martedì 12 aprile 2011

Mi cospargo il capo di cenere


rubata da qui
... e faccio outing. Questa volta me la sono andata a cercare.
Nel senso che, nonostante tutte le discussioni e i vostri consigli sul mandare in giro i racconti, sono stato proprio io a spedire una mail a Nadia con allegati due lavoretti che mi sembravano leggermente migliori di Un giorno lungo quarantanni. E la buona Nadia mi ha spedito attraverso lo stesso canale un suo parere su uno dei due: Il metabolismo dei glucidi.
Il quale parere suona così: "Il metabolismo dei glucidi" funziona decisamente meglio (di Un giorno, N.d.A.), ma il finale è basso. Manca il colpo di scena vero e proprio. Conosci la teoria dei sette prologhi e sei epiloghi? Viene usata tantissimo per spiegare i meccanismi della narrativa di genere... Questo era uno dei casi in cui sarebbe stato utile applicarla.
E passa poi a farmi un esempio di come potrebbe diventare il finale se...
Ecco, diciamo che messo così il suo giudizio non è poi tanto male. Anche perché finalmente ho capito una cosa, ed anche di una certa importanza: nella scrittura, come nella vita, non si può improvvisare. Bisogna (anche) studiare. E dire che ho passato quasi trent'anni sui libri a leggere, sottolineare, prendere appunti!
Come dicevo alla mia interlocutrice, finora non ho mai preso in mano seriamente un manuale di scrittura, perché tutti quelli a cui ho dato un'occhiata (in cartaceo o on line) erano dei semplici compendi di ortografia, grammatica e sintassi della lingua italiana accompagnati da qualche suggerimento sul come farsi pubblicare sicuramente un libro.
Ora, immodestamente, penso di non aver bisogno dell'ABC della lingua, perché mi sembra di avere un minimo di preparazione e con un buon dizionario sotto mano da consultare costantemente il gioco è fatto. Quanto ai suggerimenti, ritengo sia tempo sprecato, giacché non ha alcuna intenzione di mandare un manoscritto ad una qualsivoglia casa editrice. 
Quello di cui ho bisogno è invece un testo dove imparare i fondamentali, tipo la teoria dei sette prologhi e sei epiloghi di cui parla Nadia. Ora sicuramente esisterà un libro del genere, e magari l'ho sempre avuto sott'occhio e non ne ho mai approfittato (vero Simone?); comunque vada a questo punto devo e voglio fornirmi del prezioso strumento.
E visto che si torna a scuola, dovrò anche imparare come gestire al meglio questo blog. I più navigati di voi sicuramente useranno formule esoteriche che si tramandano di blogger in blogger tramite riti di iniziazione segretissimi tipo: abbinare la foto al titolo in modo da creare un contrasto o un'assonanza; usare nel post parole chiave tra le più ricercate in rete; non superare mai un certo numero di parole perché dopo un tot l'attenzione del lettore cala; e via di questo passo. Mi sembra che questo meccanismo si chiami SEO o giù di lì. Anche qui, mi devo mettere a studiare. Ho già trovato qualcosa tra gli ebook in libera lettura e dovrò cominciare a darci un'occhiata.
Bene, ce l'ho fatta, ho confessato. L'importante non è il quando di una cosa si prende coscienza, ma il fatto di arrivarci. E penso di esserci arrivato.
Sarà quest'aria di quaresima...
O di primavera!
TIM

Aggiunta postuma: naturalmente DEVO CITARE le lezioncine di scrittura di Glauco che sono già di per sé un testo anche se a puntate e work in progress: una miniera di suggerimenti a portata di mano! Doppia razione di cenere sul mio capo!





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7 commenti:

  1. Io sono la persona men indicata, per dare un consiglio su come gestire un post. Dato che ho appena cominciato a gestire un blog. Sul mandare i propri scritti in giro per richiedere dei pareri, invece, come ben sai lo faccio anch'io.
    Su entrambe le cose posso solo risponderti di continuare a fare quello che ti piace, come ti piace e sopratutto di continuare ad imparare divertendoti da queste cose.
    Ciao.

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  2. Spassiunatamente, come sempre!
    Grazie!
    Temistocle

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  3. Ciao Tim. Io ormai mi considero un non-scrittore, che è una situazione che tutto sommato mi piace di più di quella di autore aspirante/emergente/fallito o come vogliamo chiamare le mie deprimenti vicissitudini editoriali.

    Insomma non so più di che parli... però mi dicono che "il viaggio dell'eroe" è un po' un buon testo per capire come costruire una storia. E i critici ringraziali sempre quando ci parli, ma ignorali quando ci pensi ^^.

    Per dirti un'altra cosa ti mando una mail che è meglio ^^.

    Simone

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  4. Mah, io ho letto solo un manuale di scrittura, e probabilmente ci ho anche capito poco a giudicare dai miei risultati con gli editori ;-P
    Se ti può consolare, neppure io conosco questa teoria dei sette prologhi e dei sei epiloghi.

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  5. @ Simone: non penso tu sia un non-scrittore: se uno ce l'ha nel sangue (come te) resta sempre uno che ha la penna pronta a sparare inchiostro, anche se poi si trattiene all'ultimo momento! Mai dire mai! (vado subito a leggere la mail, grazie)
    @ Ariano: certo ci vuole la predisposizione, la fantasia, ma anche lo studio. A meno che non si sia la reincarnazione di... (ognuno metta il nome che vuole)
    Temistocle

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  6. Io non ho mai studiato alla perfezione una vera strategia per aumentare gli accessi al blog.
    Di trucchetti ce ne sono parecchi, qualcuno anche utile (state attenti alle tag, ai titoli, ai link etc), ma l'importante è avere pazienza e lavorare con costanza sui contenuti del blog.
    Contenuti: ecco la parola chiave.
    Poi occorre avere pazienza. E' impensabile di avere dei risultati sul breve periodo. Ma, tempo un anno o giù di lì, un blog ben curato vedrà crescere esponenzialmente le visite e i lettori.

    Sono andato un po' fuoritema, ma ho così risposto al tuo interrogativo finale sulla gestione dei blog ;-)

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  7. Non sei andato fuori tema. Certamente sono i contenuti quelli che valgono e sicuramente la questione 'blog' è diversa da quella 'scrittura'. Le ho messe insieme per dire che non bisogna lasciare niente al caso e che se finora ho agito secondo alcune modalità, ora devo dare una sterzata, senza dimenticare quello che ho fatto finora. Anche perché a me, sinceramente parlando, non interessa aumentare le visite al blog per puro senso di vanità, ma voglio solo che chi legge capisca quello che dico e possa rifletterci. Se poi invece che 10 sono 100... il mio ego sarà un po' più soddisfatto.
    Temistocle

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