martedì 29 luglio 2014

La sincronicità (da Non Solo Angeli)

(foto tratta dal sito citato)
Ecco oggi per voi un interessante articolo preso pari pari dal sito Non Solo Angeli e pubblicato da Anita Pagani. Si tratta si una parte (quello sul rapporto sincronicità-spiritualità) di un pezzo più ampio pubblicato dal sito Lo Specchio del Pensiero un po' di tempo fa.
Questo tema mi è molto caro, specie in quanto cultore dell'I Ching; ma più vado avanti nel cammino spirituale e più mi rendo conto che questa teoria è in grado di modificare totalmente tantissime vecchie credenze e, spesso, di tagliarle di netto.
Bene, con questo contributo, il blog va in ferie per qualche settimana.
Devo doverosamente ringraziare tutti i collaboratori che in questi mesi hanno tenuti alti gli ascolti (anzi: le letture!) del blog, con i loro bellissimi articoli (in ordine puramente indicativo!): Nicola, Laura, Monica, Daniele, e spero di non aver dimenticato nessuno! E devo dire grazie anche a tutti i siti da cui ho tratto articoli interessantissimi.
Ma so che ci saranno altri collaboratori, le cosidette new entry come dicono quelli seri, alla riapertura. O almeno così hanno promesso; io aspetto!
Ed ora eccovi l'articolo sulla sincronicità.  



LA SINCRONICITA'

Vi siete mai svegliati con la sensazione di aver vissuto qualcosa di “reale” o avete mai vissuto qualche evento che aveva il sapore di un sogno, tanto da non essere poi cosi certi che fosse realtà?
Passato, presente e futuro – dimensione interiore ed esteriore – non possono essere rigidamente incasellati in qualcosa di assoluto ma, al contrario, si possono considerare relativi: assumono quindi il significato che gli attribuiamo in base al nostro stato psichico.
Collegamenti apparentemente casuali tra avvenimenti, persone e luoghi che invece, in una diversa chiave di lettura, si rivelano incredibilmente significativi come “indicatori di direzione“ del nostro cammino evolutivo. Questi segni sono sotto gli occhi di tutti, ma non è da tutti coglierne attinenze e significati.
Il linguaggio che parla questa realtà parallela è fatto di simboli: può essere divertente, il più delle volte ha a che fare con la sfera che per eccellenza più sollecita il nostro emisfero destro: quella dei sentimenti. Sono stati fatti numerosi parallelismi tra il modo che il principio della sincronicità ha di manifestarsi e la modo di funzionare del nostro emisfero destro. Quest’ultimo, sede delle emozioni e del nostro vero sè, si servirebbe della sincronicità come un vero e proprio modo di comunicare con la parte razionale del nostro cervello (il suo inseparabile compagno, l’emisfero sinistro), sede del raziocinio e capace di trasferire emozioni e sensazioni nel mondo esterno.
Come un cavallo selvaggio, non provate ad “addomesticare” questo modo di interpretare eventi e persone perchè potrebbe ritorcervisi contro con risvolti anche pericolosi. Questo spazza via il concetto ormai sorpassato della causalità classica per lasciare il posto ad una visione di più ampio respiro, dove il confine tra noi ed il mondo esterno, nonchè tra mente e materia, finisce per assottigliarsi.
Ci ritroviamo immersi in una infinita ragnatela di collegamenti che rende la nostra vita, le persone che ci sono intorno e i nostri stati mentali, nella più ampia accezione, una “cascata” di flussi energetici: se riusciamo a lasciarci trasportare da essa, rimarremo sorpresi di scoprirci veleggiare tranquilli verso l’isola dei nostri sogni.
L’isola dove ci aspetta un livello di vibrazione superiore, dove la soddisfazione egoica lascia il posto ad aspirazioni più profonde ed il linea con la nostra evoluzione. È interessante correlare questo dualismo causalità-sincronicità alle tradizioni culturali Occidentale ed Orientale: la prima affida le proprie aspettative ad un atteggiamento pragmatico e materialista mentre la seconda si lascia andare alla trasmissione intuitiva della conoscenza tra persone simili e non ad acquisizioni mnemoniche ed intellettuali.
Da qui nasce la concezione olistica di scienze e discipline quali astrologia, metafisica e mistica che assecondano la magia degli eventi che rendono significativa la nostra vita, superando in questo modo la frammentazione nel comprendere che tipica della mente razionale.
Carl Jung, a questo proposito, accostò il concetto di sincronicità a quello dell’alchimia medievale, ponendosi l’ambizioso obiettivo di trovare anche nella cultura occidentale la comprensione attraverso la vita e non attraverso la scienza. Ciò per evitare una sterile imitazione dello stile orientale fatta da noi occidentali che ci priva del vero senso della nostra antica cultura.
In questo contesto rientra la teoria medievale della correspondentia di Ippocrate:
”Un unico confluire, un unico cospirare (conflatio), sentendo tutto insieme. Tutto in rapporto alla totalità, ma in rapporto alla parte le parti (presenti) in ogni parte con intenzione all’effetto. Il grande principio va fino alla parte estrema, dalla parte estrema al grande principio: un’unica natura, l’Essere e il Non-Essere. Ma il principio universale si trova anche nella più piccola parte, la quale perciò coincide con il tutto”.
In altre parole ciò che accade in alto è strettamente correlato a ciò che accade in basso e non esistono barriere tra le varie discipline ma tante tessere dell’unico mosaico del vivere. Se riusciamo a inforcare gli occhiali della sincronicità, il mondo diventa davvero come vedere un film in 3D, effetti speciali e mille sorprese sono dietro l’angolo, e come nel film Vanilla Sky, potremmo sorprenderci a vivere sotto un cielo color vaniglia con la colonna sonora dei Beatles che risuona intorno in uno stato di “veglia paradossale”.
Namastè.
Sunshining
edited by: Sunshining per Hearthaware blog
credits: wikipedia.org/sincronicitawww.extaticvenus.it/sincronicita-e-causalita http://lospecchiodelpensiero.wordpress.com/2012/11/05/la-sincronicita/

E infine vi auguro, se ancora non le avete fatte, BUONE VACANZE, sperando che il tempo atmosferico sia clemente !

Juan Segindo

giovedì 24 luglio 2014

Fra Dulbino e la preghiera di Francesco



- Frate Francesco, mi insegni a pregare?
Francesco sembrò non aver sentito. Probabilmente il russare esagerato di frate Egidio aveva coperto la mia domanda, che era stata più che altro un bisbiglio.
Rimaneva con aria assorta a fissare poco lontano, dall’altra parte del piccolo fuoco, la sagoma di frate Bernardo, il suo grande amico, il primo compagno di quella stupenda avventura che era stata la sua vita. Compagno di strada prima, tra i giochi d’adolescente e i sogni di giovinetto; compagno di strada poi, quando la parola di Gesù ascoltata in quel giorno non lontano aveva scosso le loro anime: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la croce e mi segua”.
Forse Francesco rivedeva momenti della loro gioventù, anche se tante volte ci aveva ammonito di non rimanere attaccati al nostro passato, ma guardare sempre avanti, all’indomani.
Frate Egidio dormiva poco distante da Francesco, adagiato sulla schiena su una specie di giaciglio di foglie, sotto una quercia, e il rumore che usciva dalla sua gola era possente come la forza delle sue mani, che passavano tutto il giorno nei lavori più umili, a servizio di chiunque ne avesse bisogno.
Vicino a lui, nell’oscurità, si intravedeva anche il corpo addormentato di frate Masseo, che pareva invece non accorgersi del russare del compagno. Oh, frate Masseo! Quale merito hai avuto agli occhi di Francesco per essere stato chiamato, unico con frate Angelo, quel giorno alla Verna per vedere quelle piaghe che d’un tratto avevano benedetto le sue mani!
- Francesco, mi ins…
- Ho sentito, fra Dulbino! - mi interruppe, senza esser spazientito, Francesco – Pensavo a quante ne abbiamo passate con frate Bernardo…
Allora anche lui ricadeva negli errori! Anche lui, frate Francesco, si lasciava andare alle cose del passato!
- Pensi che sia sconveniente riandare alle gioie terrene vissute? – sembrava avermi letto nel pensiero.
- Veramente sei stato tu a dire…
- Hai ragione, ma è bello ogni tanto rivivere le meravigliose giornate di una volta, quando andavamo con tutto l’ardore della gioventù a lodare il Signore nelle piazze e nei campi di paesi che non ci volevano, dove ci prendevano per pazzi e ci lanciavano dietro le pietre! Dare qualche volta una piccola soddisfazione terrena alla nostra anima non penso faccia male.
Io ero proprio vicino a lui e potei vedere un sorriso allargarsi sulla sua bocca, come se dentro di lui un pensiero positivo avesse invaso l’anima. Poi continuò:
- Tu vuoi che io ti insegni a pregare, fratello Dulbino? Ma non ci sono parole per insegnare a pregare… Se credi col tuo cuore, col tuo cuore devi pregare; e chi sono io per scendere nel tuo e mostrarti il mio? Come potrei fare?
Francesco sembrava in imbarazzo per non avermi saputo dare una risposta. Poi dopo aver girato la testa da tutte le parti come alla ricerca di qualcosa, si fermò e disse, mostrando col dito il frate che dormiva:
- Vedi le mani di frate Egidio? Con quelle lui prega perché quello che fa con le sue mani è preghiera! E il suo russare? Anche quello è preghiera, perché è il segno del giusto riposo dopo una giornata di lavoro duro, anzi di dura preghiera! E le labbra di frate Filippo? - e indicò un'altra sagoma nella semioscurità - Anche quelle sono strumento di preghiera! Quando spiega le parole della scrittura con tanta dolcezza e sapienza, lui loda il Signore meglio che un intero convento di monaci di clausura!
- Ma frate Francesco! Non si dicono queste cose dei fratelli monaci!?
- Eh… fra Dulbino, ce ne sono anche tra i nostri e ce ne saranno tanti anche nei secoli a venire che avranno Dio sulle labbra ma non nel cuore… Preghiera non è parola, ma gesto, è la vita. Preghiera… - si fermò quasi a voler trovare le parole – la preghiera è un atto concreto di affidamento al Signore. Quando vedi un quadro non dici che è bello perché ogni linea è messa al posto giusto e ogni colore sta bene dov’è, ma perché fa esclamare al tuo cuore e alla tua mente: è bello! nel suo insieme.
Preghiera è quando scendi nell’abisso più profondo della tua anima, vedi le cose più brutte e invece di dannarti, prendi la rincorsa e fai un balzo verso il cielo e intanto supplichi, piangi, ringrazi, lodi il Signore. Quella è preghiera! E tutti capiscono che sei un uomo di preghiera, perché leggono in fondo ai tuoi occhi il desiderio del Signore.
Parve aver perso il suo fervore per un istante, ma poi continuò:
- Preghiera è accettare che Dio c’è, che è Signore di tutto e che io lo riconosco, in qualsiasi modo.
La sua risposta mi aveva spiazzato. La mia mente non era in grado, ancora, di capire pienamente quelle cose. Perciò lo incalzai:
- Ma qual è la preghiera, quella da dire anche con le labbra intendo, che tu ami di più?
Francesco frugò nella tasca del suo saio ma tirò fuori le mani vuote.
Si fermò un attimo a riflettere, poi cercò qualcosa con lo sguardo nell’oscurità.
Si alzò evitando di far rumore e andò verso il buio. Lo seguii con gli occhi e cercai di aguzzare la vista.
Francesco si chinò su qualcuno, lo smosse delicatamente e, quando questi si tirò su reggendosi sui gomiti, gli parlò a bassa voce. Costui mise le mani in tasca e tirò fuori qualcosa.
Francesco lo prese e tornò al fuoco.
- Chi è che hai svegliato? E cosa ti ha dato?
- Hai ragione! – rispose imbarazzato - ho interrotto il suo riposo. Domani farò penitenza per questo!
- Ma no... non volevo dire questo… - balbettai imbarazzato a mia volta.
-Non ti preoccupare, sono cose che riguardano me e Lui… - e fece cenno verso il cielo.

 Francesco teneva in mano un libriccino, con una copertina in pelle nera segnata d'oro e pochi fogli all’interno. Lo sfogliò cercando di farsi luce voltandosi verso il piccolo fuoco che ardeva per la notte.
Alla fine esclamò:
- Ecco! La preghiera di Gesù! – e pronunciò quest'ultimo nome con enorme tenerezza, come se stesse assaporando il miele più dolce che avesse mai assaggiato.
- Vedi, nel Santo Evangelo c’è scritto che quando chiesero a Gesù con quali parole i suoi discepoli dovevano pregare, il Signore rispose così – e prese a leggere dal libriccino.


 - O santissimo Padre nostro! – lasciò un dito nel libretto e alzando gli occhi al cielo continuò: - creatore, redentore, consolatore e salvatore nostro.
Che sei nei cieli – e ancora continuò - negli angeli e nei santi, illuminandoli alla conoscenza, perché tu, Signore, sei luce, infiammandoli all'amore, perché tu, Signore, sei amore, ponendo la tua dimora in loro e riempiendoli di beatitudine, perché tu, Signore, sei il sommo bene, eterno, dal quale proviene ogni bene e senza il quale non esiste alcun bene.
Sia santificato il tuo nome – lesse, poi disse- si faccia luminosa in noi la conoscenza di te, affinché possiamo conoscere l'ampiezza dei tuoi benefici, l'estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.
Francesco si fermò per qualche istante e sembrò riprendere le forze. Quindi continuò, sempre leggendo dal Vangelo e commentando:
- Venga il tuo regno: perché tu regni in noi per mezzo della grazia e ci faccia giungere nel tuo regno, ove la visione di te è senza veli, l'amore di te è perfetto, la comunione di te è beata, il godimento di te senza fine.
D’un tratto vidi che qualcuno dei frati che stava dormendo svegliarsi e volgersi ad ascoltare le parole di Francesco.
- Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra: affinché ti amiamo con tutto il cuore, sempre pensando a te; con tutta l'anima, sempre desiderando te; con tutta la mente, orientando a te tutte le nostre intenzioni e in ogni cosa cercando il tuo onore; e con tutte le nostre forze, spendendo tutte le nostre energie e sensibilità dell'anima e del corpo a servizio del tuo amore e non per altro; e affinché possiamo amare i nostri prossimi come noi stessi, trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore, godendo dei beni altrui come dei nostri e nei mali soffrendo insieme con loro e non recando nessuna offesa a nessuno.
Un altro frate alzò il capo destandosi dal sonno, mentre fra Filippo, che ora riconoscevo come quello che si era svegliato prima, smosse anche il suo vicino.
- Il nostro pane quotidiano: il tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo,
dà a noi oggi: in memoria, comprensione e reverenza dell'amore che egli ebbe per noi e di tutto quello che per noi disse, fece e patì.
E rimetti a noi i nostri debiti: per la tua ineffabile misericordia, per la potenza della passione del tuo Figlio diletto e per i meriti e l'intercessione della beatissima Vergine e di tutti i tuoi eletti.
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori: e quello che non sappiamo
pienamente perdonare, tu, Signore, fa' che pienamente perdoniamo sì che, per amor tuo, amiamo veramente i nemici e devotamente intercediamo presso di te, non rendendo a nessuno male per male e impegnandoci
in te ad essere di giovamento a tutti.
Ora anche fra Rufino, del quale tutti dicevano che pregasse anche nel sonno, si era destato e ascoltava le parole di Francesco.
E non ci indurre in tentazione: nascosta o manifesta, improvvisa o insistente.
Ma liberaci dal male: passato, presente e futuro.
Francesco si fermò, immobile, con gli occhi alti verso gli arabeschi che le stelle disegnavano in cielo e le braccia spalancate.
Un coro di voci assonnate pronunciò un Amen che era un’unica voce, che scaturiva non dalla bocca ma dalle profondità dell’anima e del cuore.
Qualcuno da dietro la quercia sia alzò; era frate Leone.
- Francesco, posso scrivere quello che hai detto? Almeno per quello che mi ricordo?
- Scrivi pure, frate Leone, e quel che non ricorderai, sarà Dio a suggerirtelo.
Francesco si girò verso di me e disse:
- E a te, frate Dulbino, ho dato la risposta che cercavi?

 Juan Segundo

lunedì 21 luglio 2014

Il cambiamento è semplice ma non è facile (di Laura Riva Gambirasi)

Ho ricevuto e, con grande gioia e gratitudine come sempre, pubblico l'articolo di Laura Gambirasi in cui sintetizza i temi del seminario Lezioni di Ricchezza che ha tenuto nei giorni scorsi.
Nel ripercorrere i temi trattati, Laura fa una vera e propria mappa del funzionamento (o malfunzionamento) della nostra anima e della nostra psiche, mettendo in bella mostra meccanismi sicuramente noti, ma che tendiamo a dimenticare anche inconsciamente quando si tratta di vedere dentro di noi.
Faccio un solo commento, partendo dal titolo: Il cambiamento è semplice ma non è facile; e io aggiungo: basta volerlo!
Vi lascio all'interessante lettura dell'articolo e, ancora una volta... grazie Laura!
E non dimenticate di lasciare i vostri commenti!



IL CAMBIAMENTO È SEMPLICE MA NON È FACILE

Abbiamo da pochi giorni terminato di condurre un bellissimo seminario di dieci giorni dal titolo Lezioni di Ricchezza.
Scrivo abbiamo poiché ero con un uomo che fino a dieci mesi fa si occupava soltanto di istruire dirigenti e manager riguardo la finanza. Dopo aver frequentato il percorso che ogni settimana ho proposto, ha compreso che non si ha accesso alla ricchezza e all’abbondanza se non come normale conseguenza di una bellezza interiore profonda e totalizzante, tali da farci sentire in totale connessione con l’Universo intero. È stato interessante osservare quanto, le persone che seguono percorsi spirituali, abbiano un imprinting di povertà e mancanza a livello del sistema limbico, il cervello istintuale che ha registrato AMORE = POVERTA’ E MANCANZA. Prodotti, questi, di un insegnamento clericale totalmente falso per soggiogare i popoli al potere e mantenerli sudditi di una credenza fasulla che ha mostrato, e spesso continua a mostrare, un Dio giudicante e pronto a punire severamente chi non resti nudo per entrare nel regno dei cieli (che non metto in maiuscolo poiché non è il Regno dei Cieli che io intendo).

Sono stati giorni in cui, ognuno, a partire proprio da noi relatori, si è messo a nudo, esplorando le cause che hanno prodotto effetti devastanti nelle vite di ciascuno, in riferimento a quella realtà a cui abbiamo creduto fiduciosi. I genitori che ci hanno confrontati ai fratelli o che ci hanno abbandonati o che ci abbiano inflitto violenze psicologiche enormi. Abbiamo compreso come sia stato necessario per l’istinto di sopravvivenza, e per sentirci in qualche modo amati, eleggere quale migliore amico il nostro ego, e a lui affidarci lasciando che continuasse a parlarci e dirigere le nostre vite.
L’ego si nutre di sofferenze e nasce dal confronto, dal paragone (“guarda tuo fratello come è bravo”; “non sei come tua sorella” ; “se tu fossi un bravo bambino” etc) e ho visto persone adulte ritrovare quei bambini feriti che stanno all’interno del veicolo di quarantenne o cinquantenne, venire allo scoperto mostrando ampiamente le loro ferite, comprenderle e risanarle, trasformando l’esperienza di dolore in comprensione amorevole.
Abbiamo poi compreso che amare gli altri, non significa portare a chi ha bisogno tutti i giorni una mela da mangiare, ma affiancarlo insegnandogli a seminarne i semi, al fine di far crescere da sola una bellissima pianta di mele, mature e succose.
Eppure… qualcuno ha ancora tanto bisogno di sentirsi la spalla a cui il debole si appoggia, il bastone che sostiene, colui che porta ristoro al più debole.
Ma questo non si chiama AMORE. Non è qualcosa che dai incondizionatamente.
È vero… non ti aspetti nulla di materiale in cambio, ma ciò di cui senti il bisogno è di sentirti amato attraverso il gesto del dare. Quindi non lo si può considerare AMORE INCONDIZIONATO. Come posso dar da bere ad un assetato se la mia bottiglia d’acqua è vuota? Come posso amare un altro se ho dentro me tanta mancanza e povertà d’amore?
Non sono questi gli insegnamenti dell’uomo chiamato Gesù. Mai ha fatto credere di essere Egli colui che portava guarigione, mai Colui da acclamare come il buono; bensì ci ha sempre dimostrato la coerenza con le leggi universali: tratta l’altro come vuoi essere trattato tu.
Io non vorrei essere alimentata ogni giorno da un altro, poiché ne cadrei in dipendenza, ma sarei molto grata se mi venisse data l’opportunità di sapermi conoscere, accettare, accudire, coccolare con tutto ciò che è già dentro me, in qualità di parte integrante delle Divina scintilla.
Il mondo è ancora troppo soggiogato dalla paura: si prega per paura, si prega per credersi migliori, si prega per chiedere. Poche volte ci si vuole occupare soltanto di sé stessi, perché questo ci hanno detto che si chiama egoismo.
Come posso accedere alla bellezza, abbondanza e ricchezza di cui l’Universo è pieno, se sono tanto povero dentro?

Non è forse vero che spesso i ricchi sono ritenuti cattive persone, le quali hanno beni materiali che “sicuramente hanno guadagnato rubando?” Eppure non penso sia così.
Semplicemente è possibile che siano persone totalmente focalizzate sugli obbiettivi. Certo, in un mondo duale ci sarà chi si arricchisce attraverso il buio, ma prima o poi, sarà destinato a farne i conti.
Accanto a queste, esistono tantissime altre persone che, intuitivamente e con molta creatività, credono in sé stesse e ne fanno lo scopo della loro vita. Sono felici a prescindere dal denaro che ottengono, non fanno ciò che fanno per il denaro; ed è possibile allora che è per quello che si arricchiscono? Ma se non amo e accolgo me, con la quale dovrei stare ventiquattro ore al giorno, se in ogni istante il mio sguardo è fuori da me, come potrò mai dire ad un altro che fare?

Durante il seminario abbiamo fatto in modo di portare a comprendere che spesso abbiamo bisogno di sentirci buoni, come reazione ad uno o ad entrambi i genitori che abbiamo ritenuto cattivi (“mi sono detta non sarò mai come mia madre”; “infatti io sono tutta il contrario di mio padre”).

Ma forse non sappiamo che il nostro cervello limbico impara per ripetizione e, come un registratore con una cassetta, riproporrà gli stessi schemi che ha imparato.
Meditiamo…
 Juan Segundo

sabato 19 luglio 2014

Il Conte Saint Germain (da Stazione Celeste)

Questa è una delle incarnazioni del Conte di S.G.



Con l'articolo di oggi voglio introdurre un personaggio molto noto all'interno del mondo esoterico e alchimistico in particolare, il Conte Saint Germain.
Lo scritto più famoso che ci è tramandato da questa figura che potremmo definire quasi... mitologica (come leggerete anche nel corpo dell'articolo), è sicuramente Io Sono, che in forma di discorso-meditazione raccoglie la summa del suo pensiero. Qui potete comprare il libro (se non volete fare un salto in qualche libreria specializzata) e qui potrete invece scaricarlo gratuitamente in formato PDF.
Per chi avesse già letto il libro del Conte di Saint Germain, consiglio vivamente la lettura (e la meditazione!) di La trilogia dell'io sono, che è (come dice testualmente il sito di presentazione dell'opera) "un immaginario percorso in cui tre maestri (Conte di Saint Germain, A.M. King, Conte di Cagliostro, n.d.r.) si incontrano e ci conducono a salire insieme a loro i gradini fondamentali della conoscenza. Un contatto diretto con il divino in ognuno di noi, come spiega il Conte di Saint-Germain, ci può condurre nei recessi più intimi dell’essere, dove l’uomo si fa puro ascolto."
Vi segnalo anche quest altro articolo sul nostro Maestro di oggi, che non aggiunge niente a quello che andrete a leggere, ma approfondisce altri aspetti del suo pensiero.
Ed ora ecco l'articolo dal conosciutissimo, e da me molto apprezzato, sito Stazione Celeste
Buona lettura!

"Il maestro Saint Germain è conosciuto anche come conte di Saint Germain, maestro R. o maestro Rakoczi. Il suo lavoro riguarda i riti e le cerimonie esoteriche per la organizzazione dei popoli e i movimenti democratici. Si occupa in modo particolare del futuro sviluppo delle vicende umane in Europa e dello sviluppo mentale in America e in Australia.

Fu comandante dei Cavalieri della Tavola Rotonda e fondatore dei Custodi della Fraternità della Fiamma Violetta, composta da Esseri altamente evoluti che si sono dedicati a tenere accesa la Fiamma Violetta, la Fiamma di Vita, per aiutare l'evoluzione dell'umanità. Nelle lezioni dedicate ai Custodi delle Fiamma, Saint Germain insegna la Legge Divina dell'evoluzione che, attraverso le varie religioni dl mondo, riporta gli uomini alla loro fonte originaria, l'IO SONO, ovvero porta la loro coscienza a comprendere che non sono il loro corpo ma degli esseri spirituali. Ciò avviene attraverso le varie iniziazioni che culminano con il rito dell'Ascensione. Questo è il momento in cui l'anima si riunisce col Spirito e rimane nel Regno dei Cieli con la qualifica di Maestro Asceso."
 

Breve storia del Conte di Saint Germain


L'asceso maestro Saint Germain, è il reggente del Settimo Raggio, il "settimo angelo" profetizzato nell'Apocalisse di Giovanni (Ap 10:7), è anche l'araldo dell'Età dell'Aquario, l'Emissario divino che portaterà la Libertà alla Terra nel prossimo ciclo di circa 2180 anni, detto Età dell'Acquario. Egli risiede nell'intimo tabernacolo presente nel cuore di ogni essere umano e nelle capitali delle varie nazioni
Saint Germain, fu il Re-Imperatore di un civiltà estremamente avanzata, esistita settantamila anni fa, in una regione semi-tropicale dove ora si trova il deserto del Sahara. Egli avrebbe potuto evitare di prendere un corpo fisico, ma preferì farlo per meglio servire il piano di evoluzione dell'umanità.
Mentre era incarnato nella civiltà atlantidea, Saint Germain operò come sacerdote del fuoco sacro nel tempio dell'arcangelo Zadkiel, dove si trova Cuba oggi. Prima che Atlantide affondasse con i cataclismi conosciuti come "diluvio universale", mentre Noè stava costruendo la sua arca e metteva in guardia gli uomini segnalando l'imminente grande inondazione, Saint Germain, accompagnato da alcuni sacerdoti fedeli, trasportò la Fiamma Violetta, dal Tempio della Purificazione a un luogo sicuro nelle colline dei Carpazi in Transilvania. Molto più tardi, Saint Germain ed il suo maestro, il Grande Direttore Divino, stabilirono un ritiro spirituale in quel luogo che venne chiamato "Casa Reale di Ungheria" oppure "Casa Rakoczy". Il maestro saint Germain viene pertanto conosciuto anche come maestro Rakoczy o maestro R
Quando era incarnato come Samuele (che significa "il suo nome è Dio"), profeta di Israele, udì la voce di Dio e rispose, "Parla o Signore, che il tuo servo ti ascolta." In questa vita rivestì la carica di consigliere alla corte dei re Saul e David, ed un giorno divenne colui che negli U.S.A. viene affettuosamente chiamato "Zio Sam"
Circa 2000 anni fa, venne scelto da Dio come protettore di Maria e di Gesù. Si incarnò allora come Giuseppe il falegname. Saputo dall'angelo della decisione di re Erode, fuggì dall'Egitto con Maria ed il suo santo figliolo. Quando Gesù era ancora un ragazzo Giuseppe gli insegnò l'arte del falegname.
Nel III secolo nacque come Amphibalus, un devoto Cristiano, e divenne il primo martire di Inghilterra, più tardi santificato come Sant Alban.
Nel quinto secolo, si incarnò come filosofo greco con il nome di Proclo, e divenne successore di Platone e rettore dell'Accademia Platonica in Atene. Siccome era molto abile nel sintetizzare il lavoro di Platone, i suoi scritti divennero una delle fonti principali da cui le idee dei Neoplatonici si sparsero nel mondo islamico e bizantino.
Come Merlino, fu alchimista e fece da tutore a Re Artù mentre era ancora bambino. Fu lui a far apparire la spada nella roccia che affermò il diritto di Artù al trono. Diede assistenza a re Artù nella fondazione del Santo Ordine dei Cavalieri della Tavola Rotonda e nello stabilire la ricerca del Santo Graal, la coppa dalla quale bevette il vino nostro Signore durante l'Ultima Cena. Con questa coppa viene raffigurato il simbolo della coscienza cristica presente in ogni uomo
Dal 1214 al 1294 visse in Inghilterra come Ruggero Bacone, monaco francescano, filosofo e scienziato, soprannominato Doctor mirabilis. Commentò l'opera di Aristotele e sostenne i nuovi metodi scientifici, fondati sull'esperienza. Tra le sue opere: l'Opus maius (1267-1268) e l'Opus minus ed altri trattati di fisica, chimica, e matematica
Nel quindicesimo secolo, nacque come Cristoforo Colombo (Cristoforo significa "portatore di Cristo). Con la scoperta dei continenti americani rivoluzionò l'intera storia. Attraverso la sua anima, che era magnetizzata dal fuoco della
La Fiamma Violetta (da questo sito)
Fiamma Violetta custodita nel ritiro di Zadkiel, egli sapeva che Dio aveva posto in lui l'adempimento di una profezia di Isaia: "E lui preparerà un'insegna per le nazioni, e radunerà gli esuli di Israele e raggrupperà insieme i dispersi Giuda dai quattro angoli della terra." (Isa 11:12).
Filosofo e scienziato inglese francescano (Ilchester, Somerset, 1214 - Oxford 1294), soprannominato Doctor mirabilis. Commentatore dell'opera di Aristotele e sostenitore dei nuovi metodi scientifici, fondati sull'esperienza. Tra le sue opere: l'Opus maius (1267-1268) e l'Opus minus
Come Francesco Bacone visse in Inghilterra dal 1561 al 1626. Come figlio naturale della Regina Elizabetta e Lord Leicester era il giusto erede al trono di Inghilterra. Bandito in Francia dalla Regina, egli fece utili esperienze in una società segreta di scrittori, le "Pleiadi", la cui meta era quella di perfezionare la lingua francese. Più tardi, Francesco Bacone fondò simili società Inghilterra, migliorò la lingua inglese, tradusse la versione King James della Bibbia e scrisse le tragedie di Shakespeare che contengono, in codice, la storia della sua vita e gli insegnamenti della Fratellanza Bianca Universale.
Fu padre dell'empirismo inglese, progettò una riforma di tutte le scienze con l'Instauratio magna (La grande restaurazione). Delle sei sezioni previste ne apparvero solo due: De Dignitate et augmentis scientiarum (1623, già edita in inglese nel 1605) e il Novum Organum Scientiarum (1620)
Francesco Bacone face parte del comitato che fondò l'Ordine Massonico e patrocinò pure la Società dei Rosa Croce, l'Ordine Rosacruciano originale. Nel 1626, sacrificò fama e reputazione, si finse morto ed assistette ai suoi funerali. Quindi si trasferì nel ritiro di Rakoczy in Transilvania per ricevere l'iniziazione finale.
Saint Germain ricevette la sua ultima iniziazione il 1 Maggio 1684, dopo avuto fatto, come lui stesso ebbe modo di commentare, "tante, tante cose", durante le migliaia di anni passati fisicamente sulla Terra ad aiutare l'evoluzione dell'umanità
Poco tempo dopo al nostro adorato fratello maggiore Saint Germain fu permesso di rinascere con un corpo fisico per poter meglio operare con gli esseri umani. Così, nelle corti europee del diciottesimo secolo, divenne noto come Conte di Saint Germain.
Alcuni storici hanno speculato che Saint Germain fosse il "misterioso" terzo figlio di Ferencz Rakoczy II della Casa Reale d'Ungheria, che lottò per secoli al fine di mantenere l'indipendenza e la libertà religiosa in Transilvania. Saint Germain non lo negò mai e tantomeno confermato
Non sappiamo se egli davvero scelse di prendere un corpo nella famiglia di Rakoczy II, o se fece solo credere di provenire da tale famiglia come travestimento conveniente. Comunque non è importante sapere il luogo della sua nascita ma il fatto che, come Maestro asceso, poteva benissimo abitare in più corpi fisici contemporamente al fine di portare a termine la sua missione sulla Terra. Va notato che, mentre in Europa appariva in posti diversi, rivestì anche un'importante nella Rivoluzione americana. Possiamo infatti trovarLo presente nei vari movimenti universali tendenti alla libertà, che si sono susseguiti nei secoli fino a noi, per proseguire nell'Età dell'Acquario.
Il conte di Saint Germain apparve, scomparve, e riapparve nelle corti europee portando il suo realismo in un'epoca che si stava piegando su sé stessa sotto il peso della propria ipocrisia. Voltaire ne fece un valido ritratto in una lettera a Frederick II di Prussia dove lo definì un "un uomo che mai muore, e che sa tutto". L'archivio di Francia contiene prove evidenti che uomini di stato inglesi, olandesi, e prussiani del suo tempo, lo consideravano come un'autorità in molti campi
Il conte di Saint Germain conosceva correntemente molte lingue. Era di temeramento artistico e suonava il violino. Nel laboratorio di alchimia, che gli assegnò Luigi XV nel Castello reale di Chambord, il Conte lavorò con un gruppo scelto di studenti precipitando e perfezionando gemme, (particolarmente i diamanti). Scoprì medicine ed elisir per prolungare vita e mantenersi in buona salute. Secondo il rapporto di un testimone, sarebbe anche stato capace di tramutare in oro dei normali metalli
Il primo maggio 1954, Saint Germain e l'amata Portia, sua corrispondente, furono incoronati Rettori dell'Età dell'Aquario. Da allora hanno il compito di focalizzare sull'umanità la Coscienza Cristica del settimo Raggio, così come Gesù, rettore del sesto Raggio, focalizza quella per l'Era dei Pesci
Nell'Età dell'Acquario, un periodo che durerà circa duemila anni, coloro che seguiranno leggi di libertà e giustizia, potranno vivere pienamente gioendo una completa libertà ed un incondizionato benessere.

Bibliografia

La Gerarchia spirituale, Istituto di Sintesi Planetaria, 1988. C.P. 25, 23026 Ponte di Valtellina.
Mark and Elizabeth Prophet, Climb the highest Mountain, Summit Lighthouse, P.O. Box 7000, Pasadena, California, U.S.A.
(estratto dal sito: www.viveremeglio.org)
Questo articolo focalizza la sua attenzione soprattutto sulla vita del Conte di Saint Germain. Se la cosa sarà gradita ai lettori, in un prossimo articolo affronteremo anche l'aspetto più propriamente spirituale del suo pensiero.

Juan Segundo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...