Il titolo è provocatorio, perciò seguitemi nel ragionamento...
"Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si
chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra
la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame,
con la peste e con le fiere della terra." (Ap 6,8)
Sin
dall’inizio dell’umanità vedere il male perpetuarsi, i cattivi
prevalere, avere la meglio e godere di tutto, ha creato nell’uomo una
posizione, spirituale e psicologica, di sudditanza e contemporaneamente
ha creato in loro una credenza consolatoria: tanto poi saranno puniti quando moriranno, avranno un destino infausto.
Le basi per pensare ad un inferno come luogo fisico dove scontare
questi ‘peccati’ c’erano tutte. Quasi tutte le religioni inserirono
nelle loro credenze questa articolo di fede e oggi ci ritroviamo a
pensare anche inconsciamente all’inferno come una realtà.
Ma è tale?
In verità, a me sembra, che le cose stiano diversamente.
Conosciamo il detto: l’inferno è in terra. Si tratta di un aforisma
appartenente soprattutto a correnti di pensiero materialiste, che non
hanno una visione del mondo che prevede un aldilà. Esse dicono che
realtà peggiore della vita quotidiana non c’è; quindi, aggiungo io
parafrasando, se proprio dobbiamo scontare qualcosa per la nostra
condotta sciagurata, possiamo farlo in questa esistenza che non ci
regala che sofferenze e dolori.
In parte è così.
La maggior parte
delle chiese cristiane (cattolica, protestante, l’evangelismo…) a causa
di una lettura spesso ‘teleguidata’ della Bibbia, non crede nella
reincarnazione, per cui ha una visione per così dire ‘chiusa’ della vita
umana: si nasce; si vive cercando di capire da che parte tira il vento,
di sfruttare il tempo che si ha per fare del bene; si muore e si viene
giudicati dalla sincerità delle nostre azioni. Punto.
Anch’io credo
che l’anima viva in eterno, come scintilla dello Spirito di Dio.
Ma
credo che prenda corpo per purificarsi continuamente, cioè per imparare,
vita dopo vita, a correggere le imperfezioni (piccole e grandi) che
essa accumula nelle esistenze. Ad ogni vita la nostra anima è chiamata a
correggere un comportamento sbagliato, ad esempio: l’avarizia, la
mancanza di fiducia nell’altro, il tenere un comportamento violento… .
Perciò, aiutata dalle entità angeliche e dai maestri ascesi che la
guidano, prenderà corpo in un determinato luogo geografico, in un
determinato contesto sociale, vicino a persone specifiche, che
concorreranno a creare le situazioni giuste per farlo avanzare nella via
della purificazione. E se non riuscirà a modificare quel comportamento
in quella vita, se lo porterà dietro nella seguente esistenza come un
compito non fatto da aggiungere a quello nuovo.
E allora sì, l’inferno può essere anche in questa vita, ma non è una realtà finita, definitiva.
Dio è Amore, Misericordia, e ci da sempre una nuova opportunità.
Solo noi possiamo condannarci all’inferno.
Juan Segundo
Capperi! Leggendo il tuo post, sei Buddhista al 100%.
RispondiEliminaSpesso ho pensato alla reincarnazione dell' anima ( anche se non ho una credenza particolare, come ben sai, su questi argomenti spirituali ) e mi son chiesto se esista e come sia l' eternità.
Se l' Inferno è sulla Terra, e chi riesce via via che vive le vite a "migliorarsi", si arriverà al vero Paradiso? E a quel punto, la Terra stessa sarà il Paradiso? Si vivrà eternamente in Paradiso?
Di certo, quando vedo personaggi cattivi, persone comuni che hanno rovinato la vita ai figli o ad estranei, ancora in vita, sani, senza problemi di alcun tipo, penso che la sorte di tutto è decisa solo da noi. Altrimenti ... nze spiega!
Ciao Juan, buon proseguo di giornata!
chi è buddista? chi è cristiano? chi è induista, evangelico, mazdeista? l'uomo è uomo e basta, quando pensa con la sua testa e ama col suo cuore. poi possiamo etichettarlo come vogliamo, ma resta sempre un'anima che riusciamo a vedere perché è materializzata in un corpo. grazie della visita!
EliminaMi piacerebbe avere una certezza forte come la tua, la mia assomiglia ancora alla "scommessa necessaria" di Pascal.
RispondiEliminaE malgrado le storture e tutto quel che non va nella vita, non riesco a vedere la terra come "inferno": troppo bella. L'uomo è talvolta cattivo, questo sì, ma anche capace di mostrare una grande rispetto per il suo prossimo.
probabilmente mi sono espresso poco correttamente; il mio non voleva essere un intendere la vita un inferno come viene comunemente inteso. volevo dire che la vita può essere vista come momento di purificazione nello scorrere della serie delle vite. E, al contempo, può essere intesa come un paradiso per chi progredisce spiritualmente e se ne rende conto. Siamo in un tempo in cui la coscienza del risveglio spirituale è alta ed è più facile entrare nel giro vorticoso del progresso umano. La 'scommessa necessaria' è, secondo me ma non voglio parlare della tua posizione personale, un semplice non voler decidere, non voler prendere una posizione che poi ci porterebbe a comportamenti conseguenziali. oggi come oggi c'è tantissima gente che dice: sì, ci credo quasi per comodità, per cacciarsi un pensiero. ma non voglio arrivare a pensare al battesimo del Rambaldo di Amici Miei!!!
EliminaL'altro giorno, girando nei social, ho letto un'osservazione interessante. Il nostro male è quello di voler dare una spiegazione a tutto quanto. Ciò ci costringe ha definire buono e cattivo, così come ogni dettaglio della nostra esistenza, nonché creare degli artefatti che diano ritmo e consistenza alla nostra vita (il tempo non è misurabile, noi viviamo sempre il presente, è stato necessario creare una macchina che conta con un certo ritmo per poter dare significato alle parole prima-adesso-dopo). Tutto ciò vincola il nostro modo di percepire il mondo, e ci stressa, e ci allontana dalla verità. Gli animali sono difficilmente stressati, noi invece siam diventati schiavi dell'orologio... delle scadenze... della frenesia quotidiana.
RispondiEliminaTutto ciò è il nostro inferno... c'è chi regge e chi non regge, e c'è chi perde il controllo, e chi si ribella, e chi diventa violento gratuitamente...
Chissà... se invece di inventare l'orologio, e cercare di scandire le nostre giornate, ci fossimo fermati a guardare un tramonto... oggi non vivremmo all'inferno, bensì in paradiso!
certamente! però la realtà è questa... tuttavia ognuno di noi è responsabile al 100% delle prorpie azioni e può decidere (magari non sempre!) se dare la priorità al tramonto o all'orologio. E anche se non sempre si può stare ad osservare il cielo a sera, possiamo ugualmente dare più importanza ai momenti in cui lo facciamo che a quelli in cui fissiamo il quadrante dell'orologio. ben(ri)trovato!
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