Dunque, vantieri Slovacchia-Italia 3-2, Italia a casa, Svlovacchia passa il turno. E a me non importa più di tanto. D'altra parte anche i nostri parlamentari hanno deciso che avevano cose ben più importanti da fare (!?). E allora perché sono qui a farvi perdere tempo?
Ecco la mia piccola riflessione, che non è sull'Italia o la Francia o altri giganti dai piedi d'argilla. Ma su come prendere la vita con rabbia, incazzandosi. Partendo dalla realtà di questi mondiali (e aldilà di quelli che saranno i risultati finali) le squadre 'piccole', quelle che non hanno una storia di 100 anni alle spalle, hanno dimostrato di tenerci a correre dietro a un pallone, di voler dimostrare a tutti che 'ci sono', come umanità, come persone che vogliono uscire dall'anonimato imposto dalla povertà, dallo sfruttamento subito per secoli, magari dalla schiavitù ssubita proprio da parte di quelle nazion(al)i contro cui stavano giocando in quel momento. E' come nella vita quotidiana: il popolo che ha sempre subito e che ora si impone, in modo lecito e non, lo fa perché non ha niente da perdere se non le proprie catene (chi mi ricorda questa frase?). E allora basta un Bin Laden di turno per dire due parole contate, ma al punto giusto e nel momento giusto, per scatenare un sommovimento planetario, dove tutti hanno paura di tutti e di tutto, dove governi senza scrupoli cavalcano il cosiddetto 'terrorismo' per instaurare lo stato di terrore con la scusa della sicurezza interna; e non stiamo parlando di nazioni del terzo e quarto mondo. Tutti hanno paura del suddetto Bin Laden, ma a tanti fanno gola i soldi degli arabi, ad esempio, di Abu Dabi. Io, sinceramente, non capisco più il mondo, o forse lo capisco e quello che so non mi piace, per parafrasare un vecchio brano dei Genesis (e con questo vi ho dato anche il brano musicale del post). Ma questo è un altro discorso e ci vuole un altro post.TIM
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