sabato 17 novembre 2012

Tra choosy e nostalgici di Odino


Qualche giorno fa discorrevo con Odette dopo un frugale pasto a base di minestra d'orzo e farro e un paio di fette di torta ricotta e cioccolato, e lei mi ha fatto leggere quest'articolo dal blog di Gad Lerner. Sono così andato a curiosare sul sito di questi amiconi di Alba Dorata Italia e mi sono fatto un'idea della situazione. 
La prima cosa che ho capito è che con la politica puoi fare i soldi. E non solo perché puoi diventare tesoriere o assessore a qualcosa e intascarti quanti soldini vuoi, ma perché, come in questo caso, puoi giocare alla catena di s.antonio. È come entrare in uno di quegli ingranaggi da marketing piramidale, dove guadagni se porti altri polli da spennare. Testualmente, infatti, nel sito dei nostri amicissimi si dice: Sappi che per ogni iscritto che porterai dentro la nostra organizzazione ti sarà riconosciuto il 40% della sua quota per il disturbo e come rimborso spese. Certo è un disturbo andare a trovare altri furbetti pronti a guadagnare a loro volta e il rimborso spese sarà dovuto alla refusione delle spese fatte per gli aperitivi al bar dove si portano i futuri difensori della razza italica.
Che poi il 40% non è mica male! Facciamo due conti: ponendo che la tessera costi 100 euro all'anno (sparo cifre a caso!), il 40% sono 40 euro. Con due proseliti e mezzo mi ripago dalla spesa e col terzo intero comincio a guadagnare 20 euro. Fischia! C'è da inventarsi un lavoro!
Dando una scorsa al sito dei nostri fustacchioni ho trovato la risposta a quasi ogni male del secolo e, soprattutto, ho letto il 90% delle cose che ogni giorno leggo su Facebook da parte dei miei contatti/amici. Al che mi sono detto: ma dove sono andato a finire (parlando del sito)? Le cose sono due: o il populismo sbanca su FB o sbanca tra quelli di Alba Dorata. Provare per credere!



una fetta di torta?
Lasciando ai sogni e al trastullo questi novelli fustigatori degli italici (s)costumi, vorrei fare un'altra riflessione. Vi avverto che, come spesso accade, dirò cose che sicuramente nessuno di voi accetterà e condividerà, ma (come si dice sempre) il blog è mio e ci scrivo quello che voglio.
Vorrei tornare al famoso discorso del... choosy.
Andando a riprendere anche solo le parti della famigerata allocuzione della ministro Fornero riportate dai giornali (si può dire giornali sul blog?) ho letto questo: "I giovani escono dalla scuola e devono trovare un'occupazione. Devono anche non essere troppo 'choosy', come dicono gli inglesi" ... "Lo dicevo sempre ai miei studenti: 'Prendete la prima, poi da dentro vi guardate intorno'. Bisogna entrare però nel mercato del lavoro. Anche se adesso non è più così in un mercato tanto difficile e debole come quello che abbiamo in questo momento, ma abbiamo visto tutti dei laureati che stavano lì in attesa del posto ideale. Non è così, nel mercato ti devi attivare: devi entrare e magari migliorare, con la formazione, e devi metterti in gioco".
Ora io, prima di andare avanti, vi chiedo, e siate onesti: quanti di quelli che leggono, in questo momento sta svolgendo un lavoro che ritiene adeguato alle proprie capacità e al proprio titolo di studio? Perché se pensate di essere sottosfruttati, dovreste essere conseguenziali e andare domattina a presentare una bella lettera di dimissioni, motivando con: io ambisco a ben altro e la mia laurea in ... o il diploma in ... (mettete voi) mi consente di pretendere di più!
Per fortuna che i vostri strali fisici e verbali non passano attraverso questo monitor che ho davanti, altrimenti a quest'ora sarei già in attesa dell'ambulanza che mi porti al Pronto Soccorso, nella speranza di non incontrare un medico che invece ambiva fin da piccolo a fare l'ingegnere e ha dovuto ripiegare.
Anzitutto, se io dico: i medici sono macellai, non intendo normalmente dire che tutti i medici sono macellai, ma che ci sono medici che lo sono. E se dico che i giovani non devono fare gli schizzinosi, non mi rivolgo di certo a quelli che non lo sono!
Sarei io il primo felicissimo che i giovani (e meno giovani) di oggi, che vivono loro malgrado in questa nazione, possano fare la loro parte nella società assecondando i propri ideali e sogni. Anche perché lavorerebbero con entusiasmo e ottimi risultati. Ma proprio perché viviamo in questa società e non in un'altra, forse un po' di flessibilità non guasta. Dobbiamo contestare giustamente la situazione economica e sociale in cui viviamo, ma dobbiamo cambiarla! E per cambiarla, ci dobbiamo stare dentro.
Anch'io, pur alla mia età, ho dei sogni da realizzare, delle cose che vorrei fare, ma per mandare avanti la famiglia, per adesso faccio il lavoro che sto facendo, così come prima mi sono adattato a farne tanti altri, e non proprio tutti adatti alle mie capacità e alla mia preparazione culturale. E poi, quanti sono i capitani d'industria che hanno iniziato facendo i facchini nell'azienda che adesso stanno guidando?
E mi sono consolato l'altro giorno: sarò un disfattista a pensare così, ma vedo che la realtà è, in generale, proprio quella prospettata.
Nel mio piccolo, infatti, sono a contatto con gente che, alla ricerca di un lavoro, invia curricula a destra e a manca. E nell'attesa che il foglio passi nella macchina del fax per giungere sul tavolo del marchionne di turno, parlo con loro. E se qualcuno mi dice: in questo momento prendo quello che c'è, per cominciare, perché non posso continuare a rimanere a casa alle spalle dei miei; c'è anche chi dice: o è quello che chiedo o niente. Rispetto entrambi, ma mi permetto di avere le mie preferenze.
Dicevo che l'altro giorno ho capito di non vedere solo io tutto in un certo modo; ma c'è chi, come Paolo Citterio che lavora sul campo (essendo presidente nazionale dell’Associazione direttori risorse umane), afferma che fare fotocopie o l'apprendista-qualcosa non è al primo posto dei pensieri dei giovani italiani. E se lo dice lui che queste cose le tocca con mano ogni giorno... .
Perché ci sono giovani che non sono choosy, e ci sono di quelli che lo sono.
Allora, se mi posso permettere il pippone finale, dobbiamo continuare a sognare l'Italia che vogliamo, il lavoro che vogliamo, la società che vogliamo. Ma facciamolo con gli occhi aperti sul qui e ora. Nessuno vieta a nessuno di cambiare il mondo (ricordate l'immaginazione al potere?), ma il mondo da cambiare è questo, non un altro; e noi ci viviamo dentro, che ci piaccia o no.
Poi, voi dite quello che volete...

TIM

(pubblicato qui)

7 commenti:

  1. Alba dorata... roba da mondo del porno.
    A parte questo, sono quei partiti per le allodole, in cui promettono di togliere quello che dà fastidio alla gente e dargli ciò che desiderano. Poco ci manca che promettano più schiuma nel cappuccino e partite di calcio tutte le sere. (lo hanno già fatto?)
    E ne abbiamo anche noi uno di quei simpatici partiti, con tante belle promesse. In 20 anni che sono stati al potere, non è cambiata una virgola, eppure c'è chi abbocca ancora...

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    1. Però, vuoi mettere il politico che promette... cchiù pilu pi tutti?! È il populismo (ora è venuto fuori grillo, che forse fa ridere più adesso di prima) quella capacità di cavalcare l'odore del momento. D'altra parte berlu ha potuto fare quello che ha voluto perché ha avuto l'appoggio della lega, che sul populismo ci ha marciato e ci marcia da sempre. E poi ci si rende conto che i leader di questi partiti e movimenti sono persone che non hanno una dirittura morale personale (berlu, bossi...) e la mascherano con la richiesta agli altri di moralità, di trasparenza, di fare il proprio dovere con disinteresse. Ricordo sempre l'episodio del meccanico di Berlinguer il quale raccontava di essersi meravigliato che il segretario andasse in giro, allora, con una 600 fiat e quando gli chiese come mai, lui rispose che era quello che si poteva permettere! Oggi hanno le auto blu, l'autista, i viaggi aerei pagati, ogni anno il tablet nuovo per natale... Ci sarà pure qualche differenza!

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  2. Io sono troppo choosy per non essere di parte.
    Penso però che il lavoro che si offre ai giovani sia spesso sottopagato, sfruttato, mortificante e peggio di tutto non formativo per una professione futura. Se le società mi offrivano 1000 euro appena laureato per fare sicurezza sul lavoro (con tanto di firma mia e rischio di andare in galera per le porcate loro) ero io troppo choosy a mandarli a cagare?

    200 euro per uno stage in banca da mattina a sera a una laureata in economia, è lei a essere choosy?

    Io credo che la Fornero abbia detto una cosa comunque giusta, ma quando i minatori scioperavano pareva uno scandalo e ora i giovani stanno peggio perché oltre allo sfruttamento sono messi in competizione gli unì contri gli altri

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    1. Ora io voterei un eventuale Monti bis, ma è vero che stanno sanando le cose passando sopra la gente e barattando il benessere di determinate persone con un possibile benessere generale futuro. Negare questo e dare a colpa a chi vorrebbe solo un po' più di rispetto (200 euro a un laureato che lavora in BANCA!!!) è solo un segno che chi ci governa fa ciò che deve fare restando cieco al malessere dei suoi "sudditi".

      Simone

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    2. Io penso che il discorso sia diverso: qui non si tratta di lavoro sottopagato o sfruttato. Il choosy non è colui che si fa sfruttare, ma quello che di fronte ad un lavoro, ad esempio di artigiano o di semplice tutto fare (ma regolarmente pagato!), ti mette il suo: ma io ho studiato, ma non è nelle mie corde. Non penso che la ministro abbia potuto avvallare con le sue dichiarazioni chi paga in nero o chi fa dichiarare 50 e poi ti da 10. Sono due cose distinte. Piuttosto bisogna prendersela con chi accetta queste cose che sono da galera, quelli che continuano a lavorare in nero (o sottopagati) e così facendo ci rimettono loro e permettono ad altri di continuare a sfruttare il lavoro. Di fronte a ciò che è illegale e irregolare non ci sono choosy che tengano.

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  3. Allora....io sono uno di quelli che ha visto distruggere non solo il suo futuro ma anche il suo presente grazie a discorsi sulla flessibilitá (che poi mi chiedo, perchè la flessibilitá debba essere sempre a senso unico, cioè sulle spalle del lavoratore?) ....e anche grazie a tanti ameni discorsi del genere.
    Ebbene, io dico che forse una volta poteva anche essere vero che esistessero giovani" choosy", ne abbiamo conosciuti tutti,ma oggi quando ti offrono 4 euro l' ora, quando ti fanno firmare dichiarazioni per tredicesime che non ricevi, quando ti fanno lavorare otto ore per pagartene due mi domando è la gente ad essere choosy o è qualcun altro che fa lo sfruttatore?

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    1. Penso di aver risposto a te con quello che ho detto a Simone: una cosa è l'illegalità (che va combattuta anzitutto da chi la subisce), una cosa è cogliere un'opportunità per iniziare. Ricordo mio padre che si è diplomato ragioniere alla fine della guerra e si era iscritto all'università in lingue. Dopo un paio di anni ha trovato un lavoro e ha lasciato gli studi, anche se a malincuore. Lui che ha sempre odiato i numeri, alla fine ha fatto per 40 anni il ragioniere, arrivando a ricoprire la carica di dirigente dell'ASL, anche se ha sempre mantenuto il rimpianto per non aver potuto seguire i suoi desideri. È quello che dicevo nel post: alzi la mano chi sta facendo un lavoro adeguato al proprio titolo di studio e alle proprie aspirazioni. Ognuno di noi, penso, ha iniziato a guadagnare facendo quello che ha trovato e poi, magari, è riuscito piano piano ad avvicinarsi a realizzare il proprio sogno (o ancora non c'è arrivato). Eppure, penso, nessuno di noi solo perché fa un lavoro che non gli piace, lo lascia o smette di sognare di fare... (ognuno metta quello che sogna). Se questa "realtà" è stata valida per noi, non vedo perché non debba valere anche ora, specialmente tenendo conto della situazione che stiamo vivendo. Hai provato a vedere sui giornali o in rete quanti migliaia di posti di lavoro ci sono che nessuno vuole ricoprire perché bisogna andare nei campi, o sedersi ad un tornio, o alzarsi al mattino alle 2 per fare il pane?

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