mercoledì 24 agosto 2011

2012 e le catastrofi annunziate

Non so cosa ne pensiate del 2012 con tutte le catastrofi che si porterebbe dietro.
E sinceramente non me ne frega niente.
E' pur vero però che tutte le epoche storiche hanno avuto il loro 2012, con le loro fini del mondo, vere, immaginate, presagite.
E' pur vero che per il nostro terzo-quarto-quinto mondo attuale la fine del mondo è già arrivata da decenni, che la vivono tutti i giorni, che c'è gente che nasce, vive (poco) e muore (male) nella fine del mondo.
Oggi siamo noi, occidente ricco e fancazzista, a essere sull'orlo del baratro, anzi con già un piede e mezzo a picco sul vuoto.
La cosa peggiore è che nessuno di noi se ne accorge o vuole accorgersene.
**D'altra parte domenica inizia il campionato (sciopero di quei coglioni miliardari permettendo; e senza rispetto per gli altri coglioni che buttano nel cesso 50 euro al mese per gli abbonamenti pay tv con i quali, euro, pagano quei coglioni miliardari. E mi chiedo: che diritto hanno queste persone di scioperare contro la crisi? in cosa consiste, a casa loro, la crisi se hanno 50 euro al mese da buttare?). E si sa che quando inizia il campionato finisce tutto il resto. Perché piano piano, via via che inizia l'autunno -che quest'anno ci hanno promesso sarà nero- ricadremo nel sonno totale, quando avremo di che discutere sulle scopate notturne al Grande Fratello (anche quelle godibili a pagamento: insomma un film a luci rosse da sala di quart'ordine ma visto dalla poltrona di casa) o all'Isola dei Famosi, oppure su: oh come sono carini quei bambini che cantano con gerriscotti e antonellaclerici!; ecc. ecc.**
So che sono sempre i soliti discorsi, e se non vi vanno, nessuno vi ha obbligato a leggere questo post, quindi fate un bel clik sulla crocetta in alto a destra e toglietevi dalle scatole.
Dobbiamo cominciare a ripensare a quello che facciamo, a come viviamo, a che idea abbiamo del mondo e delle cose. Ma dobbiamo farlo guardando alla realtà che abbiamo attorno, quella vera, nostra, dei vicini di casa, dei colleghi di lavoro, non quella che fanno impersonare a mariadefilippi e simonaventura (ecco ora a voi, la prova leadeeeer! tutti alla prova sopravvivenzaaaa! Ma andate a sopravvivere voi con 1000 euro al mese, peripatetici miliardari!)
Dobbiamo avere il coraggio di aprire gli occhi e cominciare a dire addio a tutto quello che non ci riguarda e anzi mette un velo davanti alla situazione che stiamo vivendo.
Questo è 2012, la fine di un mondo, di un'epoca, in cui ci hanno fatto credere che tutto va bene, che possiamo fare tutto ciò che vogliamo, perché noi siamo forti, invincibili, immortali.
Dopo quello di ieri (non penso che molti di voi abbiano effettivamente ascoltato il testo della canzone, ma tant'è) vi propongo un altro spunto di riflessione, questo sicuramente molto più conosciuto.



E voi a cosa pensate di dover rinunciare per la nuova stagione che ci porterà alla fine del gioco? Per evitare che il giocattolo si rompa e il gioco finisca definitivamente?
E a culo tutto il resto.

TIM

18 commenti:

  1. Ciao Tim
    Ci pensavo giusto stamane mentre guidavo, riflettendo anche sul post di Nick dell'altro giorno. Io credo che non arriverà nessuna Apocalisse biblica di quelle che il 98% degli uomini finirà in fondo al mare! Io credo, ed è mia opinione personale, che se ci sarà un cambiamento drastico nel mondo riguarderà la nostra economia e la nostra vita di tutti i giorni. Forse torneremo indietro di cinquant'anni almeno, tornando a fare quelle cose e quelle attività che abbiamo mandato nell'oblio per troppa fame di ricchezza e progresso. Parlo di arare un piccolo orticello con cui sostentare la famiglia, dare spazio maggiormente al contatto umano diretto e meno a quello virtuale (forse il web scomparirà, chissà!?!), riscoprire una serie di situazioni considerate ormai obsolete e inutili (fare politica per gli altri, associazionismo, lavoro materiale al primo posto e lavoro intellettuale sempre meno considerato e retribuito etc).
    Detto così sembra il paradiso perduto, in realtà c'è uno studio che accerterebbe un elevato tasso di suicidio nel nostro paese qualora non potessimo più permetterci di mantenere quel tenore di vita "moderno" che abbiamo ora. Se il 2012 sarà la fine, forse, in realtà sarà un nuovo inizio e chi non sarà in grado di affrontarlo andrà incontro alla catastrofe!

    RispondiElimina
  2. @ Edu: grazie, hai detto meglio di me quello che volevo proporre. E' proprio quello. Volevo approfondire proprio in questi giorni il fattore a-crescita, proposto tra gli altri da Luca Mercalli in alcuni libri e me li procurerò quanto prima.

    RispondiElimina
  3. Come sapete questo argomento lo sto vivendo in prima persona, ora io non avrei problemi a vivere in maniera "minimalista", rinunciando all'elevato tenore di vita che il mondo occidentale ha ereditato dai sciagurati anni ottanta. Basta essere onesti e vivere in maniera dignitosa. Quello che mi dà fastidio è invece il clima di assopimento generale: a me non me ne frega niente di Grandi Fratelli; Campionati di Calcio; Simone venture che passano a Sky. Ed infatti lì basterebbe cambiare canale o spegnere la Televisione per mandare un messaggio. M'interessa invece che si capisca e si dica chiaramente che quelli che ci obbligano oggi a fare sacrifici sono gli stessi che fino a ieri hanno negato la crisi e che ci hanno spolpato.
    Una classe politica degna di questo nome comincerebbe a dare il buon esempio: vedi il caso poco simpatico dei prezzi del ristorante di Montecitorio.
    Invece ci tocca vivere in un clima da Ultimi Giorni di Pompei.

    RispondiElimina
  4. @Edu: "lavoro intellettuale sempre meno considerato e retribuito": meno di così? :P

    RispondiElimina
  5. @Anonimo
    Sanate parole!

    @Tim
    Magari scrivo qualcosa anch'io in giorni diversi così teniamo viva la discussione che mi sembra anche di una certa importanza.

    @Nick
    I politici saranno i primi ad affondare! Solo chi ha davvero spirito di sacrificio e voglia di fare sarà in grado di affrontare l'apocalisse

    RispondiElimina
  6. Sono anni che porto avanti la questione, con chiunque mi capiti a tiro e che abbia voglia di ascoltarmi. Ma la vertià, una pessima verità, è che a pochi interessa davvero. Ogni giorno mi rendo conto di avere attorno persone ignare di cosa vorrebbe dire dover rinunciare alla "comodità" così com'è stata intesa nell'ultimo secolo (automobili, televisione, computer e ogni sorta di suppellettile) e ho paura che saranno proprio queste persone a stare peggio quando inevitabilmente tutto il sistema crollerà.
    Si tratta di un dato statistico, inequivocabile: siamo di fronte alla fine del capitalismo, di tutto ciò che è superfluo e inutile. E quando avverrà, solo chi si saprà adattare sopravviverà.
    Gli altri... bé, prego per loro che trovino la forza di reagire.

    Narratore

    RispondiElimina
  7. Io spero solo di non perdere il lavoro, poi le rinunce le faccio senza problemi: non sono mai stato abbonato alla pay tv, non ho l'adsl, i miei cellulari mi sono stati tutti regalati usati (quindi tutti fuori moda nel momento in cui li ho ricevuti) e da molti mesi non compro più un vestito o un paio di scarpe. A me basta che non ci tolgano l'essenziale: uno straccio di lavoro, i servizi essenziali come la sanità, la scuola, acqua & energia e i trasporti. Poi, con meno soldi da spendere e la necessità di non fare più i gradassi arricchiti, può darsi pure che la gente migliori e si accorga di quanto sia idiota impazzire dietro gli amori della caaasa del gf e i sorrisi di muammar el berluscon.
    Se poi arrivasse la fine del mondo pronosticata da maya, beh, quella sarebbe democratica e non risparmierebbe nessuno. Ma per la mia piccola Vanessa mi auguro che questo mondo abbia ancora secoli davanti a se per diventare un posto migliore.

    RispondiElimina
  8. @ Nick, Edu, Narratore: volutamente non ho affrontato, per ora, l'aspetto economico, perché penso che questo sia solo la conseguenza della crisi di valori che sottostà alla nostra società. Mi capita a volte di guardare spezzoni di programmi che arrivano direttamente dagli USA, sorta di reality non in diretta, ma che sono lo spaccato di una società che, sono certo, non esiste come realtà di massa, ma è fatta di comportamenti indotti o che vogliono subliminalmente essere indotti in una generazione che già di suo ha, purtroppo, poco. E che non mi vengano a dire che i giovani (ma anche molti della mia generazione!) non sono così, che sono migliori di prima perché adoperano altri criteri mentali e seguono strade diverse. Ci saranno pure esempi di questo genere, ma sono una minoranza, una nicchia che quando la trovi dici: però, non è tutto spazzatura quello che si vede. Ma qualcuno ha provato a parlare con questa gente (la maggioranza)? a fare con loro anche un discorso elementare: soggetto, predicato, complemento? Se non ci metti dentro il riferimento a una qualche bevanda o a qualche marca di t-shirt non riesce neanche a capire che stai parlando con lui! Non gli si collega nemmeno il neurone! figuriamoci parlare di crescita, sviluppo sostenibile: come dice Narratore, non sarà in grado di adeguarsi ad una società minimale ed essenziale.
    @ Nick: sarai contento di sapere che, notizia dell'ultim'ora, nella modifica del governo alla manovra che sarà discussa domani, la tassazione per i ricchi (il contributo di solidarietà) sarà sostituito con l'aumento dell'IVA! ma questa gente ha diritto di vivere? perché non ci fa il piacere e si toglie dalle palle spontaneamente emigrando nel corno d'africa o tra i ghiacciai disabitati della groenlandia? ha paura che gli orsi li scambino per manichini su cui sfogare la mancanza di pilu plantigrado?

    RispondiElimina
  9. @ Ariano: ahahahah muammar el berluscon è troooppo forte, oltre che attualissimo. Io non credo che ci sarà una fine materiale del mondo, la terra sa gestire i cambiamenti, anche indotti, molto meglio di noi (pensiamo a tutte le ere che ha passato e a come vi si è adattata). Quindi Vanessa può stare tranquilla; forse però avrà la fortuna di vivere in un mondo che ricomincia a costruirsi -speriamo- su basi nuove.

    RispondiElimina
  10. E se la gente che crede veramente alla catastrofe del 2012 cercasse di vivere meglio??

    No no.. ripensandoci non è possibile..
    ogni giorno qualcuno ammazza qualcuno.
    Hai sentito di quel 12enne che ha sfregiato la sua "fidanzatina"??
    E i calciatori scioperano??
    Tièèè 1000 euro al mese per tutti!!
    E una tassa pesante a chi si fa gli abbonamenti calcio.
    Io manco la guardo più la Tivì...

    RispondiElimina
  11. @ Daniele: sulla tele sto con te e ci rinuncio volentieri. Bella l'idea di tassare chi compra abbonamenti alle pay tv! Calciatori: equiparare gli stipendi a quelli di un impiegato statale con tutti gli annessi e connessi relativi, comprese le tre settimane di vacanza l'anno, le otto ore al giorno di lavoro e , al massimo, il domenicale quando giocano (niente per i panchinari)! Sul 12enne: è l'esempio tipico che facevo nel commento di risposta: questa è la nuova generazione: rammolliti o animali.

    RispondiElimina
  12. Il 2012 è già arrivato. Nel 2008, quando l’attuale ciclo economico è saltato dopo lo scoppio delle bolle immobiliari e del credito gestito senza basi. La catastrofe è quella, la fine di un modello insostenibile senza che ce ne sia un altro pronto a prendere il suo posto. A sensazione ti dico che nei prossimi 2-3 anni ci saranno molti assestamenti e che la Cina (insieme agli altri paesi BRIC) dovrà fare un passo avanti se vule conservare il suo ruolo di leader. Tocca sperare, tanto. Che dopo Berlusconi non ci sia Berlusconi, che dopo Obama non ci sia un presidente gradito al Tea Party, che si riesca a spuntare le unghie alla finanza. Un sacco di se.

    RispondiElimina
  13. Le rinucie saranno tante, e snocciolarle così su due piedi non avrebbe senso. Nei mie post ho più volte messo l'accento su determinati punti, ma tra lo scrivere ed applicare alcuni principi di vita ci vuole un po' di tempo...speriamo che di quel tempo ne resti un'altro pochino.

    RispondiElimina
  14. @ Angelo: è proprio quello che volevo dire io: la catastrofe è già qui e la stiamo vivendo. Ce ne stiamio accorgendo ora sulla nostra pelle, ma i popoli più poveri la vivono da decenni. La Cina, che tu citi, d'altra parte è quella che tiene per le palle buona parte dell'economia europea, non solo per le aziende sbarcate qui da noi, ma perché ha acquitato buona parte del debito nazionale di molti stati, tra cui l'Italia, sotto forma di BOT e via dicendo: tra qualche anno dovremo ridarle quello che ci ha prestato e con interessi veramente sostanziosi. E anche i BOT italiani che comprerà l'Europa saranno salati: la BCE vuole non meno del 5%. Alla faccia della solidarietà! non so se la maggior parte della gente queste cose le sa, quando ci vengono a dire che l'Europa è buona perché ci presta i soldi per non dover dichiarare fallimento subito!
    @ Mark: il tempo magari c'è anche; il problema è che la gente (cioé noi) non è preparata a fare le rinuncie, perché ormai ha scambiato quello che è superfluo con quello che è indispensabile; perché è questo che ci hanno instillato piano piano nel corso degli anni tramite TV e media in generale.

    RispondiElimina
  15. E' semplicemente il trionfo dell'egemonia sub-culturale con la quale la tv generalista ci ha fottuto il cervello durante gli ultimi 30 anni.
    Basterebbe ricorrere ad altro genere di strumenti informativi e formativi tipo romanzi, riviste o quotidiani, ai quali si può tra l'altro accedere a costo zero presso le biblioteche, per farsi magari un idea più realistica della situazione che stiamo vivendo e come ci siamo arrivati, ma aimè, ciò significherebbe ammettere di avere un problema, quindi meglio il calcio che è sempre un ottimo sedativo ed i tronisti/grandi fratelli che rendono catatonici.
    Guten nacht.

    RispondiElimina
  16. @ Duke: è vero, le risorse teoriche e intellettuali per il cambiamento ci sono, ma sono abilmente imboscate o, peggio, denigrate, dal potere che fagocita ogni cosa, anche i nostri cervelli. Sono decine i movimenti e le associazioni che non si piegano, ma sono gocce nel mare dell'ignoranza e del servilismo. Questa gente è sempre rimasta impunita, crede di essere immortale e immarcescibile. I dittatori, per fortuna, alla fine vengono buttati (quasi) tutti materialmente giù dal piedistallo. A quando il nostro?

    RispondiElimina
  17. Sono fuori tempo massimo: che senso abbia commentare un post superato da altri post altrettanto attuali e "sul Pezzo" (scritto con la Maiuscola perché stiamo parlando della nostra Vita) lo ignoro, ma mi è venuto così. Forse è per il bel viso di un uomo cui voglio un mondo di bene e la cui voce culla ogni mio bisogno di consapevolezza rinnovata, o forse perché spero che questo mondo affondi. Sono così furiosa da desiderare proprio questo, e da augurarmi di affondare con esso, perché POTEVAMO AVERE IL SOGNO E CI SIAMO PRESI LA PAY-TV ( King lo ha detto meglio, ma rende l'idea). Perché siamo stati capaci solo di sentirci giustificati, di fronte a un mercato di merci prodotte per finire direttamente in discarica, invece che pieni di repulsione ? Perché abbiamo fatto debiti per metterci in condizione di lavorare per ottenere (appena appena) il reddito che ci permette di pagare quei debiti? Perché abbiamo creduto che non agire ci mettesse almeno un pochino dalla parte di chi non fa del male? Ma noi siamo davvero QUESTO MONDO, QUESTO GOVERNO, QUESTA MANCANZA DI SPIRITUALITA'? Perché tutti stanno reagendo e noi no? Abbiamo la coscienza così sporca da non poter bloccare questo mercato globale, da non poter alzare la voce e gridare " RIDATECI INDIETRO TUTTI I SOLDI CHE AVETE SPUTTANATO CON ALITALIA!!!" e che Marchionne se vuole spostare le produzioni all'estero prima deve restituire tutte le agevolazioni fiscali di cui ha goduto, e che ogni singolo operaio deve essere indennizzato per tutto il tempo e l'energia che si è visto sottrarre, per lo stress, l'ansia, l'umiliazione del dover lavorare per il padrone delle ferriere. Poi basta, altrimenti mi esce anche il furore per la stanchezza che la fabbrica, l'ufficio, il precariato, distribuiscono prima nell'anima che nelle ossa e che tarpa le ali di crescita, formazione, acquisizione di nuove competenze. Chi è operaio quello deve continuare a essere, e così suo figlio e il figlio di suo figlio. Mi dispiace, ma è un tempo duro e io comincio a guardare male chi predica la pace sociale, perché il termine ha un senso solo se si tratta di pace giusta.
    Nadia

    RispondiElimina
  18. @ Nadia: non sei fuori tempo massimo, anche se magari nessuno leggerà a breve questo tuo intervento. Concordo con te su tutta la linea, soprattutto col senso di impotenza ceh ci ritroviamo dentro. E anch'io, da gandhiano convinto, comincio a pensare (e a scrivere) che forse non bastano più le parole, che di fronte a sindacati che accettano il licenziamento senza giusta causa, ci sia da chiedersi anzitutto cosa ci sia dietro e poi "che fare", come predicava Lenin. Non ci dobbiamo meravigliare se ricominciano a comparire messaggi BR, stelle a cinque punte e altro del genere. Quei tempi saranno stati anche bui, ma i politici ci pensavano due volte prima di sparare pubblicamente cazzate come quella di Berlusconi, che è buono e allora aiuta una famiglia in crisi! ma non era la famiglia di quello che l'ha sputtanato per primo con la questione delle escort? E' ben strano il mondo. O forse è solo ipocrita e mascalzone. Sono finiti i tempi in cui Berlinguer viaggiava con una seicento di seconda mano perché si poteva permettere solo quella!

    RispondiElimina

fatti sentire

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...