martedì 17 luglio 2012

Una piccola storia ignobile, di A. Perissinotto

Di questo libro non posso che dirne bene.
Mi ha preso fin dalle prime pagine e mi ha tenuto, così, piacevolmente sospeso fino alla fine.
Sto parlando di Una piccola storia ignobile di Alessandro Perissinotto*.
Cominciamo col riassunto (da IBS), anche per capire cosa abbiamo in  mano:
Anna Pavesi è una psicologa, tira avanti con qualche consulenza per una cooperativa. Un giorno si presenta da lei Benedetta Vitali, manager rampante della Milano bene, tormentata dal senso di colpa nei confronti di una sorellastra, Patrizia, da sempre abbandonata al suo destino e appena morta, travolta da un'auto pirata. Quello che Benedetta chiede ad Anna è di aiutarla a ricostruire nel ricordo l'immagine della sorellastra, dato che persino la salma è scomparsa. Intrecciando il tessuto della buona società con le trame dell'emarginazione e dell'abbandono, l'autore si spinge fino al cuore nero della vicenda, dove si annida la banalità del male, dimostrando che spesso, dietro il disegno oscuro dell'omicidio, non c'è l'estetica perversa del serial killer, ma solo la brutale normalità di una piccola storia ignobile.
È il primo volume della trilogia che ha per protagonista Anna Pavesi**, la psicologa semidisoccupata che si fa coinvolgere in un lavoro che non è il suo (l'investigatrice), ma che riesce a svolgere sempre al meglio, anche grazie alla sua professione.
Ma non aspettatevi arzigogoli psicologici, profiler da canali rai-mediaset e via dicendo.
Niente di più umano e normale ho trovato in queste pagine, se non questa donna piena di fragilità, appena separata da un marito che, forse, ancora ama o comunque di cui ha bisogno, e non solo per risolvere il caso.
Non una parola fuori posto, non una descrizione ridondante o tanto per allungare il brodo. E se c'è insistenza nel parlare di paesi-strada (nel senso che si tratta di posti dove le poche case sono infilate lungo l'asfalto di una qualche provinciale) o nel descrivere la brughiera nebbiosa, ti accorgi che spesso è una rappresentazione dell'anima più che del paesaggio, ma senza compiacimento, senza scadere nel luogo comune.
Dei pochi personaggi attorno a cui ruota la storia (la psicologa, l'ex marito, la sorella della vittima, un paio di medici, qualche prostituta, il datore di lavoro di Patrizia e qualche altro) se ne parla in modo calibrato, facendo in modo che il loro carattere venga fuori dalla narrazione, più che dalla descrizione (show don't tell? si dice così?). 
Gli attrezzi del mestiere Perissinotto li usa tutti, anche quello di spargere nelle pagine indizi che sembrano portare alla soluzione, ma che poi, via via, si sciolgono con la stessa semplicità e chiarezza con i quali erano venuti fuori. Tanto che a poche pagine dall'epilogo mi sono chiesto: ma allora chi è il colpevole? E alla fine, in questo narrare che unisce un presente e un passato, divisi anche graficamente nel testo, scopri che la soluzione era lì, a portata di mano; e che, quasi quasi, c'è anche un lieto fine.
E ancora. Spesso si è discusso, anche nei nostri blog, di come sia difficile o importante saper scrivere di un personaggio di sesso diverso dal nostro. Ebbene, il binomio Perissinotto-Pavesi è perfetto e in molte pagine mi è parso di vivere questa storia nel corpo e nella testa di una donna.
Cosa dire ancora? Niente, se non invitarvi a prendere in mano questo libro e leggerlo, anche se non siete amanti del giallo, perché (a mio modestissimo parere, eh!) è una sobria lezione di scrittura. Poi ognuno avrà altri orizzonti, più importanti, più altisonanti, ma questo volumetto (250 pagine in edizione economica) ha tutto quello di cui c'è bisogno per farti dire: ho letto un bel libro! E a riprova di questa sensazione, mi è venuta voglia di rimetter mano alla storia lunga del mio Bacone, che era ferma da qualche mese.
Del libro (che ha vinto la terza edizione del Premio Camaiore di Letteratura gialla) esiste anche una versione ebook a 3 euro e 99 (che comunque mi sembra un prezzo eccessivo, tenuto conto che si trovano tranquillamente in giro copie di usato, o addirittura l'edizione Superpocket a 5,60).
Per finire, solo una curiosità. Avevo iniziato a leggere, insieme a questo libro, Continuum  di Gianfranco Nerozzi. Ma già dopo le prime pagine ho capito che questo aveva una marcia in più. Certo, sono due tipi diversi di lettura, ma il noir di Perissinotto mi ha acchiappato subito, forse anche per la sua minore complessità di trama e di sceneggiatura. Quanto prima vi farò sapere qualcosa anche di Nerozzi.
Il libro, in sintesi: placet. Voto 8,5.
Non potevo non chiudere con questa canzone.


TIM

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* per curiosità, andate a dare un'occhiata alla pagina che presenta il suo libro sulla scrittura creativa e, soprattutto, la pagina su  le trame del poliziesco. Veramente interessanti.
 
** gli altri titoli sono L'ultima notte bianca e L'orchestra del Titanic

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