venerdì 23 novembre 2012

Il giuramento, di J.C. Grangé

Avevo anticipato che avrei parlato di un libro molto interessante, ed eccomi qua.
Ho voluto aspettare qualche giorno dalla conclusione della sua lettura per avere la mente meno coinvolta e più lucida per parlarne in modo obiettivo.
Perché questo Il giuramento di J.C. Grangé è uno di quei libri che coinvolge fin nel midollo. Un coinvolgimento che non mi capitava più dai tempi della lettura dei capolavori di un certo Stephen King, anche se qui siamo su registri un po' diversi, su argomenti meno fantaorrorifici e più... plausibili, se mi passate il termine.
Giustamente mi direte: come facciamo a sapere di che parli, di quali sono questi argomenti plausibili se non ci presenti il libro?
Avete ragione, perciò eccovi la trama:
Trovato quasi assiderato in un fiume con dei pesi intorno alla vita, Luc Soubeyras evidentemente ha cercato di uccidersi: è un miracolo se adesso giace in coma in ospedale. Solo il collega della squadra Criminale di Parigi Mathieu Duray, miglior amico di Luc dai tempi del seminario, non crede all'ipotesi del suicidio. Non gli resta che indagare sul passato dell'amico: c'è infatti un'inchiesta segreta condotta da Luc all'insaputa di tutti, l'indagine sulla morte di una donna uccisa secondo un rituale particolarmente efferato. Un rituale presente anche in altri delitti compiuti in varie località d'Europa. Ciò porterà Mathieu sulle tracce di un inquietante setta (quella degli Asserviti e dei Senza Luce). I suoi membri sono accomunati da un terribile trauma: tutti si sono svegliati dal coma ed hanno vissuto un'esperienza di "pre-morte" che li ha cambiati per sempre perché per tornare tra i vivi hanno stretto un patto con il diavolo... (da qui).
E per avere una recensione seria del libro non posso che rimandarvi a questo articolo di Alex Girola, che ha dedicato all'autore addirittura un post, questo.
Ora, sarà la mia formazione culturale che mi ha portato ad approfondire proprio quegli argomenti (e mi ha lasciato ateo), ma mi sono ritrovato oltre che a leggere un bel libro, a seguire personalmente la lotta tra due impostazioni di fede: il diavolo esiste come entità fisica, distinta da dio, o è semplicemente la rappresentazione del male?
E non pensate che tutto questo venga fuori da lunghi dialoghi o esasperanti lezioni di teologia. Assolutamente! Mi sono trovato queste domande esposte semplicemente all'interno della narrazione, sbucate fuori tra un colpo di scena e l'altro. L'autore riesce a leggere una realtà fatta di morti orrende in giro per l'Europa, di inseguimenti all'ultimo spasimo, di voltafaccia da romanzo spionistico, semplicemente come la materializzazione degli eterni dilemmi dell'uomo: esiste un dio? e se sì, come può permettere questo genere di cose? e ancora: come c'entra satana in tutto questo?
La narrazione serrata, dove quasi ad ogni pagina succede qualcosa che cambia il corso degli avvenimenti, nasconde l'angoscia personale di Matt Duray, il protagonista che si ritrova a fare il poliziotto dopo aver pensato di dedicare la sua vita proprio a quel dio che ora cerca di riconoscere nella miseria e nella violenza. E che deciderà, quando tutto sarà finito nel modo meno prevedibile, di... no, questo non ve lo dico, perché è un ulteriore e ultimo colpo di scena.
Il giuramento è, comunque, anche e soprattutto un bel libro da leggere. Ogni scena si incastra con l'altra alla perfezione e tutti i nodi, come si suol dire, vengono al pettine, anche se di carne al fuoco ce n'è più che a sufficienza.
È un libro che trascina, che ti ritrovi a considerare, pagina dopo pagina, non il semplice parto di una fantasia super, ma una storia che stai vivendo in prima persona. Erano anni che non mi facevo coinvolgere così, che non mi facevo le stesse domande del protagonista, che non mi  scervellavo anch'io per cercare di capire il disegno che piano piano si dipanava davanti a lui.
Alla fine delle 600 e passa pagine (nell'edizione pocket che ho avuto in mano) mi sono sentito soddisfatto, ma anche sfiancato, come Matt Duray. E soprattutto mi sono sentito pronto per leggere un altro libro di Grangé.
E di tutto questo non posso che ringraziare Alex, che a suo tempo me lo aveva consigliato, proprio pochi giorni prima che in edicola arrivasse l'edizione che poi ho comprato. Voi credete alle coincidenze? Io comincio a dubitare.

TIM

5 commenti:

  1. Ho comprato anche io questo volume. Grangè viene chiamato, non a caso lo "Steven King francese", certo ci sono fondamentali differenze tra i due e se devo dire la mia Grangè, come King spesso ha dovuto assistere allo stravolgimento totale dei suoi libri da parte del Cinema.
    Un autore in definitiva a cui avvicinarsi senza preconcetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo. Ti devo confessare che avevo iniziato il libro appena acquistato (inizio d'anno), ma mi era sembrato un po' moscio. L'ho invece ripreso un paio di settimane fa e, forse perché ero più ben disposto, l'ho divorato: domenica sono rimasto a casa e ho fatto fuori le ultime 200 pagine!

      Elimina
  2. mi hai incuriosita parecchio! Lo prendo perchè davvero sono curiosa di leggermelo, grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buona idea! io ho preso l'edizione poket da 6,90 che penso si trovi ancora in giro, altrimenti c'è l'edizione Garzanti che costa tre volte tanto. Si dovrebbe trovare anche usato su Libraccio.it, alla metà. Comunque sia, vale la spesa!

      Elimina
    2. Dimenticavo: penso che troverai diversi spunti che riguardano i tuoi interessi dal ritorno dal coma (NDE) al satanismo. Ma io lo vedo sempre come un libro "teologico".

      Elimina

fatti sentire

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...