesso una settimana fà, oggi vi segnalo il link del mio raccontino L'odore dell'aria scritto per il progetto Autori per il Giappone, di cui ormai tutti sono a conoscenza. Quindi vi invito ad andare a darci un'occhiata e a fare la vostra donazione a favore di Save the children. Vi ricordo inoltre che su quel sito potrete trovare, tra gli altri, anche i racconti di Glauco e Simone. Non so se altri conoscenti hanno partecipato, nel qual caso chiedo venia ma non li ho trovati. Perciò aspetto loro notizie anche tramite il commento a questo post.
Alla prossima.
TIM

mercoledì 23 marzo 2011

Scrivere e leggere in Italia


Immagine tratta da qui

Sulla scia di alcuni post, tra cui quello di Alex, ho pensato di proporre una piccola riflessione sul mondo della scrittura e dell'editoria italiana. Non abbiate paura, io non sono un critico letterario, o uno di quelli che parte lancia in resta a favore o contro qualcosa o qualcuno, magari per partito preso o per soldi. Sono semplici riflessioni scoordinate di un blogger che vede delle cose e ci pensa un po' su.
1. Scrivevo nel commento al post di Alex su citato:  Penso che purtroppo gli italiani seri e bravi non abbiano il posto che meritano perché male distribuiti e quindi poco conosciuti se non da una sparuta minoranza. Io sto sperimentando da un po' di tempo la lettura di tutti gli sconosciuti e sfigati autoprodotti sui siti di ebook gratis (...). E devo dire che a volte mi capita di trovare gente interessante, che scrive bene e ha delle idee. Poi vai a vedere e magari è un lavoro di 5-6 anni fa; nel frattempo la persona in questione non ha avuto l'opportunità di far conoscere altro perciò ha abbandonato le speranze e la penna. E a volte è un peccato. Anche per questo ho deciso di proporre sul mio blog le recensioni di questi lavori di 'emeriti sconosciuti'. Far conoscere, anche se a questi livelli così caserecci, autori e lavori italiani mi fa piacere,anche se poi nessuno li va a vedere.
Proprio stamane ha scritto un commento al mio post Habemus papa uno degli autori dell'ebook, e diceva, tra l'altro, che comunque un libro sono poi riusciti a stamparlo. Non ho la tempistica di questa operazione, quindi non so se il romanzo è stato pubblicato da poco, o subito prima o subito dopo Habemus Papa. Comunque vada significa che qualcuno ha creduto in loro, a prescindere poi da come sia andato il libro stesso. A me il loro lavoro è piaciuto, l'ho già detto e ridetto, e sarei felice se qualcuno potesse dar loro un'altra occasione, sempre nel caso proponessero qualcosa di buono (altrimenti ricadremo nel circolo vizioso per cui pubblica solo chi è gia del giro, anche se il lavoro è una schifezza). Probabilmente se gli editori dedicassero un po' più di tempo ad andare a girovagare nel mondo delle autoproduzioni, degli ebook più o meno gratuiti e quantaltro, sarebbe più facile che scrittori cosiddetti emergenti avessero l'opportunità di essere conosciuti, di smettere di essere emergenti e di trovarsi finalmente a navigare in superficie. Tutti hanno diritto ad una occasione, se la vogliono, e questa degli ebook gratuiti o variamente autoprodotti è una strada importante.
2. Secondo argomento, strettamente collegato al primo e sempre con riferimento a scrittori italiani. Premetto solo che tutti i corsivo da qui in avanti sono sottolineature mie. Mi capita sempre più spesso di leggere, anche in produzioni cartacee, strafalcioni ortografici, grammaticali e sintattici. Un esempio per tutti. Ho comprato ad un mercatino dell'usato, mia riserva di caccia naturale, il libro di Giorgio Baietti I guardiani del tempo, della collana Mysterica, ed. PIEMME. Ne ho letto una trentina di pagine e finora l'unica cosa degna di nota che ho trovato sono le sgrammaticature e le espressioni gergali ricorrenti. Pg. 24: "Ogni tanto noi della 1° Compagnia ci si sentiva... " (mi stridono ancora le orecchie!); "Un impiegata con accento calabrese mi rispose che negli elenchi... e lei che abitava lì da cinque anni, dopo aver vinto normale concorso da istruttore amministrativo..." (che c'entra quest'informazione col resto della storia?); pg. 16: "Leggendo sperai che i Vincenti... , altrimenti mi immagino..." (è difficile pensare che nel contesto qualcun altro potesse pensare a posto suo). E potrei continuare così per ancora molto tempo. E siamo solo alle prime pagine! Ora, se pur l'autore scrive e parla così (perché probabilmente scrive come parla), un editor anche alle prime armi avrebbe dovuto por fine a questo scempio della lingua italiana. Non mi soffermo poi sul contenuto del libro: dico solo che è paragonabile, finora, a quelli che io spesso chiamo 'i diari della domenica' che il maestro delle elementari ci faceva scrivere ogni lunedì per raccontare la cronaca del nostro week end.
Vi tedio solo con un altro esempio, questa volta tratto dal web, per la precisione da qui. E' la presentazione di un ebook gratuito e il curatore (Contebiz) scrive: "Vi presentiamo l’ebook targato horrorlandia.it. Lo stesso è composto da dieci racconti horror, selezionati tra tutti quelli che hanno partecipato al concorso letterario “incubi nel regno di Horrorlandia”, che avevano lo scopo preciso di essere ambientati a Horrorlandia." E conclude: "Addentratevi in un incubo senza fine. Buona lettura." Qui non si capisce se l'incubo senza fine è dato dal contentuo dei racconti, a cui peraltro non ho ancora dato un'occhiata, o dalla loro forma letteraria, perché se sono scelti da gente che si esprime così, stiamo freschi.
Certo, se prima ho spezzato una lancia a favore degli autoprodotti, poi ho trovato un esempio che demolisce la mia tesi. Ma questo dimostra solo che in giro si trova tutto e il contrario di tutto. L'importante, però, è girare, cercare siti, far conoscere; e in questo senso il servizio del sito di Glauco è utilissimo e non mi stancherò mai di citarlo.
Lo so, sono stato mooolto lungo, ma mi interessava dire delle cose e provarle con esempi sul campo, perché non sembrino vaneggiamenti di un arteriosclerotico.
Io ho detto la mia, voi dite la vostra.
TIM

lunedì 21 marzo 2011

Autori per il Giappone: aggiornamento


La testata del blog di Autori per il Giappone
 Avevo parlato en passant qui, venerdì scorso al termine del post sul lavoro di Glauco per i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia, dell'iniziativa lanciata da Lara Manni per raccogliere fondi a favore di Save the Children. Ora che le cose sono più chiare e che tutto si è messo in moto alla grande, ho pensato di aggiornarvi. L'idea è geniale quanto semplice: chiunque può inviare un lavoro scritto (max due cartelle e in formato RTF) o variamente artistico (disegno, foto, ecc.) a questo indirizzo. I lavori saranno visbili gratuitamente e chi vuole può poi donare ciò che desidera sempre tramite il sito.
Ho trovato notizia sull'iniziativa anche qui, qui, qui (e devo chiedere scusa a Simone per non averlo visto prima!), qui, qui, qui; ma ci sono tantissimi altri che l'hanno fatto: se ne avete voi di particolari fatele pure nei commenti a questo post (se sarete così buoni da volerne fare!).
Io ho gia mandato il mio piccolo contributo, un raccontino intitolato L'odore dell'aria, scritto per l'occasione. Aspetterò qualche giorno, poi magari a fine settimana lo posterò anche sul mio blog.
Questo è quanto vi dovevo.
TIM

sabato 19 marzo 2011

Le quaranta regole di Umberto Eco

Non voglio assolutamente sostituirmi al maestro Glauco e alle sue Lezioni di scrittura, ma poiché ho trovato qualche giorno fa queste Quaranta regole dello scrivere bene di un altro maestro, Umberto Eco, ho pensato che potrebbe essere una lettura veloce, piacevole e istruttiva in questo week end. Mi potreste dire: ma con tutte le cose che ho da fare, secondo te vado a perdere tempo preziosissimo dietro a quattro cretinate che tutti sanno? Proprio per questo è bene andare a darci un'occhiata: sono cose talmente ovvie che spesso ce ne dimentichiamo! Ed è proprio di un maestro andare al sodo, senza fronzoli e pennacchi.
Senza nessun sottinteso razziale o secessionista, con questa vi lascio la buona domenica.
TIM

venerdì 18 marzo 2011

Ricomiciamo da 150

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Le Freccie Tricolori (da qui)
 (Costituzione Italiana, art. 5) 
Non ho affrontato direttamente l'argomento centocinquantenario dell'Unità d'Italia, non perché non me ne importasse niente, ma perché i media ci hanno bombardato talmente tanto su bandiere, unità, secessione e federalismo che ero saturo e stanco di verde-bianco-rosso. Per fortuna da oggi si tornerà a parlare solo di Ruby-Berlusconi-LeleMora e torneremo a vedere qualche sana chiappa, più o meno velata in funzione del bigottismo del direttore di rete o di giornale. D'altra parte con una classe politica come questa c'è poco da fare. Per parte mia ho affrontato qui e qui in qualche modo l'argomento, ma io sono un birbantello e mi piace scherzare un po' anche sulle cose serie.
Chi invece ha fatto un ottimo lavoro, è stato Ariano, con questi quattro interessantissimi interventi. Prima ha ripercorso la storia dell'Unità d'Italia, con passione ma allo stesso tempo con equilibrio e correttezza. Nell'ultimo post, di stamattina, ha poi creato un glossario di termini basilari da approfondire per capire cosa significano oggi le parole 'Unità' e 'Italia'. Veramente un bel lavoro, quello di Ariano; per questo lo faccio mio e ve lo propongo.
Alla prossima.
TIM
P.S.: ho appena letto da Glauco della bellissima iniziativa di Lara Manni: scrivere un racconto per il Giappone. Non vi dico altro per non allungare inutilmente: andate a leggervi direttamente la proposta e fate girare la notizia.

mercoledì 16 marzo 2011

Habemus Papa

Habemus Papa di Lei&Vandelli
Tra gli interessanti servizi che il blog di Glauco offre c'è questa pagina dove sono riportati i link di siti, blog e quant altro si occupi di scrittura e in particolare di ebook da scaricare gratuitamente (ci sono anch'io! mamma mia che paura e che responsabilità!). Ed è proprio qui che ho scoperto la casa editrice Kult che si definisce "una delle più antiche case editrici virtuali italiane". Su questo sito trovate "centinaia di e-book gratuiti, recensioni, notizie, racconti e molto altro" e a loro si può anche "inviare materiale da pubblicare in e book gratuiti". Devo dire che i titoli che ho visto finora fanno tranquillamente il paio con quelli della Edizioni Scudo, attingendo agli stessi generi (dal fantasy alla fantascienza all'horror) e anzi aggiungendo anche narrativa contemporanea e thriller che, mi sembra, la Scudo non tratti così copiosamente. Inoltre le copertine della Kult sono più moderne, meno gridate ma ugualmente suggestive ed efficaci. Insomma una confezione che soddisfa, tanto che ho fatto un piccolissimo pensiero di mandargli qualcosa di mio; ma era un pensiero talmente piccolo che appena è uscito l'ho perso e non so più dove l'ho messo.
Questo preambolo era doveroso, per presentare anche questa meritoria realtà editoriale. Meritoria per due motivi: perché dà la possibilità a chi scrive pur senza avere mire di pubblicazione cartacea di rendersi visibile ad un pubblico abbastanza vasto; e perché la gratuità del dowload incoraggia a scaricare e leggere sempre di più. Poi ognuno potrà con un semplice clik scaraventare nel cestino qualche ciofeca per la quale, comunque, non ha speso una lira, anzi un euro.

Venendo alla mia specifica lettura, qualche giorno fa ho preso il mio Cybook, ho scelto un libro che mi potesse riempire una mezz'oretta e l'ho aperto, attratto anche dal titolo (come è vero che il titolo conta!). E sono stato fortunato, perché questo Habemus Papa di Lei&Vandelli è un racconto piacevole.
Cosa ci fanno un papa suicida, un prete di campagna ma col cervello fino, un camerlengo alcolizzato e una squadra di cacciatori di vampiri a Roma? anzi proprio tra le mura del Vaticano? addirittura dentro le sacre stanze del capo di Santa Madre Chiesa?
Chiedetelo a Lei&Vandelli. I quali vi rimanderanno, appunto, al loro bel (a mio parere, come sempre)racconto di 20mila parole che senza scadere nel dramma né nella commedia affronta una storia di vampiri a metà strada tra la tecnologia dei telefonini e gli antichi riti esorcistici medievali.
Perché leggerlo? anzitutto perché è scritto bene, anche formalmente, in un ottimo italiano (merce rara oggigiorno!) e con pochissimi refusi. Poi perché acchiappa il lettore, con le sue scene cinematografiche da giallo d'azione, sapientemente iniziate e interrorre per quel tanto che fa vedere e nasconde. Il lettore deve solo stare attento ai vari personaggi e poi tirare le fila e ricucire il tutto, cosa che si fa senza difficoltà.
Certo parlare di 'omaggio a Carpenter', di 'gotico moderno' come fa la presentazione mi sembra troppo, però i due mi sembrano su una buona strada, quanto meno perché hanno le idee chiare e la tecnica pronta. Questo Habemus Papa è annunciato come "il primo episodio di una serie dedicata ai Cacciatori", e non so se gli autori hanno partorito altro dal 2005 ad oggi. Io non ho trovato niente, ma se qualcuno di voi sa qualcosa parli ora o mai più! Magari sono diventati famosi col loro vero nome e io non lo so. Ma che ci volete fare, io non sono un critico letterario; è solo che mi piace leggere e sono contento se qualcuno di voi condivide le mie sensazioni di lettura.
Per concludere, il libro placet, sicuramente.
Buona festa dell'Unità d'Italia! e non mi venite a dire che questa è dissacratoria, con tutto quello che succede davvero oggi in Italia!
TIM

martedì 15 marzo 2011

Cultura, inni patriottici e diritti d'autore


Foto simbolo, per me, dell'Unità d'Italia (da qui)
 Si sa che noi italiani con la cultura abbiamo un rapporto variegato. Ci sono quelli che la masticano un po' di più, quelli che restano nel giusto tracciato e quelli che ne captano l'odore a distanza e cambiano immediatamente strada.
Penso che possiamo concordare nel considerare il Maestro Riccardo Muti esponente della prima categoria. E sicuramente se non si è monotematici negli interessi e si sia bloccato l'uso del tubo catodico sul canale di messa in onda del Grande Fratello (o Isola dei Famosi, oppure ognuno metta ciò che più gli aggrada), si sarà informati su quanto accaduto sabato scorso al Teatro dell'Opera di Roma, dove il Maestro ha diretto il Nabucco di Verdi in un tripudio di folla inneggiante al Risorgimento e all'Unità d'Italia.
Ora se il Maestro Muti mi dice che quest'opera, e in particolare questo coro degli ebrei, incarna lo spirito rinascimentale, l'anelito ad un'Italia unita, io ci credo; proprio perché oltre ad essere un uomo di grande cultura (con la C maiuscola), è anche un grande musicista, un vanto per l'Italia nel mondo, e quindi conosce bene la materia.
Ma allora, mi chiedo, come mai certa gente fa di questo brano il proprio inno politico a sostegno di una tesi federalista che nessuno, né Verdi né il librettista Temistocle Solera, propugnava? (e d'altra parte uno che porta il mio nome non poteva pensare certe cose!)
Il coro del Nabucco è da tutti riconosciuto come una metafora della condizione degli italiani soggetti a dominio austriaco e dovunque esista un pensiero libero questo viene riconosciuto. Lo stesso fatto che veniva intonato dagli esuli istriani, fiumani e dalmati come inno del loro esodo dalle terre perdute dopo il secondo conflitto mondiale, la dice lunga sul significato da dare.
Allora delle due l'una: o questa gente è avanti un secolo a noi quanto a capacità di analisi politica (ma conoscendo i loro trascorsi e anche i presenti, ne dubito fortemente), oppure è un'ulteriore dimostrazione della malafede con cui abbindolano quell'8,30% di italiani che li hanno votati alle politiche del 2008.
Oppure semplicemente hanno scoperto che il Nabucco di Verdi non è coperto da diritti d'Autore.
Viva l'Italia!!! (finché si può ancora dire)
TIM
(solo una segnalazione, fuori tema, prima di lasciarvi: andatevi a leggere il bellissimo post di Glauco sul dibattito sul rapporto energia nucleare-energia alternativa innescato dal terremoto giapponese)

sabato 12 marzo 2011

Eppure il vento soffia ancora

Voi sapete che io sono di parte. Di parte politica, sociale; insomma ho le mie idee e le spiattello sempre apertamente. In questo post parlerò (male) dell'energia nucleare, quindi se qualcuno è debole di stomaco da quel punto di vista, faccia visita a qualche altro blog più 'buonista'.
Dunque, l'8 e il 9 novembre del 1987 circa 30 milioni di italiani (c'ero anch'io!) andarono a votare per il cosiddetto referendum sul nucleare. In soldoni, per chi non lo ricorda, si decise che l'Italia poteva fare tranquillamente a meno dell'energia nucleare. E in effetti in attuazione a quanto stabilito dalla sovranità popolare, nel 1988 il Governo italiano stabilisce la moratoria nell'utilizzo del nucleare da fissione quale fonte energetica, che come conseguenza portò ad un programma di stop alla produzione di combustibile nucleare.
Quegli stessi italiani hanno aspettato 25 anni che qualcuno pensasse a come ricavare energia da fonti rinnovabili. E le soluzioni ci sono e, è il caso di dirlo, sono alla luce del sole. Ma qualche anno fa uno dei tanti governi fatti da politici di professione e magnati dell'industria (oltre che da inquisiti, condannati e imboscati mafiosi) decise che, per il bene del paese naturalmente, bisognava tornare al nucleare. Perché il nucleare è pulito, economico, sicuro, porta posti di lavoro; insomma le solite storielle imparate a memoria.
Io non sono un tecnico, uno specialista di queste cose, ma un semplice cittadino a cui interessa continuare ad usufruire dei benefici dell'energia (giacché mi romperebbe un po' dover tornare ad illuminare casa mia con le candele o costringere mia moglie a tornare a lavare la biancheria al fiume) ma senza vivere con il terrore che da un momento all'altro una morte invisibile chiamata radiazione venga a bussarmi alla porta. Non sono un tecnico, dicevo, quindi lascio la parola a chi ne sa molto più di me (e so che tra di voi ce n'è di gente così). Penso però che se non si vuol insistere sulla ricerca e l'espansione delle energie rinnovabili è perché ci sono interessi economici e politici troppo grandi che ci sovrastano. Nel 2003 la Commissione Europea stilò una
Valutazione di impatto dei progetti del settore dell'energia non nucleare realizzati nell'ambito del Quarto programma quadro nella quale si dice tra l'altro che il principale ostacolo all’uso delle rinnovabili sono i costi, malgrado le riduzioni conseguite grazie alla ricerca pubblica e privata (i costi dell’energia eolica si sono dimezzati nell’ultimo decennio). La mancanza di volontà politica di garantire una determinazione dei costi che tenga conto del costo completo, soprattutto i costi a carico dell’ambiente e della salute, ostacola lo sviluppo delle fonti energetiche pulite e, di riflesso, l’efficacia della ricerca sulle rinnovabili. (la sottolineatura è mia). E stiamo parlando della Commissione europea, non di una qualche associazione ambientalista da strapazzo, magari di sinistra!
Poi ieri, ad un certo punto, ci siamo svegliati e abbiamo scoperto che le centrali nucleari non sono più così sicure (anche qui). E' bastato che la terra la quale ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti fior et herba avesse un normalissimo momento di assestamento (come quando il nostro corpo si purifica emettendo un po' di liquido più o meno giallo paglierino) per capire che le cose stanno diversamente. Ma, si dirà, il Giappone dista mille miglia! Ma, dico io, anzi la Protezione civile, che l'Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. Quindi che differenza fà la distanza in chilometri da quella tragedia immane?
Di certo io non sono nessuno, questo post e il mio blog non vogliono cambiare né il mondo né la politica ambientale di un qualunque governo( ci mancherebbe!). Ho sentito però l'esigenza di riflettere con voi su queste faccende, che sono cose reali, non romanzi di fantascienza o discussioni accademiche, e soprattutto toccano la nostra pelle e quella dei nostri figli a venire. Anche perché qualcosa ancora possiamo fare. Tra qualche mese infatti abbiamo l'opportunità di dire la nostra su quest'argomento, andando a votare per il referendum riguardante la “rea­liz­za­zione nel ter­ri­to­rio nazio­nale di impianti di pro­du­zione di ener­gia nucleare” (legge 133/2008). Informiamoci, facciamoci un'idea, discutiamo col vicino di casa, il genitore del compagno di scuola di nostro figlio, il collega d'ufficio, il barista e il giornalaio. Con la gente, insomma, con cui viviamo e con cui condividiamo questo paese e questo pianeta.
Eppure il vento soffia ancora.
TIM
(la foto è tratta da qui. E leggete anche l'articolo che è interessante)

mercoledì 9 marzo 2011

Scrittori mancati e alpini leghisti

Si dice sempre che per fare lo scrittore ci vuole fantasia, capacità di trovare un'idea, di svilupparla, di arrivare ad un finale magari anche a sorpresa. Il tutto per confezionare un prodotto che inviti a leggere e prenda sin dalle prime pagine. Io, probabilmente, non possiedo queste capacità, perché delle poche cose che ho scritto, sono il primo a darne un giudizio negativo o quantomeno appena sufficiente.
Ma c'è chi, come quelli della Lega, la fantasia ce l'hanno e in vista della campagna elettorale hano iniziato le grandi manovre; anzi le grandi scalate. Sì, perché sono riusciti a produrre una proposta di legge (per ora bocciata al primo passaggio alla Camera) riguardante gli alpini.
Per farla breve, visto che il 70% degli Alpini viene dal Sud (altro che: tutti al mare a mostrar le chiappe chiare!), Bossi, il trota e il tastierista hanno pensato bene di proporre incentivi economici, agevolazioni fiscali e addirittura una riserva di posti nei concorsi pubblici per impieghi nei campi della sicurezza e protezione civile, per quei ragazzi del Nord che sceglieranno di fare i volontari con la penna sul cappello in ferma prefissata e in rafferma. Che non è discriminazione, è solo che se hai avuto il c**o di nascere a Bolzano invece che a Mascalucia, per fare lo stesso lavoro hai qualche vantaggino in più. Che poi se lo fai solo per questioni di convenienza e non per vocazione alpina, chissenefrega. Sarà che basta avere lo stesso colore sullo stemma?
Ma poi, c'è ancora qualcuno che si scandalizza per cose come questa, dove si gioca col futuro dei giovani italiani? E mi viene anche voglia a volte di dire: ma sì, secessionatevi pure, ognuno a casa propria; dopo di che rimboccatevi le maniche e cominciate a fare i muratori, i tornitori, le badanti, i netturbini, gli infermieri (con tutto il rispetto per queste categorie lavorative).
E beccatevi questa.
TIM
P.S.: solo un attimo per dire che ho aggiunto in fondo al post la possibilità di crociare le tue reazioni, che è un modo per non dover scrivere un vero e proprio commento se non ne hai voglia o tempo, ma serve a me per avere un'idea dell'accoglienza dell'articolo. Grazie.

lunedì 7 marzo 2011

Ucronie e altre amenità

E' stato un fine settimana proficuo per la lettura, quindi ora sono qui, come lunedì scorso, a resocontarvi sui miei peregrinaggi nel mondo degli autori e delle storie.
Ma prima di arrivare alle cose del mio garage, è doverosa la segnalazione della conclusione, con la proclamazione dei vincitori, del concorso Ucronie Impure, organizzato dall'amico Alex Girola. Sul suo sito troverete ogni cosa che possa saziare la vostra curiosità. Naturalmente congratulazioni ai vincitori e all'organizzatore. Aspetto, speriamo a breve, l'ebook con i racconti finalisti.
Ma torniamo alla mia domenica di letture.
Questa volta, accanto a due letture prese dal mio fidato Cybook, c'è anche un racconto "di carta", tratto da un'antologia curata da Marco Vichi, Delitti in Provincia, ed. Guanda.
Se avrete la fortuna di tenere in mano questo bel volume grigio, da pagina 153 a pagina 182 trovate un piccolo gioiellino di Gianluca Morozzi, Il ghiaccio sottile. E' una storia che vi colpirà duro e vi lascierà senza fiato, anche grazie ad un finale per nulla scontato, ma in qualche modo annunciato da una serie di piccoli indizi lasciati qua e là con sapienza. E' uno di quei lavori che mi sarebbe piaciuto aver scritto io, visto che lo stile, asciutto ma non scarno, mi piace molto. Un padre straziato dal dolore per l'incidente di cui è vittima il figlio può conservare la lucidità per scoprire il vero autore di questa atrocità? e soprattutto resistere alla soluzione del mistero? Sicuramente: placet.
E veniamo alle letture dallo schermo del mio ereader. Entrambi i lavori li ho pescati dalle Edizioni Scudo che ha il pregio di fornire gratuitamente tanta bella roba. Anche Glauco e Simone si sono serviti di loro per la distribuzione delle proprie opere. Quelli della Scudo dicono nella presentazione: Lo scopo delle nostre attività è promuovere la conoscenza di opere e di autori che ci piacciono, come primo requisito, e che pensiamo possano dare "qualcosa" al lettore, ma senza che questo debba precludere il divertimento (che spesso è la chiave della passione e quindi del vero apprendimento). Cosa li spinge? Innanzitutto l'amore atavico che portiamo per la letteratura fantastica, poi una fettina di gloria, un angolino di fama, molta soddisfazione personale e un mecenatismo (parola questa oramai poco utilizzata nel nostro paese) che ci porta a promuovere gli autori che meritano. Davvero una bella operazione! E' anche vero che non tutto quello che pubblicano vale la pena di essere letto, ma almeno tutti possono avere il loro quarto d'ora di celebrità con la possibilità di un prodotto confezionato come si deve, con le belle copertine di Luca Oleastri che non saranno capolavori estremamente originali, ma danno soddisfazioni. Se poi l'autore vale veramente, avrà avuto la sua possibilità e l'avrà saputa sfruttare. E soprattutto sarà stato il lettore a giudicare e non un qualche editor di convenienza.
Una delle due cose che ho letto ieri è stato Le serate del Blue Buzzard di Pierre Jean Brouillaud, scrittore di FS francese, con all'attivo un mucchio di lavori. A me sinceramente questa antologia di racconti legati al Blu Buzzard, un locale pieno di tipi strani, non è piaciuta affatto. Le storie potrebbero avere anche un senso, ma solo nella testa dello scrittore, e al linguaggio che vuol essere da giallista duro, invece, si fa fatica a star dietro; tanto che dopo tre racconti, ho lasciato perdere l'improbabile cronista del San Juan Chronicle e le sue storie. C'è da tener conto che si tratta di un'opera nata in francesce, e molto potrebbe giocare una traduzione fatta male. Qualche sintomo c'è se badate che, ad esempio, una non vedente è 'ceca' invece che 'cieca' e che riferendosi ad una donna il pronome diventa 'gli' invece di 'le'. Il mio giudizio di pancia è, comunque, che non placet.
Lasciata la Francia sono tornato in Italia e sempre dal cappello della Scudo ho tirato fuori Fabio Calabrese con il suo Dentro e fuori di noi, 4 belle storie di FS in tutte le salse. Se ci si abitua alle frasi chilometriche (anche una pagina intera di ereader!) è scritto bene. Le storie filano e i personaggi sono sempre al loro posto, né sopra né sotto le righe. C'è da dire che uno di questi racconti, Inner Space, è scritto con Roberto Furlani, e anche questa prova non mi è dispiaciuta, specie se si tiene conto del fatto che scrivere a quattro mani è sempre rischioso oltre che faticoso. Alla fine, placet.
Bene, non voglio tediarvi oltre con le mie lungaggini, perciò vi dò appuntamento alla prossima. E vi lascio da inguaribile romantico!
TIM

venerdì 4 marzo 2011

Silvio e la spazzatura

Ultime notizie da Raiopoli: Silvio è inopportuno. O meglio, lo spot di Silvio Forever, il film di Roberto Faenza e Filippo Macelloni sulla vita del premier è inopportuno. Insomma una specie dei "Excalibur" (il film di J. Boorman del 1981) dei nostri giorni. Dicono che le immagini in cui compare, come potete vedere nello spot presente nel link, la madre del Cavaliere porterebbero dei rischi di azioni risarcitorie per offesa alla memoria della defunta. Quindi la RAI non se la sente proprio di mandare, come previsto, dal 6 marzo il trailer del film. A posto dello spot incriminato andrà in onda la replica della puntata del telegiornale in cui Silvio proclamava:  "Basta con i condoni!" e quella in cui profetizzava che in 3 giorni la spazzatura di Napoli sarebbe sparita.
In fondo anche eliminare lo spot di cui sopra è come far sparire la spazzatura! (a seconda dei punti di vista).
TIM
(La foto è tratta da qui)

giovedì 3 marzo 2011

Corsi (mascherati) e ricorsi storici

Qualche aggiornamento divertente. Qualche notizia piluccata di qua e di là.
La prima. Lo scorso anno qualcuno ha acquistato 100 collane in oro bianco e diamanti per un totale di 240000 euro, da regalare un po' in giro, diciamo pure come spese di rappresentanza. Poi purtroppo qualcuna di queste collane è andata a capitare nelle mani sbagliate e ... vabbè, sappiamo tutti come è andata a finire: a essere troppo buoni ci si rimette sempre.
Ma sempre questo cavaliere mascherato, e siamo alla seconda notizia, ha voluto fare ai suoi amici e colleghi di partito un piccolo regalino per il santo natale, lui che è cattolicissimo e a queste tradizioni ci tiene: 37 fedine da 1400 euro alle deputate PDL e degli IPAD destinati ai maschietti. Naturalmente, fa giustamente notare il blogger appena linkato da cui ho tratto la notizia, essendo noi che finanziamo i partiti con le nostre tasse, tutte queste gadget sono state pagati con i nostri soldini.
E tre. Bella la gn***a (leggi gnoma!) della foto in alto, eh!? Pensate che la signorina in questione ha dichiarato appena qualche giorno fa, che nella sua qualità di ministro si impegnerà a far sì che cessi il ricorso pubblicitario ad immagini “offensive o discriminatorie”  della donna e che quindi si procederà a sanzionare  sia le immagini che “sviliscono l’immagine della donna e sia immagini apertamente violente o sessiste. Veramente illuminata, anzi fulminata, sulla via di ... Arcore! Misteri insondabili. Ho pubblicato questa foto perché una delle più caste, ma su internet trovate anche le altre. Per carità, questa è arte, una tetta e la ... come si chiama? (si, beh, avete capito) che languidamente poggia sullo sfondo bianco non può che rappresentare un simbolo di purezza e ingenuità. E non mi venite a dire che l'ombra di quella che sembra essere una veneziana potrebbe anche dare l'idea di qualcuno che sbircia in camera da letto! Guardoni impenitenti! Si tratta chiaramente di un modo per riportare nella fotografia quello che è stato lo spazialismo di Lucio Fontana: tele attraversate da tagli netti. Proprio lo stesso effetto della foto.
Che dire, tra un sollazzo e l'altro abbiamo fatto le sette. Il garage sta per chiudere, la giornata è stata proficua e ho quasi finito la revisione del mio Survival Blog da mandare ad Alex. Penso che per stasera può bastare così.
Questa è dedicata a qualcun altro che di feste se ne intendeva. Eh, i corsi e ricorsi storici!
TIM

mercoledì 2 marzo 2011

Un esempio da seguire

Si, proprio lui, Lele Mora, il tanto vituperato manager delle star che da mesi si trova nell'occhio del ciclone e nell'orecchio degli intercettatori, quei cattivoni.
Proprio lui, additato come nemico pubblico nr. 2 (sondaggione: chi è il primo?) e che invece dall'intervista linkata più su ci da due begli esempi di morale e attaccamento ai valori della nostra patria: l'ammore (le due 'm' sono d'obbligo) e la rettitudine in politica.
Il nuovo paladino delle famiglie italiche annuncia che si candiderà alle prossime elezioni (perché è sicuro che ci saranno) ma solo "dopo che mi avranno assolto o prosciolto, visto che chi è inquisito non può fare il mestiere di politico". Che strazio deve provare in questo momento in cui sente dentro di se questa vocazione al servizio che gli viene impedita solo da alcune quisquilie giudiziarie (questa e questa, per esempio)! E, per dimostrare che lui la politica ce l'ha nel sangue, aggiunge che chi è inquisito "non dovrebbe" impegnarsi nell'agone elettorale. Siamo già alle frecciatine contro i futuri avversari?
Ma non solo le esigenze etiche sono nelle sue corde, bensi anche l'am(m)ore per la famiglia e il senso di protezione verso la nostra gioventù indifesa e alla mercé del vizio e della corruzione. Infatti "nel corso dell'intervista l'agente delle star ha rivelato che Ruby si sposera' il 17 marzo a Genova", e che "sara' lui stesso, ... come un padre, a portare all'altare la ragazza."
Che quadretto consolante e romantico! Si potrebbe dire che Liala gli fa un baffo, che mons. Bagnasco è un orco e il premier un approfittatore!
A questo punto, non possiamo che gridare anche noi, con tutto il fiato che abbiamo in gola: Lele Mora for President.
Sono aperte le iscrizioni per partecipare attivamente alla sua campagna elettorale. Bacetti, ricchi premi e cotillons.
TIM
(l'immagine è tratta da qui)
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