giovedì 4 novembre 2010

Bagliori di Lovercraft

Forse non è un caso che in questo giorni si siano incrociati nelle mie letture due libri, o meglio due racconti lunghi.
Perché dei giovani talenti spesso si dice: ancora un po' di esperienza e si farà. Io penso che di qualcuno di nostra conoscenza si possa ormai dire: si è fatto (e non nel senso maligno che sicuramente immaginate voi!).
Troppi enigmi per l'inizio di un semplice post di un blog approssimativo e generalista come il mio? Allora ricominciamo da capo.
I due racconti.
Uno è del buon H.P. Lovercraft: Colui che sussurrava nelle tenebre, testo sopraffino, elegante e allo stesso tempo massiccio, di un horror che ancora non è diventato solo sangue e mostriciattoli fini a se stessi di tanta produzione, specie cinematografica, degli ultimi anni. D'altra parte parliamo del 1930 e a quell'epoca le parole avevano ancora un senso.
Il secondo racconto. E qui arriva la sorpresa. Mi direte che chiamare in causa HPL per un autore (per ora) amatoriale come lui è troppo, e che io non sono esperto e competente per fare simili paragoni. Forse avete ragione (ma di questo non mi interessa; io non sono pagato da nessuna casa editrice per scrivere queste cose). Ma se ritrovi le atmosfere e i personaggi -anche se con 100 anni di differenza- dei miti di Cthulhu, compresa la strizza di voltare pagina e vederti spuntare fuori un angelo decaduto che in una caverna fa strani giochi con una modella e potrebbe volere te come prossimo, allora, per me, siamo quasi sullo stesso piano. Dico quasi più che altro per non far montare la testa al nostro eroe; e anche perché, in verità, non siamo di certo ai livelli del maestro dell'horror. Però la strada e la stoffa c'è già tutta.
Leggere Colui che sussurrava nelle tenebre e Bagliori da Fomalhaut (che potete scaricare gratuitamente
qui) fa viaggiare nello stesso mondo. Almeno per me è stato così. Avrete finalmente capito che sto parlando di Alex 'von' Girola e del suo ultimissimo lavoro, quello che ci ha regalato per Halloween. E devo dire che regalo più azzeccato non poteva farci.
E ho detto tutto, come direbbe il buon De Filippo di Totò, Peppino e la Malafemmina.
Qualche pecca? Certo che c'è, ma si tratta (come sempre) di pochezze: errori di battitura, sviste. Per il resto tutto fila liscio che è un bijou, in pieno stile dell'austro-ungarico che conosciamo.
E dopo aver letto Bagliori potrete rispondere alla mia domanda: allora, è stato forse un caso incrociare i due lavori? esiste veramente il caso?
TIM

2 commenti:

  1. Questa quasi me la perdevo :) mi hai accostato a un mostro sacro... Cacchio, grazie! Per me HPL è più che un maestro.
    Detto questo, definendomi austro-ungarico mi fai un enorme complimento. Grazie!

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  2. Non vorrei sbagliarmi, ma non sono stato il solo a farlo. Dopo aver scritto il post, mi sono accorto che qualcun altro (ora non ricordo chi, ma sicuramente più competente di me) nel suo commento al tuo lavoro ha fatto questo paragone. Al di là di questo, penso sia meritato; anzi, sinceramente parlando, mi piace più questa tua versione che quella in cui ti sei imbarcato ultimamente, senza nulla togliere a quest'ultima. Sull''austro-ungarico', bisogna dire la verità, la faccia ce l'hai (se mettessi qualche baffo saresti perfetto!)
    Temistocle

    RispondiElimina

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