Questa volta (a differenza dell'altra) ho riflettuto a lungo prima di scrivere queste righe per dire cosa penso di un libro. Perché mi sembrava quasi irriverente riportare mie impressioni in contrasto con la maggior parte delle altre lette in giro su questo Scarabeo, di Michele Giuttari.
In parole povere a me questo libro, opera prima del super poliziotto siciliano trapiantato a Firenze, non è piaciuto, quasi per niente.
Acquistato nel solito mercatino dell'usato (avrete notato che compro pochissimissimi libri nuovi!) per 1 euro e nell'edizione che vedete nella foto, non più in commercio, mi aveva intrigato anzitutto perché di un autore italiano; poi perché di genere poliziesco; infine, ultimo ma non ultimo, perché si diceva chiaramente che la narrazione metteva in risalto i veri metodi d'indagine della polizia, con la descrizione delle procedure d'indagine e tutto il resto.
Vediamo anzitutto di cosa si parla:
Una Firenze indifferente e crudele che nasconde il segreto di atroci violenze; il capo della Mobile, Michele Ferrara, perseguitato da misteriose lettere minatorie; un giovane sacerdote e un giovane giornalista americano che, oltre alla bellezza, hanno qualcosa in comune; due giovani donne legate da un'amicizia morbosa; una catena di delitti efferati apparentemente opera di un maniaco; cadaveri sulle cui carni il coltello del killer ha disegnato alcune lettere dell'alfabeto che formano un messaggio di morte; un'abbazia sperduta nei boschi del Casentino dove l'enigma troverà la sua tragica soluzione... (da qui)
Detto questo dico subito che la narrazione è, a mio parere, lenta. Non ci si aspetta di sicuro inseguimenti in pieno stile noir americano, ma la narrazione procede in modo quasi didascalico, come se l'autore avesse una scaletta davanti e facesse il solo lavoro di riempire capitoli prestabiliti, senza che il minimo sgarro possa contaminare la storia. Manca quasi l'anima dei personaggi; non nel senso che non siano riconoscibili, ma che agiscono come pupi in mano al puparo, seguendo strade preordinate. Una volta iniziata la storia, sai già dove vuol andare a parare, quali sono i due-tre possibili scenari risolutivi.
Unico punto a favore è quello che, effettivamente, se il libro si legge da questo punto di vista, si ha una panoramica complessiva ed esauriente di come si conduce un'indagine: a chi ci si rivolge una volta scoperto il cadavere, quali sono i compiti delle singole figure giudiziarie, quali sono le gerarchie, ecc. Ma mi sembra un po' poco per una storia che vuol essere anzitutto un romanzo giallo.
Non ho letto nient'altro dell'autore, quindi non posso dire se ha solo pagato lo scotto dell'opera prima. Ma viene il dubbio (dalla lettura del singolo volume) che sia stato pubblicato solo perché scritto da uno famoso. E non voglio con questo ravvivare polemiche ataviche e corpose.
Alla fine il mio giudizio è: non placet. Voto: 6.
Colgo l'occasione, come suol dirsi, per segnalare qui un'iniziativa veramente interessante e utile di Raffaele Gelo Serafini: Il Pub di Pub, che è un divertentissimo gioco di parole per una cosa che, mi sembra, mancava nel giro dei blogger che hanno dedicato la propria vita alla scrittura, immolandosi sull'altare dell'arte e della sfiga. Il Pub di Pub ha lo scopo (ma dal link avrete tutte le informazioni che volete) di dare la possibilità a chiunque di segnalare ed eventualmente recensire qualunque racconto/romanzo trovato in giro per la rete in formato epub -da dove il secondo Pub del titolo. Sarà quindi un posto dove poter andare a saccheggiare titoli con cui rimpinzare per benino il proprio ereader e trascorrere tranquille e proficue ore di lettura. Un grazie di cuore a Gelo e alla sua compagnia, a cui chiunque può aggregarsi.
TIM
Sicuramente andremo a "dissetarci" spesso nel pub di Gelo ;-)
RispondiEliminasicuramente!
EliminaNon conosco il libro, ma dato il mio "non interesse" per i gialli, penso proprio che lascierò perdere volentirei.
RispondiEliminaFai benissimo, perché come giallo classico non ti piacerebbe di sicuro, e poi è solo tempo perso. Bentornato.
EliminaNon lo conosco, ma le tue recensioni sono sempre interessanti :)
RispondiEliminagrazie. penso che Giuttari sia un tuo quasi compaesano (di Catania?). Come dicevo nel post non ho letto altro di suo, ma questo lavoro l'ho letto fino alla fine ma non mi ha preso più di tanto.
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