martedì 3 luglio 2012

Alune cose che... so di me (2)

(... continua... )
NG: Bene, dove eravamo rimasti? ah. sì, la scrittura. Tu che sei uno scrittore...
TG: andiamoci piano con le categorizzazioni. Io non sono uno scrittore.
NG: Sì, ho letto tutte quelle diatribe su scribacchini, scrittori, artigiani, ecc... . Io sono un tuo personaggio, quindi tu scrivi, con tutto quello che ne consegue. E senza masturbazioni cerebrali o cose così. Dicevo: tu che sei uno scrittore... va bene, tu che scrivi (sei contento?), a quale autore ti ispiri?
TG: perché, per scrivere bisogna per forza ispirarsi a qualcuno? Io scrivo come mi viene. Che poi il mio modo di esprimermi sulla carta possa somigliare a quello di qualcuno famoso, non sono fatti miei, ma di chi legge. Io non mi preoccupo di queste cose. Quando ho finito un racconto o un paragrafo o una scena, io la rileggo a voce alta; se mi piace il suono che sento, bene; altrimenti correggo.
NG: ma non c'è un autore che ti ispira di più?
TG: ho già risposto prima, ma il fatto che mi piaccia come scrive Simenon, non vuol dire che voglia scrivere come lui. Anche il canguro mi piace come animale, ma non giro per le strade saltando con un bambino nella borsa!
NG: con te certe volte non si può ragionare...
TG: prendere o lasciare!
NG: continuiamo che è meglio. Cosa ne pensi dei gay?
TG: sono categorie che la nostra mente adotta per razionalizzare, ma come ogni realtà non è né buona né cattiva. Esiste l'uva bianca, quella nera, quella fragolina, ecc.. Sono aspetti diversi della stessa realtà. Allo stesso modo esistono gli uomini, le donne, i gay, i transessuali e via dicendo: aspetti diversi dell'essere umano. Finché un uomo (in senso lato) non mi si presenta davanti con una pistola per uccidermi (che poi non vedo perché dovrebbe!) per me può fare quello che vuole nella vita. Sopporto di calpestare lo stesso suolo italico di gente come Berlusconi, Bossi, moltissimi preti e vescovi (ho detto moltissimi, non tutti!), non vedo perché non debba accettare di andare a fare una passeggiata con gente che fa male a nessuno. Quando faccio la fila in posta, non chiedo mai alle persone che ho a fianco se sono gay; ma se qualcuno cerca di passarmi davanti non guardo in faccia a nessuno: caucasico, africano, leghista, gli dico un caloroso: ehi tu, faccia di c::o! chi vuole fregare?
NG: ho capito il concetto. Le donne.
TG: In che senso?
NG: cosa pensi delle donne.
TG: ma che cavolo di domande fai? Mi piacciono se sono belle. Anzi ti rispondo con i versi di Cecco Angiolieri: Si fosse Cecco com'i' sono e fui, - torrei le donne giovani e leggiadre: - le zoppe e vecchie lasserei altrui. Ti sembro troppo cinico?
NG: no, però così non ci fai una bella figura! Così facendo vorresti dire che le donne sono solo il corpo che hanno?
TG: senti, se mi trovo davanti una bonazza bionda simil svedese e un catorcio che starborda lardo da ogni piega, è normale che l'occhio cade sulla prima! Sfido chiunque a dire il contrario; in quel caso propenderei per aspetti di perversione. Se poi parlando insieme, scopro che il catorcio è una persona intelligentissima, sensibilissima e tutti gli altri issimi che vuoi, naturalmente cercherò la sua compagnia. Ma non mi puoi dire che tu (che tra l'altro sei siciliano!) preferisci di prim'acchitto il catorcio alla bonazza!
NG: anche messa così, la cosa non ti fa onore! specie a te che dici di essere di sinistra!
TG: a quest'aspetto non siamo ancora arrivati, quello politico, dico. E comunque non si tratta di fare onore. Nell'antica Grecia, i personaggi importanti avevano tre donne: la moglie ufficiale, quella che portavano in rappresentanza quando andavano alle feste, quella intelligente e bella, da far vedere per fare bella figura, insomma; poi c'era quella che badava alla casa, capace di risolvere ogni problema pratico; e alla fine c'era quella con cui fare figli, sana di corpo e di mente e capace di crescere la prole come si deve. Oggi come oggi sarebbe impossibile una cosa di queste, anzitutto per il divieto della legge, e poi perché economicamente dovresti avere i soldi di un emiro.
NG: continui a darti la zappa sui piedi! per te, allora, le donne sono oggetti da spostare a tuo piacimento?
TG: come sei materiale e insensibile! Le donne, come ho detto nell'altra parte dell'intervista, sono un aspetto della realtà che è l'essere umano! Volevo dire che i nostri punti di vista cambiano con le epoche e le culture. Sempre in Grecia, e nello stesso periodo, esistevano città dove vigeva il potere matriarcale, così come c'erano regimi matriarcali, anche durissimi, in zone dove oggi, sotto la cultura islamica, la donna è costretta a coprirsi completamente davanti ad estranei. Era una convenzione culturale. E qui mi faccio una domanda che tu sicuramente non mi faresti. Te la scrivo su un pezzo di carta, altrimenti non riesco graficamente a dividere la domanda dalla risposta. (pausa)
NG: leggo: qual'è stata la materia di studio che più ti ha entusiasmato e ti ha dato qualcosa durante il curriculum degli studi? che domanda è questa?
TG: non ti preoccupare, sono io che devo rispondere. Sicuramente è stata l'antropologia culturale coi suoi antropos, etnos, kronos e oikos.
NG: e cioè?
TG: ho imparato che ogni aspetto di una cultura deve essere spiegato secondo questo quattro fattori: l'uomo-individuo, l'uomo-collettività, il tempo, l'ambiente-società, che permettono di sezionare una situazione, e contemporaneamente, collegandosi tra loro, ricompongono il quadro unitario e spiegano l'evento che interessa. In altre parole se vuoi sapere perché un africano si comporta in un determinato modo e un brasiliano in un altro, devi capire la loro cultura, personale e comunitaria. Quando negli anni '50 i meridionali arrivavano a Torino e trovavano i cartelli con su scritto: non si affittano appartamenti ai meridionali, il motivo era da ricercare nel fatto che un calabrese, ad esempio, aveva almeno 3-4 figli, cosa inconcepibile per un piemontese puro, che quindi aveva paura di una massa umana che invadeva, spesso, appartamenti concepiti per 2 massimo tre persone.
NG: tu dici che così è?
TG: io dico che così è!
NG: visto che ci siamo: che ne pensi degli extracomunitari o comunque di quelli che arrivano dall'estero?
TG: io divido le persone tra quelli che lavorano onestamente e pagano le tasse e quelli che non fanno né l'uno né l'altro. Se un rumeno viene in Italia a rubare, deve essere rispedito a casa sua e se un italiano fa la stessa cosa deve andare in galera. Andare e starci. Se Maradona, extracomunitario, deve dare tot milioni di euro di tasse allo stato italiano, è giusto che se ne stia a casa sua, visto che ormai è scappato dalle proprie responsabilità; in pratica dovrebbe essere un ricercato per evasione fiscale. Ma se vuole venire a Napoli per una partita commemorativa, che porti tutti i soldi che ci ha rubato non pagando le tasse e poi può fare quello che vuole, pure il bagno a Mergellina nudo! E lo stesso vale per gli italiani che non pagano le tasse: se vuoi stare qui devi pagare, altrimenti il mondo è grande, fila via e non farti mai più vedere e, soprattutto, lascia qui tutto quello che hai!
NG: ma sei proprio arrabbiato col mondo intero!?
TG: non solo col mondo intero, ma con l'universo creato!
NG: a proposito dell'universo creato, credi in Dio?
TG: e se questa la pubblicassimo la prossima volta?
NG: ok, alla prossima.Noi però intanto continuiamo!
TG: certo, allora qual'era la domanda... ?






(... continua...)


TIM

10 commenti:

  1. Ahh ahhh ahhh! Si può dire che non te le mandi a dire, ma che parli chiaro con tè stesso.
    Attendo la terza parte, ben volentieri.

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    1. abbiamo avuto una litigata furibonda con Nino riguardo ad alcune cose di quest'intervista (specie sul fatto che io gli ho detto che lui è siciliano e perciò sulle donne ha le sue idee), e in questo momento è uscito, ma tornerà presto e potremo continuare. Ormai lo conosco e ha bisogno di prendere un po'd'aria, d'altra parte sempre chiuso in quella portineria, poverino!

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    1. ... ecco, come nelle migliori tradizioni scritturali, la terza parte sarebbe a pagamento (sennò che ho fatto salire a fare l'attenzione finora?). Ma visto che io sono buono e voi siete miei amici, al massimo domani l'avrete, devo solo aspettare che Nino Geremicca torni, dopo che ieri sera è andato via sbattendo la porta, come spiegavo a Nick.

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  3. Si vede che hai una mente aperta, che non pone limiti a nulla ma sa crearsi una propria etica.
    E devo dire che questa apertura mentale è una delle cose più interessanti della tua personalità.

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    1. Grazie, seriamente. A volte mi dicono che io rasenti il relativismo, ma non mi interessa. io non metto etichette alle cose e se il modo di pensare può essere chiamato "relativistico", va bene così. Quanto all'apertura mentale penso sia una conseguenza non solo dello studio e dell'amore che ho per l'antropologia culturale, ma anche dell'essere un seguace di Gandhi, che fra le altre cose diceva che bisogna sempre dare un'anticipo di fiducia al prossimo che incontro per la prima volta: prima conosciamo chi abbiamo davanti, e poi giudichiamolo. In questa nostra società, dove tutto è portato all'eccesso dai media, dalla politica, dalla religione, manca proprio questa capacità e ogni giudizio prende il via da preconcetti.

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  4. Mi sento molto in sintonia con le tue idee. A ben vedere hai proprio un bel modo di pensare! ;)

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    1. in effetti ho notato che quando ci siamo incrociati su FB, le nostre idee coincidevano quasi sempre. sarebbe bello poterci incontrare anche dal vivo; magari un giorno...

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