Se non fosse stato per una dritta al volo del mio amico di spuntini del lunedì al centro commerciale (qualche volta vi svelerò tutto di questa mia insana abitudine), non avrei visto nell'espositore dei 99 centesimi della Newton Compton questo La lama del rasoio, di Massimo Lugli.
Avevo acquistato nel mese di aprile, dal mio pusher libresco, un volume doppio dello stesso autore; ma per il momento è ancora lì, nello scaffale, insieme a Wallace e Pronzini, Chandler e Markaris.
Oggi, complice un'ipotesi di fila alla posta per il pagamento di una bolletta, metto in borsa questo libello e... l'ho letto tutto d'un fiato! Certo non tutto alla posta, che meno male che non c'era quasi nessuno; ma appena arrivato in negozio ho occupato la poltroncina del salottino-angolo di lettura del reparto libri e mi sono alzato solo all'ultima delle 125 pagine. Naturalmente tenendo conto delle interuzioni-clienti.
Piccolo riassunto, dalla quarta di copertina:
Tre casi che sembrano non avere alcun legame tra loro:
un’inchiesta ad alto rischio per Marcello Mastrantonio, disilluso
funzionario della Mobile in perenne conflitto con capi e colleghi. Un’organizzazione criminale che gestisce feroci combattimenti tra cani.
Un architetto assassinato nello scenario di un gioco erotico gay. Una
giovane donna sieropositiva sgozzata. Un assassino senza nome che uccide
le vittime con un rasoio. Quella che inizia come un’indagine di routine
sul maltrattamento di un cane si trasformerà in un incubo sanguinoso,
una trappola mortale. Tra false piste, scontri all’arma bianca e
omicidi, l’escalation di violenza e mistero si concluderà in modo
assolutamente imprevisto.
Non so se si tratta di un vecchio libro (non ho trovato niente in giro, in proposito) o semplicemente sono io ignorante sull'argomento. Sicuramente si svolge prima del 2001, perché si parla delle care e vecchie lire, che io però devo dire la verità non rimpiango: chi è abituato a vivere al di sopra dei propri mezzi o a truffare il prossimo lo fa in lire ed in euro. E lo farebbe con qualsiasi altra moneta.
Chiusa la parentesi economico-politico-polemica torno al libro.
Premetto che non ho letto nient'altro dell'autore, quindi per me è stata un'avventura nuova, come ogni volta che ho tra le mani un nome nuovo. E non vale sapere che è stato finalista al premio Strega o ha scritto altri capolavori magari incompresi: a me uno scrittore deve piacere e basta. A prescindere.
Ho detto che l'ho letto tutto d'un fiato e non solo perché è piccolo (anche se a occhio e croce saranno più di 25mla parole, un racconto lungo, insomma) ma perché tiene l'attenzione in tiro, non si perde in chiacchiere (pur non essendo una semplice cronistoria di un'indagine pura e semplice), ha personaggi scritti bene. Insomma un romanzo... nano: le caratteristiche di un lavoro lungo con le dimensioni di un racconto. E questo per buona pace di chi teorizza in continuazione di lunghezza commisurata alla storia, di caratteristiche proprie, di scrittura definita e specifica.
Spesso questo genere di libri arrivano alle ultime 5 pagine e cominciano a correre, perché la storia deve finire in tot pagine, perché il racconto serve solo da traino alla pubblicazione dell'ultimo capolavoro dell'autore, ecc. ecc. . Non so in questo caso se la brevità ha una di queste o altre motivazioni simili. So solo che il colpo di scena c'è, anche definitivo, ma non ti lascia con l'amaro in bocca della delusione.
Insomma, per farla breve e restare in tema: un buon lavoro, breve quanto basta a farsi leggere subito ma anche da assaporare pagina dopo pagina. E poi costa solo 99 centesimi e lo trovate anche in qualsiasi centro commerciale. Che non sarà il massimo del purismo per chi difende a spada tratta le vecchie librerie (io sono tra questi!) o per chi le sputtana a favore del digitale (che non capisco, ora che c'abbiamo il diavolo e l'acqua santa, PD e PDL al governo, a decidere dei nostri cabasisi, perché non possano coesistere l'odore della carta e quello della plastica), ma è così.
Sospiro di sollievo: anche oggi ne ho sparato alcune delle belle, che mi renderanno ancora più inviso a color che sanno d'ogni cosa e possono ogni cosa.
Concludendo: accattatevi il libriccino e leggetevelo, che se c'avete la luna storta, magari, ve la fa passare.
Il libro: placet. Voto: 7,5.
TIM
Non c'è dubbio che la Newton ha fatto qualcosa di meraviglioso "resuscitando" la sua collana di supereconomici.
RispondiEliminaSi, anche perché ci sono anche titoli non proprio datati...
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