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E così, con la convinzione che tutto è a posto, che non dobbiamo temere per la nostra economia, la quale è salda e piena di industriali coraggiosi che stanno in trincea dalla mattina alla sera, posso anch'io andare in ferie.
Ancora domani, e poi mutande e pedalini in valigia, insieme a Geremia, il mio Cybook pieno di tanti libri che mi faranno compagnia a... ebbene sì, ora vi svelo dove trascorrerò la settimana di meritatissimo riposo.No, vi prego, non accalcatevi a cercare un posto in albergo vicino al mio. Sapete che non ci tengo a certe cose, e sentirmi chiamare per strada per firmare autografi non è nel mio stile. Se proprio volete, inviatemi una richiesta scritta, magari allegata ad un assegnino (vanno bene anche banche estere) e vedrò quello che posso fare.
Cosa dicevo? Ah, la valigia. Insieme a Geremia, comunque, qualche classico volume cartaceo ci vuole. E così pensavo a Sei caffe di Paolo Alberti, che ho acquistato qualche giorno fa per alcuni motivi che vado ad elencare (se non vi interessano, saltate pure il paragrafo). Anzitutto per la prefazione di Giancarlo Morozzi (autore che prediligo); secondo, perché sto leggendo ultimamente soprattutto autori italiani nuovi (almeno per me) e che scrivono essenzialmente polizieschi o comunque noir -a proposito: avete qualcuno da raccomandarmi?- e questo per un motivo che in questo momento non posso svelarvi, ma che forse qualche amico fidato può intuire. Terzo, ultimo ma non ultimo, perché l'ho pagato 99 centesimi in condizioni praticamente perfette.
So che il tempo non sarà molto (una settimana fa presto a passare, specie quando non si ha nessun programma preciso. Non si sa perché ma si arriva sul posto pieno di buoni propositi e si riparte pieni di rimpianti), ma voglio arrischiare anche un altro libro che, probabilmente, sarà Un disco dei platters, di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.
Poi dovrò mettere l'occorrente per scrivere il mio prossimo futuro capolavoro (i veri scrittori hanno sempre dichiarato che il loro libro migliore sarebbe stato il prossimo!): la mia penna rossa -forse quella gel- e, e qui sono indeciso, la carta: bloc notes o vecchia agenda mai usata? lo deciderò all'ultimo momento, anche in base allo spazio in valigia.
Bene. Mi sembra che l'essenziale ci sia tutto. Sì, certo, negli angoli sistemerò qualche maglia pesante, un altro paio di pantaloni che non si sa mai, spazzolino da denti, forse il mio fidato rasoio che servirà per regolare il mio pizzetto (questo è il look estivo; in inverno invece rigorosamente barba lunga e a pieno viso). So che non vi interessa affatto, ma volevo svelare -ad uso soprattutto dei miei futuri biografi- che non mi rado completamente la barba dal 1977. Fate un po' voi il conto.
E poi il posto lo devo trovare anche la per la mia fotocamera digitale, che è talmente vecchia che non ho trovato una foto neanche su ebay (quella che avete visto è simile, ma la mia non ha il flash esterno), però funziona ancora benissimo. Il lettore MP3, invece, occupa pochissimo spazio, quindi sta dappertutto.
Ecco. I biglietti sono già sul comò, vicino alla copia del bonifico della caparra e alla bocceta del profumo.
Ah, ma voi vorreste sapere dove vado!
E sia. Qualcuno già lo sa, visto che avremo un rendez-vous in loco, e questo mi fa molto piacere.
Per gli altri che sono all'oscuro di tutto, potete trovarmi qui, dal 6 al 14 prossimi.
E se passate da quelle parti o almeno lì vicino, fatevi sentire che magari ci possiamo incontrare. Il mio indirizzo mail l'avete e avete ancora un giorno per farvi vivi.
Vi lascio con il link di un corto spassosissimo preso dal blog di Glauco. Vi consiglio di guardarlo e gustarlo con spirito... estivo.
A risentirci dopo ferragosto e... vi voglio trovare tutti tonici e belli carichi quando torno! Perché dobbiamo fare grandi cose insieme!
TIM
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