La prima stesura richiede circa due mesi. Questo vale per tutti i miei libri. La prima stesura è troppo lunga, decisamente troppo lunga. È più facile dilungarsi che essere sintetici. Inoltre, la prima stesura è sintatticamente terribile. Un esempio, dalla prima stesura di un libro che scrissi anni fa: "La pistola cadde dalla mano dell'assassino, mentre lui cominciava a correre in fuga, zigzagando lungo il vicolo oscuro e tenebroso che si snodava contorto come una tortuosa arteria dell'Inferno." All'assassino non bastava correre: doveva anche zigzagare. Al vicolo non bastava essere oscuro, doveva anche essere tenebroso. E, da quanto ricordo della Divina Commedia, all'Inferno non ci sono arterie, tantomeno tortuose. La versione finale divenne semplicemente: "Scappò, lasciando cadere la pistola." Che cosa significa tutto ciò? Riscrivi, riscrivi, riscrivi. Arrivo a fare trenta quaranta cinquanta revisioni dei miei libri, prima di consegnarli all'editore.
(J. Deaver)
citazione da Elementi di tenebra, pg 165
(la sottolineatura è mia)TIM
Ammiro due cose in questo brano di Deaver: il riuscire a chiudere la prima stesura in due mesi, e la voglia, nonché capacità di revisionare più volte.
RispondiEliminaa me che sono un neofita assoluto, sapere che un mostro sacro come lui riscrive fino a 50 volte prima di consegnare da semplicemente le vertigini.
EliminaIo non ce la farei. Chiamala presunzione, ma toccare un mio lavoro una volta in più, mi da l'impressione di snaturare l'idea originale. Poi se magari fosse il mio mestiere e potessi lavorarci tutti i giorni, forse riuscirei a dare continuità al pensiero originale senza snaturarlo.
EliminaAnche se rileggo almeno 3-5 volte l'ultima copia, anch'io non riesco a fare molti cambiamenti, più che altro si tratta di spostare qualche virgola o invertire qualche paragrafo (a meno che non si trattai di parti oggettivamente brutte o contraddittorie). Forse, come dici, facendolo per mestiere e avendo quindi il tempo la cosa sarebbe diversa.
EliminaDa ammirare per la costanza e per la professionalità dimostrata.
RispondiEliminaquando ho messo in lettura il primo episodio di Bacone, dopo la quarta quinta lettura ero già fuori fase, ed ero già passato dall'editor!
EliminaMi piace quello che ha scritto J. D. che è anche uno dei miei scrittori preferiti... Di solito non riesco a eliminare molto di quello che scrivo perché mi affeziono, ma l'altro giorno l'ho fatto con un racconto e devo dire che alla fine è stato meglio tagliare!
RispondiEliminaho notato come te che che se si ha il coraggio di tagliare inesorabilmente a volte il risultato è migliore. Ma ci vuole coraggio, e per uno come me che non è uno scrittore ce ne vuole anche di più. Sarà per questo che resto un eterno scribacchino?
EliminaQuindi deduco che il nuovo caso di Bacone è in dirittura d'arrivo... ;-)
RispondiEliminaNooo! magari! col secondo episodio sono rimasto a quello che ti ho fatto già leggere (mi sembra! altrimenti dimmelo che provvedo subito!). Sono in dirittura d'arrivo, o quasi, col raccontino con protagonista Bellagamba; spero entro fine mese di terminare la prima stesura.
EliminaSe ricordi le mie lezioncine: Il rasoio di Occam ^_^
RispondiEliminaTagliare tutto il superfluo.
Aggiungerei anche una annotazione presa da uno dei romanzi che sto leggendo proprio in questo momento (1Q84). In narrativa non è necessario descrivere ciò che tutti sanno com'è fatto. Le descrizioni vanno fatte quando c'è qualcosa che il lettore di sicuro non conosce.
Per fare un esempio: E' inutile descrivere com'è fatta una forchetta (banalizzo, ma il concetto è il medesimo), ma necessario descrivere il boccone che essa intrappola tra i suoi denti! ^^
D'accordissimo! la difficoltà sta nel capire che quello che, magari, si è scritto a fatica dopo averci lavorato per giorni alla ricerca della virgola giusta, alla fine è ridondante e guasta il ritmo o non dice niente di più di quello che c'è già. E comunque le tue lezioncine ce l'ho tutte ben conservate su file!
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