mercoledì 28 maggio 2014

La profezia di Melquisedeq (dal sito Vopus)

Melquisedeq
Siamo veramente alle soglie della fine del mondo così come lo conosciamo? Manca poco all'inizio di una nuova era? Quella preconizzata da tante religioni, uffuciali e no?
È quanto sembra leggendo questo articolo tratto dal sito Vopus che riporta (e analizza) una profezia di Melquisedeq.
A voi la lettura!

Melquisedec, un nome circondato di misteri e magiche leggende. Venerato e conosciuto in diverse culture. Nella Bibbia viene citato numerose volte come Re di Salem, e nella tradizione ebraica ne appare menzione in diversi libri, come lo Zohar o il Midrash Rabba. È conosciuto nei paesi orientali, temuto dai mongoli e venerato dai lama buddisti di quelle terre.
Il Dott. Ferdinand Ossendowski, illustre viaggiatore, uomo di scienza e scrittore, narra quanto segue nella sua già classica opera sui viaggi intitolata “Bestie, Uomini e Dei” (1924):
Mentre la carovana stava attraversando le steppe dell'Asia Centrale vicino a Tzagan-Luk, la guida mongola esclamò all'improvviso: “Alt, fermatevi!”, e subito dopo scese dal suo cammello e si gettò a terra intonando il classico mantram buddista “OM MANI PADME HUM”. Qualcosa di incredibile stava accadendo in quel momento. L'aria vibrava dolcemente e portava con sé come una canzone di amore e pace che arrivava direttamente al cuore. La terra ed il cielo sembravano contenerne l'alito. Persino gli animali lo percepivano: gli uccelli fermavano il loro volo e si posavano, i cammelli smettevano di muovere le orecchie, i cavalli rimanevano immobili ed attenti, i cani smettevano di latrare e gli yaks (i buoi tibetani - n.d.r.) si gettarono al suolo. Tutti i portatori mongoli si inginocchiarono e pregarono con fervore mentre si sentiva quella pace assoluta: perfino il vento incessante della regione aveva smesso di soffiare. Era una situazione portentosa, c’erano una calma ed una pace insolite, soprattutto per gli occidentali.
Quando l'estasi collettiva cessò, i mongoli spiegarono ad Ossendowski quello che era successo. Si erano avvicinati al Mistero dei Misteri, al regno sotterraneo del Re del Mondo, nel momento esatto in cui egli si trovava in meditazione.
Come è facile comprendere, non fu esaustiva l'informazione che Ossendowski potè ottenere da quegli uomini. I mongoli sapevano che i lama custodivano gelosamente il segreto del Re del Mondo, e punivano severamente coloro che divulgavano tali informazioni.
Però, e qui vi è un ulteriore mistero, la testimonianza raccolta da Ossendowski in quell'occasione coincide notevolmente con quanto esposto nel libro “Mission de l’Inde en Europe “ (tradotto ed edito in italiano come “Il regno di Agarttha”) dal Marchese Saint-Yves d'Alveydre (1910) ed anche con quanto narrato da un altro autore meno prestigioso, Louis Jacolliot, nei libri “Les Fils de Dieu” (“I Figli di Dio”) e “Le Spiritisme dans le Monde” (“Lo Spiritismo nel Mondo”).
Mongolia
I tre autori menzionati parlano dell'Agharti o Agharta, nome dato in lingua tibetana al misterioso regno sotterraneo dove risiede il Re del Mondo.
Ossendowski racconta che, in visita al monastero di Narabanchi, in Mongolia, trovò una sorprendente profezia che Melquisedec aveva lasciato nello stesso posto che il Genio della Terra aveva visitato nell'anno 1890. Eccola qui:
Giorno dopo giorno gli uomini si dimenticheranno sempre di più delle loro anime e si occuperanno solo dei loro corpi. La corruzione più grande regnerà sulla terra. Gli uomini diverranno simili ad animali feroci, assetati del sangue dei loro fratelli. La Mezza Luna verrà cancellata ed i suoi adepti sprofonderanno nella miseria e nella guerra perpetua. I suoi conquistatori saranno feriti dal sole, ma non saliranno due volte; accadrà loro la peggiore delle disgrazie e finiranno tra gli insulti sotto gli occhi degli altri paesi. Le corone dei re, grandi e piccoli, cadranno. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto... Ci sarà una guerra terribile tra tutti i paesi. Gli oceani si arrosseranno... La terra ed il fondo dei mari si copriranno di scheletri, si sgretoleranno i regni, periranno nazioni intere... La fame, la malattia, i crimini ignorati dalle leggi... Quanto il mondo non avrà contemplato ancora. Allora verranno i nemici di Dio e dello Spirito Divino che risiedono nell'uomo. Coloro che prenderanno la mano di un altro, periranno a loro volta. I dimenticati, i perseguitati, si ribelleranno e richiameranno l'attenzione del mondo intero. Ci saranno nebbie e tempeste, le montagne spoglie si copriranno di boschi. Tremerà la terra... Milioni di uomini passeranno dalle catene della schiavitù e dalle umiliazioni alla fame, alle malattie e alla morte. Le antiche strade si riempiranno di moltitudini che andranno da un posto all’altro. Le città migliori e più belle periranno ad opera del fuoco... una, due, tre... Il padre lotterà col figlio, il fratello col fratello, la madre con la figlia. Il vizio, il crimine, la distruzione dei corpi e delle anime, impereranno senza freni... Si disperderanno le famiglie... Spariranno la fedeltà e l'amore... Di diecimila uomini, uno solo sopravviverà... uno matto, nudo, affamato e senza forze che non saprà costruirsi una casa né procurarsi alimento... Ululerà come un lupo rabbioso, divorerà cadaveri, morderà la sua propria carne e sfiderà adirato Dio... Si spopolerà la terra. Dio non la terrà più nella sua mano. Su di essa si spargeranno solamente i frutti della notte e della morte. Quindi sorgerà un popolo sino ad ora sconosciuto che, con pugno forte, strapperà le erbacce della pazzia e del vizio, e guiderà coloro che saranno rimasti fedeli allo spirito dell'uomo nella battaglia contro il male. Fonderanno una nuova vita sulla terra purificata dalla morte delle nazioni. Nell’arco di cinquant’anni non ci saranno più di tre nuovi grandi regni che vivranno felici per settantun anni. Di seguito verranno diciotto anni di guerre e cataclismi... Quindi, i popoli di Agharti usciranno dalle loro caverne sotterranee ed appariranno sulla superficie della terra.
E nell'ultimo paragrafo, alla luce di un'attenta lettura, Óscar Uzcategui scoprì che Melquisedec forniva una data ed alcuni dati molto precisi della sua profezia. Vediamo:
La profezia fu scritta dal Signore del Mondo nell'anno 1890. Perciò, quando Melquisedec dice “nell’arco di cinquant’anni non ci saranno più di tre nuovi grandi regni”, ci sta parlando del 1940, cioè, della seconda guerra mondiale.
Apparvero di seguito tre grandi regni nuovi: Europa, Russia (U.R.S.S.) e Stati Uniti d’America (U.S.A.). Quindi dice che “vivranno felici per settantun anni”. Il che significa: 1940 più 71, uguale a 2011. Ed a questo anno fatidico seguiranno “diciotto anni di guerre e cataclismi”
Così ci dice che siamo alle porte di un conflitto mondiale che avrà conseguenze orribili, mai viste, e che avrà una durata di 18 anni: dal 2011 fino al 2029.
Ci sarà successivamente una rigenerazione ed incomincerà un nuovo ciclo, però non senza che prima ci sia un’involuzione ed una distruzione, come dicono tante profezie e religioni del mondo.

Juan Segundo

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Le foto sono tratte dallo stesso sito Vopus





4 commenti:

  1. Sono sempre un po' scettico riguardo le profezie e la loro interpretazione. Penso che spesso, soprattutto se scritte in epoche antiche, o in contesti diversi dal nostro, facciano riferimento a simboli ed esoterismi estranei al nostro immaginario collettivo, quindi noi adattiamo concetti di un'altra cultura o epoca ai nostri... Un po' come chi cerca simboli nella lunghezza e nell'altezza della piramide di Cheope, però calcolandoli in metri... come se gli antichi egiziani avessero avuto il metro come unità di misura.

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    1. la tua osservazione sulla piramide è esatta e sagace! anche se la misura è comunque sempre quella, che la si misuri in metri o piedi o pollici o quel che è.
      L'uomo ha bisogno di certezze per natura, quindi si agrappa a qualsiasi cosa, che sia una profezia sulla fine del mondo o sui sondaggi di grillo. Però su alcune cose si può dare più credito (non parlo nelo specifico di questa!). Ad esempio sulla data del 2017 come probabile fine di quest'epoca (con o senza fine del mondo) convergono profezie da tutti i secoli, da nostradamus a giorndano bruno a melquisedeq a perfetti sconosciuti.

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  2. Non si tratta di credere a misteriose streghe o simili, il problema è che alcune profezie fatte si sono avverate in epoche diverse,negare simili eventi è un poco nascondere la testa sotto la sabbia. Il vero problema è che le premesse ci sono tutte....

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    1. Ciao, Marco! Mi sembra strano rimettere mano al vecchio blog, anche se mi fa piacere che qualcuno sia arrivato sino a qui attraverso (penso) le ricerche su google. Ti devo confessare che non bado più a queste cose: profezie, indovini e santoni (con tutto il rispetto per loro e per chi crede in loro). Così come ho smesso di interessarmi ai complottisti/complottismi (non che prima ero preso da queste cose!) La fine del mondo arriverà quando vorrà e dovrà e io non posso farci nente di sicuro, quindi perché arrovellarmi il cervello che invece posso occupare con cose più piacevoli e interessanti, almeno dal mio punto di vista? A prescindere da tutto ciò, ognuno è libero di credere a tutto ciò che vuole, di fare tutti i calcoli che ritiene giusto fare e di vivere la propria vita con tutte le aspettative che ha e si è fatto; l'importante è che la sua vita sia felice e appagante. Tanti auguri per la tua ricerca intellettuale e spirituale!

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