giovedì 30 agosto 2012

I racconti di Marco Vergerio: Il dito


E torniamo alla scrittura.
Dopo aver avuto la debita autorizzazione dall'autore, Marco Vergerio, vi propongo tre suoi racconti, che risalgono ad almeno una decina di anni fa.
Dopo di allora Marco (che avete l'onore di vedere nel bag di copertina) non ha più prodotto niente, tranne una gran quantità di frittura di pesce, di cui è grande esperto, accompagnato da abbondanti quantità di wiskey rigorosamente single malt.
Se avrete il tempo e la pazienza di leggerli, vi accorgerete che non sono racconti ma avventure dello spirito (e qui non so se mettere la maiuscola o la minuscola!).
Ho lasciato il testo così come nell'originale: le eventuali imprecisioni e imperfezioni linguistiche hanno tutte un senso, almeno per l'autore.
Il primo brano ha per titolo Il dito, ed è un noir ambientato a Vercelli, sua città natale.
Seguirà Derapare e. (col punto finale) ed infine quello che ritengo il suo capolavoro: Testa di tassista, che racchiude tutta la filosofia di vita di Marco.
Per quanto possa sembrare, questo che segue non è uno scherzo o una boutade, ma un racconto vero e serio. 
È per questo che ritengo Marco (seriamete parlando) un genio della scrittura.

Il dito
-Quello e’ proprio un dito!!
-Se gli occhiali invece di metterli li lasci a casa sono convinto che tu veda mani che sbucano dalla sabbia anche in pieno asfalto di periferia!!!-Ti dico che e’ un dito Ezio!!un dito umano, dico..-Secondo me e’ un pezzo di uno di quei tubi bianchi di plastica e stoffa che si usano tipo…-…tipo un dito! che serve per indicare, scaccolarsi, grattarsi, per tutto cio’ a cui serva un dito!-…tipo per il gas del fornello o checazzoneso’…per l’acqua…-Io dico, Franco, che e’ un vero peccato che un ragazzo della tua eta’ sia gia’ in questo stato di degenerazione psicoinduttiva, ti dico che e’ un dito umano!andiamo a vedere!
Scoscesamente, ma non troppo, scendere gli argini del fiume. Scintilla poca acqua nel letto del “Mosto”. Epica via fluviale che si narra, in tradizioni popolari antichissime,avesse percorso questa zona come mosto d’uva per inebriare gli avamposti primordiali dediti al suo culto. Brilla per quel che c’e’ ne’ incalzato dal caldo indecentemente umido in quei posti nel mese di luglio.Capirete perché Franco e Ezio sono di già accaldati confusi sudati e scorticati.F, con il sudore che brucia la vista – Non lo vedo più, giuro che era qua!.E, una camicia da buttare mezza manica lasciata su un rovo poco più a riva - Che caldo!! Non si respira..non c’e nemmeno il sole!.Una lieve grigiallognola foschia alta, densa quanto basta, si era svegliata e stava facendo colazione seduta davanti al sole; sono le sette, circa, la sera. E’ venerdì, alta pressione…
Franco trasuda o per meglio strasuda, si ferma un secondo prova a prender fiato , fra se - Uffff!! Banfiiju! Nel mezzo di questo sudicio letto di fiume , niente dito, meglio prender fiato…alza la testa!!.La riabbassa subito,cerca di sgrovigliare un pacchetto di sigarette da una tasca, tutto gli si appiccica addosso:i vestiti, le idee, i testicoli alle cosce: la lingua al palato scivola su un ascesso da caldo infame!, si accende una sigaretta, respira a lungo mette a fuoco.E, - Eccolo!! E’ un tubo! Te l’avevo detto!.F, - Fammi vedere- buffa fumo di sigaretta ovunque.Si avvicinano, si avvicinano di piu’ ..abbassano le teste..CAZZO E’ UN DITO!!!F, - Umano!.Culate e capitomboli, ritti via di li’ fermarsi, ragionare. A distanza di sicurezza. Da cosa?E, - Franco avevi ragione e’ proprio un dito umano mi vien fin da vomitare!. Accenna un gesto di repulsioneF, - Dovremmo avvisare qualcuno di ‘sto dito credi vero Ezio?.
Il sole picchia forte anche dietro alla foschia che ha deciso di godersi lo spettacolo dei due a che fare con un dito, anzi asciuga l’aria e la trasforma in acqua in un non necessario aiuto per i nostri.Ci troviamo nel letto asciutto del fiume “Mosto” all’altezza della bassa conca di dove fa caldo e la terra suda anche d’inverno. Più in alto dove l’uomo fa saltare il corso del Mosto per deviarne le acque e d’estate, che si prosciuga, lascia parecchio da vedere o, almeno, così pare…E, - di,’ glielo avranno tagliato quel dito Franco?.F, - Sicuro, nessuno perde un dito nel fiume, credo e poi dobbiamo accertarci che sia un dito per davvero: andiamo in paese, diciamo loro cosa abbiamo trovato, vengono qui e poi era un pezzo di tubo..non e’ un bel gesto, Ezio, convieni?.E, - In fondo e’ un dito o un tubo, in fin dei conti e’ solo un dito..
Avanti un passo che quasi non si sente il rumore delle pietre sotto ai piedi.Avanti due che manca l’aria F, fra se - Che posto malsano dove vivere devo cambiare aria il più presto possibile..E’ tutto grigio e immobile…speriamo in un acquazzone!!
IIF, - Sembra proprio che non ce lo tiri addosso sto temporale, sembrava, sembrava, ma si e’ spostato, ci vorrebbe proprio una bella tempesta!E, - Cosi’ ci leviamo dai coglioni e molliamo sto dito!!.Fermi dritti davanti al dito , scostati per non farsi ombra.Proprio un dito conficcato nella sabbia del fiume vicino riva.Infilato pero’ dal basso all’alto: si vedeva, cioe’, l’unghia e si distingueva la forma di un indice.F, - Be’ visto da cosi’ vicino non e’ poi cosi’ tanto schifoso ‘sto dito!.E, - Gia’ e ora ci tocca di avvertire le autorita’: che ne so la polizia o l’ obitorio…F, - Si’ o il macellaio. Dammi retta Ezio andiamo verso il paese piu’ vicino li avvertiamo del fatto, si, cioe’, del dito. Andiamo magari nel bar di ‘sto paese facciamo un giro di vino e raccontiamo della nostra scoperta.E, - Risultato?.F, - Risultato vengono tutti qui a vedere, sai com’e’ nei paesi…, fanno un po’ di confusione, sicuramente quello che chiama i gendarmi ci sara’ di sicuro, sai com’e’ nei paesi…,un amico della polizia locale c’e’ sempre al bar, e noi ci dissolviamo nel trambusto e ce ne laviamo le mani..E, - Forse non e’ una cattiva idea…
Mettere insieme le idee, scopo comune e prioritario e decisamente una gran sete. Franco agile come non mai sale l’argine, Ezio recupera la manica e avanza a balzelloni. La grigiallognola foschia sempre piu’ divertita gia’ li aspetta in macchina.L’auto di F, roventemente sottomessa a Luglio ed ermeticamente sigillata e’ il loro punto di non ritorno….
SSSsbrrruuumbababba!! Pac.
E – E fai partire ‘sto cesso!! Che non si respira qui dentro!
F – E’ quasi a secco ci vuole un attimo…Parte. Franco al volante e’ sicuro stabile e collaudato. Esce dall’intrico di rovi terra e vegetazione che imperversa sul viottolo che li porta alla strada principale, oddio…se cosi’ si puo’ dire.E – Perche’ hai girato a sinistra, noi non siamo venuti dall’altra parte Fra’?F – Mi sembra di no, comunque di qui c’e’ sicuro un paese e guarda un po’ c’ e’ un agricolo in bicicletta che viene verso di noi.Cade l’ultima goccia carbura scoppia scarica. L’auto esala l’ultimo velenoso respiro.F , con gli occhiali, li aveva in macchina, il sudore sulla fronte e la disperazione nel cuore – Siamo a piedi..Non si contano gli insulti, anche pesanti, sono quasi arrivati alle mani.
Ezio inferocito scende dalla macchina. Sbatte la porta. Alza la testa.Franco fuma. La foschia grigiallognola sta rendendo la serata impossibile all’uomo in bici che, nonostante l’abitudine e le branchie, arranca sui pedali.
Il ciclista, - Problemi ragazzi?.Vecchio dei suoi anni, cappello di paglia a larghe tese calzato con affascinante abitudine, bicicletta antica ma oliata, sguardo sincero, rotondo quanto basta, roseo come i suini di cui si nutre.
F, – Un problema serio! Siamo senza benzina.Il Vecchio, - Serio per davvero…il primo benzinaio piu’ vicino sara’ a circa dieci chilometri da qui pressappoco; sono in forma, ma credo che non riuscirei neanche a portare uno di voi con me sulla bici!.Stramaledizioni ingiurie calci all’auto.E, - Evviva! Una scampagnata nel bel caldo umido di luglio, dieci chilometri, niente di che, cosa vuoi che sia, io in auto ci vado anche a pisciare.F e’ stralunato, continua a fumare preoccupato del numero di sigarette che ha e che riuscirebbe a bruciare a questo ritmo. Sale la tensione.Il vecchio ciclista sputa, letteralmente, un sibilo, - Uuuuaaaaahhhaaa!!!La risata taglia il quieto imbrunire immobile nella bassa piana d’intorno.Anche la nebbiolina si alza indispettita dal sogno dei due a che fare con un dito e decide, fin un po’ indispettita, di farsi un giro.Quasi si alza un filo d’aria…
Il vecchio ciclista col cappello, - Il paese si chiama U. .Sempre dritto, di fatto, c’e’solo questa strada. Dieci chilometri! Sicuramente troverete qualcuno che vi riporti qui. Buona passeggiata..Zompa in sella e se ne va, per la verita’ neanche troppo dritto.Franco si risveglia, anche Ezio ricomincia a mettere a fuoco.E, - Niente da fare, in marcia!.
III.
Calamitare la carne con l’asfalto, respirare terra e acqua, sciogliere il tramonto mentre vedi la luna che gia’ da ore passa viva sulle nostre teste….E, - E’ quasi due ore che camminiamo, sta per far buio, Franco preferirei allungare il passo, sai.. il dito, quello strano vecchio ciclista, comincio ad aver voglia di tornare in citta’.F, - Ci arriviamo in citta’, scordati del dito. Cerchiamo benzina e un passaggio, recuperiamo l’auto, fumiamo, e ce ne andiamo a casa.E, - Non parlare troppo forte… si abbassa la pressione ecco la foschia che avanza, guarda il sole Franco, rosso marcio d’acqua come un pomodoro d’inverno, ma siamo d’estate.F, - Il paese e’ li’ guardati attorno..
Inanimato agglomerato cementato non piu’ di un secolo fa, posticcia struttura alla merce’ del Mosto che, quando e’ il suo tempo, riinonda il suo territorio noncurandosi di chi e perche’. Muri biancastri dall’umidita’ si presentano tutti uguali ai Nostri: stravolti sudati e per nulla divertiti dal buio che ormai incombe sul paese in silenzio.
Franco schiaccia una zanzara sul viso.
SSScccciac!.F, - …E brutta troia!. Una di meno.E, - Ci sara’ un bar in questo dannato paesino?. Se non c’e’ neanche il bar giuro che mi stendo qui in mezzo alla piazza e aspetto domattina, lo giuro!!
Il bar c’e’, anzi, frigge di cristiani in cerimoniosa riunione al cospetto di una partita di calci ad un pallone. Ne’ uno ne’ due: i Nostri sono gia’ al bancone riarsi e visibilmente affaticati.E, - Buonasera! Non avrebbe dell’acqua, che ne so… se ha una bottiglia grande o… anche piccola.. e una birra..F, - Due!.L’oste non ha volto, la gente schiamazza e commenta in lingue incomprensibili. Seduti al tavolo. Primo bicchiere, secondo, terzo; la birra.Priorita’, scopo comune, mettere a fuoco.F, - Sono stanchissimo, ora che mi sono seduto credo che non riusciro’ piu’ ad alzarmi, ho le gambe di granito!
E, - Se tutto va bene ne dovremo fare pochi di chilometri; guarda in giro se vedi un avventore che faccia al caso nostro Franco..F, ricalza gli occhiali estratti da una tasca e scruta con interrogazione il bar tutto.  

TIM

mercoledì 29 agosto 2012

Ma il cielo è sempre più blu!

Io non voglio difendere nessuno: né il SB (visto che sono stato uno dei partecipanti, per quanto insignificante, e quindi è naturale che lo difenda ) né gli altri, i cattivi (che sono, comunque, indifendibili per quello che hanno fatto).
Dopo il mio post di ieri (che, detto per inciso, ha fatto schizzare il contatore a più di 70 visite e ha ricevuto una decina di commenti più o meno educatamente arrabbiati) torno per un attimo sull'argomento visto che le mazzate in risposta sono state molte e articolate.
Allora: il mio ragionamento non voleva, naturalmente, minimizzare la questione per puro spirito di buonismo o di fancazzismo, non volevo far finta di niente.
Ma se uno come Gesù -no dico, Gesù non Pinco Pallo!, uno dritto, uno che sapeva come gira il mondo- dice che dobbiamo farci amici in questa vita con l'ingiusta ricchezza e che bisogna essere furbi come le volpi, chi siamo noi per limitarci ad un'educata risposta via blog?
Mi è stato fatto notare che, argutamente a ragione, sulla mia copertina campeggiano due personaggi che pur aborrendo la violenza non si sono mai fatti passare niente impunemente sotto il naso. Hanno reagito, eccome. 
Il mio: il mondo gira così, mi sembra, non è stato accompagnato da: pazienza.
La mia reazione non è stata: scordiamoci il passato, siamo italiani, paesà!
La mia reazione è stata: ma quant'è lunga 'sta storia!
Ci siamo svegliati oggi per sapere che le cose vanno come sono andate?
Non voglio polemizzare con nessuno, ci mancherebbe, stiamo solo scambiando quattro chiacchiere tra amici, almeno per parte mia.
È stato giustamente sottolineato che esistono in rete anche gli spin-off del SB. È vero. Ma chi ci è andato a cozzare contro e li ha scaricati, aggratis o dietro esborso economico, ha effettivamente capito che erano codazzi (perdonate il linguaggio sdrammaticatevole) della storia originale? E poi: la gente sa cosa vuol dire spin-off? Io, per esempio, l'ho scoperto da quando bazzico questi lidi!
Noi vogliamo che le cose restino tra pochi intimi, tra eskimi e barbe lunghe vagamente esistenzialisti, o vogliamo raggiungere l'omino che apre la porta della rete e ci trova un mondo di tesori?
Questo è il mio ragionamento, ripeto ancora finché ce la faccio e non crollo a pavimento: è sbagliato quello che è stato fatto; ma non bisogna farsi ingabbiare in polemiche, frecciatine, sputi metaforici nell'occhio.
Dobbiamo smettere, visto che gli altri da quell'orecchio non ci sentono, di strillare: m'hanno rubato la marmellata, adesso chiamo la mamma!
O si va alla ricerca del ladro, o si compra un altro barattolo di marmellata.
L'errore, se errore c'è stato (ragionando a posteriori), è stato fatto quando il tutto originale non è diventato un ebook, qualcosa che si vede, si tocca (più o meno), si può lanciare contro il copione di turno urlando: legga, ci sono cattive notizie per lei.
E comunque, se esiste il diritto d'autore con Creative Commons, penso che qualcosa di fattibile ci sia. Io non so cosa, perché sono integgerrimamente ignorante in queste cose, ma qualcuno lo saprà.
Per me la cosa finisce qui e, se volete, amici come prima.

TIM

martedì 28 agosto 2012

Il mondo gira così!


Prima volevo fare un post ad hoc, poi invece ho optato per un commento sul blog di Nick, perché Nick mi sta simpatico (non è bello, ma mi sta simpatico, tiè!) e perché è l'ultimo ad averne parlato (e poi è anche un bel post riassuntivo dell'argomento, diciamo la verità).
Alla fine però ho pensato che magari un post breve quel commento lo poteva pure diventare, perché potesse arrivare a più persone (non perché io abbia più contatti del venerato maestro campano, ma perché un post lo leggono più persone che non un semplice commento).
Di cosa sto parlando? Della diatriba sulla paternità del SB; ma è meglio che prima vi andiate a leggere il post su indicato.
Fatto? Allora adesso potete continuare.
Copioincollo quel mio contributo:
Quello che volevo dire è questo: raga', il mondo va così! sicuramente nessuno di noi voleva guadagnarci qualcosa partecipando al SB, né in vile danaro né in visibilità; tutti abbiamo partecipato perché ci è piaciuto, perché volevamo esserci. Questi altri signori, invece, hanno agito diversamente (probabilmente, visto che non ci sono dichiarazioni ufficiali chiarificatrici). Hanno avuto, insomma, forse altre motivazioni, oppure hanno saputo sfruttare, anche economicamente, l'idea -che fosse copiata o meno. E allora mi chiedo: nessuno si è accorto che la ruota gira così? Che oggi la società è fatta di gente che sfrutta ogni minima occasione per mettere la propria faccia su qualsiasi cosa dia pubblicità? Possiamo discutere quanto vogliamo di deontologia, etica, giustizia e del sesso degli angeli; ma questa è la realtà. Perciò se davvero abbiamo messo su quell'ambaradan solo per divertimento (e ce ne abbiamo messo di impegno, in quel momento e successivamente, insieme e individualmente) continuiamo a considerarlo un divertimento. Non dico che non bisogna chiedere giustizia se ce ne fosse bisogno, ma tutto questo serve solo per imparare la lezione per una prossima, eventuale, volta. E spero che questo stia succedendo ora con 2MM di Alex (ancora e sempre lui!). E bannatemi pure dalle vostre case. Kalispera!
Ho letto tutto il leggibile sul SB, compresi i racconti di contorno, i prequel, i sequel e tutte quelle cose lì. Ho un file quasi completato col mio apporto extra all'avventura prionica, che non so se finirò, visto che l'interesse è parecchio scemato, almeno per parte mia.
Ora la vita continua, le cose evolvono (nel bene e nel male) e quello che ieri era realtà, oggi diventa, magari, leggenda; pensiamo anche solo alla storia del negazionismo: quanto poco ci vuole per stravolgere la percezione delle cose?
Si era discusso tanto, a suo tempo, su come proporre il SB all'universo creato che non aveva seguito le (dis)avventure di un branco di scribacchini presi dal sacro fuoco dell'arte e del divertimento. Si erano fatte diverse proposte su come assemblare tutti i contributi scaturiti dall'idea di Alex. Si erano posti problemi di diritti d'autore, di fattibilità materiale di mettere insieme scritture e storie diverse; insomma chi c'era ricorderà. Alla fine non se ne è fatto niente.
Adesso bisogna prendere atto che qualcun altro, in buona o cattiva fede, quei problemi li ha risolti. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tutti quelli che per qualche euro possono scaricare un ebook survivalista. Ma non il nostro.
E ora, chi vuole, mi cassi pure dai suoi contatti.
Kalispera!

TIM

sabato 25 agosto 2012

L'albero che sarò

Breve post, tanto per non perdere l'abitudine.
E facciamo un giochino.
Sapevate che esiste un'urna cineraria eco-sostenibile?
Sì, esiste, ed è stata ideata proprio da un'italiana, Veronika Gantioler. Alla nostra morte, volendo, potremmo decidere di farci cremare e di far inserire le nostre ceneri un cilindro di torba contenente semi di una pianta a nostra scelta. Dopo esser stato sotterrato, il cilindro si decomporrà e le nostre ceneri diventeranno il concime che farà crescere la pianta.
Al di là di ogni altra considerazione ecologica, etica, e chi più ne ha più ne metta, vi chiedo: 
voi lo fareste? Vorreste rinascere in un albero?
E se la risposta è , in quale albero/pianta/arbusto vorreste rivivere? 

E se proprio siete in vena, datene anche il motivo. Sarebbe bello cercare di capire dalla vostra risposta che tipi siete!

TIM

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AGGIORNAMENTI (alle 12.25):
ulivo: 1
carrubbo: 1
baobab: 1
pino: 1

giovedì 23 agosto 2012

Riconoscersi

qui
Stanotte ho fatto un sogno.
Dovevo vendere la mia casa e la facevo visitare ad un possibile acquirente.
Ma, man mano che andavo per le stanze, non le riconoscevo e continuo a domandarmi: ma questa è veramente casa mia? 
Ora, non ci vuole molto a capire che in un'interpretazione anche semplice dell'attività onirica a livello psicologico, la casa rappresenta il nostro mondo più intimo. Quindi voler vendere la casa e non riconoscerla significa che nella mia testa qualcosa comincia a non funzionare bene.
È come se non mi riconoscessi più.
Chi sono diventato in tutti questi anni? Tutti i cambiamenti, anche materiali, fatti mi hanno avvicinato o allontanato dalla persona che sento inconsciamente di essere, quella cominciata a costruire in gioventù? E non parlo di semplici comportamenti, ma di atteggiamenti profondi che mi fanno stare bene con me stesso.
Certamente la gioventù è una brutta bestia, nel senso che quello che fai a quell'età ti resta per sempre, nel bene e nel male; e io mi rendo conto che tante cose vissute un tempo sono state deleterie per me.
Tante relazioni (non solo sentimentali) sbagliate, un approccio spesso problematico ad alcune realtà, un cattivo rapporto con chi doveva aiutarmi a crescere.
Ma anche le cose positive: essermi tuffato e cresciuto in una certa cultura dialetticamente di sinistra (nel senso di una visione del mondo positivamente di parte); l'aver conosciuto personaggi (in carne ed ossa e del mondo lontano da me) che mi hanno dato gli strumenti del mestiere per capire quello che mi circondava; aver imparato che: nessun giorno senza un libro; e potrei andare di questo passo.
Negli ultimi trentacinque anni ho viaggiato attraverso esperienze (intellettuali e materiali) spesso diametralmente opposte, e ne sono uscito sempre vivo, magari ammaccato ma vivo.
Ma ora, mi chiedo se il punto della vita a cui sono arrivato esprime quello che sento dentro di essere. Se riesco a manifestare con naturalezza il mio vero io, le mie esigenze, le mie speranze e paure, la mia visione del mondo.
Forse è che da qualche giorno ho compiuto 52 anni, ma sono domande che tornano sempre più spesso in questi ultimi tempi.
Sono davvero io quello che il mio corpo porta in giro tutti i giorni?
Dovrei davvero vendere questa casa che non riconosco più tanto lucidamente?

TIM

martedì 21 agosto 2012

Alcune cose che... in vacanza!

cucù!


Alcune cose che... ho fatto, visto, pensato in questi 15 giorni di vacanza a Pietra Ligure.

## In questi giorno ho visto donne portare con molta non chalance la propria cellulite. E qualcuna scambiarla per un indispensabile accessorio di Armani.

## Se avete bisogno di una maglietta speciale o di un paio di ciabate firmate per sentirvi figui la sera, sul lungomare, davanti alle vostre squinzie preferite, allora non siete figui, convicetevene. Forse erano figue le magliette o le ciabatte. Perché figui si nasce e io, modestamente, lo nacqui. *

## Questa è per Glauco: ho trovato un gelato più buono della Gromm: a "Il giardino dei peccati di gola" di 'u magu'. Peccato che da Bologna non sia proprio una passeggiata!

## Se volete fare un tiro birbone al vostro peggior nemico, consigliategli di trascorrere una splendida vacanza a Finale Ligure: gli darete una sola mostruosa!

## Qualche differenza non proprio da poco: i pulmann urbani ed extraurbani della costiera di ponente hanno l'aria condizionata e con 1 euro e 30 scorazzi in lungo e in largo per tutta la provincia di Savona. I treni delle FFSS, invece no; nel senso che con la stessa cifra fai pochi chilometri e non hai neanche un refolo d'aria fresca. Nel viaggio di andata, infatti, l'aria condizionata entrava in funzione solo quando il treno era fermo in qualche stazione, poi si riaddormentava.
## Sempre sulle FFSS. Sabato 18: partenza per il rientro a casetta mia. Arrivo in stazione e scopro che la biglietteria apre alle13.30. Alle 13 e 30!? Ma come? siamo in una località eminentemente turistica e la biglietteria apre solo al pomeriggio? È come andare con una bella di notte e doversi portare il condom da casa! Ci saranno le biglietterie automatiche, penso candidamente. E ci sono infatti, addirittura due! Ma... non dimentichiamo che siamo nel paese del mare e del sole e, soprattutto, degli italiani. Quindi una macchinetta è fuori servizio mentre l'altra non accetta pagamenti in contanti: solo bancomat, e senza nessun cartello indicatore. Immaginate la faccia di chi ha fatto la fila e dopo aver smadonnato alla ricerca del treno giusto, si sente dire da una vocina gentile: inserire la carta o la tessera bancomat! Che siano le prove per l'americanizzazione dell'italica economia?

## E a proposito di economia, società e altre amenità estive del genere, una piccola riflessione che manderà su tutte le furie i duri e puri della politica. Mi sto accorgendo, oggi, che finora ci siamo riempiti la bocca dei diritti: diritto a questo, diritto a quest'altro, proteggere i diritti di questa categoria, e via discorrendo. Ma i doveri? Abbiamo mai fatto uno sciopero per il dovere di essere operativi sul posto di lavoro invece di andare da una macchinetta del caffè all'altra? Quale sindacato ha mai denunciato un suo iscritto perché invece di lavorare andava a farsi una sauna e un massaggino? Siamo pieni di corporazioni, albi professionali, sindacati (ma quanti sono i sindacati in Italia?); e normalmente tutto (o almeno la maggior parte delle cose) si risolve con una serrata per l'aumento dello stipendio. Cosa sacrosanta. Ma quand'è che tutta questa gente si riunirà per parlare di come far rientrare l'economia italiana nei binari della normalità e della crescita? Sapete quanti sono, solo nella pubblica amministrazione, quelli che i vari enti prestano per lavorare nel sindacato (e che quindi paghiamo noi)? Nel 2008 erano più di 3000 per un costo allo stato, cioè a me, te e te, di 115 milioni di euro. Questo quattro anni fa. E oggi?
Quale sindacato (se ce qualcuno che mi dimostra il contrario sono felicemente pronto a smentirmi) ha, negli ultimi 20 anni, deciso di fermare con uno sciopero la produzione perché l'ILVA di Taranto uccideva 1 persona ogni tre mesi?

## Nella seconda settimana di permanenza ho avuto come vicini d'appartemento due famiglie con anziani molto malati: uno terminale e l'altro bisognoso di flebo continue e, mi è sembrato, di alimentazione artificiale. E nel fondo del mio cuoricino mi sono chiesto: come ci si sente a sapere che ci resta poco da vivere?

## Bossi ha ragione quando dice che... ma di questo, forse, parlerò nel prossimo post.

Ora mi rimbocco le maniche (anche se quelle della maglietta sono già corte!) e si ricomincia a lavorare. Libri e quaderni mi attendono.


TIM

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* basta guardare la foto di copertina. Quello al centro sono io, con pelata integrale e occhialini; tutt'attorno un agglomerato liquido di atomi di idrogeno e ossigeno, svariati sali minerali e una discreta quantità di urea.

venerdì 3 agosto 2012

Scappo!

Ciuff! Ciuff!
È in partenza dal terzo binario...
Sto partendo!
Buone vacanze a tutti, proprio tutti tutti! Quelli buoni e quelli cattivi!
E che il caldo sia con voi! Che io preferisco invece quell'arietta fresca che sale dal mare (o si insinua tra le fronde dei pini e delle querce) e che lambisce le membra stanche e affaticate. Che poi sarebbero le mie.
Dove vado? Quest'anno... non ve lo dico! Magari poi vi posterò qualche foto al rientro. 
Rientro? Di nuovo a lavorare? Di nuovo caldo? Nooo!!!
Scappooo!!!
E allora, anche tu: Fallo!






TIM
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