giovedì 26 giugno 2014

Maria Maddalena

MARIA MADDALENA - Alexander IvanovQuest'oggi, un post di approfondimento, che prendo dalle pagine di Vopus, un sito gnostico che, come dice la loro stessa presentazione si propone di investigare ed offrire una conoscenza che possa aiutare l'essere umano a penetrare i misteri della Creazione, avvicinandosi in questo modo alla sua propria natura divina. Questa è la conoscenza gnostica, la saggezza che dà la vita e che esplora la verità primordiale dalla quale è sorto il mondo con tutte le sue ramificazioni: l'arte, la scienza, la filosofia e la religione.
L'argomento, come dice il tiolo, è Maria Maddalena, una delle figure più importanti della storia del cristianesimo. Poichè l'articolo è molto lungo, non voglio aggiungere altro e vi lascio alla sua lettura.

MARIA MADDALENA



Maria Maddalena è menzionata, tanto nel Nuovo Testamento canonico come in vari Vangeli Apocrifi, come una distinta discepola di Gesù di Nazaret.
È considerata Santa dalla Chiesa Cattolico-Romana, dalla Chiesa Ortodossa e dalla Confessione Anglicana, che celebrano la sua festività il 22 di Luglio.
Riveste una speciale importanza per le correnti gnostiche del cristianesimo. Il suo nome fa riferimento al suo luogo di provenienza: Maria di Magdala, località situata nella costa occidentale del lago di Tiberiade.

Maria Maddalena nel Nuovo Testamento

Le informazioni su Maria Maddalena nei Vangeli Canonici sono scarse. È citata in relazione a quattro avvenimenti differenti:
  • In accordo col Vangelo di Luca (Lc 8:2), Maria Maddalena ospitò e provvide al mantenimento materiale di Gesù e dei suoi discepoli durante la sua predicazione in Galilea. Si aggiunge che anteriormente era stata curata da Gesù: “lo accompagnavano i dodici ed alcune donne che erano state guarite da malattie e spiriti maligni: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni [...]”
  • In accordo coi Vangeli di Marco (Mc 15:45-47), Matteo (Mt 27:55-56) e Giovanni (Gv 19:25), fu presente durante la crocifissione di Gesù.
  • In compagnia di altre donne, fu la prima testimone della resurrezione, secondo una tradizione sulla quale concordano i Quattro Vangeli (Mt 28:1-5, Gv 20:1-2, Mc 16:1-5, Lc 24:1-10). Poi comunicò la notizia a Pietro e agli altri apostoli.
  • Secondo un racconto che appare solo nel Vangelo di Giovanni, fu testimone di un’apparizione di Gesù resuscitato (Gv 20:11-18).
Quelli citati sono gli unici passaggi dei Vangeli Canonici nei quali si cita “Maria di Magdala”. La tradizione cristiana occidentale (cattolica), tuttavia, benché senza basarsi su evidenze testuali di nessun tipo, ha identificato con Maria Maddalena altri personaggi citati nel Nuovo Testamento:
  • La donna adultera che Gesù salva dalla lapidazione, in un episodio riportato solo dal Vangelo di Giovanni (Gv 8:3-11). Non è dimostrato che fosse lei e questo ha prodotto molti errori e confusioni all’interno della Chiesa Cattolica; si degradò l’immagine di Maria Maddalena senza apparente giustificazione.
  • La donna che unge con profumi i piedi di Gesù e li asciuga coi suoi capelli prima del suo arrivo a Gerusalemme secondo i Vangeli Sinottici (Lc 7:36-50, Mc 14:3-8, Mt 26:6-13), il cui nome non è menzionato. Secondo Marco e Matteo, tuttavia, l’unzione ebbe luogo a Betania, “in casa di Simone il lebbroso”, il che ha portato ad identificare a sua volta questa donna con Maria di Betania.
  • Maria di Betania, sorella di Lazzaro, alla quale si attribuisce nel Vangelo di Giovanni l’iniziativa prima menzionata (Gv 12:1-8), e che appare in altri conosciuti passaggi del quarto Vangelo, come la resurrezione di Lazzaro (Gv 11:20-30). La si identifica anche con la Maria dell’episodio della disputa tra Marta e Maria (Lc 10:38-42).
MARIA MADDALENA - El Greco
L’identità di Maria Maddalena come Maria di Betania e “la donna che fu una peccatrice” fu stabilita in un sermone che il Papa Gregorio diede nell’anno 591, nel quale disse: “Ella, la quale Luca chiama la donna peccatrice, la quale Giuseppe chiama Maria -di Betania-, noi crediamo sia Maria da cui sette demoni furono espulsi secondo Marco”. Questo è il sermone che ha prodotto il legame storico di Maria Maddalena con quelle fatali parole che l’hanno condannata per molti anni ad essere la “peccatrice”. Oggigiorno si è potuto verificare che le basi non sono fondate e la prima Maria, la peccatrice, non ha motivo d’essere la stessa delle altre due.
Diffusa dai teologi orientali dei secoli III e IV, questa teoria non dimostrata godette di molta popolarità nel secolo XIX, e causò molta confusione ed un certo discredito a colei che fu uno dei principali Apostoli del Cristo. Anche questo fatto servì a lasciare questa Apostola al margine del potere ecclesiastico. Ricordiamoci che la chiesa ha sempre messo da parte ed emarginato la donna, soprattutto nella sfera del potere al quale non ha mai avuto accesso, nonostante si sappia che tra i seguaci diretti di Gesù c’erano tanto uomini quanto donne, ed Egli non faceva particolare distinzione tra gli uni e le altre.

Maria Maddalena nei Vangeli Apocrifi

MARIA MADDALENA - Simone Martini
Il Vangelo di Pietro menziona Maria Maddalena solo come testimone della resurrezione di Gesù:
La mattina della domenica, Maria di Magdala, discepola del Signore, spaventata a causa degli ebrei, che erano pieni d’ira, non aveva fatto nel sepolcro del Signore quello che normalmente le donne facevano per la morte dei propri cari, prese con sé le sue amiche e andò al sepolcro in cui era stato deposto.
In almeno due dei testi gnostici copti ritrovati a Nag Hammadi, il Vangelo di Tommaso ed il Vangelo di Filippo, Maria Maddalena appare menzionata come discepola vicina a Gesù, in relazione tanto stretta quanto gli Apostoli. Nel Vangelo di Tommaso ci sono due menzioni di Mariham (log 21 e 114) che, secondo gli studiosi, fanno riferimento a Maria Maddalena. La seconda menzione fa parte di un passaggio enigmatico che è stato oggetto di molteplici interpretazioni:
Simon Pietro disse loro: “Che si allontani Mariham da noi! Poiché le donne non sono degne della vita”. Disse Gesù: “Guarda, io mi incaricherò di renderla maschio, in modo che anch’ella si trasformi in uno spirito vivente, identico a voi uomini: perché ogni donna che diventerà maschio, entrerà nel regno del cielo.”
Questo testo alla luce della gnosi contemporanea è molto rivelatore, benché nella storia sia stato letto solamente alla lettera morta.
Nel Vangelo di Filippo (log. 32), è considerata la compagna (κοινωνος) di Gesù:
Tre (erano quelle che) camminavano continuamente col Signore: sua madre Maria, la sorella di questa e Maddalena che si designa come la sua compagna [κοινωνος]. Maria è, in effetti, sua sorella, sua madre e la sua compagna.
Questo è chiaro anche in un altro testo non meno rilevante qual è la Pistis Sophia, dove si rispecchia l’importanza di Maria Maddalena all’interno del gruppo degli Apostoli. La Pistis Sophia si attribuisce a Valentino, eminente e coraggioso cercatore della Verità, il quale ebbe il coraggio di ribellarsi contro i dogmi pontifici della Chiesa Cattolica che incominciava già a quei tempi (secolo I e II della nostra era) a fabbricare la sua ortodossia ecclesiastica col fine di lasciare fuorigioco gli autentici cristiani primitivi che abbracciavano la Gnosi che era stata loro offerta da Gesù. Molti teologi non dubitano nell’affermare che “Durante la seconda metà del secolo II ed il principio del III, la dottrina di Valentino era la più poderosa e seria di quelle dissidenti della Chiesa, la sua letteratura superando in volume quella della stessa Chiesa”.
Infine, un altro importante riferimento al personaggio si trova nel Vangelo di Maria Maddalena, testo del quale si conservano solo due frammenti greci del secolo III, ed un altro più esteso, in copto, del secolo V. Nel testo, tre Apostoli discutono circa la testimonianza di Maria Maddalena su Gesù. Andrea e Pietro diffidano della sua attestazione, ed è Levi (l’Apostolo Matteo) a difendere Maria.

Maria Maddalena fugge dalla Terra Santa

Esiste una tradizione secondo la quale Maria Maddalena (qui identificata con Maria di Betania), suo fratello Lazzaro e Massimino, uno dei settantadue discepoli, così come alcuni compagni, viaggiarono in barca per il mar Mediterraneo fuggendo dalle persecuzioni in Terra Santa e sbarcarono in fine nel posto chiamato Saintes-Maries-de-la-Mer, vicino ad Arlés. Successivamente, Maria Maddalena viaggiò fino a Marsiglia, da dove intraprese l’evangelizzazione della Provenza, per poi ritirarsi in una grotta -La Sainte Baume- nelle vicinanze di Marsiglia, dove avrebbe vissuto una vita di penitenza per 30 anni. Secondo questa tradizione, quando arrivò l’ora della sua morte, fu portata dagli Angeli ad Aix-en-Provence, all’oratorio di San Massimino, dove ricevette il viatico. Il suo corpo fu seppellito in un oratorio costruito da Massimino a Villa Lata, conosciuto da allora come St. Maximin.

Venerazione di Maria Maddalena


MARIA MADDALENA - Carlo Crivelli
Il primo posto della Francia nel quale si sappia che vi fosse culto a Maria Maddalena fu la città di Vézelay, in Borgogna. Sono testimoniate le peregrinazioni al sepolcro di Maria Maddalena a Vézelay almeno dal 1030. Il 27 aprile del 1050, una bolla del papa Leone IX collocava ufficialmente l’abbazia di Vézelay sotto il patronato di Maria Maddalena. San Giacomo da Varazze (o della Voragine) riferisce la versione ufficiale del trasloco delle reliquie della Santa dal suo sepolcro nell’oratorio di San Massimino ad Aix-en-Provence fino all’abbazia di Vézelay, di recente fondazione, nel 771. Il San Massimino di questa leggenda è un personaggio che combina tratti del vescovo storico Massimino col Massimino che, secondo la leggenda, accompagnò Maria Maddalena, Marta e Lazzaro in Provenza.

Saint-Maximin

Interno della Basilica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume
Interno delle Basilica di S. Maximin
Un culto posteriore, che attrasse numerosi pellegrini, iniziò quando il corpo di Maria Maddalena fu ufficialmente scoperto, il 9 settembre 1279, a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Provenza, dall’allora principe di Salerno, futuro re Carlo II di Napoli. In quell’ubicazione si costruì un grande monastero domenicano, di stile gotico, uno dei più importanti del sud della Francia.
Nel 1600, le supposte reliquie furono depositate in un sarcofago fatto realizzare da papa Clemente VIII, ma la testa fu depositata a parte, in un reliquario. Le reliquie furono profanate durante la Rivoluzione Francese. Nel 1814 si restaurò il tempio e si recuperò la testa della Santa, che si venera attualmente in tal luogo.

Dettagli importanti di Maria Maddalena: moglie di Gesù


Maria Maddalena
La tradizione gnostica ed esoterica dice che Maria Maddalena sarebbe stata la moglie, la compagna sentimentale, di Gesù di Nazaret, oltre che la depositaria di una tradizione cristiana di segno femminista che sarebbe stata accuratamente occultata dalla Chiesa Cattolica.
Posteriormente queste idee sono state sfruttate da vari autori di finzione come Peter Berling (I figli del Graal), e Dan Brown (Il codice Da Vinci, 2003), tra molti altri, indicando la dinastia Merovingia come l’ipotetica dinastia.


Questa idea si basa su alcuni argomenti:
  1. In vari testi gnostici, come il Vangelo di Filippo, si mostra che Gesù aveva con Maria Maddalena una relazione di maggiore vicinanza che col resto dei suoi discepoli, compresi gli Apostoli. In concreto, il Vangelo di Filippo parla di Maria Maddalena come della “compagna” di Gesù.
  2. Lo stesso succede nella Pistis Sophia, dove le conversazioni e le domande che Maria Maddalena rivolge al Maestro denotano che era, tra gli Apostoli, la più vicina e perita nella Sapienza che egli stava dando loro e che anche a livello personale aveva una grande affinità e comunione.
  3. Nei Vangeli Canonici, Maria Maddalena è, esclusa la madre di Gesù, la donna che più volte appare, ed è presentata, inoltre, come seguace vicina di Gesù. La sua presenza nei momenti cruciali della morte e resurrezione di Gesù può suggerire che era legata a Lui da un legame coniugale. Fra Angelico - Noli Mi Tangere
  4. Un altro argomento che brandiscono i difensori della teoria del matrimonio tra Gesù e Maria Maddalena è che, nella Palestina dell’epoca, era raro che un uomo ebreo dell’età di Gesù (circa trenta anni) rimanesse celibe, specialmente se si dedicava ad insegnare come rabbino, poiché questo sarebbe andato contro il comandamento divino.
  5. Tutto lo sviluppo spirituale al quale Gesù si riferisce nel suo insegnamento, ed i passaggi chiaramente simbolici che si trovano nei Vangeli Canonici ed Apocrifi sono chiaramente alchimistici e cabalistici. Allo stesso modo si deduce facilmente che il Maestro era conoscitore dell’arte alchemica e delle regole di quest’arte.
  6. Anche questa frase del Vangelo di Tommaso che già abbiamo menzionato rivela alchemicamente e cabalisticamente la relazione che avevano:
Simon Pietro disse loro: “Che si allontani Mariham da noi! Poiché le donne non sono degne della vita”. Disse Gesù: “Guarda, io mi incaricherò di renderrla maschio, in modo che anch’ella si trasformi in uno spirito vivente identico a voi uomini: perché ogni donna che diventerà maschio, entrerà nel regno del cielo.

Vangelo di Maria Maddalena


Maria Maddalena - De la Tour
Si denomina Vangelo di Maria Maddalena un Vangelo Apocrifo Gnostico, probabilmente del secolo II, del quale sono arrivati fino ai nostri giorni solo alcuni frammenti.

Caratteristiche del testo

Di questo vangelo si conservano solo tre frammenti: due, molto brevi, in greco, in manoscritti del secolo III (papiro Rylands 463 e papiro Oxyrhynchus 3525), ed un altro, più esteso, in copto (Berolinensis Gnosticus 8052,1), probabile traduzione dell’originale greco. Il testo copto fu trovato nel 1896 da C. Schmidt, benché non venisse pubblicato fino al 1955. I frammenti in greco furono pubblicati, rispettivamente, nel 1938 e nel 1983.
In nessuno dei frammenti c’è alcuna menzione dell’autore di questo vangelo. Il nome che riceve tradizionalmente, Vangelo di Maria Maddalena, si deve al fatto che si trova citata nel testo una discepola di Gesù chiamata Maria, che la maggioranza degli specialisti identifica con la Maria Maddalena che appare nei Vangeli Canonici.
Non può essere successivo al secolo III, poiché i manoscritti in greco corrispondono a quest’epoca. Per caratteristiche interne del testo, come la presenza di idee gnostiche, normalmente lo si considera redatto nel secolo II.

Contenuto

Nel frammento copto, che è il più esteso, mancano varie pagine (concretamente 1-6 e 11-14). Si tratta di un dialogo tra Gesù (menzionato come “il Salvatore”) ed i suoi discepoli. Dopo la partenza di Gesù, gli Apostoli sono disorientati:
Essi, tuttavia, erano rattristati e piangevano amaramente dicendo: “Come andremo dai gentili e predicheremo il vangelo del regno del figlio dell’uomo? Se non hanno avuto per lui nessuna considerazione, come l’avranno per noi?

Allora Maria si alzò, li salutò tutti e disse ai suoi fratelli: “non piangiete e non vi rattristate; non vacillate più, perché la sua grazia discenderà su tutti voi e vi proteggerà. Piuttosto, lodiamo la sua grandezza, perché ci ha preparati e ci ha reso uomini”. Detto questo, Maria convertì i loro cuori al bene e cominciarono a commentare le parole del [Salvatore].
Maria, quindi, riporta una visione ed il dialogo che ebbe con Gesù in questa visione, pieno di termini propri del pensiero gnostico. La testimonianza di Maria è respinta da Andrea e da Pietro, che dubitano che Gesù abbia preferito loro una donna per farle rivelazioni segrete. Tuttavia, Levi (l’apostolo Matteo) decide di predicare “il Vangelo secondo Maria”.
Secondo interpretazioni come quella di Karen King,1 il testo rivela le tensioni esistenti nelle primitive comunità cristiane tra i proto-ortodossi, rappresentati da Pietro, e gli gnostici, simbolizzati da Maria Maddalena. Un confronto simile esiste in altri testi gnostici, come il Vangelo di Tommaso, la Pistis Sophia o il Vangelo Copto degli egiziani. Inoltre, in accordo con questo testo, Maria Maddalena sarebbe stata depositaria di rivelazioni segrete di Gesù, ed avrebbe avuto un ruolo primario nella comunità cristiana post-pasquale.
Si possono trovare certe analogie tra le idee esposte in questo vangelo e religioni orientali come il taoismo ed il buddismo.

Maria Maddalena secondo la Chiesa Cattolica


Maria Maddalena è venerata dalla Chiesa Cattolica ufficialmente come Santa Maria Maddalena. Esistono molti templi in tutto il mondo dedicati a questa Santa cattolica.
Maria Maddalena
Maddalena penitente
Mentre il cristianesimo orientale onora Maria Maddalena in special modo per la sua vicinanza a Gesù, considerandola “uguale agli Apostoli”, in occidente si sviluppò, basandosi sulla sua identificazione con altre donne dei vangeli (si veda sopra), l’idea che prima di conoscere Gesù si era dedicata alla prostituzione.
Questa idea nasce, in primo luogo, dall’identificazione di Maria con la peccatrice di Lc 7:36-50, di cui si dice unicamente che era peccatrice e che amò molto; in secondo luogo, dal riferimento in Lc 8:2, dove si dice, questa volta riferendosi chiaramente a Maria Maddalena, che da lei “erano usciti sette demoni”. Come si può vedere, niente in questi passaggi evangelici permette di concludere che Maria Maddalena si dedicasse alla prostituzione.
Non si sa con esattezza quando cominciò ad identificarsi Maria Maddalena con Maria di Betania e la donna di Lc 7:36-50, ma già in un’omelia del papa Gregorio Magno (nel 591) si esprime inequivocabilmente l’identità di queste tre donne, e si mostra Maria Maddalena come prostituta pentita. Per quel motivo la leggenda successiva dice che passò il resto della sua vita in una grotta nel deserto, facendo penitenza e mortificando la sua carne, e sono frequenti nell’arte occidentale le rappresentazioni di “Maddalena penitente”.
L’immagine di Maria Maddalena penitente può essere anche confusa a causa alla tradizione di Maria Egiziaca, Santa del sec. V che secondo La vita dei Santi di Giacomo da Varazze, si era dedicata alla prostituzione e si ritirò nel deserto ad espiare le sue colpe. È comune vedere rappresentazioni di Maria Egiziaca, coi capelli lunghi che coprono il suo corpo o avvolta con fibre vegetali, simboli della sua penitenza nel deserto. Questi attributi in certe occasioni accompagnano la Maddalena, creando a volte la confusione fra le due Sante.
Nella tradizione cattolica, pertanto, Maria Maddalena divenne un personaggio secondario, nonostante la sua indubbia importanza nella tradizione evangelica. La relegazione che Maria Maddalena soffrì è stata messa in relazione da alcuni autori con la situazione subordinata della donna nella Chiesa.
In 1969, la Chiesa Cattolica ritirò dal calendario liturgico l’appellativo di “penitente” tradizionalmente assegnato a Maria Maddalena; ugualmente, da quella data si smise di impiegare nella liturgia della festività di Maria Maddalena la lettura del Vangelo di Luca (Lc 7:36-50) riguardo la donna peccatrice. Da allora, la Chiesa Cattolica ha smesso di considerare Maria Maddalena una prostituta pentita. Tuttavia, questa visione continua ad essere quella predominante per molti cattolici.

Maria Maddalena ed altre Sante cattoliche

Teresa de Lisieux
Santa Teresa di Lisieux
Maria Maddalena fu fonte di ispirazione per una delle mistiche più importanti nella Chiesa Cattolica, Teresa del Bambin Gesù, che ammirava questo amore tanto profondo raccontato nel vangelo nel quale Maria Maddalena pensa a servire chi ama; così Teresa decise di dedicare la sua vita a chi più amava: Gesù di Nazaret (cf. LT 169 Santa Teresa). Nel 1894 scrisse: “Gesù ci ha difesi nella persona di Maria Maddalena”.
Un’altra distinta mistica cattolica che trovò ispirazione e consolazione in Maria Maddalena fu la dottoressa della chiesa Teresa d’Avila, che riferì di aver ricevuto aiuto spirituale dalla Maddalena.

sabato 21 giugno 2014

Alla ricerca della serenità

Quando ho aperto questo blog la cosa più difficile è stata, come sempre accade, sceglierne il titolo.
Volevo che il mio blog fosse un posto accogliente, dove chiunque si sentisse a casa propria, libero di esprimere ciò che pensava relativamente agli argomenti che io mettevo sul tappeto (a quel tempo mi interessavo a tempo pieno di scrittura, lettura, cronaca, politica... ).
Volevo però che ci fosse anche il senso di qualcosa che è in costruzione e che non fosse solo qualcosa di puramente intellettuale.
Così mi è venuta in mente l'immagine del garage/officina: qui dentro si viene per mettere al riparo la propria mente dal traffico della strada ma anche per tenerla in ordine, con tutti i pezzi ben funzionanti.
Ora che la mia vita ha avuto una svolta e mi sono dedicato molto di più a certi argomenti invece che ad altri, mi sono accorto con piacere che il titolo del blog ha potuto mantenere la sua peculiarità: questo è sempre un garage! È bastato modificarne leggermente l'intestazione (da di Demetrio a dello spirito) è il gioco è fatto.
Perché tutta questa introduzione? Perché, ve ne sarete accorti pure voi, Nicola Rachello sta graziosamente usando queste pagine per riflettere con noi su tutti gli aspetti che il suo Ho'oponopono Cristiano comporta.
Ogni volta porta un aspetto nuovo e lo sviscera, lo smonta e lo rimonta, in fondo per chiarirlo maggiormente a se stesso (è questo il modo migliore per imparare come qualcosa è fatto, anche quando si tratta di esperienze dello spirito!) e, soprattutto, per spiegarlo a noi.

Penso che, insieme a me, tutti voi lettori gli siate grati per questo; altrimenti perché leggete in tanti i suoi articoli?
E allora, ecco il suo nuovo post, come sempre chiaro, esauriente, profondo.
Buona lettura!

ALLA RICERCA DELLA SERENITA’

Toc…toc… busso alla porta di Dio, aspetto con calma e serenità…

L’argomento di cui desidero parlare con Lui questa mattina è ampio e spesso causa di molta sofferenza.

Parto con una domanda: “Perché quando osservo il mondo e la realtà infarcisco tutto con il mio personale giudizio?”

E’ come se qualcosa mi scavasse dentro, come se parlando di questa cosa volessi togliermi tanti sassolini dalle scarpe e infine sputare il rospo.

Quando cammino nel sentiero della consapevolezza, è bello arricchirmi della lettura di grandi capolavori che mi insegnano le regole d’oro della saggezza e del cammino spirituale.
Mi chiedo perché quando vado incontro alle persone è diverso. Nella mia cerchia di amicizie, ci sono tanti presunti maestri che vorrebbero insegnarmi a vivere e a “giudicare”… mi vorrebbero dare, finalmente, i parametri giusti sui quali valutare se percorro consapevolmente la strada maestra o meno. Ma soprattutto vorrebbero dirmi cosa fare… !!!

Mi scuso con me stesso per questa premessa frutto di molte memorie in via di pulizia e per le quali Ti chiedo perdono, Padre! Ma veniamo al dunque.

Cosa sto apprendendo in questo momento della mia vita? E soprattutto: come avviene il passaggio dalla conoscenza teorica alla pratica, cioè come assumo nuovi modelli di Essere, privi del pesante fardello delle memorie?

Ho appreso che il mio sentire è solo mio… ho fede in Te e nelle Tue parole, so che sono parole di vita, parole che indicano il cammino dell’amore, una guida immensa e raggiante che non può essere ignorata.

Mi dispiace, ti prego perdonami perché ancora avrei la tendenza di lasciarmi guidare da un non vedente, di chiedere a un non udente qual è la sua musica preferita per poi ascoltarla anch’io e così di seguito...

Le indicazioni che ricevo non coincidono con quello che è il Tuo messaggio, che invece mi indica un sentiero di pace e la via dell’amore; e questo mi scuote, mi agita, mi tormenta. Voglio uscire dall’indifferenza, voglio uscire dal condizionamento dei luoghi comuni, che appongono le etichette di giusto e sbagliato ad ogni cosa.

Il rispetto di me stesso passa attraverso il rispetto delle mie scelte, di ciò che sento in linea con le forme d’amore più elevato.

Perciò mi perdono e mi perdonerò sempre per essermi tradito, per aver fatto cose che non esprimevano amore anche se erano in linea con un comportamento socialmente corretto.

Sì, il tormento della mia anima sta per finire. Ormai so riconoscere la Tua voce. Percepisco quando una cosa è giusta per me.
Pulirò profondamente la mia mente e il suo bisogno di sentire che ragiona come si ragiona nel gregge.

Gesù pensaci Tu
Confido in Te
Ti amo
Grazie

Ad ogni nuova esperienza farò tesoro di questa rimembranza. Valuterò attentamente ogni mio comportamento e là dove lo sentirò diverso da ciò che mi fa stare bene, farò tutto ciò che posso per correggermi.

Voglio proprio ridere di me stesso, di tutte le memorie che fanno capolino e che cercano di farmi carinamente un bello sgambetto.

Frequenterò solo la Tua scuola, e sono sicuro che imparerò l’arte dei miracoli!

Sì, ogni gesto d’amore è un miracolo, ogni volta che il cuore si apre è un miracolo, ogni volta che dono è un miracolo!

Sono grato di percepire che là, fuori di me, non esiste nessuno!
I presunti maestri di cui parlavo all’inizio sono solo parti del mio inconscio, che cercano di proteggermi e che disperatamente mi gridano il loro bisogno d’amore.

Sono grato di percepire che la cura consiste nel tornare alla Fonte, alla Sorgente di quella parola che è Amore.

Juan Segundo


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(foto tratta dalla pagina FB di Nicola Rachello)





martedì 17 giugno 2014

La Verità ci farà Liberi

"Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero." (Gv 8,31-36)


Com'è questa cosa che io non sono libero?
Perché?
Non posso forse pensare quello che voglio, andare dove mi pare, scalare le montagne, esplorare gli abissi, fare tutto ciò che mi passa per la testa?
Eppure Gesù afferma chiaramente: solo se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.
E allora gli uomini che lo stavano ascoltando naturalmente si stupiscono, come me, forse un po' si risentono: Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?
C'è, forse, una libertà che non riguarda i limiti del corpo? o della dignità derivante dalla discedenza, ad esempio perché noi siamo cristiani? Quei Giudei erano figli di Abramo, cioè i padroni di quella terra di Palestina e, anzi, di tutta la terra!
Eppure, dice quell'ebreo sicuramente eretico che hanno davanti, non sono liberi.
Solo chi conosce la verità è libero, dice il figlio del falegname.
La verità...
Dio sa che spesso, troppo spesso, ci confondiamo. Vogliamo essere liberi per muoverci, fare, dire.... Tutte cose giuste e sacrosante. Chi vorrebbe restare anni a marcire in una prigione?
Queste cose, però, riguardano quella parte di noi che è strettamente legata al corpo, che vive in perfetta sintonia con lui, che svolge certamente bene il suo compito e ci sostiene nel viaggio. Quella parte che forse possiamo chiamare il corpo eterico: la nostra energia mentale, l'immaginazione, i ricordi.
Gesù invece, secondo me, con quei Giudei parla di un'altra parte di noi. Egli si riferisce al corpo astrale: le emozioni, i sentimenti, gli stati d'animo che sono nati e cresciuti per tutta la mia vita ogni volta che mi sono incontrato con l'altro; perché per vivere un'emozione devo incontrare l'altro, la creatura diversa da me, che sia essa un uomo, un albero, una pietra, il mare. 
Gesù parla di quella parte di noi che si sente coscientemente parte dell'universo, che prova la gioia di vivere e la pena di soffrire; e vive, gioisce e soffre con l'universo intero.
Ecco: conoscere la verità, questa verità, è compito del nostro corpo astrale, il luogo delle emozioni, degli slanci d'amore, dell'innalzamento fuori di noi, verso l'universo, verso ciò che ci trascende.
Quando Mosè riceve da Dio l'invito a portare fuori dall'Egitto il popolo eletto, umanamente turbato chiede alla Voce che gli aveva parlato: Tu conosci la situazione di schiavitù in cui ci troviamo. Come posso io andare dal faraone a dirgli: c'è un dio diverso dai tuoi dei che ha detto che ce ne dobbiamo andare via da qui? E Dio gli rispose: tu va', perché io sono con te e te lo dimosterò. Ma Mosè sa che la parte più difficile è convincere gli stessi ebrei, perciò "disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». Dio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione."
Gli ebrei vogliono sapere quale personaggio autorevole più dello stesso Mosè e dello stesso faraone chiede quella cosa così grande, per la quale ne va della loro vita e della loro libertà. 
E Dio, l'Altissimo, non risponde.
Cioè, la sua risposta va al di là della loro domanda. Egli non è Mosè, Aronne, Giuseppe, non è un uomo autorevole, in carne ed ossa.
Lui è Io-Sono: "Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi»".
Egli è l'essenza di ogni cosa, Colui che si manifesta in ogni cosa.
Egli è, secondo una possibile traduzione del brano, Io Sono Colui che Era, che È e che Sarà.
Io-Sono significa: Colui che c'è, che sta alla base di tutto, che esiste, la materia prima pur senza essere fatto di materia. Ciò che muove ogni essere che esiste nell'universo: uomo, animale, pietra, mare. È la soggettività propria di ogni cosa. 
Per questo possiamo dire che Egli è La Verità, perché conosce (anzi: È!) quello che c'è alla base della vita, in ogni sua manifestazione, sa quello che è vero, quello che è giusto, perché è Lui che l'ha stabilito nel momento in cui l'ha creato. Per fare un paragone... umano Nessuno meglio dell'inventore conosce l'invenzione!
La verità che Gesù ci invita a cercare e conoscere attraverso Lui, la Sua Parola, è proprio questa: quell'Io-Sono è (anche) dentro ognuno di noi, è la nostra essenza, la nostra soggettività individuale.
Proprio per questo la parola di Gesù è Parola di vita eterna! L'aveva ben capito Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna". (Gv 6,6)

Dobbiamo fare un percorso che dall'essere immanenti al nostro corpo eterico (al restare cioè ancorati ad esso) esce, si libera dalle esigenze materiali, e poi ritorna in noi alla ricerca di quella parte di noi che è l'Io-Sono. Per meglio dire: di Io-Sono, di Dio in noi.
Gesù questo ce lo può insegnare perché per primo ha avuto coscienza di questo cammino: Egli è il Verbo fatto Carne: "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità." (Gv 1,14). Per questo Egli è non solo Gesù di Nazareth, ma è Gesù il Cristo, l'Unto, il Prescelto da Dio per rivelarci la Verità.
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo" (Mc 1,15) predicava il Figlio di Dio e Figlio dell'Uomo. Il tempo si compirà, il Regno starà per venire quando noi ci convertiremo e crederemo a queste parole di Gesù.
E questo che stiamo vivendo ora è il tempo.
Quando cambieremo strada, rendendoci conto che non siamo stati creati per rimanere al piano basso della nostra casa (quel corpo eterico pur così importante, perché è il guscio che accoglie e protegge l'Io-Sono), allora e solo allora saremo pronti a cercare la scintilla d'Assoluto che abita in noi, quella che ci permette di continuare ad esistere anche quando il corpo, il guscio, si sarà scomposto in tutti i suoi elementi materiali e si sarà ricongiunto alla sua patria che la terra. E anche quando questa terra non esisterà più, disintegrata nell'universo cosmico.
Non dimentichiamo infatti che le Sue sono parole di vita per l'eternità.


Juan Segundo


(Dedicato a tutti i ricercatori della verità)


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