Tempo fa il buon Alex, ops... scusate, il nostro Alex, aveva parlato del romanzo Morte dell'erba, citandolo nella serie di romanzi apocalittici e catastrofistici sull'onda lunga del Survival Blog. Il titolo non mi era nuovo, ed infatti andando a spulciare tra le seconde scelte della mia libreria (quei libri che compro e metto da parte in attesa di aggressione) l'ho trovato. Un bel volumetto Urania, bianco e maneggevole che aspettava paziente di essere spolverato e messo sul comodino. Non sapevo ancora cosa mi ero perso fino a quel momento, perché una volta cominciato non l'ho mollato più, cercando anche i cinque minuti della pausa pranzo per andare a continuarne la lettura.
Per chi non ne conoscesse la trama, eccola dalla quarta di copertina: alla stessa razza dei Trifidi appartiene questo Virus Chung-Lí, che partendo in sordina dall'Estremo Oriente si sposta a poco a poco verso l'Europa resistendo a tutti i veleni, a tutti gli isotopi, a tutte le difese che la scienza occidentale innalza contro di lui. Secondo il classico schema di Wyndham, anche John Christopher adotta il punto di vista di una famiglia inglese tradizionale, che assiste dapprima con distacco, con tranquillità, alla lenta avanzata dell'invisibile nemico. Ma da un mese all'altro, da una stagione all'altra, le cose cominciano a cambiare anche nella solida Inghilterra. Scarseggiano i cereali, la carne, e tutta la catena alimentare dell'uomo è in pericolo. La gente ha paura, nonostante le assicurazioni ufficiali e gli appelli alla calma. Le grandi città rischiano il caos totale e la morte per fame. Chi vuole uscirne trova posti di blocco militari, e deve farsi strada a fucilate. Nella disgregazione dell'ordine sociale, ognuno ridiventa lupo, volpe, serpente. E la salvezza è incerta, la lotta per sopravvivere spietata, la mente dei profughi lontana. John Christopher, uno degli pseudonimi usati da Christopher Samuel Youd, racconta una storia semplice, di una fuga dalla città, ormai letteralmente rinsecchita in tutti i suoi valori umani ed economici, ad un possibile giardino dell'Eden dove ricominciare dopo l'ennesima fine dell'umanità messa su carta.
Messo così il libro sarebbe uno dei tanti romanzi apocalittici, che ricalcano cliché letti e riletti; ma questo Morte dell'erba ha qualcosa in più.
Dopo un inizio un po' pesante nelle prime 30-40 pagine (e qui ho rischiato di abbandonare il libro, ma mi sono fidato del maestro Girola...) la narrazione comincia a smuoversi e a camminare insieme al gruppo dei profughi che devono raggiungere la possibile salvezza nella vallata del fratello del protagonista. E con la narrazione inizia la lenta trasformazione del protagonista che comincia ad adeguare la sua visione della vita alla realtà che incontra ad ogni chilometro percorso. La sua posizione, sempre più realista e pragmatica, si scontra a volte violentemente con quella della moglie, che resta legata ad una umanità ancora piena di buoni propositi, dove non vige ancora la legge dell'homo homini lupus codificata da Plauto prima e da Hobbes definitivamente applicata alla società. La sua paura di vedere il marito trasformato in un mostro violento e senz'anima è quasi la nostra, che siamo messi di fronte, coi personaggi della storia, a scelte difficili e radicali, con il bisogno di empatia verso l'umanità da una parte e la necessità di salvare la pelle dall'altra. Perché anche il salvarsi oggi è sempre in vista di una vita nuova domani.
Il personaggio meglio riuscito, dal punto di vista narrativo, e che più di tutti ho apprezzato, è stato sicuramente Perry, cinico fino all'estremo, ma capace di rimanere alla fine un appartenente al genere umano, ma di una umanità nuova, un'umanità del dopo-virus.
Alcune curiosità che interesseranno sicuramente il mio amico Nick (e a cui non voglio rubare il mestiere che peraltro fa benissimo!): da questo romanzo venne tratto nel 1970 un film, diretto da Cornel Wide, dal titolo 2000: la fine dell'uomo. Invece, sempre da opere di Christopher, questa volta dalla trilogia dei Tripods, vennero prodotti un film e, negli anni '80, una serie televisiva inglese.
Il mio giudizio sul libro: placet, voto, sicuramente, 8,5 (il mezzo voto è dovuto alla tematica più che alla narrazione). Se poi volete una recensione professionale, potete sicuramente vedere qui.
Leggendo le prime pagine del libro ho notato una strana assonanza di nomi, e per questo chiedo sempre al McNab: ma il morbo di Chiun-Lì di Christopher è parente del prione di Lee-Chang?
... E con questo post il garage riapre. Questa settimana è stata proficua, di letture (oltre a questa ho pronte altre recensioni) e anche di scrittura (forse qualcuno lo sa già: ho rimesso mano al mio Survival Blog e sto scrivendo una seconda parte, che però viene prima dell'altra... insomma è più complicato a spiegarsi ora che a leggersi poi, quindi abbiate pazienza!). Vi ringrazio tutti, anche quelli che mi hanno scritto in pvt, per quello che avete detto e scritto sul mio e sui vostri blog. Sono stato contento che questa mia piccola esperienza sia stata fonte di discussioni sul web in particolare e sul rapporto tra 'le realtà' moderne in generale. Non era mio intendimento, ma ho seguito con interesse le chiacchierate: è stato un esempio di come il blog sia utile.
Alla prossima.
TIM
Innanzitutto ben tornato. Stasera rispondo anche alla tua mail privata.
RispondiEliminaPoi rubami pure il mestiere che quello che fai lo fai benissimo, comunque si gli Inglesi erano (e stanno tornando ad essere) maestri della SF catastrofica e Christopher è uno di quegli autori che meriterebbe una riscoperta.
Grazie per i complimenti e per il link, non sono poi così sicuro di meritarli. :)
Un abbraccio.
@ Nick: mi sono permesso di 'sconfinare' nel tuo campo solo perché avevo le notizie che completavano l'articolo. Piuttosto mi interesserebbe sapere i titoli del film e dello sceneggiato, che magari qualche volta mi capita sotto mano.
RispondiEliminaTemistocle
Ben tornato :)
RispondiElimina@ Glauco: grazie!
RispondiEliminaT.
Bentornato! :D
RispondiEliminaWelcome back, guy!
RispondiEliminaBentornato Temistocle :-)
RispondiEliminaMi fa piacere rivederti nell'arena bloggaria.
No, nessuna parentela tra i due morbi, se non a livello talmente mnemonico-inconscio da non essermene affatto accorto :)
RispondiEliminaLieto che "Morte dell'erba" di sia piaciuto.
E' fantascienza di altri tempi, ma forse migliore di quella moderna, tutta cyberpunk e computer.
Bentornato!
@ tutti: vi ringrazio. Mi sono riproposto per ora di rallentare un po' il ritmo. Mi sembra buffa e nello stesso tempo è gratificante tutta questa storia: è come se mi fossi ammalato di qualche rara malattia e tutti qui a riaccogliermi tra voi come redivivo! ahahaha! ma ugualmente grazie di cuore a tutti!
RispondiEliminaTemistocle
Tim bentornato!! vedo che il riposo ha fatto bene, ottimo post! Mi hai fatto venir voglia di passare in biblioteca e prendere il libro in prestito ;)
RispondiElimina@ Liber@ è un libro che mi è piaciuto molto, che dice più di quello che c'è scritto e te ne accorgerai quando comincerai a fare il tifo per uno piuttosto che per l'altro, o quando ti rivolterai per certe scelte apparentemente ovvie dei protagonisti.
RispondiEliminaTemistocle
Bentornato :-)
RispondiElimina@ Ferru: grazie.
RispondiEliminaT.
Supoercalifragilistiobladìobladà! (Oh, "bentornato" l'avevano già detto tutti e se te lo dicevo anche io era un remake e lo sai che i remake... :) )
RispondiElimina@ Elvezio: remake pure, non aver paura. So che sono tutti detto con sincerità e li accetto ben volentireri! E se blogger ricomincia a funzionare, domani vi beccate pure l'intervista!
RispondiEliminaTemistocle
È stata breve, eh, come pausa... ;-)
RispondiEliminaSei un tipo che riflette velocemente.
@ Davide: detto da te è un onore! in verità non riuscivo a stare lontano da voi, non dormivo, avevo cominciato ad avere chiazze su tutto il corpo e a puzzare di bordo di pollo al curry andato a male (il pollo, non il curry!). Poi ieri mattina ho avuto la visione di te e McNab che vi trastullavate sulla buca dell'aspide e mi sono detto: ecco, mi chiamano, devo andare! e così ho alzato la saracinesca, ho spruzzato un po' di acqua all'aglio fresco (sai per quei cosi che infestano le case abbandonate) e ho riaperto. E ora sto meglio, decisamente meglio! ...ma dove cavolo sono le scarpe, ridatemi le scarpe, maledetto simosuchus clarki, lo so che sei lì...
RispondiEliminaTemistocle
Bentornato Tim, mi sei mancato. Non sapevo più dome mettere la macchina! ;)
RispondiElimina@ Gian: ... e sto pensando anche ad un ampliamento. Devo solo convincere il vicino a vendermi il suo posto. Ma prima o poi ci riuscirò, so quali ARMI usare!
RispondiEliminaTemistocle
Bentornato, bello carico e con buone notizie. :-)
RispondiElimina@ Angelo: una ripresa alla grande, spero. E fra poco, se blogger smetterà di fare i capricci, avrete la vostra bella intervista!
RispondiEliminaTemistocle