Una gita fuori porta per il commissario Bacone
Suzuki 1300 B-King: sedotta e abbandonata |
Il giovane Guerrini emise una specie di lamento, ma non disse niente.
Guerrini padre imbocco il vialetto e prosegui per una cinquantina di metri, percorrendo una stradina sterrata in mezzo a due filari di salici. La strada curvava all'improvviso sulla destra e rivelava un casolare a due piani e, a una decina di metri di distanza, un'altra costruzione bassa che sembrava essere un granaio o qualcosa del genere.
Parcheggiarono poco distante dalla porta di casa.
Sullo spiazzo c'era un vecchio modello di moto, probabilmente degli anni '50 o’60 o ‘70 (avrete capito che Bacone non era un esperto), color verde militare, che sembrava appena uscita dal carrozziere, lucida e scintillante; persino le ruote parevano appena lavate col liquido per ravvivare la gomma.
Poco distante, appoggiata ad un albero, un'altra moto, che invece sembrava abbandonata lì da tempo. Era coperta di polvere e aveva la ruota anteriore a terra.
Benny, vedendola, proruppe in un sonoro "Uau!" e dopo qualche secondo, scendendo dall'auto, esclamò con la gioia e la meraviglia di un esperto:
"Una Suzuki 1300 B-King GSX! Cavolo!"
Bellagamba era sceso anche lui nel frattempo e aveva raggiunto il ragazzo davanti alla moto. Si grattò la testa, poi chiese a Benny:
"È una moto famosa questa?"
"Famosa? Questa e' un mito!” s’infervorò Guerrini junior. “Certo se non sei un motociclista vero non fa per te. Qui bisogna essere tosti per guidarla, ma se hai le pa… se ci sai fare, insomma, la strada la divori!”
“Lui se ne intende, ve l’avevo detto!” intervenne orgoglioso Guerrini padre.
Tutti adesso erano scesi dall’auto ed erano presi dalla vista della moto.
“E quanto costa una cosa così?” chiese il commissario Bacone.
“Eh beh, ci vorranno sui quatt… facciamo anche quindicimila euro.”
Bellagamba emise un fischio. Poi sembrò accorgersi dello stato in cui era ridotta.
“Però, buttare così 15 mila euro! Guardate com’è messa! Pare abbandonata!”
Bacone si girò verso l’altra moto, quella sullo spiazzo.
“Quella, invece, mi sembra tenuta come si deve.”
“Che moto è?” chiese Tim Guerrini, avvicinandosi con tutto il gruppo.
Scooter Malaguti 48 - 1965: l'amore di una vita! |
Benny la squadrò a dovere. Poi con tono professionale enunciò:
“Malaguti Scooter 48. Motore Morini 2 tempi 48 cc. Tre marce. Anno 1965, forse ’66.” Sembrava soddisfatto della lezione appena impartita.
D’un tratto Bellagamba intervenne.
“Guagliò, ma dobbiamo andare a vedere ‘sta cosa dei pacchi o passiamo la mattinata a guardare le moto?”
Francesco Bacone e Tim Guerrini raggiunsero la porta di casa e suonarono il campanello.
Una serie di voci, due forse tre, provenivano dalla casa e sembravano parlare concitatamente.
Bacone capì che il fracasso doveva aver coperto il suono e scampanellò di nuovo.
Poi ancora una terza volta, finché non si sentì qualcuno scendere precipitosamente
dalle scale e fermarsi dietro la porta.
"Che siete venuti a fare? E chi siete? No, rispondete prima alla seconda domanda. Ecco, ora ricapitolo così ci capiamo meglio. Allora: chi siete e cosa volete?"
"Sono Tim Guerrini, del posto di polizia di... "
"Non ho tempo ora. Mi chiami in questura e verrò. Forse domani!"
Guerrini stava per ribattere ma intervenne Bellagamba:
"È per i pacchi non consegnati, volevamo... "
Un panama e una camicia a fiori apparvero all’improvviso. Avvolgevano l’uomo che aveva aperto di botto la porta e che urlò:
"Chi è stato? Perché l'ha fatto?"
Poi vide il ragazzo e puntò il dito contro di lui:
"E' stato lui?"
"Si calmi, dottor Mana... "
“Chi le ha detto che io sono il dottor Mana?” obiettò alterato anzicchè no.
“All’ingresso del vialetto c’è l’indicazione col nome Davide Mana, perciò… “
“Le cose non sono sempre così consequenziali come sembrano, caro signore… “ arrossò l’uomo, puntando questa volta il dito verso il commissario Bacone che era intervenuto.
D'un tratto ripresero a sentirsi le voci di prima, che interruppero l’uomo:
"Non può entrare di là, ma non vede che è stretto!"
"E lei provi da dietro, di là forse non fa resistenza!”
Il gruppo fuori dalla porta si guardò con aria interrogativa.
"Abbiate la bontà di tacere, orsù, signori!" esclamò Davide Mana rivolto a qualcuno che sembrava trovarsi in un posto in cima alle scale. Quindi riprese:
"Comunque sì, sono Davide Mana. Allora, avete preso lo sfaticato che non effettua le consegne?"
"Veramente prima volevamo alcuni chiarimenti da lei, dottore" intervenne ancora Bellagamba.
“Senta, io non ho tempo da perdere. Se ha risolto la questione dei pacchi, bene, altrimenti… ”
“Le ripeto che non ho la potenza di tiro da quell’altezza, ingegner Ciambotti!” ancora una voce da in cima alle scale.
“E allora modifichi i parametri di forza o cambi arma, professor Baracca!” rispose l’altra persona che doveva essere con lui.
“Professor Baracca! Ingegner Ciambotti! Per piacere! Abbiate un attimo di pazienza e arrivo!” esclamò sfastidiato il dottor Mana volgendosi verso dove provenivano le voci.
“Il professor Baracca e l’ingegner Ciambotti!?” esclamò meravigliato Benny. “Baracca e Ciambotti quelli di Una notte da circo?"
“Sì, perché, li conosce?” questa volta fu Davide Mana ad essere stupito.
“Finalmente ho capito chi è lei! Non avevo ancora collegato il suo nome con quello della persona che conosco! Ma certamente che so chi è! Ho letto tutti i suoi resoconti sulle loro avventure! E scommetto che state facendo qualche gioco di ruolo!”
“Veramente… sì” ammise Davide Mana col tono di chi è indeciso se confessare un crimine. Ma si riprese immediatamente: “Stiamo cercando di migliorare il quarto livello di Lo zoccolo di ghiaccio”.
“Ganzo! Lo zoccolo di ghiaccio! Siete riusciti ad arrivare al quarto livello!” deliquiò Benny.
“In verità noi lo stiamo riscrivendo in vista di una partita che si svolgerà… ma perché? Lo conosci?” cambiò nuovamente tono il padrone di casa, questa volta più sull’interessato.
“Certamente che lo conosco! Lo stiamo giocando da molti mesi con i miei amici.”
“Non mi avevi mai detto che facevi cose del genere!” intervenne Tim Guerrini.
“Ma papà, è solo un gioco!” giustificò il ragazzo.
“È un gioco, è un gioco. Stia tranquillo, signore” lo tranquillizzò il dottor Mana.
Tim Guerrini non sembrava per niente tranquillizzato dalle rassicurazioni del padrone di casa, specie tenendo conto del personaggio che aveva davanti.
“Ma se è un gioco perché si sentono queste urla? E poi che vuol dire: provi da dietro che fa meno resistenza? A me pare una cosa equivoca. Comunque non mi è chiara!”
Davide Mana guardò con aria sconsolata il poliziotto da sotto la tesa del panama. Poi scrollando la testa si rivolse a Benny:
“Ragazzo, spiegagli tu di cosa si tratta.”
“Ma non pensarci nemmeno!” reagì piccato Tim Guerrini, che all’improvviso si ricordò del ruolo che ricopriva, come genitore e come poliziotto, e che lo costringeva a tenere un comportamento contegnoso.
“Ma papà! Ti assicuro che è soltanto un gioco. Si tratta di una battaglia fatta con soldatini e dadi e il signore qui sta cercando di spiegarti che si parla di eserciti che cercano di sfondare le linee nemiche… “
Tutt’un botto si sentì uno scatafascio provenire dal piano di sopra. Un rumore di piccoli oggetti caduti a terra e poi un tonfo di qualcosa di più pesante. A seguire, un bisbiglio di voci concitate.
“Ecco, lo sapevo!” Commentò Mana. “Non li posso lasciare da soli neanche per un istante senza che quei due ne combinino una delle loro!”
Poi, come tagliando corto una discussione che sembrava annoiarlo, si rivolse nuovamente al ragazzo:
“E tu come pensavi di risolvere la cosa? Quella dello sfondamento, dico.”
“L’altra notte ho pensato che se si prova ad attaccare l’ala sinistra e contemporaneamente… “
Davide Mana fece qualche passo indietro verso la scala e poggiò un piede sul primo gradino. Poi tornò a guardare il ragazzo.
“Ti piace la zuppa di jalisco?”
“ Ehm … Cos’è?”
“Benissimo! Tu mi sembri avere le idee chiare!” esclamò Mana che non sembrava essersi reso conto della risposta del ragazzo. “Andiamo, c’è un sacco di lavoro da fare!” decretò dirigendosi verso i gradini.
“Dottor Mana, aspetti!” intervenne Tim Guerrini che non aveva ancora afferrato veramente quello che stava succedendo. “E la questione della consegna dei pacchi?”
“Ma cosa vuole che me ne importi dei pacchi! Di questo parli con Max Giusti!” sbotto l’uomo ormai a metà scala. “Su, ragazzo, animo, seguimi!”
Benny si girò un attimo verso il gruppo sulla porta, fece un gesto con le braccia allargate a palme in su che voleva dire: avete capito allora quali sono le cose importanti della vita! Che ci posso fare! e poi si precipitò dietro l’uomo col panama.
Il gruppo dei tre poliziotti restò muto a guardare Benny e Mana scomparire al piano superiore.
“Max Giusti?” fece interrogativo Bacone rivolto a Bellagamba. L’agente rispose con un eloquente gesto: poi lei spiego.
“Ma ingegner Ciambotti! Cos’ha fatto!” (nel frattempo la voce di Mana).
“E quando uscite chiudete la porta! Che là fuori è pieno di furfanti e lestofanti! E non parlo solo dei politici!” Questa volta l’invettiva era rivolta agli uomini della legge.
I quali si scrutarono con l’aria di non aver ancora capito bene quello che era appena successo.
Poi Bellagamba guardò l’orologio; quindi si rivolse al commissario Bacone:
“A che ora è l’appuntamento per il pranzo col suo amico? Mi sa che si sta facendo tardi.”
Anche Bacone guardò l’orologio. Quindi concordò:
“Eh, ci siamo quasi, forse è meglio andare.”
“Dove?” chiese Tim Guerrini curioso.
(esterno casa)
Tre uomini gesticolano e parlottano tra loro. Poi salgono su una Simca 1000 arancio Coupé Bertone e si allontanano, uscendo di scena. Da lontano, nella direzione da cui è scomparsa l’auto, si sente una musica. Sembra un cantante neomelodico napoletano.
- fine -
(ringrazio Davide bodhisattva Mana per l'autorizzazione all'utilizzo del... suo personaggio)
TIM
Bene bene, sistemato perfettamente e divertente come me lo ricordavo ;-)
RispondiEliminaE adesso aspettati che nei prossimi mesi il detective Andrea Arcani capiti dalle parti di Vercelli e faccia conoscenza con Bacone ;-)
addirittura! avvisalo prima così lo porterà a mangiare in un posto dove il pesce è sempre fresco! se poi gli capiterà sotto mano qualche squinzia, non si sa mai che Bacone si svegli dal letargo! e sennò la passiamo a Conci.
EliminaAh, divertente questa rottura della quarta parete :D
RispondiEliminaAttendo di leggere nuove avventure del nostro (posso permettermi?) commissario!
permettiti pure! ci sto lavorando, come avrai letto in qualche altra parte e (come si suol dire con una frase ad effetto che significa solamente: non so da che parte cominciare) ho la storia tutta in testa. in effetti il finale mi è venuto così di getto, perché non volevo rompere l'atmosfera creata dal dialogo tra Mana, il ragazzo e i poliziotti. Così ho pensato che "uscire fuori" dalla scena avrebbe lasciato le parole aleggiare ancora per aria.
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