C'è un'etichetta tra le mie che recita: scrittori emergenti. Ma se notate nelle etichette a questo post NON c'è questa. Segno che, ormai, non considero più Alex uno scrittore emergente. Lui come altri vicini di cella nella blogosfera.
Così come, d'altra parte, non esiste un'etichetta che reciti: recensione o critica. Proprio perché io non scrivo recensioni e non sono un critico letterario. Io leggo solamente.
Ora, capita che ho letto La nave dei folli e ve ne voglio parlare. Naturalmente lascio le recensioni di questo racconto lungo a chi le sa fare, vedi l'ultima che ho letto di Angelo Benuzzi. Io mi limiterò, quindi, a parlarne da lettore.
C'è da premettere che questo La nave dei folli è il seguito de Il treno di Moebius, che sono a loro volta i primi due episodi de Il Trittico di Mondo Delta.
E c'è da premettere ancora che il primo episodio del trittico non mi era piaciuto più di tanto. Non so per quale motivo, forse una mia lettura frettolosa, ma mi era sembrato che, benché la materia e la forma ci fossero tutte, Il treno di Moebius era come scritto in fretta, o meglio, per essere precisi, c'era troppa carne al fuoco: pareva che i vari generi (orrore, fantasy, azione, ecc.) fossero troppo mischiati.
Ora però, questo La nave dei folli mi ha fatto ricredere e alla grande, e mi ha fatto rivalutare anche il primo episodio. Approfittando della domenica ho dato fondo al racconto e devo ammettere di essere saltato più di una volta dal divano dove comodamente poggiavo le terga.
Non solo il racconto mi ha acchiappato sin dall'inizio, ma è un crescendo di azione e colpi di scena. Pare che Alex abbia fatto andare la fantasia a briglia sciolta che più sciolta non si può. Mi è sembrato di rileggere alcune pagine di RS33, una novel action-horror (come la definisce lui) di qualche tempo fa che mi era veramente piaciuta.
La bellezza di questo testo sta proprio nell'aver saputo trovare la quadra a tutte le trame della storia: dalla storia mainstream, se vogliamo, di un gruppo eterogeneo che parte alla ventura ognuno col suo motivo più o meno nascosto, alla scoperta (già anticipata nel precedente episodio) di una porta temporale e di un mondo... al di là di quello che si potrebbe immaginare! Non dico di più perché la sorpresa c'è e deve restare tutta. In alcuni momenti, per le atmosfere create, mi è tornato alla memoria anche un bellissimo libro di Bob Silverberg, Base Hawksbill.
Insomma, questo lavoro mi ha dato la conferma che Alex Girola sia uscito dall'incerto mondo degli scribacchini per entrare a pieno titolo i quello degli scrittori. E mi ha dato anche la convinzione che la vera scrittura non è appannaggio di chi si ritrova il nome su un tomo di 2-300 pagine per 20 euro di spesa, ma va al di là del prezzo, della carta su cui è stampata e di un codice ISBN.
E visto che mi trovo, due righe anche sulla nuova avventura letteraria di Alex: Racconti autoconclusivi, ma legati da continuità. E' proprio di oggi l'uscita di Chernobog avarija (1): La mossa dell'alfiere, il primo della serie. Si legge in un attimo, sono appena 15 paginette, ma regala momenti di azione più che soddisfacente, oltre ad inserire la storia in un quadro misterioso e fantastico, con esseri che sicuramente hanno poco di questo mondo. Vi lascio comunque alla lettura dell'ebook per il vostro divertimento personale.
Chiudo con un saluto: a Carlo Fruttero, in ricordo delle tante ore passate in compagnia dei suoi libri, di quelli scritti con Franco Lucentini e di tutte le antologia di SF curate dai due bricconi della letteratura italiana.
TIM
Già solo il fatto di vedere il mio nome affiancato a quello di Fruttero, beh, mi fa venire un brivido!
RispondiEliminaGrazie per le belle parole, davvero. "La nave" è un romanzo breve su cui ho speso impegno, soprattutto per renderlo il più professionale possibile, grazie a Luca, Elena e Germano che mi hanno aiutato a rifinirlo.
Sono andato a briglie sciolte con la fantasia, a volte senza sapere esattamente dove fermarmi e... alla fine mi sembra di aver creato qualcosa di carino.
Grazie anche per "l'obolo", mai scontato ma chiaro indizio del fatto di onestà intellettuale.
Questa, te lo assicuro, è ancor meno scontata...
@ Alex: ti bannerò per sempre dal mio blog per aver nominato "l'obolo"! a parte gli scherzi eri stato tu stesso a dire (giustamente) che era il modo tangibile di dimostrare che il libro era piaciuto. Quindi quello, più qualche parola in un post mi sembra che vadano bene. Quello che ho scritto è tutto vero, anche se non so usare le parole "importanti" di altri, ma le mie te le sei meritate tutte. Quanto all'accostamento a Fruttero, è stato ovviamente un caso. Se scrivi qualcosa d'altro, fa' che ne possa parlare il 2 febbraio: è l'anniversario della morte di Philip Dick... non so se mi spiego!
RispondiEliminaIl blogger-esistenzialista TIM
Bella rece fratello, bella ed onesta.
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RispondiElimina"C'è un'etichetta tra le mie che recita: scrittori emergenti. Ma se notate nelle etichette a questo post NON c'è questa. Segno che, ormai, non considero più Alex uno scrittore emergente. Lui come altri vicini di cella nella blogosfera."
RispondiEliminaSono d'accordo. E, per esteso, credo sia ormai tempo di affermare l'identità e il valore degli autori che si stanno facendo conoscere nella blogsfera. Io ho incominciato a farlo, nella pratica, anche in questo: a lezione, invece di citare i soliti contemporanei, ho preso a riferirmi ALLO STESSO MODO ad Alex, come a Germano Greco, come per altri aspetti all'operato di Marco Carrara o di Angelo Benuzzi o Davide Mana o Chiara Prezzavento o Diego Bortolozzo, come esempio di quello che SI FA in Italia per la narrativa e editoria (e promozione, e divulgazione...) di genere. Che si fa da PROFESSIONISTI. Un passo importante per non essere più dilettanti è, mi pare, smettere per primi di porsi come tali, perché DI FATTO autori come Girola NON LO SONO. Non sono più la distribuzione o l'editore a fare la differenza: il distinguo è nel risultato. E Girola, oltre ad essere una robusta penna, dimostra di essere anche un buon divulgatore e attuatore di strategie editoriali. Ormai è una questione di consapevolezza.
P.s. pardon per i precedenti commenti cancellati ma avevo dimenticato alcuni nomi cui tenevo e fatto qualche errore di battitura :-)
@ Alessandro: penso di poterti ringraziare a nome di tutti quelli che hai nominato, non per un senso di immodestia (da parte loro), ma perché è così che si manda avanti la baracca. Ognuno per la sua parte, con onestà e consapevolezza, bisogna fare divulgazione. Non "pubblicità", perché non si tratta di vendere un prodotto (magari alla fine anche quello), ma di mostrare un mondo e un modo nuovi. Anche questa è letteratura. Giustamente affermi: "Un passo importante per non essere più dilettanti è, mi pare, smettere per primi di porsi come tali "; non si tratta, a mio modo di vedere, di autocompiacimento o protervia intellettuale: di fronte a certi risultati bisogna solo dire la verità. Ora, non è che 'La nave dei folli' sia il nuovo 'Necronomicon', ma è un lavoro fatto come si deve, con tutti i crismi. Sicuramente manca, per il momento, quel "quid" che renderà Alex (un nome per tutti) un 'nome che resterà sui libri', ma tutti gli Asimov e Arona del mondo e della storia hanno iniziato da qualche parte. E' la stoffa che bisogna riconoscere in queste persone, la possibilità di arrivare. In filosofia si distingue la "potenza" dall'"atto"; cioè la capacità intrinseca di porre un'azione dall'azione stessa; allo stesso modo bisogna riconoscere che ci sono persone che hanno in sé la capacità di fare il salto. E questi lavori ne sono la prova.
RispondiElimina@ Nick: quello che ho scritto è la verità, almeno dal mio punto di vista. In certi momenti mi ha veramente stupito. Il finale forse ha qualche piccola pecca, ma si vede che lancia la corda all'ultimo episodio.
RispondiEliminaConcordo con Ale Forlani.
RispondiEliminaLa nomea di "scrittore emergente" sapeva un po' di muffa, dopo una ventina di ebook pubblicati :)
Alla fine è giusto andare orgogliosi di quanto stiamo facendo, senza mai montarci la testa. Se i nostri nomi non compaiono su carta o su qualche portale irreggimentato, beh, non importa!
Seguo McNab con un certo interesse anche visti i millemila progetti che escono dal suo blog e trovo i suoi scritti davvero piacevoli.
RispondiEliminaScaricato anche questo e messo in coda di lettura, ma visto il consiglio lo metto un filino più in alto per priorità! Grazie.
P.S.: Sto raccogliendo il tuo racconto a puntate in un pdf da mettere sull'ebook e appena ci ho il tempo (madonnamia) ci darò una letta ;)
@ Eddy: se vuoi ti passo direttamente il pdf dei due racconti che ho rilasciato. Anzi ce n'è già un altro che dovrei mettere a breve (che andava in una raccolta della Pyra che non si farà più), ma sto aspettando di terminare una cosa di... mah! non dico altro! comunque se vuoi i pdf dimmelo.
RispondiEliminaMa voglio dire! Io sto facendo la faticosissima operazione del copia-incolla e tu mi dici solo adesso che hai tutto già lì bello e pronto?!
EliminaMa certo che li voglio, subito!!
Tra te, McNab, Geta e altri ho da leggere per almeno 3 secoli, coi miei tempi... ;)
Grazie BVPNZT!
recupero il tuo indirizzo e te li mando.
EliminaBVPNZT
Concordo con te, soprattutto quando dici che Alex non è più uno scrittore emergente. Trovo, anzi, che quello che stia facendo sia molto importante, che sia il futuro. Perché dimostra quello che tu dici benissimo: non c'è bisogno di passare per il "meravigliosomondo" dell'editoria nostrana e far pagare venti euro per meritarsi l'appellativo di scrittore. Alex lo dimostra sul campo, col gradimento che incontra e con quello che muove. Qualcosa ancora da esplorare ma che ha grandi potenzialità. Poi, certo, è perché prima di tutto c'è la sostanza. Ciao.
RispondiElimina@ mitvisier: vedo che siamo un po' tutti d'accordo sul discorso dell'editoria digitale, dell'autopubblicazione ecc.. Il problema è come farlo capire alle migliaia di lettori italiani che non conosco questo mondo. Si tratta, alla fine, di come informare; sul convincere, invece, penso sia un processo più lungo ma dagli effetti duraturi.
RispondiEliminaMolto bella questa tua recensione...
RispondiElimina@ Fra: grazie. ma soprattutto grazie ad Alex per il libro.
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