lunedì 29 agosto 2011

Lo stato dell'arte

Come recita il sito dell'Accademia della Crusca, nota ditta di prodotti dietetici per lo smaltimento naturale dei grassi in eccesso, con lo stato dell'arte indichiamo "il punto cui sono arrivate le ricerche in una determinata disciplina, in una prospettiva quindi di momento di ricapitolazione dei dati acquisiti e stabilizzati nei diversi ambiti di ricerca (abbastanza vicino a stato delle cose)".
E voi tutti sapete che quando io annuncio di stare scrivendo qualcosa o di apprestarmi a mettere mano a qualche lavoro, non ci dovete credere, almeno fino a che il lavoro medesimo non è sotto i vostri occhi.
Ma visto che tutti (o quasi) avete scritto il vostro bel post/icino annunciando di avere in cantiere chi il seguito della Divina Commedia, chi il prequel di Shining, chi di aver appeso la penna momentaneamente al chiodo, mi sembra giusto tediarvi con i miei programmi letterari.
In questo momento di marasma totale nella mia testa e nelle mie giornate (dovuto all'appropinquarsi dell'inizio dell'anno scolastico e quindi di un periodo, già cominciato, di super lavoro) comunque qualche punto fermo c'è: non so quando sto andando e quanto sto facendo.
Ma... per voi mi concenterò e cercherò di parlarvi, appunto, dello stato dell'arte.
Ho terminato la prima revisione del mio intervento al Survival Blog e sono a due terzi della seconda parte che però, come vi avevo accennato tempo fa, si svolge prima. Detto così sembra complicato ma non lo è. Se avrete pazienza forse riuscirò a portare a compimento la fatica.
Ho terminato la scrittura di un racconto (che qualcuno di voi già conosce, anche se incompleto) di un genere che finora non avevo mai affrontato. E la cosa mi è talmente piaciuta che ho già scritto il plot completo e i primi tre capitoletti del nuovo episodio di quella che, a questo punto, potrebbe diventare una mini-serie.
Mi resta da riversare il racconto completo su un file e proporvelo. Questo vuol dire, per la mia metodologia, una prima riscrittura.
Questo miracolo (la velocità del completamento di un racconto) è stato possibile  per la mia permanenza a Bassano del Grappa per la settimana di vacanza. Qui ho trovato, fortunatamente sin dal primo giorno, Il Caffè dei Libri di Vicolo Gamba, un locale meraviglioso, dove in tutto relax bere un caffè o fare colazione, leggere un giornale o un libro preso dagli scaffali o portato da casa, scrivere, studiare, acquistare libri. Da questi video potrete rendervi conto personalmente del bellissimo ambiente. E proprio qui le idee sono venute facilmente, e con loro l'entusiasmo per il nuovo progetto. Che poi non è un progetto nuovo, perché l'idea e i primi capitoli del racconto sono nati in un'altra vacanza, tre anni fa, questa volta nella tranquillità del Lago Maggiore a Stresa.
Per concludere un'annotazione che esula dallo stato dell'arte, ma riguarda la vacanza a Bassano. Come forse avrete notato c'è una foto in apertura. E forse in uno dei due riconoscete quel losco figuro di Nick Parisi (l'altro, quello dietro il sigaro, sono io). Certo non è un bel vedere, ma abbiamo il nostro fascino, almeno io! Ebbene sì, dopo una lunga serie di treni cancellati e orari impossibili, domenica 7 agosto il Nick nazionale è venuto a farmi visita in quel di Bassano. E così abbiamo trascorso una bellissima mezza giornata insieme. Abbiamo sparlato di *** e ***, detto quanto è brutto il blog di *** e di come sia antipatico ***, il tutto davanti ad un piatto di spaghetti alla chitarra alla calabrese (nella terra del baccalà alla vicentina, tiè!) e una birra bionda media. Poi siamo andati giù di grappa acquistata proprio sul famoso Ponte degli Alpini; e infine una visita al Caffè dei Libri di cui sopra. Il tutto condito dalle lamentazioni sulla crisi, il lavoro e le maledizioni verso SB, dove la sigla non sta per Survival Blog. Una giornata come si suol dire indimenticabile. Potenza della rete!
E ora vi saluto e torno alla sistemazione della cartoleria in vista dell'apertura dell'anno scolastico. Che faticaccia! Non è che qualcuno di voi ha qualche ora libera nei prossimi giorni?
TIM

venerdì 26 agosto 2011

Il Colosso Addormentato, di Samuel Marolla

Immaginate una montagna persa tra le terre maledette (a causa di noi occidentali) dell'Afghanistan.
Una montagna cava, bucata dentro, ma non vuota.
C'è qualcosa in quella montagna che viene da lontano, un lontano non fisico, ma temporale, forse precedente alla nascita dell'umanità, ma che vive e cresce e diventa sempre più forte e grande grazie a...
Se riuscite ad immaginare una cosa così, non avrete difficoltà a farvi trascinare dalla lettura de Il Colosso addormentato di Samuel Marolla, ebook pubblicato a giugno di quest'anno e acquistabile allo stratosferico prezzo di 0,99 euro.
Di Marolla avevo già parlato a proposito di Nunavut, racconto che ho paragonato allora al King di L'acchiappasogni e non ho avuto modo di ricredermi del paragone.
Ma ecco il riassunto (era più bello dire sinossi -che comunque non è la stessa cosa- faceva più intellettuale impegnato, ma a scuola mi hanno insegnato che questa cosa si chiama riassunto e la chiamo così) tratto dal forum delle Ed. XII:
Fabio Angotti, archeologo e ufficiale riservista dell'esercito, viene ingaggiato dai servizi segreti militari per una missione speciale nel nord dell'Afghanistan, in una base militare italiana denominata "Campo Polifemo". In un sistema sotterraneo di grotte venuto alla luce a nord di Herat, dopo un bombardamento di "bunker buster bomb" americane, gli italiani scoprono un reperto archeologico che potrebbe cambiare la storia: un gigante di pietra alto trecento metri, e dotato di un inquietante magnetismo. Fabio Angotti si ritroverà abbandonato a sé stesso in una base sperduta fra le montagne nel nord dell'Afghanistan, perennemente sotto attacco dei Talebani, e al comando del colonnello Tam, un uomo che sembra aver perso totalmente il controllo di sé e dei propri uomini. Nemici veri e immaginari iniziano a confondersi e a rendere labile il confine fra la realtà e l'incubo. Le ombre e i sussurri nella notte si trasformano in pericoli concreti, gli Alpini divengono vittime di allucinanti mutazioni, e, infine, una bufera di neve si abbatte su Campo Polifemo, intrappolando i soldati italiani in balia di forze oscure e violentissime. E su tutto l'orrore che si scatenerà regna imperscrutabile, eterna, aliena, la mastodontica sagoma del Colosso Addormentato…

Visto che io non scrivo recensioni (come ormai sapete tutti) ma leggo storie e ve ne parlo, non vi annoierò con riferimenti dotti a mostri della letteratura di genere o a opere dimenticate di autori cult.
Vi dico solo che anche questa volta Samuel Marolla, per me, ha colpito nel segno. E' un bel libro, scritto senza tanti grilli per la testa, ma curato in ogni sua parte, dalla lingua italiana alla cifra narrativa (che vuol dire semplicemente che ha usato un modo di esprimersi in linea col tema trattato). E' una bella storia, bella nel senso che mi è piaciuta, per come ha inziato dalla fine e per come poi ci si è tuffato dentro direttamente, senza fronzoli. E' bella per i personaggi che la popolano, uomini veri, né eroi né supereroi; per come ha innestato il soprannaturale nella realtà di un fortino dei nostri giorni accerchiato dagli indiani cattivi vestiti da talebani, C'è mistero e c'è realtà, c'è azione e ci sono sentimenti.
E poi ci sono i bellissimi disegni di Simone Delladio, compreso quello di copertina.
E c'è anche un esperimento da parte di Marolla, come lui stesso dice a quelli di Horror Magazine: Il colosso addormentato è un tentativo nato soprattutto per curiosità intellettuale: comprendere se ci sono le basi per un'auto-promozione che faccia da apripista a questo tipo di iniziative oppure no.
Senza voler entrare nel merito della discussione, che fra voi miei lettori so essere agguerrita e interessata, posso dire che un libro così, a questo prezzo, è un vero affare e lo scrittore Marolla si è fatto sicuramente un mare di pubblicità meritata. Sempre a mio modestissimo e non richiesto parere.
Alla fine è un libro che sicuramente placet e si merita un bel 8,5.
Io sto uscendo a sbrigare qualche commissione. Quando andate via, l'ultimo chiuda la serranda del garage. Le chiavi sapete dove sono.
TIM

mercoledì 24 agosto 2011

2012 e le catastrofi annunziate

Non so cosa ne pensiate del 2012 con tutte le catastrofi che si porterebbe dietro.
E sinceramente non me ne frega niente.
E' pur vero però che tutte le epoche storiche hanno avuto il loro 2012, con le loro fini del mondo, vere, immaginate, presagite.
E' pur vero che per il nostro terzo-quarto-quinto mondo attuale la fine del mondo è già arrivata da decenni, che la vivono tutti i giorni, che c'è gente che nasce, vive (poco) e muore (male) nella fine del mondo.
Oggi siamo noi, occidente ricco e fancazzista, a essere sull'orlo del baratro, anzi con già un piede e mezzo a picco sul vuoto.
La cosa peggiore è che nessuno di noi se ne accorge o vuole accorgersene.
**D'altra parte domenica inizia il campionato (sciopero di quei coglioni miliardari permettendo; e senza rispetto per gli altri coglioni che buttano nel cesso 50 euro al mese per gli abbonamenti pay tv con i quali, euro, pagano quei coglioni miliardari. E mi chiedo: che diritto hanno queste persone di scioperare contro la crisi? in cosa consiste, a casa loro, la crisi se hanno 50 euro al mese da buttare?). E si sa che quando inizia il campionato finisce tutto il resto. Perché piano piano, via via che inizia l'autunno -che quest'anno ci hanno promesso sarà nero- ricadremo nel sonno totale, quando avremo di che discutere sulle scopate notturne al Grande Fratello (anche quelle godibili a pagamento: insomma un film a luci rosse da sala di quart'ordine ma visto dalla poltrona di casa) o all'Isola dei Famosi, oppure su: oh come sono carini quei bambini che cantano con gerriscotti e antonellaclerici!; ecc. ecc.**
So che sono sempre i soliti discorsi, e se non vi vanno, nessuno vi ha obbligato a leggere questo post, quindi fate un bel clik sulla crocetta in alto a destra e toglietevi dalle scatole.
Dobbiamo cominciare a ripensare a quello che facciamo, a come viviamo, a che idea abbiamo del mondo e delle cose. Ma dobbiamo farlo guardando alla realtà che abbiamo attorno, quella vera, nostra, dei vicini di casa, dei colleghi di lavoro, non quella che fanno impersonare a mariadefilippi e simonaventura (ecco ora a voi, la prova leadeeeer! tutti alla prova sopravvivenzaaaa! Ma andate a sopravvivere voi con 1000 euro al mese, peripatetici miliardari!)
Dobbiamo avere il coraggio di aprire gli occhi e cominciare a dire addio a tutto quello che non ci riguarda e anzi mette un velo davanti alla situazione che stiamo vivendo.
Questo è 2012, la fine di un mondo, di un'epoca, in cui ci hanno fatto credere che tutto va bene, che possiamo fare tutto ciò che vogliamo, perché noi siamo forti, invincibili, immortali.
Dopo quello di ieri (non penso che molti di voi abbiano effettivamente ascoltato il testo della canzone, ma tant'è) vi propongo un altro spunto di riflessione, questo sicuramente molto più conosciuto.



E voi a cosa pensate di dover rinunciare per la nuova stagione che ci porterà alla fine del gioco? Per evitare che il giocattolo si rompa e il gioco finisca definitivamente?
E a culo tutto il resto.

TIM

martedì 23 agosto 2011

Qualche domanda per la nuova stagione

Quando un uomo diventerà un uomo?



TIM


Comunicazione di servizio: con questo post ho eliminato l'opzione Disqus per i commenti, perché a me non interessano tanti fronzoli, catalogazioni, iscrizioni e cose strane così; a me interessa solo sapere quello che pensate in modo diretto e semplice. Probabilmente sono io che non capisco niente di queste cose e allora non so come funzionano, ma è così. Mi dispiace per i commenti ai due-tre post che sono andati perduti e me ne scuso con gli interessati.

giovedì 4 agosto 2011

Happy holidays, my friends!

rubata qui
E così, con la convinzione che tutto è a posto, che non dobbiamo temere per la nostra economia, la quale è salda e piena di industriali coraggiosi che stanno in trincea dalla mattina alla sera, posso anch'io andare in ferie.
Ancora domani, e poi mutande e pedalini in valigia, insieme a Geremia, il mio Cybook pieno di tanti libri che mi faranno compagnia a... ebbene sì, ora vi svelo dove trascorrerò la settimana di meritatissimo riposo.
No, vi prego, non accalcatevi a cercare un posto in albergo vicino al mio. Sapete che non ci tengo a certe cose, e sentirmi chiamare per strada per firmare autografi non è nel mio stile. Se proprio volete, inviatemi una richiesta scritta, magari allegata ad un assegnino (vanno bene anche banche estere) e vedrò quello che posso fare.
Cosa dicevo? Ah, la valigia. Insieme a Geremia, comunque, qualche classico volume cartaceo ci vuole. E così pensavo a Sei caffe di Paolo Alberti, che ho acquistato qualche giorno fa per alcuni motivi che vado ad elencare (se non vi interessano, saltate pure il paragrafo). Anzitutto per la prefazione di Giancarlo Morozzi (autore che prediligo); secondo, perché sto leggendo ultimamente soprattutto autori italiani nuovi (almeno per me) e che scrivono essenzialmente polizieschi o comunque noir -a proposito: avete qualcuno da raccomandarmi?- e questo per un motivo che in questo momento non posso svelarvi, ma che forse qualche amico fidato può intuire. Terzo, ultimo ma non ultimo, perché l'ho pagato 99 centesimi in condizioni praticamente perfette.
So che il tempo non sarà molto (una settimana fa presto a passare, specie quando non si ha nessun programma preciso. Non si sa perché ma si arriva sul posto pieno di buoni propositi e si riparte pieni di rimpianti), ma voglio arrischiare anche un altro libro che, probabilmente, sarà Un disco dei platters, di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.
Poi dovrò mettere l'occorrente per scrivere il mio prossimo futuro capolavoro (i veri scrittori hanno sempre dichiarato che il loro libro migliore sarebbe stato il prossimo!): la mia penna rossa -forse quella gel- e, e qui sono indeciso, la carta: bloc notes o vecchia agenda mai usata? lo deciderò all'ultimo momento, anche in base allo spazio in valigia.
Bene. Mi sembra che l'essenziale ci sia tutto. Sì, certo, negli angoli sistemerò qualche maglia pesante, un altro paio di pantaloni che non si sa mai, spazzolino da denti, forse il mio fidato rasoio che servirà per regolare il mio pizzetto (questo è il look estivo; in inverno invece rigorosamente barba lunga e a pieno viso). So che non vi interessa affatto, ma volevo svelare -ad uso soprattutto dei miei futuri biografi- che non mi rado completamente la barba dal 1977. Fate un po' voi il conto.
E poi  il posto lo devo trovare anche la per la mia fotocamera digitale, che è talmente vecchia che non ho trovato una foto neanche su ebay (quella che avete visto è simile, ma la mia non ha il flash esterno), però funziona ancora benissimo. Il lettore MP3, invece, occupa pochissimo spazio, quindi sta dappertutto.
Ecco. I biglietti sono già sul comò, vicino alla copia del bonifico della caparra e alla bocceta del profumo.
Ah, ma voi vorreste sapere dove vado!
E sia. Qualcuno già lo sa, visto che avremo un rendez-vous in loco, e questo mi fa molto piacere.
Per gli altri che sono all'oscuro di tutto, potete trovarmi qui, dal 6 al 14 prossimi.
E se passate da quelle parti o almeno lì vicino, fatevi sentire che magari ci possiamo incontrare. Il mio indirizzo mail l'avete e avete ancora un giorno per farvi vivi.
Vi lascio con il link di un corto spassosissimo preso dal blog di Glauco. Vi consiglio di guardarlo e gustarlo con spirito... estivo.
A risentirci dopo ferragosto e... vi voglio trovare tutti tonici e belli carichi quando torno! Perché dobbiamo fare grandi cose insieme!
TIM
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