martedì 8 gennaio 2013

Viva la crisi!

Grande Altan!
Forse questo piccolo post non cambierà l'idea che ci siamo fatti della crisi. Ma sono cose che mi frullano da un po' per il neurone rimasto, e volevo condividerle con voi.
Ormai sono 5 anni che una delle parole più pronunciate (a ragione o a torto) è crisi.
Abbiamo avuto un governo per gestire la crisi che ha finito per farci cadere ancora più a capofitto; e parlo di quello Berlusconi. E un governo nato per tirarci fuori dalla crisi in cui ci aveva gettato il precedente che doveva, invece, tirarcene fuori; e parlo di quello tecnico. Su quest'ultimo non saprei cosa dire: un anno di legislatura non può essere un periodo sufficiente per dare un giudizio.
Pur senza voler sminuire gli effetti nefasti della crisi (disoccupazione, famiglie sul lastrico, ecc.) quello che penso io, però, è che in qualche modo tutto questo ci ha fatto bene.
I TG, i giornali, le inchieste, sono pieni di esperti che continuano a dirci
* che i consumi si sono ridotti;
* che la gente ha cominciato a non gettare più via la roba appena comprata o poco usata o a comprare solo quello di cui effettivamente ha bisogno;
* che anche nei consumi alimentari si sta imparando a riciclare quello che resta dal pranzo o dal giorno prima;
* che si sta facendo sempre più spesso a meno dei prodotto pronti e si pensa di più a cucinare prodotti freschi;
* che moltissimi hanno cominciato a fare il pane in casa;
* che si privilegiano i prodotti del mercatino sotto casa o del contadino fuori porta;
* che moltissimi hanno cominciato a lasciare a casa l'auto e ad andare a piedi o ad usare la bici e i mezzi pubblici.
Sembra di leggere gli spot pubblicitari di certe agenzie o associazioni di consumatori che fino a qualche anno fa cercavano di farci vivere e consumare in maniera più consapevole e con meno sprechi.
E allora? Doveva arrivare la crisi per farci aprire gli occhi?
Certo, chi ha cominciato adesso non lo fa perché ha preso coscienza che un altro modo di vivere è possibile, ci mancherebbe; ma è un primo passo.
Se la gente, anche per Natale, ha comprato sempre meno gadget spesso inutili e ha puntato, ad esempio, sull'abbigliamento (che va sempre bene) non è un dato negativo. Può essere un male per chi il gadget lo vende e lo produce, ma non per chi lo riceve.
Quando ero bambino i regali natalizi dei genitori e degli zii erano sempre gli stessi: maglie, maglioni, biancheria intima, scarpe, libri. Poi c'era il giocattolo dei nonni; ed era una festa.
Ci stiamo liberando di moltissime cose che erano solo prodotti di bisogni indotti e stiamo cominciando a ragionare in base a ciò che ci è veramente necessario.
E magari tutto questo potrebbe farci scattare un lumicino in testa che ci fa vedere la realtà da un altro punto di vista.
Ma... parere personale, eh!

TIM

22 commenti:

  1. Il problema grosso ce l'ha chi già PRIMA che si iniziasse a parlare di crisi rispettava i punti da te citati...
    Io non ho mai buttato via il cibo avanzato il giorno prima. Negli ultimi anni, però, non c'è mai niente che avanza.
    Il Moro

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    1. Benvenuto nel mio blog! Neanch'io ho mai gettato nulla, anche perché ho sempre acquistato e consumato in base alle mie necessità. Il mio vuol essere solo un post per riflettere da un altro punto di vista e con tutto il rispetto per chi, e sono tantissimi, dalla crisi sono stati colpiti duramente.

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  2. Sono dalla parte del Moro, mia moglie il pane in casa lo faceva da sempre, a riciclare ci pensavamo da anni- con la gente che ci prendeva in giro.
    Il guaio è che- non mi stancherò mai di ripetere- abbiamo perso tanto, troppo tempo. Anni preziosi in cui il paese si sarebbe potuto preparare. Ma troppi errori ci sono stati, tanta disorganizzazione e il Governo che perdeva tempo con improponibili riforme della Giustizia mentre la crisi grattava fuori dalla nostra porta.

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    1. Anche a te rispondo che ho voluto evidenziare solo un aspetto marginale della crisi, ma che potrebbe diventare importante se ci aiuterà a riflettere su alcune cose. Non sono entrato in merito a questioni politiche. È normale che non sono contento della situazione, e che c'è gente che queste cose le faceva già da prima: tu pensa che la mia auto ha 9 anni e ho fatto solo 24mila km! La uso praticamente solo per andare a fare la spesa grossa una volta la settimana. E anche quando vado fuori città, quando posso prendo sempre il treno o il pullman.

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  3. In realtà, credo, il nostro paese sia sempre stato diviso tra cicale e formichine. Conosco persone che approfittano della cassa integrazione per farsi una sciata fuori stagione (pur lamentandosi di non arrivare a fine mese e di chiedere aiuto ai genitori), e conosco persone che anche in periodo di lauti guadagni acquistava un gelato da dividere tra i tre figli.
    Con la crisi, le formichine hanno continuato a fare il loro mestiere, e le cicale stanno cominciando a capire cosa significa esser formichina.
    Dubito però che basti esser formica per salvarsi da questa situazione, perché visto che calano i consumi, visto che aumentano le imposte indirette aumentano pure i prezzi. E visto che la coperta è corta anche per lo stato (che però non rinuncia alle creme per la pelle, i pasticcini, i suv, i diplomi, le vacanze all'estero, e altre irrinunciabili spese per il bene di città, regione, stato) i servizi si diradano e aumentano pure di costo. E anche nella sanità tutto peggiora. Ci sono centri privati che ti fanno una RX a meno del Ticket da pagare per una RX fatta con il pubblico. E vengono tolti gli esami di prevenzione (proprio dal 2013, in emilia) per i tumori al seno, su donne sopra i 70 anni d'età (anche se hanno già avuto un tumore di questo tipo). E persino i banali esami del sangue, se non giustificati, diventeranno a pagamento.
    Noi paghiamo le tasse, dirette e indirette. Lo stato non offre i servizi. Per cui noi dobbiamo pagare quelli privati (nonostante nelle imposte ci sia una quota per quei servizi che non ci vengono offerti). Questo natale FS ha presentato il suo nuovo eurostar 1000, il treno più veloce d'Europa. Fantastico. Si potrà andare da Milano a Roma in un batter d'occhio. Ma i trenini locali che potrebbero portarmi al lavoro sono stati tagliati... e così son costretto a prendere l'auto, perché dove lavoro io non passa la corriera... oddio, ci passa lo scuolabus, forse potrei prendere quello!
    Insomma... come ho scritto su Twoorty, senza un governo che faccia un progetto a lungo termine del futuro dell'Italia, anche le formiche moriranno di fame prima o poi (e sapere di esser campate di più delle cicale non credo sarà una consolazione). Fino a oggi, ma guardando i programmi dei partiti attuali, non ci son veri progetti. Si parla di cambiare l'IMU, di mettere il matrimonio ai gay, di ridurre l'IRPEF... ahahahah... di cambiare la legge elettorale. Robe già sentite sin dal lontano 1994.

    Tanti anni fa, in Inghilterra, fu vissuta una crisi non molto differente da quella italiana attuale. C'era la Tatcher al governo. La "Ministra" col pugno di ferro. I cittadini patirono parecchio per quella crisi, ma il governo inglese stava ricostruendo il suo sistema economico e sociale. Non dico che la Gran Bretagna sia un paradiso, ma (mi pare) questa nuova crisi la stia affrontando molto meglio di altri paesi (compresi gli USA) perché alla base della economia britannica, nel momento del bisogno, ci fu un progetto che guardava ben più lontano del "tamponare le falle e continuare a remare".

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    1. Come ho già detto su Twoorty, quoto quello che hai detto. E ribadisco che, tra le altre cose, c'è bisogno di far governare... i governi. Fare una riforma seria, in qualunque settore, richiede tempo, perché bisogna cominciare col demolire quello che di marcio c'è e di mettere al suo posto l'idea nuova che dovrebbe sostituirlo. Purtroppo da noi non è così. E l'esempio dell'ultimo governo è stato lampante, a mio modesto avviso: dopo la parte destruens (tasse, tagli...) non c'è stato il tempo di poter utilizzare i frutti di tutto ciò che era stato messo da parte. Altro discorso è poi quello che abbiamo avuto governi che hanno passato il tempo a fare leggi e leggine non per la collettività ma per i singoli figuri (e non mi voglio addentrare nelle polemiche, ma invece di pensare, ad esempio, agli affari di B., il ministro della giustizia non poteva iniziare a riformare le questioni più generali?). Formichine o cicale si nasce, ma davanti a certe alternative, penso che anche le cicale, ob torto collo, devono fare qualcosa; e magari scopriranno che si sta anche meglio a fare le formiche.

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  4. Credo che la crisi non sia importante finché invece di 4 prodotti Apple/Samsung all'anno la gente se me compra uno. Il guaio è quando limita la tua libertà di scegliere cosa comprare, dove viaggiare e come spendere in generale i tuoi soldi. Alla fine ok per riciclare e risparmiare ma alla lunga la vita "eco compatibile" sembra un po' un appiattimento in cui bisogna omologarsi a un nuovo modello. Cioè non credo di essere chiaro: sicuramente è giusto non sprecare ma non è bellissimo farlo perché vi siamo costretti e tocca adattarsi per forza. Così imsomma non è più una scelta sociale ma una nuova "imposizione" dall'esterno che la gente non ha scelto e nella quale continuerà a trovarsi male.

    Simone

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    1. Non so cosa risponderti di preciso, ma penso che proprio a questo punto (senza voler giudicare!) scatta il discorso dello stile di vita. Per te è importante, ad esempio, poter avere un'ampia scelta di modelli (che sia l'auto, l'I-qualcosa, la birra); per un altro l'auto basta che cammini e non si rompa troppo spesso e il telefono deve servire solo per telefonare. Ecco, appunto, qui scattano gli "stili di vita" diversi, ma per questo ci vorrebbe un post diverso, ad hoc.

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    2. Ok ma se arriviamo al punto in cui l'auto non puoi pagarla o il telefono costa troppo e non lo usi più non è più questione di stile di vita... o meglio il cerchio si stringe e sempre più persone saranno insoddisfatte. Non pensi?

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    3. Cioè il punto non è lo stile di vita quanto forse che il proprio modo di vivere sia una scelta piuttosto che un'imposizione.

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    4. Hai centrato il problema: "il cerchio si stringe e sempre più persone saranno insoddisfatte". Le persone saranno insoddisfatte non perché non hanno il cellulare, ma perché non hanno quello ipertecnologico che ti avvisa quando c'è da togliere la lasagna dal forno o la bistecca dal fuoco (e mi fermo qui per non cadere nella volgarità!) Se faccio il rappresentante e non mi posso permettere un'auto che mi sia d'aiuto nel mio lavoro, è un problema non avere i soldi per comprarla. Ma se l'auto che voglio è un mercedes da 80mila euro che farebbe schiattare di rabbia il vicino e non posso permettermelo, se permetti è solo un bisogno inesistente.

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    5. Certo sul tuo discorso sono d'accordissimo e io per primo non sopporto più tanto tutta questa pubblicità e questo commercio spinto all'estremo. Allora mi chiederei se la crisi ci sta portando solo a perdere il superfluo, che sarebbe anche una cosa positiva, o se al contrario ci sta togliendo anche cose importanti.

      Io penso che sia un po' di entrambe le cose: la capacità di scegliere un lavoro che ci piace per dire si fa sempre più complicata da ottenere, così come è difficile essere indipendenti, avere una casa eccetera. D'altro canto per assurdo vanno sempre più di moda oggetti tanto costosi quanto inutili, come se per bilanciare certe carenze gravi cerchiamo di buttarci maggiormente su cose costose ma che rimangono ancora raggiungibili.

      Forse il comportamento così consumistico è una reazione a un malessere che non si riesce ad affrontare altrimenti, e la crisi sta acuendo il fatto. Poi le mie sono solo considerazioni magari sto dicendo stupidaggini! :)

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    6. Certamente che la crisi ci sta togliendo cose importanti! Come dici tu: il lavoro anzitutto e quindi la possibilità di costruirsi una vita, una famiglia, ecc. .Se mi posso permettere un esempio forse stupido. È come quando mi trovo in un luogo isolato e viene a mancare la corrente o non c'è la TV o la radio; ma magari ho a disposizione dei libri. Comincio a leggere e la cosa mi piace e mi appaasiona tanto che alla fine la preferisco al guardare la TV. Sono passato da una necessità (guradare la TV) all'altra (leggere). Allo stesso modo, magari prendendo di meno l'auto perché la benzina costa potrei scoprire il piacere di camminare a piedi o di incontrare gente nuova sul bus.

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    7. Rispondo qui perché hai detto bene nella risposta sotto ma
      sottolineando la frase "il cerchio si stringe e sempre più persone saranno insoddisfatte".

      Soddisfatte, aggiungo, perché ormai ognuno ( come ben dici nell' esempio sotto )
      crede che quella cosa o quest' altra sia indispensabile.
      Ad esempio c'è chi si è fatto un abbonamento con l' operatore telefonico,
      costringendosi a spese fisse mensili anche se un mese non vuole chiamare nessuno,
      ma poi è costretto perché "ha la promozione".
      E le pubblicità poi fanno credere a tutti che ogni cosa sia assolutamente "indispensabile".

      La frase di Simone
      "D'altro canto per assurdo vanno sempre più di moda oggetti tanto costosi quanto inutili, come se per bilanciare certe carenze gravi cerchiamo di buttarci maggiormente su cose costose ma che rimangono ancora raggiungibili"
      mi fa venire in mente la frase di un italiano
      "in questa vita non abbiamo niente,non abbiamo un futuro,
      quindi almeno fatemi spendere quei pochi soldi per queste cose che
      ritengono siano futili"
      .

      Siamo nell' Era del Superficiale, ahimé.

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    8. Daniele: senza voler entrare troppo nell'argomento (magari ci faccio un altro post) devo dire che quello che mi rende leggermente ottimista è il fatto che non siamo noi (nella maggior parte) a pensare che il superfluo sia importante, ma che viviamo in una società che vuol farcelo credere. Alora se sapremo utilizzare il nostro cervello, forse, riusciremo a rialzare la testa e a riprendrci la vita.

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    9. Infatti è così. E' la società che vuol farcelo credere.
      Ma il tragico è che molti ci credono!
      Ma sai che c'è gente che prende un' aspirina al giorno perché convinti
      che faccia bene al cuore?
      Lo sai che usai la crema per l' herpes labiale ( l' afte ) e mi durò 3 settimana mentre
      da sempre non ho mai messo nulla e dura quei 4 giorni poi sparisce?
      Hai visto su IlFattoAlimentare.it quante pubblicità di prodotti alimentari siano
      palesemente FALSE? La Nutella la spacciano per "buona e sana", quando è fatta con latte in polvere, e di liquido ha solo l' olio di palma ( il peggiore in assoluto ).

      Ecco se ti ho dato uno spunto Chiedo alla Superma Corte, un post sull' argomento!
      Lo attenderò con ansia. Voglio leggere tutte le sfumature che dipingerai dell' argomento.
      Intanto hai il mio voto.
      Non deludermi eh!

      Buon Pranzo!!

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    10. Daniele: non so se è una cosa buona o cattiva, ma sei stato il visitatore n. 15.. 666!
      A parte gli scherzi, il discorso di quello di falso che ci propinano in TV o tramite pubblicità è una cosa palese e lampante. Spero di fare un post nei prossimi giorni continuando il discorso della crisi e della società. Buon pranzo anche a te!

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    11. Eh no, non è palese! Ecco perché ti ho chiesto dell' argomento.
      Perché conosco 50-60enni che, non sapendo usare il computer,
      credevano ( perché poi ho letto o detto loro le verità ) solo
      alla Tv. Se provavi a contraddirli, sembravi un ateo che entra in chiesa
      e dice che Dio non esiste.

      P.S.:
      quel numero mi perseguita!! E' divino.
      Ti lancio una curiosità:

      666 è la somma dei quadrati dei primi 7 Numeri Primi
      ( 2^2 + 3^2 + 5^2 + 7^2 + 11^2 + 13^2 + 17^2 )
      ed inoltre uguale alla somma palindroma dei cubi dei primi sei numeri interi.
      1^3 + 2^3 + 3^3 + 4^3 + 5^3 + 6^3 + 5^3 + 4^3 + 3^3 + 2^3 + 1^3

      Sì lo so son malato... ma son drogato di sta roba!!

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  5. Bentornato Tim!

    Vabé, hai omesso i ricconi che continuano a spendere e spandere ( il mercato del lusso è in crescia di non so quale % ma è in crescita).

    Per ciò che hai scritto, è proprio così. E' merito di quel sentimento dell' uomo che dice
    "Una cosa l' apprezzi quando viene a mancare".
    Ora manca la grana per le cose futili e si inizia a dar valore alle cose di base,
    riscoprendo i buoni metodi del passato, anche se non siamo negli anni '40.
    Oggi abbiamo, rispetto a quasi cent' anni fa, cose delle quali non possiamo ( forse )farne a meno: un abbonamento telefonico, la ricarica costante del cellulare ( indispensabile per poter completare l' iscrizione anche a siti del lavoro o della Regione ), un' auto e quindi la sua benzina, o in alternativa l' abbonamento all' autobus..

    Forse la crisi ci può migliorare dentro. Se, sperando bene, e quando si affievolirà la crisi, speriamo non ritorniamo ad esser i buon vecchi italiani che pensano alle cose futili.

    Un salutone Tim!! Buon inizio di settimana!!

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    1. Non volevo paralre della crisi, del perché e del percome, ma solo di una sua sfumatura, che però può essere interessante. Certo che i ricchi stanno continuando ad arricchirsi: i soldi non si distruggono, da qualche parte devono pure andare! Ci sarebbe da chiederci se alcuni bisogni che oggi ci sembrano ineludibili, lo siano veramente. Ogni società costruisce se stessa in un dato modo e lo fa avendo alcuni capisaldi; la società odierna è (iper)tecnologica e quindi deve avere alla sua base i prodotti della tecnologia. Certamente i telefonini che permettono di essere sempre in contatto con tutto e tutti sono comodi e utili (pensiamo ad un emergenza medica, un incendio improvviso, ecc.). Purtroppo, come in tutte le cose, da questo si è passati a far credere che sia un'urgenza ineludibile, ad esempio, postare in tempo reale che sto per andare in bagno, e tutti a cliccare: mi piace! Ecco, questo mi sembra fuori dal mondo! Allora si può avere un telefonino che magari non faccia il caffé e non debba essere dato per forza in mano ad un bambino di 8-9 anni come regalo per la prima comunione. In questo caso penso che il telefonino sia un aggeggio utile. Buona settimana anche a te!

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  6. La penso come te. Se - non so come purtroppo - si riesce a superare l'apetto davvero brutto della crisi, ovvero la disoccupazione, e tutti quanti abbiamo un lavoro con cui guadagnarci onestamente da vivere senza la mortificazione (almeno per me lo sarebbe, forse non per tutti lo è) di farsi mantenere dai genitori pensionati, tutte le inutilità superflue possono sparire. Le scarpe da 300 euro, i cellulari da 4.000 euro, le automobili da 25.000 euro, ma sono proprio così fondamentali?

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    1. Esatto: non sono fondamentali! compatibilmente col lavoro di inventario del magazzino che sto facendo in questi giorni, sto preparando un piccolo post proprio su quest'argomento. Quindi rimando te e chi altri vorrà leggerlo al post successivo.

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