venerdì 28 novembre 2014

Il meglio per le creature (di Monica Angeli)



Ospitiamo ancora un dialogo di Monica col suo Angelo.
L'uomo è chiamato ad essere ben più che materia che in qualche modo cerca di elevarsi: egli, al contrario, è spirito che vivifica il corpo che abita. E in questo difficile viaggio le parole, i consigli dell'Angelo che è stato affidato ad ognuno di noi dalla Provvidenza Divina, sono preziosi, perché Essi conoscono la strada e sono lì per indicarcela con chiarezza.
E ci sono persone che sono chiamate a rivelare questa verità.

Il meglio per le creature
- Angelo mio, ciao.
- Ciao.
- Ho delle domande.
- Per questo sto qui.
- Nei giorni scorsi ho parlato con molte persone e ho l'impressione di non fare bene...
- Fammi la tua domanda.
- Ma l'ho appena fatta...
- Quella vera intendo.
Questo inizio di dialogo mi crea interrogativi, anche l'aria è strana, non comprendo: Loro sono così acuti (l'acutezza è uno dei doni che Essi stessi fanno a noi uomini) com'è possibile non abbia capito…
Si crea un tempo di silenzio, in cui mi sento osservata, sento il Suo potente sguardo, è come se stessi su un ring, intrappolata dalle corde che lo circondano.
Non capisco cosa mi sta accadendo; poi comprendo che è la solita paura creata dalla mente.
Infatti in questo momento provo un senso di paura.
Nel cuore abbiamo spazi luminosi, e nella mente spazi bui, ed io ora ne sto vivendo uno di quelli bui. La paura porta a questo, anche il solo pensiero di non essersi spiegati, di non riuscirci, fa cadere in queste trappole, le trappole dell'ego.
La mente… mente e ci si auto-imprigiona, cadendo nella forma pensiero negativa: abbiamo tante lacune da colmare.
Vengo distolta da queste riflessioni dalla Sua voce, che con fermezza dice:
- Basta divagare! È proprio così, basta essere sinceri e arrivano le domande giuste!
Ho capito, forse la causa è qualche problema creato dalla mente, qualche insicurezza o chissà che, anche perché il mondo interiore è vasto, e non si riferisce solo a questa vita, ma è una sovrapposizione di tutte le vite vissute.
L'aria cambia e, da come la percepisco, comprendo che ci siamo, Lui è compiaciuto e dice finalmente con tono sereno:
- Dimmi pure.
Come un fiume in piena che si getta nel mare della vita inizio a parlare dicendo:
- Ho parlato ultimamente con tante creature, ma non nel modo che io vorrei, non cioè di Voi, ma di loro, dei loro problemi quotidiani, e ciò non mi fa stare bene. Io non faccio domande, ma mi accorgo che in loro non c'è vero interesse, comprendo le motivazioni, comprendo tutto, e i tempi sono duri, e lo so, ma pure maturi. Ed è questa la parte che a me sta a cuore; mi sembra, no anzi, ne sono certa, che non sto facendo ciò per cui sono venuta al mondo (non ho scusanti e non me ne do): io cerco di parlare di Voi, di infilarvi in ogni discorso, eppure tutto questo viene frainteso, alla fine la gente Vi considera quasi il genio della lampada.
Mentre dico questa ultima frase sento le lacrime rigarmi il viso, il dolore è insopportabile, profondo, mescolato a frustrazione e senso di fallimento.
Percepisco la Sua figura avvicinarsi, una Luce da Lui passa a me, e all'istante le lacrime si ricacciano indietro, gli occhi si asciugano, ed io d'istinto sollevo la testa, chiudo gli occhi per assaporare quell'attimo di eternità: Lui è venuto in mio soccorso, e mi ha guarita.
Ritorno in me, Gli sorrido e ringrazio.
- Grazie di cuore, ora sto meglio.
Mi sorride, annuisce, lo sa, Lui sa sempre già tutto, e la poca distanza mi insegna che più stiamo male, più soffriamo,  maggiormente aumenta la Loro Luce. Infatti adesso è diventato luminosissimo, una luce potente ma senza  abbagliare gli occhi.
C'é un altro momento di silenzio in cui io assaporo la ritrovata pace e Lui è rapito nella contemplazione del cielo; restiamo in rispetto ognuno del momento dell’altro.
L'aria ora è bella, piena d'amore, sospiro e dico:
- Vorrei farVi arrivare a loro, alle creature, vorrei che anteponessero ai problemi del quotidiano un pensiero per Voi. Vorrei far comprendere loro che la Vostra presenza ha un'altro scopo, e che solo dopo aver compreso questo la Luce potrà inondare tutto e potranno troveranno forza, energia e modo per risolvere anche i problemi della vita quotidiana. Ma a loro non interessa questo, e io mi sento incapace di portarli a Voi, mi sembra di avere tra le mani qualcosa di potente ma che non so bene come usare, e che perciò mi esplode tra le mani. È come se facessi altro, e sciupassi tempo prezioso e amore celeste inutilmente. La mia mente e il mio cuore sanno bene la direzione, ed è là che vogliono andare e guidare gli altri, ma cade tutto miseramente: la gente cerca la felicità surrogata, e ad ogni discorso, ad ogni aiuto, loro si sentono più felici, dicono che ora stanno bene, non hanno bisogno di altro; ed io sono più triste, ho nuovamente fallito. So quale è la mia missione, ma mi si chiede altro, e alle anime che Vi cercano non so dire di no, davanti alla sofferenza, anche se per problemi puramente terreni, non so non ascoltare; e tutto ciò diventa prioritario, e Voi siete i soli da cui possono arrivare le risposte…
E Lui, divertito:
- Sì, diventiamo solo figurine del presepe.
Mi strappa un sorriso, so che mi prende sul serio, ma conosco pure la Sua indole: è allegro, divertente, ironico; anche in questo siamo simili, sdrammatizziamo sempre.
L' aria attorno a me è ancora cambiata, ora è frizzante, sento il Maestro compiaciuto, lo guardo e dico:
- Pensi che ci riesca?
Abbiamo molti modi per parlarci e lo abbiamo appena  fatto col cuore, e ci siamo detti che, una volta compreso il problema, dobbiamo solo essere più chiari. Noi non siamo sensitivi, o meglio non è ciò che ci siamo prefissati: è una modalità che fa parte di un passato in cui l'anima era attaccata al cuore, nella mente dormiente. Ma mai come ora  si sa che è sveglia e non c'è spazio per la pigrizia, lo spirito deve far andare oltre, rinnovarsi, e fare scelte; e se dopo un discorso non si sta bene in due, allora la strada non è quella giusta.
Grazie Angelo mio, ora so quello che devo fare, e in che modo. Mi sta molto a cuore la mia felicità e di riflesso anche quella degli altri, e sono felice solo se adempio al meglio il compito che mi è stato assegnato.
- Uno dei tanti - interrompe Lui. E io: - Sì uno dei tanti, ma facciamone uno alla volta, perché non è importante quanti ne svolgiamo.
C'è ancora un poco di silenzio, poi io dico:
- Ok, grazie Angelo mio, ti lascio tranquillo, ti ringrazio per tutto.
E Lui mi risponde: - Grazie a te e sia Gloria Celeste.
E  svanisce, e in un attimo siamo legati nel cuore, non lo vedo più fuori, ma lo sento dentro, nel tempio interiore, e continua questa unione d'amore…

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