mercoledì 13 ottobre 2010

Rabbia e sangue

Sono molto arrabiato, quasi rabbioso, quasi come i lupetti di Alex. Sono arrabbiato per tutto quello che succede a me e al/nel mondo. Nel mio piccolo e nel grande attorno a me. A cinquanta metri e a cinquecento e cinquemila kilometri di distanza attorno a me. Arrabbiato perché devi subire le angherie e i soprusi della gente e vedere altri costretti a subire le stesse cose. Apri la TV per vedere un telegiornale e ti sbattono in prima pagina la violenza gratuita di zii pedofili, ultrà teste di c...o di qualsiasi nazionalità ed etnia, donne in coma per una lite per la fila alla biglietteria, velati e non tanto velati ricatti e minacce politiche a base di dossieraggi, smentite dei dossieraggi, scoop e pseudo scoop. E soprattutto vedi che poi alla fine in galera non ci va a finire sul serio nessuno, che un processo per stupro dura tre anni e il tizio viene scarcerato seduta stante perché condannato a meno del richiesto per stare dietro le sbarre o perché il richiesto l'ha già scontato, ecc.. Sempre più spesso mi chiedo se non abbiano ragione i fautori della pena di morte o quelli che girano di notte (e anche di giorno) per farsi giustizia da soli, che vanno ad incendiare le macchine per ritorsione, che quando ti incontrano per strada e non li fai passare anche se hai tu la precedenza, ti guardano come per dire: so tutto di te, chi sei, dove abiti, quanto porti di mutande. Sembrano tutti cani arrabbiati.
Sulla copertina del mio blog c'è una bellissima foto di Gandhi. A volte la guardo e mi chiedo: ma come si fa? come si fa a non reagire quando nel mio lavoro (come qualcuno sapraà sono in una cartoleria) devo subire i soprusi di insegnanti che obbligano i genitori a servirsi di alcune cartolerie quando dicono: prendete il libro della mia materia, non vi do' il titolo tanto la cartoleria X lo sa? e io? che quel libro ce l'ho? ho perso più di qualche cliente per un giochetto del genere. O quelle bidelle che fermano (materialmenete: 'fermano'!) i genitori e li invitano ad andare a comprare in quello specifico negozio! Sembra di essere tornati agli anni 70-80 quando ti fermavano per strada e ti davano i santini dei candidati da votare con tanto di faccia e numero! Per questo e per tanto altro sono arrabbiato, quasi rabbioso, anzi forse proprio rabbioso! Come quando ti entra in negozio il ventenne sbarbatello che mangia un maxi panino da cui spunta qualunque cosa e, sempre masticando e fregandosene della gente che sto servendo, mi dice: ho molta fame, mi dai cinque euro? e quando lo mandi abbastanza gentilmente e prenderlo in quel posto, ti guarda e, continuando a mangiare, esce e sbatte la porta che quasi quasi viene giù tutto.
Per questo e per tantissime altre cose sono arrabbiato.
TIM

6 commenti:

  1. Ti capisco perchè i miei genitori hanno un negozio, e anche loro spesso vedono entrare certi soggetti così strafottenti che... lasciamo perdere.
    La verità é che (temo) si stanno perdendo i freni. Ognuno è convinto che tutto gli spetta, senza neppure farsi passare per la testa il dubbio che, forse, le cose bisogna meritarsele, e che magari bisognerebbe anche rispettare gli altri perché qualcosina spetta pure a loro...
    E' uno dei motivi per cui vivo un po' isolato nella mia "torre d'avorio".

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  2. @ Ariano: credimi, vorrei poter fare anch'io come te, ma capisci bene che, per la mia attività, non posso anzi devo far fronte a tutto e a tutti. E' ancora vero che 'si stanno perdendo i freni': manca il rispetto per gli altri e le cose comuni, e questo lo vedi sin dalla scuola elementare. Vedi entrare in negozio genitori con bambini per acquistare il materiale scolastico e mentre i figli continuano a giocare colle varie playstation (non so come si chiamino) estraniandosi completamente, loro cercano di chiedere ciò di cui hanno bisogno, ma spesso sono costretti a strappare materialmente di mano gli aggeggi per avere la loro attenzione e qualche risposta. Sono cose vergognose e senza senso!
    Temistocle

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  3. Io, in realtà, sono avvilito. Mi sento impotente, incapace di capire. Danno la colpa a programmi TV violenti, danno la colpa ai videogame, danno la colpa a... nessuno da la colpa a una società che ci ha tolto un'anima e ha trasformato tutti in consumatori. Viviamo nella bambagia e non siamo più in grado di sopportare il minimo disagio... soprattutto, al minimo disagio si reagisce in maniera sconsiderata, violenta, eccessiva. Vedi l'aggressione della donna in quella biglietteria, vedi il tassista che investe un cane scappato al controllo del padrone, vedi gli studenti che vanno armati di fucili nelle scuole e fanno una strage.

    Però, sinceramente, non ho una cura per tutto ciò. Mi sento impotente. Lo ammetto. Ma non arrabbiato. Di rabbia ce n'è anche troppa. E' troppo facile cadere nella rabbia.

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  4. @ Gloutchov: la mia rabbia, penso, non è di chi non vede al di là dell'orizzonte prossimo, ma di chi ad un certo punto ha un momento di sconforto e dice: porca miseria, mi sbatto tanto per essere corretto, giusto, onesto per quanto umanamente possibile e poi arriva il primo deficiente e se ne frega del mio comportamento, anzi ne approfitta per mettermi i piedi in testa. Penso che essere (indegnamente) un seguace di Gandhi vuol dire anche avere speranza e fiducia, anzi accordare proprio un 'anticipo di fiducia' a chi ti sta davanti. Ma certe volte è proprio troppo e allora ...
    Temistocle

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  5. Ciao.

    Sì, la rabbia è normale e comprensibile. Solo io non credo che il mondo stia precipitando o andando sempre peggio. C'è molta più consapevolezza di quello che non va, e molta più cattiveria forse negli animi e nei modi. Però 20 anni fa forse avevamo (avevate?) meno paura ma il mondo andava un po' peggio. E poi ribadisco allora il concetto del mio post: io vorrei liberarmi da zavorre e preconcetti e provare anche a fare qualcosa. A lamentarsi son buoni tutti, e io un po' mi sono annoiato! ^^

    Simone

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  6. @ Simone: Sicuramente 'il mondo non sta precipitando' e forse 'vent'anni fa avevamo meno paura e il mondo andava un po' peggio'. Ma di certo i mezzi di comunicazione di massa amplificano il bene e il marcio che però ci sono sempre stati, perché fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Ripeto, il mio è stato solo un momento di sfogo dovuto a problemi contingenti. Alla fine, guai se non riuscissimo a guardare avanti a noi con almeno un briciolo di speranza, e di segnali positivi ce ne sono sicuramente!
    Temistocle

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