martedì 25 giugno 2013

Richard B. Matheson 1926-2013



"Era una giornata piuttosto fredda, per quel che ricordo. Il cielo un po' minaccioso, le staccionate grigiastre nascoste dalla nebbia. Suppongo fosse questa la ragione per cui la spiaggia non era troppo affollata. E poi era un giorno feriale e la scuola non era ancora finita. Giugno. Mettete insieme tutti questi elementi e che cosa ottenete?  Un lungo tratto di spiaggia con solo lei e me."

Inizia così La fiamma frigida, l'ultimo racconto che ho letto, proprio una settimana fa', di Richard Matheson. Ed è la storia, ampliata poi nel romanzo Cieco come la morte, in cui Matheson racconta l'incontro con la sua futura moglie.

Oggi Richard Burton Matheson, nato ad Allendale il 20 febbraio 1926, uno dei più grandi scrittori del XX secolo, è morto.
Uno dei suoi capolavori è il racconto Duel, da cui Steven Spielberg trasse un altro capolavoro: il film che porta lo stesso titolo.
Io ricordo Matheson, il maestro, così.



TIM

martedì 18 giugno 2013

E per il tuo funerale, che musica vorresti?

Puntuale come una sposa in chiesa, arriva il mio post settimanale.
Fa caldo, molto caldo e pare che l'estate sia arrivata in modo definitivo.
In questi giorni non sto facendo granché: le lezioni sono finite, perciò il lavoro in una cartoleria essenzialmente legata alla scuola cala di brutto; di scrivere avrei anche qualche idea, ma mi manca la voglia vera; tutto questo mi da molto tempo per leggere, e questo è l'unico aspetto positivo. Adesso sono alle prese con Delitti di gente qualunque, di Loriano Macchiavelli e nel frattempo spulcio tra un paio di raccolte di racconti, una di Cornell Woolrich, La luce alla finestra e l'altra American Pulp, di Autori Vari (dove potrete leggere, imperdibile, La fiamma frigida, dell'immenso Richard Matheson!). Quest'ultimo volume lo trovate qui in formato PDF, aggratis!
Ma ora veniamo all'argomento del post.
Qualche tempo fa, su Twoorty, (il social che mi sta dando grandi soddisfazioni, perché unisce l'immediatezza di Fb -ma senza tutti i ca*****nti che ti potresti beccare da parte di gente che non ha niente da fare dalla mattina alla sera e lo viene a fare sulla tua bacheca!- alla possibilità di approfondimento di un blog) tal Luigi Metropoli commentando un post di tale Francesca Galderisi lanciò una specie di sondaggio: che musica vorresti fosse suonata al tuo funerale?  Qualcuno compilò addirittura una playlist lunga un km.
Perciò ora io vi chiedo, mutuando dalla domanda di Luigi:
che musica (canzone, brano musicale) vorresti fosse suonata al tuo funerale?
e aggiungo:
e a quella del tuo peggior nemico?
Avete due titoli per ogni risposta.
Naturalmente si fa per scherzare, quindi prendetela come una celia, uno scherzo, un esorcizzare l'evento clou della nostra vita terrena, dopo la prima notte passata insonne a cercare di calmare il pupo appena nato.
Io, per parte mia, risposi, e confermo, con due titoli:

L'avvelenata, di F. Guccini
e/o

Ciao, di Lucio Dalla.

E per il mio peggior nemico? penso che non ci sia niente di peggio che andarsene senza neanche ascoltare per l'ultima volta un po' di musica, quindi un silenzio... di tomba basta e avanza!

Ben, io mi sono espresso.
Ora tocca a voi.

TIM

mercoledì 12 giugno 2013

La lama del rasoio, di M. Lugli

Se non fosse stato per una dritta al volo del mio amico di spuntini del lunedì al centro commerciale (qualche volta vi svelerò tutto di questa mia insana abitudine), non avrei visto nell'espositore dei 99 centesimi della Newton Compton questo La lama del rasoio, di Massimo Lugli.
Avevo acquistato nel mese di aprile, dal mio pusher libresco, un volume doppio dello stesso autore; ma per il momento è ancora lì, nello scaffale, insieme a Wallace e Pronzini, Chandler e Markaris.
Oggi, complice un'ipotesi di fila alla posta per il pagamento di una bolletta, metto in borsa questo libello e... l'ho letto tutto d'un fiato! Certo non tutto alla posta, che meno male che non c'era quasi nessuno; ma appena arrivato in negozio ho occupato la poltroncina del salottino-angolo di lettura del reparto libri e mi sono alzato solo all'ultima delle 125 pagine. Naturalmente tenendo conto delle interuzioni-clienti.
Piccolo riassunto, dalla quarta di copertina:
Tre casi che sembrano non avere alcun legame tra loro: un’inchiesta ad alto rischio per Marcello Mastrantonio, disilluso funzionario della Mobile in perenne conflitto con capi e colleghi. Un’organizzazione criminale che gestisce feroci combattimenti tra cani. Un architetto assassinato nello scenario di un gioco erotico gay. Una giovane donna sieropositiva sgozzata. Un assassino senza nome che uccide le vittime con un rasoio. Quella che inizia come un’indagine di routine sul maltrattamento di un cane si trasformerà in un incubo sanguinoso, una trappola mortale. Tra false piste, scontri all’arma bianca e omicidi, l’escalation di violenza e mistero si concluderà in modo assolutamente imprevisto. 
Non so se si tratta di un vecchio libro (non ho trovato niente in giro, in proposito) o semplicemente sono io ignorante sull'argomento. Sicuramente si svolge prima del 2001, perché si parla delle care e vecchie lire, che io però devo dire la verità non rimpiango: chi è abituato a vivere al di sopra dei propri mezzi o a truffare il prossimo lo fa in lire ed in euro. E lo farebbe con qualsiasi altra moneta.
Chiusa la parentesi economico-politico-polemica torno al libro.
Premetto che non ho letto nient'altro dell'autore, quindi per me è stata un'avventura nuova, come ogni volta che ho tra le mani un nome nuovo. E non vale sapere che è stato finalista al premio Strega o ha scritto altri capolavori magari incompresi: a me uno scrittore deve piacere e basta. A prescindere.
Ho detto che l'ho letto tutto d'un fiato e non solo perché è piccolo (anche se a occhio e croce saranno più di 25mla parole, un racconto lungo, insomma) ma perché tiene l'attenzione in tiro, non si perde in chiacchiere (pur non essendo una semplice cronistoria di un'indagine pura e semplice), ha personaggi scritti bene. Insomma un romanzo... nano: le caratteristiche di un lavoro lungo con le dimensioni di un racconto. E questo per buona pace di chi teorizza in continuazione di lunghezza commisurata alla storia, di caratteristiche proprie, di scrittura definita e specifica.
Spesso questo genere di libri arrivano alle ultime 5 pagine e cominciano a correre, perché la storia deve finire in tot pagine, perché il racconto serve solo da traino alla pubblicazione dell'ultimo capolavoro dell'autore, ecc. ecc. . Non so in questo caso se la brevità ha una di queste o altre motivazioni simili. So solo che il colpo di scena c'è, anche definitivo, ma non ti lascia con l'amaro in bocca della delusione.
Insomma, per farla breve e restare in tema: un buon lavoro, breve quanto basta a farsi leggere subito ma anche da assaporare pagina dopo pagina. E poi costa solo 99 centesimi e lo trovate anche in qualsiasi centro commerciale. Che non sarà il massimo del purismo per chi difende a spada tratta le vecchie librerie (io sono tra questi!) o per chi le sputtana a favore del digitale (che non capisco, ora che c'abbiamo il diavolo e l'acqua santa, PD e PDL al governo, a decidere dei nostri cabasisi, perché non possano coesistere l'odore della carta e quello della plastica), ma è così.
Sospiro di sollievo: anche oggi ne ho sparato alcune delle belle, che mi renderanno ancora più inviso a color che sanno d'ogni cosa e possono ogni cosa.
Concludendo: accattatevi il libriccino e leggetevelo, che se c'avete la luna storta, magari, ve la fa passare.
Il libro: placet. Voto: 7,5.

TIM

lunedì 3 giugno 2013

Tre soldi e "La Donna di classe", di G. Ciabattini

La mia smania di trovare autori italiani a me sconosciuti, questa domenica mi ha fatto una graditissima sorpresa!
Di chi si tratta? di Giuseppe Ciabattini! Non mi venite a dire: massì! chi non conosce Giuseppe Ciabatini!? Evvabbene, pur ammettendo che non stiate barando solo per non fare la figura dello 'gnurant, io posso rispondere tranquillamente: io non lo conoscevo!
Ma poi, ieri mattina, giornata di mercatino mensile, scarabattando in vecchi cartoni pieni di vecchi numeri del Giallo Mondadori (quelli che odorano sempre di carta chiusa per anni in cantina) l'ho visto.
Tre soldi e la "Donna di classe", Giallo Mondadori n. 379 del 5 maggio 1956. Per cui: volumetto del 1956, autore italiano = libro acquistato (per 50 cents, poi!).
E inizia per me l'avventura delle.. avventure di Tre soldi, Boero e Tegame, tre clochard - investigatori molto azzeccati, simpatici, quasi vergognosi di trovarsi in pieno palcoscenico a lavorare col commissario Leoni e col professore (che fa anche da narratore: un po' alla Loriano Macchiavelli di Sarti Antonio, solo che questa volta il professore è anche personaggio della storia) alla risoluzione del caso.
Non a caso ho parlato di palcoscenico, perché Giuseppe Ciabattini, oltre che scrittore è stato anche attore e sceneggiatore; e pur senza saperlo si capisce subito che nella narrazione c'è la mano di uno come lui, con le sue doti.
D'altra parte questi personaggi nascono prima per la radio (Ciabattini lavorò anche lì) e poi, da quelle sceneggiature, vengono fuori questo volumetto, un altro dal titolo Tre soldi e il Duca e sei racconti pubblicati in calce al Giallo Mondadori dell'epoca.
Che dire? Mi sono divertito un mondo ad ascoltare i dialoghi surreali di Tre soldi e Boero, che inventano un linguaggio probabilissimo, che si perde in un mare di aggettivi, pronomi e verbi e che stravolge i proverbi più noti.
Ma non pensate che Tresoldi e Boero siano delle macchiette! La bravura di Ciabattini, in un'epoca (gli anni '50) in cui vanno forte i detective duri e cattivi che vengono dall'America, è proprio quella di caratterizzare un modo nuovo di scolpire un protagonista: l'uomo della strada che assurge a Sherlock Holmes (anzi Scherlo Kolms, come dice Tre soldi) ma senza darsene le arie, rimanendo sempre un raccoglitore di carta straccia che dorme all'addiaccio e mangia quando e quello che può.
C'è una scena che mi ha veramente tramortito: quando il commissario Leoni da mille lire a Tre soldi per "acquistare" dei sacchi che erano diventati reperti di un delitto, e quest'ultimo insiste per dargli il resto, punzecchiato da Boero che invece non vede l'ora di andersi a fare una buona e meritata mangiata.
Nella foga di parlarvi di questa scoperta (peccato che oltre questo libro e ad altro già citato non ci sia praticamente nulla!), ho dimenticato di raccontarvi la trama del libro. Allora... ma no! sono cento paginette che si leggono in meno di un paio di ore! Il difficile sarà solo trovarlo in giro; ma su ebay c'è.
Interventi radiofonici di Ciabattini con questi personaggi, però, potete trovarli negli archivi radio Rai.
E chissà che non vi appassioniate anche voi!

TIM


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