
C'è un giallo nel giallo! Che fine ha fatto Franca Clama?
Ricapitoliamo. Ho acquistato all'ultimo mercatino dell'usato questo La valle delle croci spezzate di Franca Clama per svariati motivi:
- era un giallo (un vecchio giallo mondadori, di quelli che solo la copertina fa tenerezza!);
- di un'autrice italiana (quindi doppio interesse ai miei occhi: italiana e donna);
- ha vinto il premio Tedeschi 1983 (per cui dovrebbe avere una certa consistenza letteraria);
- ultimo ma non ultimo: è costato solo 0,50 euri (che non guasta).
La trama (riassumo io perché non ho trovato niente in giro): in un paesino di confine (siamo zona Udine e dintorni) un variegato mondo si muove attorno ad una donna, sola, zitella acida e vendicativa, che ha alle spalle una storia vecchia quanto lei e che, alla fine, coinvolgerà insospettabilmente tutti gli altri. C'è anche un appuntato dei carabinieri, alcolizzato e senza molta fiducia in se stesso e nel mondo, e un prete molto... moderno. Punto.
Il romanzo si legge subito, è molto elementare quanto a scrittura e trama. Sembra che l'autrice si sia fatta uno schema della storia e abbia poi riempito gli spazi vuoti dei capitoli. Mi direte: è così che normalmente si fa! Si, lo so, ma in questo caso tutto è smaccatamente a portata di mano, se capite quello che voglio dire.
Non che la storia non sia valida, ma si nota che chi l'ha scritta è alle prime armi.
I personaggi sono tutti scolpiti nella pietra, nel senso che una volta che l'hai inquadrato non si discosta dall'impressione che ti ha fatto; nonostante ciò non diventano stucchevoli, pare quasi di leggere una favola per bambini ma raccontata da adulti ad adulti.
Il paesaggio è di quelli che piacciono a me: un paesino, la montagna, il ruscelletto, un posto dove darei qualsiasi cosa per vivere, insomma.
È l'autrice stessa che racconta la genesi del suo romanzo nell'intervista che c'è nel volume: si trovava con amici nel paesino che poi è diventato il luogo del romanzo e qualcuno ha detto: chissà come sarebbe se qualcuno uccidesse la signorina X! Così la Franca butta giù una paginetta, che diventerà poi il prologo, e lascia tutto nella borsa (eh! le capienti borse delle donne!). A distanza di un annetto ritrova la pagine e... da lì ne viene fuori tutto il romanzo, che viene presentato al premio Tedeschi e alla fine risulta vincitore.
Una curiosità: nell'elenco cronologico del Premio Tedeschi, nato nel 1980 e vinto per la prima volta nientepopodimeno che da Loriano Macchiavelli con Sarti Antonio, un diavolo per capello, il nome di Franca Clama viene dopo quello di Maria Alberta Scuderi, con Assassinio al Garibaldi e prima di quello di Claudia Salvatori, con Più tardi, da Amelia. Un terzetto tutto al femminile!
Ma vi avevo detto che c'era un giallo nel giallo!
Ed eccolo qui: Franca Clama scrive questo suo primo romanzo e poi... sparisce, nel senso che non pubblica (o riesce a pubblicare) più niente! Sarà che non c'ha neanche provato (ma nell'intervista dice che quei personaggi potevano andare bene per un'altra storia)? Sarà che la riuscita di un secondo volume non è stata all'altezza della prima (può essere, visto che ho letto di molto meglio anche tra libri che non hanno vinto niente)? D'altra parte si sa come va l'editoria...
Questo si che è un giallo!
Tuttavia Franca Clama non è l'unica ad aver vinto il premio Tedeschi, nel 1997, e non aver pubblicto poi più niente. Si tratta di Nello Rossati con La valle delle baccanti, del 1997 (evidentemente mettere la parola valle nel titolo porta male!). Ma in questo caso Rossetti è stato comunque regista e sceneggiatore di film non proprio cult, anche se hanno avuto tra gli interpreti, ad esempio, Ursula Andress e Franco Nero. Ma con titoli come: Io zombo, tu zombi lei zomba (Montagnani-Cassini), o La nipote, o L'infermiera, il quadro è chiaro.
Bene, mi sembra che per oggi è tutto.
Piccola parentesi. Qualcuno forse si chiederà che fine ho fatto, visto che siamo scesi a una media di un post a settimana se non meno. Ma qualcuno potrebbe anche non chiederselo e non fregarsene niente. In ogni caso, a parte alcuni motivi più... personali, mi trovate più facilmente tutti i giorni su Twoorty. Passate a trovarmi!
TIM