lunedì 17 marzo 2014

Il Bene, il Male e la Cabala


La Sephirot
Ancora un appuntamento con Monica Angeli e i suoi appunti sulla Cabala.
Oggi parliamo di bene e male.

Almeno una volta nella vita è capitato a tutti noi di porci la domanda: ma l'universo da quante e quali forze è guidato?
E poi queste forze dove si trovano: dentro o fuori di noi?
Per rispondere a queste domande ci viene in aiuto la Kabbalah.
Essa ci dice che la forza è una sola, quella del bene, e si chiama: Creatore.
Il nostro modo di percepire ciò che bene e ciò che è male deriva dal nostro credo religioso, dal mondo che ci circonda, così come da quello che ci ha inculcato la nostra famiglia. Ma se continuiamo a porci domande significa che la nostra conoscenza è superficiale.
Allora la Kabbalah (che significa proprio: insegnamento, rivelazione) ci aiuta ad approfondire l’argomento permettendoci di addentrarci in questi concetti carpendone l'essenza stessa.
Il Creatore, dice la Kabbalah, è l'unica forza esistente, forza benevola che circonda il nostro mondo; che guida la natura sia animale che vegetale, in modo molto rigido, costringendola a seguire le sue leggi con assoluta precisione. Essa, infatti, diversamente dall'uomo, non è dotata di libero arbitrio.
L' essere umano invece ha la libertà di scegliere come comportarsi in relazione a sé stesso, all'ambiente , alla società, ecc. . Per questo motivo, spesso non risponde all’Amore del Creatore con lo stesso tipo di amore. Quest’abuso della libertà allora è causa primaria di separazione dal Creatore ed ha perciò bisogno di correzione.
Per comprendere come tutto è guidato da un'unica forza, quella del bene, basta pensare che anche la separazione è creata da Dio, e diventa un modo per risvegliarci. Infatti noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, quindi ogni cosa di noi, ogni azione, deve essere somigliante e simile a Lui; un atteggiamento diverso invece ci renderebbe differenti e distanti e la distanza non permette di ricevere la spinta dall'alto che ci permetterebbe di ascendere.
Il male esiste, ma non è una forza.
Esso sta dentro di noi, alberga nel nostro cuore. Più ci si avvicina a Dio e più si entra in quegli stati chiamati mondi spirituali, o sensazioni del Creatore, e nella stessa misura in cui entriamo in questi stati, sperimentiamo la gioia e la bontà.
L'autocorrezione deve avvenire a livello del cuore. Il cuore è il deposito di tutti i desideri che il più delle volte sono di natura egoistica, e anche se ci sono geni e comportamenti altruistici negli esseri umani e negli animali, le buone azioni derivano da una sorte di auto interesse. Ciò significa che una persona non ha alcuna capacità di fare del bene autonomamente, ma ha bisogno di ricevere energia dall'alto. Questo processo è chiamato metodo di ricezione Kabbalah.
Partzuf

Questo metodo crea nella persona un punto di contatto con la forza superiore: si riceve energia da quella forza e ci si innalza, perché da soli non ce la potremmo fare.
Il cuore contiene al suo interno un punto, una piccola scintilla. Esso è il punto del Creatore dall'alto, quella scintilla che ci spinge dall'alto verso la spiritualità. Ma si tratta soltanto una spinta, che non ha la potenza di farci salire; tutto il resto dipende da noi.
Se saremo in grado di raggiungere questa forza superiore, oppure di ripristinare la connessione con le forze superiori che ci correggono, solo allora diventiamo speciali.
Noi non disponiamo di poteri magici né di mezzi per salvarci, ma se direzioniamo quel punto nel cuore correttamente, allora riceveremo queste forze dall'alto, tanto da creare, secondo la Kabbalah, da quel punto nel cuore una cosiddetta Partzuf o le dieci Sephiroth o l'anima. *
Quindi quell'anima, quella parte che è stata formata, può finalmente ascendere con la persona nel mondo spirituale.


Juan Segundo

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* Diciamo, per ora, che questi tre termini siano equivalenti. Nei prossimi articoli, Monica spiegherà le eventuali differenze.

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