Questa è una, ma: 1. devi essere un principe; 2. avere le amicizie giuste e una rete RAI a disposizione; 3. avere una faccia come il... diciamo una faccia tosta. A questo punto puoi fare quello che vuoi, anche scrivere un libro che tutti compreranno (perché è bello poter mostrare con orgoglio la costola di (omissis) scritto da (omissis) tra quella di Io sono leggenda e quella de Il barone rampante; perché sicuramente sarà quella che tutti noteranno), ma che quasi nessuno leggerà.
Oppure devi avere un amico che è amico di uno che viene pagato da una grossa (o anche piccola, il concetto non cambia) casa editrice per segnalare roba che la gente potrebbe comprare, a prescindere da chi e di cosa scrive. E lì, se l'ammanigliamento è di quelli giusti, ci potrebbe scappare la spintarella.Oppure potresti scoprire che, che so, il padrone della mondadori-feltrinelli-einaudi è immischiato in un losco giro (sì, lo so che non è un'ipotesi ma la realtà!, ma facciamo finta) e scatta il ricattino. Ma questa possibilità è già più complicata, a meno che non siamo in un libro di Le Carrè.
Oppure... oppure si può fare diversamente. Il famoso passaparola, che vale sia per i libri cartacei che per quelli che vivono solo nell'etere e nei cavi coassiali che mandano e ci portano la linea internèt.
E a questo punto scattiamo noi. Scriveva Alex nella sua risposta al mio commento al suo post linkato (che detto così sembra complicato, ma non lo è): Io sono restio a far segnalazioni, perché non vorrei creare il solito circolo "io faccio un favore a te, tu fai un favore a me". Però quando le iniziative sono lodevoli e di qualità, sono il primo a far loro promozione.
Ecco, il discorso delle segnalazioni. Come avete potuto notare, ho preso sempre più spesso a fare segnalazioni di ebook, anche di pochissime pagine, che leggo in rete. Ebook di gente mai sentita nominare, ma che ha avuto il coraggio di far editare i propri lavori da Kult virtual press, Ebook Gratis, Scheletri, Edizioni Scudo, Lulu e chi più ne ha più ne metta (e se ne avete da segnalere, fatevi sotto). Tutti posti dove non paghi niente per far conoscere i risultati delle tue notti insonni e dei tuoi sogni infranti. Tutti posti dove, d'altra parte, chiunque può andare a pescare per farsi un idea di cosa gira in Italia sul versante: mi piace raccontare delle storie e voglio che chiunque le possa ascoltare (leggere).
Certo, tutta questa buona volontà non significa che poi, alla resa dei fatti, siano tutti capolavori o quanto meno siano scritti decentemente. Mi è capitato spesso di trovare roba che sono riuscito a seguire solo per le prime venti righe, poi ho schiacciato il tastino sinistro del mio Cybook e sono tornato al menu indice, con la ripromessa di liberare quanto prima un po' di memoria dal dispositivo.
Però l'editoria virtuale è un'opportunità, per chi scrive e per chi legge. Non è un ripiego rispetto alla carta stampata, anzi può essere una scelta alternativa importante.
E' chiaro che qui non sto prendendo in considerazione il discorso economico: chi vuol fare della scrittura un mestiere deve prendere altre strade, magari quelle un po' surreali del cappelletto di questo post. Oppure può dare in vendita ad un prezzo simbolico o per lo meno accessibile le sue cose. Ma su questo argomento non sono preparato, perciò per non fare brutte figure lascio la parola ad altri, se lo vorranno.
E così io continuerò a leggere e a segnalare, a scoprire belle storie (almeno per me!) e ad invitarvi ad andarle a linkare.
Perché così come la storia non si fa solo con Napoleone, Cesare Augusto e Berlusconi, ma anche col popolo delle Cinque Giornate di Milano che insorge in armi contro gli odiati austriaci (non me ne voglia il buon von Girola!), e che non ha un nome preciso, ma è solo 'il popolo milanese', allo stesso modo ci sono Pavese, Calvino, Poe, Dick e... mettete un nome voi, uno che conoscete, che è bravo davvero, ma che per sfortuna, per scarsi ammanigliamenti, per scelta, ha deciso di regalare le sue storie, o di metterle a 99 centesimi.
Ecco, a me piace leggere Dick e Pavese allo stesso modo come leggo i racconti del misterioso sig. X che di giorno magari fa il cartolaio (un mestiere a caso, eh!) o il bancario (altro mestiere scelto a caso!) e di sera scrive di strani fenomeni paranormali o di lupi un po' particolari.
E questo spiega anche cosa c'entrano le Cinque Giornate di Milano e l'editoria virtuale del titolo.
Infine un sogno: mi piacerebbe, e spero proprio di arrivarci, di poter ospitare nel mio blog lavori di persone che amano la scrittura e non hanno la minima idea di come rendersi visibili al vasto mondo della rete. Vorrei poter fare in modo che questo garage si riempia di milanesi alle Cinque Giornate della letteratura, dove il nemico da battere veste i panni di colui che è alla ricerca solo di chi gli farà vendere 100 mila copie in prima botta; di chi colui che chiede 6mila euro (questa è vera! purtroppo) ad un ragazzo che gli invia un romanzo che è da rifare completamente (l'ho letto) e gli assicura che venderà bene. E se poi la qualità non è eccelsa, pazienza, abbiamo letto dentro al sogno di qualcuno senza che questo abbia dovuto spendere 6mila euro.
Per oggi mi sembra che possa bastare così.
Quando la penna... uccide!
TIM
Aggiunta postuma: rispondendo ai vostri commenti, ho fatto caso di aver dimenticato di segnalare il blog del buon Glauco che ha tutta una pagina dedicata a coloro che pubblicano ebook gratis, che siano case editrici o singoli blogger.
TIM
Ottimo discorso e ottima iniziativa, la tua.
RispondiEliminaCredo però che i casi come il tuo di persone interessate a cercare e proporre anche al di fuori dei soliti canali siano una rarità. La mia esperienza di anni come scrittore di ebook mi ha convinto che un libro prodotto e distribuito (come ebook o come carta) senza una società in grado di proporlo e pubblicizzarlo al grande pubblico finirà sempre per essere letto da non più di un 50, 100 persone.
Vendere qualcosa da soli, poi, è ridicolo. Io ho fatto una prova del genere e ho venduto 1 o 2 copie a qualche amico fedelissimo. Per vendere devi fare marketing e avere un target... tutte parole che a noi fanno a dir poco rabbrividire. Insomma, io ho lasciato perdere.
Considera poi che anche l'editoria "grossa" è in fin di vita. Non è come vendere qualcosa in un settore dove bene o male tutti vendono e sopravvivono. Vendere libri vuol dire investire in prodotti che generalmente sono difficilissimi da smerciare, e dove spesso l'editore si rifà dell'investimento non grazie ai soldi dei clienti (che non esistono) ma chiedendo agli stessi autori di pagare per i propri libri.
Insomma, a noi poveri rivoluzionari autoprodotti rimangono le briciole di un qualcosa che già di per sé funziona poco e male. L'unica strada per valorizzare un testo valido per me è affidarlo a uno dei pochi editori degni di questo nome... e purtroppo solo raramente si decide di puntare su qualche autore nuovo e su testi differenti.
Simone
@ Simone: grazie per la dotta disquisizione (senza ironia!). La mia iniziativa, se riuscirò a portarla avanti, è finalizzata proprio a dare visibilità (forse neanche i miei stessi racconti sono stai letti da 50 persone) proprio a quelle persone che non hanno nemmeno internet o non sanno come funziona la cosa. Nè io sono in grado di fornire loro un servizio di pubblicazione decente: un minimo di editing, una semplice impaginazione PDF, una copertina con foto rubata da internet e via. Solo l'essenziale, insomma. Perchè a me interessa l'essenziale: che ognuno abbia la possibilità di raccontare la sua storia. Quali saranno poi i risultati, si vedrà; per ora sono alla ricerca di 'scrittori'.
RispondiEliminaTemistocle
<diversi anni fa, ( molti di più di quanti a me faccia piacere ammettere) provai nel mio minuscolo piccolo, a pubblicare dei racconti e dei fumetti di giovani esordienti, su delle Fanzine Cartacee.
RispondiEliminaL' idea mi piaceva, ed io allora ero molto più ingenuo di quanto sia adesso.
Posso dire però che l' esperienza fu disastrosa principalmente per due motivi: la scarsità qualità di molto materiale proposto come primo elemento ed una fastidiosa atteggiamento da parte di molti presunti lettori.
Mi spiego meglio, date ad un Italiano qualcosa di autori sconosciuti da comprare, anche a prezzi irrisori, e l' Italiano medio, la eviterà come la peste, dategli la stessa cosa gratis e l' Italiano medio ci si fionderà come le cavallette.
Date ad un italiano un qualcosa inutile ma alla moda ed allora ed allora "dovrà" averlo, chiedetegli d'investire sulla cultura e sui giovani (intesi come giovani autori) e vi guarderanno come appestati.
Triste ma è così.
@ Nick: beh, la mia idea è di proporre tutto gratis (e non potrebbe essere diversamente. Quanto alla qualità, certamente farò una cernita, per non far scendere sotto un certo livello. Speriamo piuttosto che qualcuno venga a sapere dell'iniziativa.
RispondiEliminaTemistocle
Se la farai, io sono disposto a darti una mano, a pubblicizzarla e\o a pubblicare di tanto in tanto dei raccontini sul mio Blog.
RispondiEliminaDel resto la passione quando c'è c'è.
Provare a vendere le cose da soli non è (non più) ridicolo, nonostante quel che sostiene il Navarra.
RispondiEliminaOvvio che si deve partire da una bacino di utenza importante.
Prendiamo, che ne so, Malpertuis o Strategie Evolutive. Due blog molto stimati e dal valore contenutistico assoluto. Sono certo che se commercializzassero un ebook autoprodotto, magari un saggio, venderebbero mica male. Sicuramente più di qualche micragnoso piccolo editore svogliato.
Del resto in questi mesi ho conosciuto per via epistolare scrittori autoprodotti americani, inglesi, scozzesi, che hanno fatto della loro passione un vero e proprio secondo lavoro. Magari non diventeranno mai Ken Follett, ma penso che guadagnare 400-500 euro al mese vendendo ebook sul proprio blog sia una cosa davvero bella.
Magari ci arriveremo anche noi in Italia, prima o poi.
Una certa maturazione la vedo.
Poi dipende a chi si punta.
A me va benissimo essere un autore di nicchia, con un pubblico di riferimento di, che ne so, 500 persone.
Se si vuole piacere a tutti e comparire tra le recensioni de "Il corriere della sera", va da sé che la strada da prendere è un'altra.
@ Nick: grazie dell'appoggio 'logistico'. Se dovessi avere qualche cliente (non pagante), ti chiederò di ospitarlo anche sul tuo blog.
RispondiElimina@ Alex: è proprio quello che penso. L'autoproduzione è molto più vantaggiosa della strada classica di pubblicazione, sempre che non se ne faccia un discorso (esclusivamente o soprattutto) economico, ma si voglia puntare anzitutto a far conoscere le proprie idee. E' chiaro che se si vuol proporre un prodotto anche esteticamente godibile bisogna saper fare alcune cose essenziali quali impaginazione, copertine, capirne di font più o meno leggibili dai vari dispositivi, ecc., tutte cose di cui io non ho la minima idea. Ma proprio il fatto che non sapendo fare niente di tutto ciò sono in grado di mettere in libera lettura le mie cose (per quel che possono valere) vuol dire che chiunque può "pubblicare". E poi comunque ci possono essere amici e amici degli amici che una mano la possono dare anche in questo. O si può ricorrere agli editori digitali gratuiti di cui sopra. Come si vede il campo è vasto e chiunque ci può entrare senza spendere una lira.
Temistocle
Io sono un po' pessimista in materia, vista anche la scarsa propensione dell'italiano medio a leggere e ancor meno a spendere su ciò che si può utilizzare solo come lettura (libri cartacei NON scritti da personaggi dello showbiz, ebook, etc.)
RispondiEliminaComunque, approvo in pieno la tua iniziativa e magari fra qualche mese ti chiederò un piccolo favore... ;-)
@ Ariano: sempre a sua disposizione! Capisco le tue osservazioni e penso anch'io che si vada sempre verso il peggio, specie se come me hai a che fare con decine di bambini (e purtroppo anche insegnati!) al giorno che non sono capaci di chiederti in un italiano anche un po' corretto quello di cui hanno bisogno! Però se ancora c'è qualcuno, e sono convinto che ci sia, che ama scrivere o leggere, ogni iniziativa è benvenuta. Non voglio dire che io risolverò il problema del rapporto tra chi vuole scrivere e chi vuole leggere, magari alla fine non si farà vivo nessuno e tutto finirà in una bolla di sapone, ma dare una possibilità penso sia un dovere. Le mie segnalazioni, poi, servono anche a dare visibilità a tutte quell case editrici digitali che si impegnano in questo settore. E ora che mi viene in mente, avrei dovuto citare la pagina dedicata agli ebook gratis di Glauco. La vado ad aggiungere subito in coda al post.
RispondiEliminaTemistocle
@Alex: e perché proprio io dovrei farti da menagramo? Ti auguro di riuscirci!
RispondiEliminaSimone
Chiederò anch'io asilo, se me lo permetterai... Quello che abbiamo libero da vincoli derivati da diritti d'autore vorrei proprio metterlo in rete. Ho impaginato qualche e-pub, il mese scorso: se provo anche a mettere la copertina, dovrei essere a posto (il mac facilita parecchio, in questo). Mi piacerebbe pubblicare anche il racconto che ti ho mandato, se per te va bene...
RispondiEliminaA presto,Tim.
Nadia
@Simone: più che il sottoscritto, c'è già chi ci sta provando e riuscendo.
RispondiElimina@ Alex e Simone: benvenuti nel salotto del mio garage!
RispondiElimina@ Nadia: per quel poco che riesco a fare sono a tua disposizione. Ci sentiamo in privato.
Temistocle
Potrei segnalarmi come partigiano del web per ardue battaglie, la storia delle cinque giornate mi intriga, chi è che guida la rivolta?
RispondiEliminaSaluti, all'appello grido presente!!!
@ Mark: io la farei guidare anche al von Girola (per una questione se non altro di vicinanza geografica, così la sera potrebbe tornare
RispondiEliminaad aggiornare il blog), ma non so da che parte della barricata starebbe!
Temistocle
@Alex: ma parli di autori italiani? In caso mi indicheresti qualche nome? Se parli di stranieri sono realtà che non conosco, sicuramente l'inglese e' un vantaggio.
RispondiEliminaSimone
Ahò a rivoluzionari! :D
RispondiEliminaRicordatevi di avvertirmi quando partite per la guerra.
Da che parte starebbe Alex? Ma non vedete che quel Cyborg dieselpunk asburgofilo si sta bevendo il caffe con Radetsky ? XD
Ciao TIM,ciao Alex!
@ Nick: non pensavo che un accostamento venuto fuori per caso suscitasse commenti così entusiastici! si vede che noi italiani abbiamo nel sangue l'idea di ribellarci, o che abbiamo molte cose per cui farlo! (mi sa che è la seconda che ho detto!)
RispondiEliminaTemistocle