Tu dietro al vetro di un bar impersonale,
seduto a un tavolo da poeta francese,
con la tua solita faccia aperta ai dubbi
e un po' di rosso routine dentro al bicchiere:
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Libertà
(omaggio a Francesco Guccini)
Le note del bandoneon vennero fuori dal jukebox appena la porta si richiuse dietro di lui. Lilly si alzò e iniziò a ballare, da sola.
Gino gli fece un cenno col capo e lui rispose un sì col mento.
Il mega poster della squadra di calcetto cominciava a pendere vistosamente dalla bacchetta superiore, ma a nessuno importava più di tanto.
Bruno sedette al suo tavolo e Gino fu lì col quartino di rosso, il solito, forte e secco.
La musica copriva a mala pena il brusio che saliva dai tavoli e Lilly continuava a danzare quel tango (ma era poi un tango? se c’è un bandoneon ci deve essere per forza un tango?) più a memoria che a tempo.
Bruno mise una mano nella tasca della giacca di fustagno verde alla ricerca di qualcosa per accendere il mezzo sigaro che aveva in mano. Poi si sporse fino al tavolo vicino e prese la scatola di fiammiferi familiari.
Quando il fumo gli formò un velo davanti agli occhi, un sorriso gli aprì leggermente le labbra.
Era a casa sua.
Un sax contrappuntò e il tango si fece ancora più triste; e Lilly ora volteggiava tra i tavoli. Sarebbe arrivata anche da lui.
Gino era poggiato al bancone reggendosi con i palmi delle mani e non guardava niente in particolare, sentiva solo scorrere l’acqua nel lavandino. Parve scuotersi un attimo, facendo un movimento con le labbra, come a seguire il filo dei pensieri. Poi forse decise che non era importante e riprese a sciacquare bicchieri.
Mimma, la maestrina gentile e sensibile, occupava i pensieri di Bruno.
Ma ora i suoi occhi erano fissi su Lilly: tra lei e quell’altra non sapeva cosa fare.
Lui era un animale notturno, solitario, incontrollabile, un po’ francocalifano, amava dire di sé quando non voleva impegni.
Per tutti gli altri era solamente un orso.
Ma quella sera avrebbe deciso: la farfalla o la formica, la fantasia o la sicurezza, l’una o l’altra.
Lilly si stava avvicinando con la sua cadenza ritmica e il suo battere a tempo le mani.
Qualche tavolo più in là il mormorio aumentò di volume; una sedia strascicò sul pavimento di graniglia. “Aspetta!” supplicò una voce, ma la porta del bar si chiuse senza sbattere.
Il bandoneon si lanciò in una scala furiosa, che cominciava, finiva e ricominciava.
A Bruno parve che il maxi poster si fosse mosso ancora. Bevve ancora un sorso dal bicchiere dove aveva travasato il rosso. Fissò Lilly arrivata un tavolo più in là.
Il sax finì la frase e la musica cessò.
Lilly si gettò con una movenza plateale sulla sedia impagliata, quasi a chiudere la danza. Prese il bicchiere di Bruno, lo alzò verso di lui e bevve.
Non doveva farlo, ruggì a sé stesso Bruno.
La serata era andata, ormai. Tutti i buoni propositi erano svaniti dentro di lui.
Gli restava solo malumore e rabbia; sì, anche rabbia. C’aveva quasi sperato e ce l’aveva messa tutta.
“Aspetta!” stava supplicando ora Lilly.
Bruno si era alzato strascicando la sedia; poi fece richiudere la porta dietro di sé.
La sua vita non era abbastanza grande da far posto a qualcun altro.
(Queste poche righe possono essere lette sulle note di Scirocco o Autogrill di Francesco Guccini)
TIM
Grande TIM! Vedo che la tua vena musicale funziona alla grande! ;)
RispondiEliminaGrazie. Mi è venuto in mente l'inizio stamattina venendo in negozio e ascoltando "Scirocco". Il resto è venuto da sé in un'oretta.
EliminaUna perla u.u
RispondiEliminaMa la musica è sempre un grande aiuto, per ogni scrittore U_U
Sicuramente. Io mi sono limitato a ricamare una breve storia sulle atmosfere delle canzoni di Guccini.
EliminaL'atmosfera, quella di cui parlavo in un post alcuni giorni fa. Ecco, questo tuo breve scritto è pregno di atmosfera, condensata ottimamente in poche righe.
RispondiEliminaGrazie. Si, alla fine ho voluto tratteggiare un'atmosfera (per questo è un omaggio a Guccini, come Sax lo era a Paolo Conte). Al di là della storia -la scelta che alla fine non viene fatta, il gesto della donna che l'infastidisce- mi era piaciuta l'idea di isolare un istante nella vita di alcune persone.
EliminaBravo. E grazie per il suggerimento musicale. Guccini è un grande, ma non ho mai modo di ascoltarlo quanto merita. E su queste righe è ancora più piacevole.
RispondiEliminaGrazie. Io ho potuto solo ricreare un'atmosfera 'mia', quella che la sua musica mi fa rivivere, ma mi rendo conto che un artista come guiccini va ben al di là di queste poche parole. E grazie per esser passato di qui, torna quando vuoi!
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