Com'ebbe terminato di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo, e gettate le reti per pescare». Simone gli rispose: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti». E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano." (Luca 5,1-6)
Pietro era una persona non più giovanissima quando incontrò Gesù, aveva
già una sua famiglia e sicuramente sarà stato abile nel suo lavoro di
pescatore, se riusciva a mantenere anche la suocera (Mc 1,30).
Eppure quella notte, presso il mare di Tiberiade, non c’era niente da fare: i pesci non abboccavano.
Mettiamoci nei suoi panni e sentiamo tutta la sua delusione, la sua stizza forse per questo smacco. Molto probabilmente quella del pescatore doveva essere stata anche la professione del padre, da cui quindi aveva imparato il mestiere; Pietro era perciò nato e cresciuto pescatore.
Con lui c’erano un gruppo di altri 6 discepoli, e forse il risultato della pesca doveva servire per far da mangiare a tutto il gruppo dei seguaci di Gesù.
Poi, alle prime luci del giorno, ecco arrivare il Maestro. Sale su una delle barche e si fa portare in mezzo al lago, per restare lontani dalla folle e poter ammaestrare con calma i discepoli.
E qui comincia per Pietro il dramma. Gesù vuole che gettino le reti per pescare, ma egli sa che in tutta la notte non hanno preso neanche un pesciolino piccolo. Egli ha esperienza, conosce il proprio mestiere che finora ha svolto al meglio e con soddisfazione; potremmo dire che è pieno di (giustificate) certezze umane.
Ma Gesù vuole quello che per lui è stato impossibile avere: pesci.
Lo sta forse sfidando sul suo campo?
Eppure Pietro si lascia andare, sente che qualcosa di nuovo, che va al di là delle sicurezze umane, della realtà obbiettiva e quotidiana, è davanti a lui.
Contro ogni convinzione che deriva dalla pratica, egli getta le reti. Questa volta non perché è una prassi consolidata, ma secondo la tua parola.
E il miracolo avviene e di pesci si riempiono le reti.
La fede, comprende forse Pietro nella sua semplicità, è un modo nuovo di vedere le cose, anche quelle quotidiane, quelle che consideriamo elementari, che facciamo automaticamente. È un modo diverso di avvicinarsi ai problemi, piccoli e grandi, meno “di testa” e più “di cuore”.
Vogliamo provare anche noi?
Juan Segundo
N.B.: per scrivere questa riflessione mi sono avvalso delle due versioni dell'episodio, quella fornitaci da Giovanni (Gv 21,1-11) e quella come ci è narrata da Luca.
Articolo pubblicato già sulla pagina Facebook del gruppo di condivisione biblica La Lampada.
Eppure quella notte, presso il mare di Tiberiade, non c’era niente da fare: i pesci non abboccavano.
Mettiamoci nei suoi panni e sentiamo tutta la sua delusione, la sua stizza forse per questo smacco. Molto probabilmente quella del pescatore doveva essere stata anche la professione del padre, da cui quindi aveva imparato il mestiere; Pietro era perciò nato e cresciuto pescatore.
Con lui c’erano un gruppo di altri 6 discepoli, e forse il risultato della pesca doveva servire per far da mangiare a tutto il gruppo dei seguaci di Gesù.
Poi, alle prime luci del giorno, ecco arrivare il Maestro. Sale su una delle barche e si fa portare in mezzo al lago, per restare lontani dalla folle e poter ammaestrare con calma i discepoli.
E qui comincia per Pietro il dramma. Gesù vuole che gettino le reti per pescare, ma egli sa che in tutta la notte non hanno preso neanche un pesciolino piccolo. Egli ha esperienza, conosce il proprio mestiere che finora ha svolto al meglio e con soddisfazione; potremmo dire che è pieno di (giustificate) certezze umane.
Ma Gesù vuole quello che per lui è stato impossibile avere: pesci.
Lo sta forse sfidando sul suo campo?
Eppure Pietro si lascia andare, sente che qualcosa di nuovo, che va al di là delle sicurezze umane, della realtà obbiettiva e quotidiana, è davanti a lui.
Contro ogni convinzione che deriva dalla pratica, egli getta le reti. Questa volta non perché è una prassi consolidata, ma secondo la tua parola.
E il miracolo avviene e di pesci si riempiono le reti.
La fede, comprende forse Pietro nella sua semplicità, è un modo nuovo di vedere le cose, anche quelle quotidiane, quelle che consideriamo elementari, che facciamo automaticamente. È un modo diverso di avvicinarsi ai problemi, piccoli e grandi, meno “di testa” e più “di cuore”.
Vogliamo provare anche noi?
Juan Segundo
N.B.: per scrivere questa riflessione mi sono avvalso delle due versioni dell'episodio, quella fornitaci da Giovanni (Gv 21,1-11) e quella come ci è narrata da Luca.
Articolo pubblicato già sulla pagina Facebook del gruppo di condivisione biblica La Lampada.
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