lunedì 13 maggio 2013

Appunti per un'autobiografia

Non so cosa ho fatto veramente in questi miei (quasi) 53 anni.
E non so cosa direi a chi mi chiedesse: raccontami qualcosa di te.
Forse, dovessi scrivere un'autobiogafia, si ridurrebbe a queste tre parole (e una virgola; è sempre importante la virgola!): Adesso, sono qui.
Lo dico veramente, ci pensavo stamattina in treno, andando a fare un giro a Torino.
Riflettevo su come, se sono qui, adesso, è perché ho fatto tante scelte nella mia vita, spesso anche opposte tra di loro, scelte di vita, scelte intellettuali, scelte lavorative, e alla fine la concatenazione di tutto questo ambaradan, mi ha portato ad essere, adesso, quel che sono. Ma questo non vuol dire che abbia tirato i remi in barca.
Sono stato rilegatore di libri e cartolaro (e lo sono tuttora); facchino e insegnante in una facoltà universitaria. Ho fatto il predicatore itinerante per una chiesa protestante e ho professato l'ateismo più intransigente. E di tante di queste cose ne abbiamo discusso insieme in questi anni in cui ho navigato a bordo di questo blog. E ogni volta ero convinto di quel che dicevo e facevo.
Mi direte che con questo curriculum quanto meno dovrei avere un sospetto profilo psicologico dissociato.
E invece mi rendo conto che c'è un filo conduttore in tutto questo.
Ma di questo ne parliamo un'altra volta, forse domani.
Se non avrò cambiato idea.


tutta la vita... senza mai chiudere una porta...


TIM




 

10 commenti:

  1. Io conosco gente che passa da ingegneria a scrittura a medicina... tu che avrai fatto mai?! :)

    Le scelte ci portano sempre in "luoghi" diversi... l'importante credo sia vivere una vita piena senza rimpianti.

    Be', retorica spicciola a parte... ma cosa insegnavi, all'università?!

    Simone

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  2. Mi piacciono questi appunti :)
    Anche io, come Simone, mi chiedo cosa insegnavi?
    E anche io ho un curriculum molto vario... da venditrice di profumi a consulente aziendale, passando da venditrice di corsi di inglese, operatrice vodafone, segretaria e impaginatrice di libri...

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  3. Mi aggiungo al coro e anch'io chiedo maggiori dettagli su questa tua vita variegata.
    (P.S.: la mia vita è meno variegata, ma anch'io ho le mie apparenti contraddizioni che comunque seguono un filo conduttore).

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  4. @Simone, Ariano, Francesca: ho insegnato liturgia per due semestri in una facoltà teologica per laici (cioè per quelli che si preparano ad insegnare religione cattolica) e ho tenuto un paio di seminari sempre nella stessa facoltà. Ninete di che, come si vede. E dopo quella volta ho promesso a me stesso che non avrei mai più messo piede in un aula (dalla parte di qua della cattedra!) perché pur avendo davanti persone adulte e già con un curriculo di studio alle spalle, l'esperienza è stata frustrante!

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  5. Caspita che vita intensa. Mica come la mia :( Mi hai fatto venire un'idea... mo' vado a scrivere (ok, stasera, dopo il lavoro!).

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  6. Una biografia sarebbe stupenda. Scrivere le scelte fatte, cosa sarebbe accaduto se si fosse fatta una scelta diversa,.. guarda che se la scrivi la leggerò subbbbito!
    Non è perché so impiccione eh o_O

    Questa non la sapevo che hai insegnato all' università!
    Esperienza frustrante per via degli alunni? Gestire gli alunni non è facile.
    Ne avresti da raccontare di robe.

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    Risposte
    1. Non immaginare l'università con aule immense e professori con sotto un braccio la cartella di pelle di Gucci e sotto l'altro l'amante del momento! erano corsi di specializzazione universitaria (nel senso che bisognava avere una licenza di scuola superiore e alla fine del corso di 4 anni si concludeva con la testi e il baccellierato) presso una facoltà teologica. Probabilmente li ho beccati tutti io, ma gli studenti (a parte l'impreparazione generale, anche in materia teologica) erano completamente demotivati in generale e, anche se ho cercato da subito di coinvolgerli nell'attività in aula e fuori, avevano l'idea che quel titolo gli spettava per il semplice fatto che era seduti a quella sedia.

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    2. Ah ecco, quella non la sapevo.
      No beh di solito molti di quelli che vanno all' università, sono suddivisi per
      quelli che han preso voti massimi alle superiori e quindi si ritengono
      i "sotuttoio", poi ci son quelli che sono lì perché hanno genitori che li mantengono, e poi quelli umili.

      Comunque, un' autobiografia potresti iniziare a stenderla.
      Tanto si sa che vivrai ancora altre avventure. La vita è piena di sorprese!

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