venerdì 30 agosto 2013

L'ascensore di Ed McBain

Certo, gli Swat non c'entrano proprio molto...
Salvatore Albert Lombino... come chi: Evan Hunter... cominciate a saperne un po' di più? Bene, allora: Ed McBain è uno dei miei scrittori preferiti.
Sì, proprio quell'Ed McBain che ha scritto Il seme della violenza e, soprattutto, la sceneggiatura de Gli uccelli, il capolavoro di Hitchcock.
Uno che ci sa fare, insomma.
Ci sono arrivato molto tardi, purtroppo, ma mi sto rifacendo alla grande.
Il merito di questa bellisima scoperta è tutto di Bill Pronzini. Leggendo una sua intervista su un numero del Giallo Mondadori, tra le altre cose Pronzini dice che ha avuto due maestri: Richard Matheson, per l'intreccio e le trame, e Ed McBain, per i dialoghi. *
Ora, ho avuto la fortuna di conoscere presto Matheson, di cui ho letto non tutto (come si fa!) ma abbastanza da sapere di essere di fronte ad un Maestro con la M maiuscola.
Ed McBain, invece, l'avevo incontrato qualche anno fa, acquistando un romanzo della serie dell''87 distretto. Ma, devo dire sinceramente, non mi aveva preso, e l'avevo lasciato a metà. Forse perché non era ancora il momento di affrontare un autore come questo; forse perché quando sei alle prese con una saga non puoi cominciare da un punto qualsiasi: bisogna andare sempre dall'inizio, anche se ogni romanzo è autoconslusivo.
Fatto sta che partendo per le vacanze quest'anno, ho acquistato letteralmente al volo una raccolta di McBain: 5 romanzi (vol. 1).
Ecco come è stato.
Ho il treno alle 9.45 e, per andare in stazione, devo passare obbligatoriamente dal viale su cui si tiene il mercatino dell'usato, in cui io mi rifornisco di lettura fresca tutti i mesi. Di corsa passo dal mio pusher di fiducia e vedo in alto, su uno scaffale, un volume bianco con la scritta sulla costola in nero. È lui. Lo afferro, pago e sono subito sul treno. Inzio a leggere già in viaggio e arrivo a fine settimana di vacanza letteralmente stregato. Mi sono lasciato trascinare da queste storie perfette, al limite dell'ingenuità letteraria ma, forse proprio per questo, genuine. Niente artifizi letterari: tutto chiaro, preciso, diretto. E poi: i dialoghi! Altro se aveva ragione Pronzini!
Ora tutto questa storia per arrivare al tema del post: Ed McBain e l'ascensore.
Della serie: anche i mostri sacri (parere personale!) ogni tanto cadono.
Dunque: mi trovo seduto sulla panchina del lungolago e sto gustando le ultime pagine del IV romanzo del volume, Pietà per chi crede.
In questa storia Steve Carella, uno dei detective più famosi dell''87 Distretto, ha sposato da poco Teddy, una ragazza sordomuta (attenzione a questo fatto: Teddy è sordomuta, viene detto in tutte le salse!).
Per motivi che non sto qui a spiegare, Teddy si trova ad inseguire, da sola, un assassino che sta per uccidere la sua prossima vittima. Entra nell'androne del palazzo e... qui succede il patatrac. Ed McBain scrive che Teddy sente il rumore dell'ascensore e l'ansito delle caldaie. Lì per lì, non ci faccio caso, preso anche dall'incanzare della storia. Ma arrivato a fine pagina mi fermo e una domanda mi sorge spontanea: ma se Teddy è inequivocabilmente muta e sorda, come faceva a sentire il rumore dell'ascensore e delle caldaie? Ho letto e riletto più volte il paragrafo, ma le parole continuavano ad essere lì: una sorda sentiva i rumori!
Devo dire che la cosa mi ha lasciato abbastanza perplesso: un errore del genere, dello scrittore, ma soprattutto dell'editor!, non era ammissibile. A meno che non si trattava di una cattiva traduzione; ma era difficile sbagliarsi su un paragrafo intero. E, ancora, mi chiedo: questo romanzo è del 1957; da allora nessuno si è mai accorto dell'incongruenza? O sono io che non ho capito niente?
All'inizio ci sono rimasto un po' male, devo ammetterlo, quasi mi cadesse un mito. Poi ho metabolizzato l'accaduto e me ne sono fatto una ragione.
E Ed McBain ha continuato ad essere uno dei miei scrittori preferiti. Nonostante lo scivolone del rumore dell'ascensore. Tanto è vero che proprio stamattina ho prenotato al mio solito pusher il secondo volume della serie, con altri cinque romanzi.
Ecco, questa era la storia che volevo raccontarvi.

TIM

P.S.: ho scritto questo post perché ne avevo voglia, e non perché ci sia in vista una riapertura del Garage. So che questo non frega a nessuno, ma tant'è, volevo dirvelo.
E ringrazio Ariano che mi ha citato nel suo blog per dire che, in fondo, l'amicizia si può dare e avere anche a distanza, anche senza incontrarsi mai. Partendo dal rispetto e dalla stima.
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* Curiosità: Ed McBain fu preferito proprio a Matheson nella stesura della sceneggiatrura de Gli uccelli. Infatti Hitchcok era rimasto affascinato da come Matheson era riuscito a rendere la tensione dell'invasione di volatili anche se per tutta la sceneggiatura... non si vedesse un uccello! Poi esigenze cinematografiche fecero sì che la scrittura fosse affidata al nostro.

5 commenti:

  1. vedi come va la vita? tu ti accorgi che io ho chiuso i battenti e il giorno dopo... plaff! un nuovo post! la serie dell''87 distretto è grande, e forse l'hai conosciuta attraverso le versioni cinematografiche (che io, però, non ho visto e quindi non ti saprei dire se c'entrano qualcosa).

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  2. Il rispetto e la stima sono alla base di tutto. Ovviamente in modo particolare per chi li merita ;-)

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  3. P.S.: tra i miei ebook in "biblioteca" ce ne sono un paio di Ed McBain, al momento nella sezione "da leggere". Può darsi che nei prossimi mesi finiscano nella sezione dei "letti".

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    1. forse non sarà proprio il tuo genere (da quel che so) ma la scrittura sicuramente ti piacerà.

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