giovedì 25 settembre 2008

L'APE MAYA

Parliamo di api. Sentivo ieri sera a Voyager che secondo molti specialisti in vari campi (dal filosofo Steiner ad Albert Einstein) l’estinzione delle api sarà la premessa alla fine della razza umana. Non so qui riassumere i motivi biologici, esoterici ecc, di quest’affermazione, e non neanche mi importa in questo momento. Anche in questo caso, comunque, i calcoli portano ad una data: il 2012. Come forse alcuni (o molti) di voi sanno il 2012 è una data importante, perché è l’anno in cui, secondo gli Incas, i Maya e altre civiltà evolute del passato, ci sarà una ‘fine del mondo’. Ho detto ‘una’ e non ‘la’ perché non si parla esplicitamente di cataclismi naturali, rivolgimenti cosmici o altri catastrofismi del genere. Se andate a visitare i siti che parlano di quest’argomento (basta digitare 2012 su Google e avrete un’ampia scelta) troverete che il concetto principale è: il mondo, così come noi lo conosciamo, non esisterà più. Potrà trattarsi di una sterzata nell’economia a causa del fallimento dell’attuale sistema produttivo con conseguenze planetarie (ma forse che i due terzi della popolazione mondiale non vive già oggi in modo diverso dal nostro?); sarà un fatto atmosferico causato dalle scie chimiche e altre ameni passatempi umani del genere; sarà un vero e proprio rivolgimento naturale causato, per esempio, dal fatto che la rotazione terrestre subirà un’inversione (processo che è già iniziato da moltissimo tempo col rallentamento graduale dell’orbita). Non so cosa sarà e come vi dicevo non mi interessa.
Mi chiederete perché oggi sono così ‘catastrofico’.
A parte che ho scoperto che lo scarico del lavandino, qui al garage, è talmente arrugginito che prima o poi (probabilmente prima) si spaccherà. Ma non è questo.
Quello che interessa è che anche questo fatto (vero o falso che sia) mi fa riflettere. Forse è solo un gioco quello di dare i numeri o almeno le date della fine del mondo e prendiamolo pure come un gioco. Ma, aldilà di tutto ciò, non è forse vero che il mondo, la società umana, stanno andando alla deriva? Quante volte tutti noi abbiamo detto: questo mondo fa schifo? E’ la base del nostro vivere civile che è minato, o meglio che è stato minato, perché certi cambiamenti non avvengono per caso. C’è stato e c’è ancora qualcuno che sta costruendo un mondo a sua immagine e somiglianza, per i suoi scopi e, siatene certi, non sono scopi filantropici. Guardate una qualsiasi pubblicità o riflettete su una qualsiasi decisione di un governo qualsiasi di questo mondo: siamo ancora in grado, dopo il lavaggio del cervello che ci fanno quotidianamente, di capire il perché di quello che vediamo e sentiamo? E non parlo solo dei proclami fascisti contro le razze (che siano degli extracomunitari, dei grassi, delle minoranze religiose o economiche o culturali). Anche le scelte che sembrano più innocenti o in ambiti che paiono meno rilevanti sono prese con un secondo fine. Vi faccio un esempio stupido ma secondo me illuminante. Parliamo di calcio. Al tempo della ‘campagna acquisti’ lessi che una famosa squadra europea si è rifiutata di acquistare un giocatore da un’altra solo perché l’altra, con i soldi incassati, avrebbe a sua volta comprato un giocatore che interessava a lei. In tutto questo, il calcio che c’entra? Può essere che stiamo parlando di economia, di bussines, di immagine, ma non di calcio. Vent’anni fa le squadre avevano i loro giocatori, che restavano almeno per tutto l’anno, giocavano tutte le partite. Oggi c’è il turnover, per evitare che i giocatori si ‘rompano’ visto che sono ‘costretti’ a giocare anche 6-7 partite al mese. E se poi un giocatore si ‘rompe’ davvero (infatti ormai è una macchina non più un uomo) si ‘ritorna sul mercato’ per ‘comprare’ un altro asso da far giocare per far piacere al pubblico (che tra stadio, abbonamento a pay tv e altro, sborsa un bel po’ di quattrini al ‘patron’ di turno) e soprattutto agli sponsor che pagano profumatamente per qualche centimetro quadrato di pubblicità sulle maglie da gioco. Questo è ancora il ‘gioco del calcio’?
I principi economici, morali, umani che si ricavano da questo piccolo esempio del mondo del calcio provateli ad applicare ad un qualsiasi aspetto della nostra vita. Ed il gioco è fatto. Dov’è ancora l’uomo che vive e cresce in armonia col luogo dove è nato, cioè il mondo, con i principi che la natura gli insegna?
Forse le api si estingueranno, come si sono estinte migliaia di specie finora, e forse all’uomo non capiterà niente. Forse il 2012 passerà come sono passati migliaia di anni finora e non succederà nulla (il giorno esatto della fine dovrebbe essere il 12 o il 21 dicembre). Ma vogliamo davvero continuare a vivere in questo modo in questo mondo? Forse qualcosa si può fare, forse ci possiamo rivolgere alle persone giuste, del presente o del passato, che hanno vissuto prima di noi questi drammi, che si sono fatte le stesse domande ed hanno provato a rispondere. E non parlo solo d’illustri scienziati o persone famose. Cosa mi può dire e dare un indiano d’America con la sua vita e i suoi principi? E la storia di una qualche tribù aborigena australiana? O una piccola comunità amish che vive in America o nel cuore della Germania? E se qualcuno conosce altri esempi li faccia.
C’era una luna bellissima l’altra sera, uscendo. Era talmente grande che riempiva tutto lo sfondo del viale che porta a casa mia. Mi è piaciuto in quel momento vivere in questo mondo nonostante tutto, sapere di poter tornare a casa e passare del tempo con persone positive e costruttive. Vi auguro di poter avere anche voi momenti come questi, di poter guardare una luna bella come la mia e di avere persone altrettanto ‘lunari’. La luna è simbolo della donna, dell’intuito, dell’arca, della matrice, della capacità di ricevere e trasformare. Forse una donna salverà il mondo? E intanto continua a volare l'ape maya.
TIM


1 commento:

  1. ma quali maya? è tutta un'invenzione della sinistra riottosa ed anti-governativa. O no?
    Chiedo un parere definitivo ad Ametrano e ti faccio sapere....

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