lunedì 26 febbraio 2018

Dj Fabo, Roberto Saviano, la normalità e la libertà

Fabio Antoniani / Dj Fabo

Ho visto ieri sera qualche minuto dell'intervista a Roberto Saviano in un programma TV e ho fatto qualche riflessione che voglio condividere con voi.
Saviano ad un certo punto ha dichiarato (citazione testuale per quel che mi consente la memoria, ma si può andare a recuperare il video in rete): "Dj Fabo era un ragazzo come tanti, che ogni tanto eccedeva con alcool e droga".
Ora questo mi fa chiedere anzitutto che idea ha Saviano di quale dovrebbe essere la normalità per i giovani d'oggi. Se cioè per lui un ragazzo qualsiasi ('come tanti' dice lui) normalmente si debba drogare e bere in modo eccessivo.
Spero che i ragazzi di oggi non siano così nella loro ‘normalità’, altrimenti nei prossimi 10-15 anni la nostra società sarà composta da drogati e alcolizzati.
Seconda osservazione.
La vita (e soprattutto il fine-vita) di Fabiano Antoniani è diventato ormai un paradigma di un certo tipo di riflessioni sulla vita, la sua qualità e sulla possibilità di scegliere liberamente come agire.
Non entro nel merito della correttezza o meno della scelta di quella persona. Anzitutto perché è stata una scelta sua personale; e poi perché non mi trovo nella sua condizione e non conosco personalmente altri che stiano vivendo quel dramma.
Non posso però non notare, e far notare, che ci sono (purtroppo) centinaia di persone nel mondo nella sua situazione, e che non tutte prendono o hanno preso la sua decisione.
Ci sono di quelli che continuano ad andare avanti, lottando allo stremo, subendo una malattia così terribile, magari con rabbia e senza accettazione.
E ci sono di quelli, e sono tantissimi anche se non fanno notizia, che accettano con fatica ma anche con serenità di vivere quell’esperienza terribile. Anzi diventano un esempio di vita per quelli che stanno loro attorno, i parenti, coloro che li assistono quotidianamente, le persone che riescono a raggiungere con i mezzi che la tecnologia mette a loro disposizione.
Perciò mi chiedo non cosa sia giusto fare (queste sono scelte personali) ma quale possa essere una risposta ad un dramma di questo tipo.
Perché se riuscissimo a porre la domanda in modo diverso (ad esempio: abbiamo un altro senso, che non sia quello corrente, da dare alla vita? Cos’è e cosa implica la libertà di scelta?) arriveremo forse a dare una risposta diversa.
Aspetto un vostro parere.
(Con questo post forse ricomincia l'avventura del Garage di Demetrio. Per esserne sicuro vorrei però aspettare di scrivere il prossimo pezzo, per spiegare il perché e il percome.)
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