sabato 23 ottobre 2010

Prometeo e la guerra - 1935

Finora non vi avevo mai parlato, nelle riflessioni 'di pancia' sulle mie letture, di un libro 'che non c'è'. Niente paura, non c'è nessun mistero da svelare, quindi non vi aspettate giornalisti, guardoni e osservatori del cielo notturno. E' un libro 'che non c'è' in libreria, che non trovate cioè, almeno per il momento, sui normali scaffali. Potete però scaricarlo gratuitamente qui oppure, se siete amanti dell'odore e del fruscio che fa la carta, comprarne una copia in copertina morbida qui. A questo punto, se avete già linkato (che brutta parola! come si potrebbe dire in italiano?) avrete capito che sto parlando di uno dei lavori di Alex 'Von' Girola: "1935".
E' il primo volume di una trilogia 'ucronica' (che vuol dire che succede qualcosa in un determinato periodo storico, ma, senza forzare troppo la mano, in modo plausibile e coerente, i fatti si svolgono in maniera diversa da come sono realmente andati) che ha come protagonisti, oltre al professor Enrico Raddavero, genovese in missione a Milano, tra gli altri anche i Prometei, esseri assemblati da cadaveri che hanno dato un forte contributo alla vittoria dell'esercito di un Impero Centrale che Alex ha trovato su qualche carta geografica (ma da quale libreria si serve?).
Dopo aver celiato un po', ora veniamo alle cose serie.
"1935" è un libro, un libro serio. Un libro che dice qualcosa di sensato, che ha alle spalle un lavoro enorme di ricerca delle fonti (provate ad andare sul blog di Girola dei mesi scorsi e troverete decine di post di 'preparazione' su macchine da guerra, studi scientifici e storici e quant'altro), che ha un incipit da thriller storico coi controfiocchi, una trama che non lascia spazio alle pause  e non risparmia i colpi di scena -a pagina 139 ce n'è uno da far sobbalzare dalla sedia. E il bello è che tutto quello che ci scorre sotto gli occhi appare più che credibile, quasi normale. L'intreccio fila senza sbavature e alla fine ti dici: però, e se fosse andata davvero così? perché l'Impero che Alex 'il prussiano' descrive, sembra quasi di toccarlo con mano per come è raccontata la vita quotidiana, i luoghi storici (città, campagna), i personaggi e i mezzi di trasporto. Il buon McNab Girola non si fa mancare niente, neanche una spruzzatina di rosa, anche se il professorino protagonista è timido e non va molto in là (è autobiografica la cosa?). E quando arrivi alla fine della storia, ti accorgi che non è veramente finita, perché c'è ancora un bell' 'atlante storico ucronico' di una decina di pagine, a cui è difficile, se non conosci la storia 'vera', non credere. D'altra parte un 'dramatic personae', con tutti i personaggi -reali e inventati- precedeva la narrazione.
Cosa c'è ce non va nel libro? sinceramente, non ho trovato niente che un piccolissimo editing non possa lavare via.
Dicevo prima che "1935" è l'inizio di un trilogia di cui esiste già il secondo volume ("1936"), anche questo scaricabile gratuitamente. Il terzo e ultimo tomo ci è stato promesso come regalo di Natale. Non ho ancora dato fondo a "1936", a causa di un arretrato pauroso di roba da leggere, ma sono sicuro che non verranno meno le premesse e poi voglio proprio vedere dove atterrerà il Marchetti 71 su cui Enrico Raddavero è stato caricato a viva forza.
Una domanda, 'sorge spontanea' come direbbe Lubrano: ma perché Alex (e come lui ne conosco tanti altri, di cui parlerò a breve!) non trova un editore disposto a pubblicare le sue cose? Ma a me va benissimo così.
Dottor Girola, gradirebbe questa? (è una delle mie esecuzioni preferite, insieme a quella di Ella Fitgerald).
TIM

4 commenti:

  1. Bellissima recensione! Grazie mille di cuore :)
    Lieto che lei, dottore, abbia apprezzato il mio libercolo, compresa la parte documentativa, a cui sono particolarmente affezionato :)
    E Von Girola suona proprio bene! Prima o poi lo adotterò cone nickname :)

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  2. Oh, non c'è di che! dovere, solo dovere.
    Temistocle

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  3. Bella rece
    Lo voglio su carta. Alex lo sa :-)

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  4. Più di qualcuno, che conosciamo, merita di farsi vedere sugli scaffali. In fondo però ci va bene anche così: alla fine è tutto gratis!
    Temistocle

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