martedì 13 maggio 2014

Il libero arbitrio (racconto di Monica Angeli)

C'è un termine in psicoterapia, in particolare in quella di gruppo: psicodramma. Esso consiste nell'esteriorizzare attraverso un dramma (nel senso di azione scenica o scritta) un'esperienza spesso traumatizzante, e questo esporre con parole o gesti è utile a comprendere e superare l'energia distruttiva dell'esperienza negativa. In parole povere: se riesco a raccontarti questa brutta storia, ne prendo le distanze e la posso guardare e giudicare con più calma.
Penso sia proprio così che si può descrivere questa storia che Monica Angeli mi ha inviato. Quando un'esperienza di vita vera diventa un racconto per soffrire un po' meno...
Il libero arbitrio

Sulle scale di una chiesa, stavano seduti la donna e il suo Angelo Custode, l'uno accanto all'altra, senza parlare.
D’un tratto la donna urla: Perché!!!
E l'Angelo le chiede: perché cosa bambina?
E lei: perché non ho potuto fare niente? perché ho fallito?
E l'Angelo: bambina tu non hai fallito!!
Come no - risponde la donna - aveva intrapreso un'altra strada , vedevo il fuoco, sono andata con un secchio di parole per spegnerlo, erano tutte colorate, brillavano come stelle, gliele ho versate addosso, e di rimando ho avuto un calcio…
Lo so bambina – dice l’Angelo -per parecchio tempo ho avuto il segno della pedata.
Il segno della pedata? Esclama la donna.
E l’Angelo: Si bambina, siamo legati animicamente, rido con te, piango con te, soffro con te, gioisco con te, i segni che tu porti sul corpo io li porto nel cuore.
Ma perché é successo, io ancora non capisco – dice la donna.
Lo capirai bambina, non avere fretta, ogni cosa a suo tempo – è la risposta dell’Angelo.
Passa del tempo, e l'Angelo e la donna, fianco a fianco, seduti sugli scalini della chiesa, ognuno assorto nei propri pensieri, rimangono in silenzio. Poi il silenzio viene rotto dalla donna che esclama: Io proprio non ci posso pensare!
A cosa - risponde l'Angelo.
All'ingiustizia di alcune persone.
Non capisco - dice l'Angelo.
Mi riferisco al fatto di prima! Infatti dopo la prima volta, pensando di aver portato poco, sono ritornata con in mano due secchi questa volta: uno con belle parole e un altro con tanta pazienza, e tanto perdono.
E allora? - esclama l'Angelo - cosa c'è da capire? Cosa?
Dice la donna: la reazione delle persone. Al mio offrire tanto amore, questa oltre alla pedata mi sono beccata un pugno in piena faccia, e ti assicuro che faceva male, tanto male…
A chi lo dici bambina – dice l’Angelo - lo so; se ci ripenso sento ancora quel dolore, non è stato piacevole. Ma che ci vuoi fare, così é la vita.
La vita? E che vita è questa? – esclama la donna
E l'Angelo risponde: nulla succede a caso bambina, tutto ha un senso, un motivo, una spiegazione.
Le parole pronunciate dall'Angelo, anche se ancora non comprese, sanno di buono, placano l'animo e arrivano al cuore. E la donna mette il capo sulla spalla dell'Angelo e dall'Angelo esce un raggio di sole che riscalda dentro.
Passa dell'altro tempo e, ancora seduti sullo stesso scalino, la donna esclama: dimmi una cosa, ma tu dici che ti sei preso la pedata quando l'ho ricevuta io, e il pugno in faccia quando l'ho avuto io…
E l'Angelo interrompe: sì, e nello stesso preciso istante, era ovvio accadesse, mi ero messo davanti a te per parartelo.
Ah si? Esclama la donna.
Sì - risponde addolorato l'Angelo .
E ti ha fatto tanto male quel pugno che ancora te ne addolori? – chiede la donna.
No, bambina – risponde l’Angelo - è stato il dolore che hai provato tu ad addolorarmi.
Mi dispiace - -esclama la donna - allora eri presente anche la terza volta, quando oltre alle parole belle, oltre alla pazienza e al perdono, ho portato anche un secchio con l'amore, l'amore spirituale, quello che si prova quando vuoi tanto bene a qualcuno da volerlo salvare pure da se stesso.
Si bambina, c'ero pure quella volta.
E ti eri nuovamente messo davanti? – chiede la donna.
Si bambina, mi ero nuovamente messo davanti, ma tu eri girata di spalle.
Oh cielo! - esclama la donna - allora hai visto tutto, sai tutto.
Si bambina, conosco il tuo dolore, ed è stato pure il mio, nella schiena hai avuto tante coltellate.
Le stesse che ho ricevute pure io? Esclama la donna.
Si , risponde l'Angelo.
E che cos'hai fatto? chiede la donna.
Quello che faccio sempre bambina - risponde l'Angelo - mi riempio le mani di balsamo d'amore e le passo sulle tue ferite.
Ah, ok - esclama la donna - e ti pare giusto accada questo? È possibile donare un fiore e ricevere una pietra, la chiami giustizia tu?
No bambina, non è questa la giustizia - dice l'Angelo tenendo lo sguardo fisso davanti a sé e con volto tirato - ma in alcuni casi è giusto così.
È giusto così? Io proprio non capisco - dice la donna un poco seccata - provaci tu a spiegarmelo.
Ok bambina, ci provo, ma tu la risposta già la sai, la conosci da tempo, solo che non ne hai appreso il significato e per questo ci ricadi sempre.
In effetti è vero - dice la donna - non sono estranea a questi comportamenti, spesso ho dato il bene e ricevuto il male, le persone sono strane a volte.
No bambina, le persone non sono strane – risponde l’Angelo - sono solo persone…
Sì , ma sono adulti - dice la donna - dovrebbero imparare qualcosa dai loro errori.
Anche tu lo sei, adulta - risponde l'Angelo - o mia bambina.
E il tono si fa serio.
Va bene - dice la donna - allora è giusto che avvenga così, è questo che mi stai dicendo?
No bambina, non sarebbe giusto, ma lo diventa dal momento che non si rispettano i doni.
I doni? - esclama la donna - Ma di quali doni stai parlando, non capisco.
Il più grande, l'immensa prova d'amore di cui vi ha dotati Dio - risponde l'Angelo - quello di cui non siamo muniti noi.
La donna lo guarda stupita, e in un attimo capisce e risponde: il libero arbitrio!
Una Luce si accende negli occhi dell'Angelo: Sì bambina, è quello.
L'Angelo mette una mano sulla fronte della donna e davanti a lei iniziano a scorrere come in un film tutte le immagini; si rivede in tanti momenti, e nota una cosa: in nessuno di quei momenti ha rispettato il libero arbitrio altrui, il suo la spingeva a scegliere di aiutare, e andava dritta per la sua strada. Ma poi si scontrava con quello degli altri, e si sentiva male, non ascoltava, non voleva sentire, non comprendeva. Lei era felice e a tutti i costi voleva che lo fossero tutti, e si imponeva, e picchiava forte, e quei pugni, quei calci che tirava, li sentiva sulla sua pelle perché tornavano indietro, non faceva del male con intenzione, ma si faceva male.
La donna guarda L'Angelo e dice: Ecco, ho capito adesso, dobbiamo suggerire non pretendere, affiancare non porsi davanti imponendosi; dobbiamo fare come alcune madri con i figli: nonostante il dolore che provano, pur di farli imparare li lasciano liberi di sbagliare. È questa la legge del libero arbitrio, altrimenti si ottiene l'effetto contrario .
Si bambina – risponde l’Angelo -vedo che hai capito.
Ok , ho imparato la lezione - risponde la donna, e si alza mentre guarda l'Angelo, e dice: ma quanto tempo siamo rimasti seduti?
Il tempo necessario - risponde l'Angelo, mentre si alza e va accanto a lei.
Si prendono per mano e si avviano lungo la strada davanti a loro.
Dopo un paio di passi la donna si gira, guarda l'Angelo e dice: Angelo mio, voglio ringraziarti per tutte le volte che mi sei stato vicino, per le volte che ti sei messo davanti - e l'Angelo la guarda - per le volte in cui mi hai protetta, per avermi curata con il balsamo d'amore.
A quel punto l'Angelo con l’aria interrogativa di chi sa già la domanda ma vuole comunque sentirsela fare, dice: E… ?!
E la donna risponde: E… niente. Mi chiedevo: ma se tu hai sentito i miei stessi dolori, dato che hai ricevuto gli stessi colpi al cuore e nello stesso momento, e a me hai curato col balsamo d'amore, e dato che io non ne ero a conoscenza di questa cosa, le tue ferite chi le ha curate?
L'Angelo la guarda serio e dice: Avanti! Cammina, donna di poca FEDE!
A quel punto la donna comprende perché fino a quel momento l'Angelo l'aveva chiamata bambina.
Lo guarda e dice: C'é tanto da imparare, vero?
E lui risponde: Sì, piccina, per questo sono al tuo fianco .
Si riprendono per mano e continuano il cammino.
Juan Segundo

2 commenti:

  1. Il libero arbitrio altrui può essere un incubo... Però, d'altronde, chiunque col proprio libero arbitrio, talvolta, senza quasi rendersene conto, crea sconforto agli altri. Probabilmente è impossibile compiere un'azione che piaccia a tutti, c'è sempre qualcuno che ne resta insoddisfatto.

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    1. Penso che dobbiamo essere anzitutto noi soddisfatti delle nostre azioni (pur senza danneggiare gli altri) perché ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa da ridire.

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