giovedì 5 luglio 2012

Alcune cose che so... di me (3)

(Fuori Campo: NG e TG parlano animatamente:
TG: cos'è 'sta sparata che sbatti la porta e te ne vai, così, nel bel mezzo dell'intervista!
NG: e a te quello che hai detto ti sembrano cose da dire? quelle cose sul siciliano, le donne? Mi hai fatto diventare uno stereotipo. Anzi nel commissariato io sono proprio uno stereotipo, una macchietta, non un personaggio!
TG: ma ti ho fatto così di proposito, anche Gennaro... Gennaro Bellagamba è fatto così, è una caratterizzazione: tu fai il siciliano e lui il napoletano!
NG: questa non è una caratterizzazione, è proprio una macchietta della peggior specie, da avventure di serie C! e poi non mi piace il mio personaggio! troppo chiuso, introverso...
TG: senti, sono io lo scrittore e decido io chi dovete essere e come! Se non ti va bene, trovati un altro autore. Ma, pensa un po' una cosa: se io ti scrivessi in un modo diverso non saresti più tu! saresti un altro! tu esisti perché io ti scrivo così!
NG: troppo complicato! voi gente che avete studiato nei libri alti riuscite sempre a fregarci, quelli come noi che siamo ignoranti! e poi fai troppe polemiche nelle risposte all'intervista, sembra che stai su una cattedra a fare lezione!
TG: ascolta: ci stanno aspettando, non potremmo tagliare il discorso e continuare con l'intervista? Ti devo pregare in ginocchio?
NG: va bene, ma dovrai parlare anche di tutti gli sbagli che hai fatto scrivendo di Bacone, Bellagamba e compagnia bella!
TG: accordato, ma ora andiamo!
Una porta si apre e si richiude, scroscio di sedie e poi:)
NG: siamo rimasti alla domanda: tu credi in Dio?
TG: così dicendo tu presumi che un dio esista!
NG: no! che vai dicendo! invece è proprio quello che voglio sapere da te!
TG: allora la domanda dovrebbe essere: tu credi a dio?
NG: e perché?
TG: perché se dici: credi in dio, è come dire, ad esempio: tu credi nella tecnologia? cioè: credi nel potere che la tecnologia ha, in ciò che può fare? se invece dici: credi alla tecnologia: vuoi dire: credi che la tecnologia esiste? Lo stesso è con dio; dire: credi in dio presuppone la sua esistenza. La domanda invece dovrebbe essere: credi a dio?
NG: ricominciamo con le polemiche?
TG: non sono polemiche! è per la precisione! comunque tagliamo corto, la mia risposta è: no. In questo momento della mia vita non credo che esista un dio personale, così come si ritiene rivelato dalle scritture di tutte le religioni. 
NG: che vuol dire: in questo momento?
TG: sai già che la mia costante è l'incostanza, quindi vuol dire che ci sono stati altri periodi della mia vita in cui ci ho creduto e anche alla grande, ma ora come ora sono tornato agli anni della gioventù quando ritenevo che il mondo non sia stato creato né sia governato da alcun essere superiore. Con tutto ciò che ne consegue.
NG: e allora della chiesa cosa pensi?
TG: a parte il fatto che, a questo punto, sarebbe qualcosa basato sul nulla, dovremo comunque partire dalla buona fede di chi ci crede e la guida. Ma qui c'è un altro discorso da fare.
NG: e cioè?
TG: cioè chi comanda, o governa come vuoi dire tu, la chiesa si è allontanato dallo spirito che avrebbe dovuto fondarla. Insomma è vero il vecchio detto che i preti, i vescovi e il papa dicono: fate quello che dico ma non fate quello che faccio! È vero che ci sono preti che hanno fatto e fanno molto per l'umanità e normalmente si trovano sempre in contrasto con le gerarchie se non quando, come nel caso di Mons. Romero, viene fatto ammazzare dai suoi stessi confratelli perché il suo modo di fare era troppo scomodo per gli altri vescovi.
NG: in che senso?
TG: perché appena arrivato mise a disposizione dei senza tetto di San Salvador la casa del vescovo e la curia; andò a dormire con una brandina nella canonica dietro l'altare della cattedrale e mangiava con le suore. Vendette la sua croce pettorale e il bastone da vescovo d'oro e tutti i gioielli e le proprietà della diocesi e col ricavato aiutò i poveri crearsi un lavoro. Non aveva un'auto propria e si muoveva a passaggi, andando a celebrare la messa nei villaggi più sperduti. E tutto questo gli attirò le ire degli altri vescovi dell'america latina. Chissà perché, un giorno, un cecchino l'ha ucciso mentre celebrava la messa e il suo successore buttò all'aria tutto quello che lui aveva fatto e riprese la vecchia storia fatta di collusione col potere politico, di appoggi e favori.
NG: non sapevo queste cose...
TG: quindi anche se non credo a dio, credo però in persone come questa; e per conseguenza non posso accettare tutti quei preti e prelati che dicono che non è possibile che la chiesa si spogli di quello che ha per aiutare davvero chi ha bisogno. Per non parlare dei pedofili e di tutte le altre cose. Il fatto è che hanno troppo il culo attaccato al potere e ai privilegi!
NG: ma allora se nella chiesa ci sono persone come quella di cui mi hai parlato, vuol dire che anche che esiste un dio che li manda qui sulla terra!
TG: no! queste persone possono aver avuto una motivazione "religiosa - cristiana". Ma allora Gandhi? ha dato tutto se stesso per la sua gente, fino a morire ammazzato pure lui, ma non era cristiano. E se vogliamo restare in quella che possiamo chiamare storia, anche il Buddha Sakyamuni... 
NG: chi???
TG: quello che chiamiamo tutti Budda, il Budda storico, l'uomo realmente vissuto. Il Budda si dice abbia compiuto gli stessi miracoli di Gesù, ma cinque secoli prima. E allora chi era il vero dio? Quindi il discorso non è quello. E poi io ho fatto l'esempio della chiesa definita cattolica, quella romana, del papa, per intenderci, ma il discorso può valere per qualunque altra chiesa. Ogni chiesa o comunità religiosa per definizione deve conservare un messaggio iniziale e mantenerlo nei secoli; ma proprio perché è un'istituzione umana va incontro a fallimenti. E più è grande più diventa preda del protagonismo, della sete di potere. Guarda in Italia tutti i danni che ha fatto e sta facendo la chiesa cattolica, o in America alcune chiese protestanti come stanno osteggiando le riforme di Obama. Ma, continuo a ripetere, questo non ha niente a che fare con il fatto di credere nell'esistenza di un dio. Come direbbe la filippa...
NG: la filippa???
TG: la De Filippi!, come dice lei: per me è NO. In queste cose non puoi fare un ragionamento o dare delle spiegazioni, anche se ci sono stati teologi e filosofi che hanno cercato di spiegare l'esistenza di dio con ragionamenti vari. Questa è una questione di cuore non di cervello. Poi chiunque può decidere di fare il bene in nome di un dio a cui crede; e allora: ben venga. Ma nessuno mi convincerà mai che un dio esiste perché una persona si comporta bene in suo nome.
NG: ma tu come ti poni allora di fronte a queste cose?
TG: diciamo che ho molta simpatia per il buddismo, ma certamente non quello di matrice religiosa. Senti, penso che per oggi può bastare così. Che ne dici di riprendere domani?
NG: ok, allora alla prossima!


-Il mio Leopardi, le tue teologie: "Esiste Dio?" Le risate più pazze-


TIM

10 commenti:

  1. Interessante. Personalmente sono di estrazione cattolica, non più praticante. Mi reputo un cristiano ma ho idee molto personali, e spero (non so se ci credo) in un Dio che abbia semplicemente un progetto positivo per gli esseri viventi senza volero identificare col Dio di questa o quell'altra religione.

    Poi io sono dell'idea che il comportamento dei rappresentanti di una religione non può dimostrare l'affidabilià o meno dei precetti della religione stessa. E nemmeno che una religione sia giusta se porta il "bene", perché se esiste un'entità superiore non vuol dire che quello che vuole da noi questa entità ci debba apparire necessariamente come positivo.

    Il Buddismo è interessante, ma il concetto si Samsara (scusa non so mettere l'accento al posto giusto) è così negativo e annichilente che preferisco vivere lontano da quel modo di vedere il mondo. Anche se non posso dire se sia quello corretto oppure no.

    Simone

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    1. Risposta articolata e che vorrebbe un post a parte. Non perché io voglia fare il sapiente e il maestro (questo lo lascio fare ai soloni della materia!), ma per dire solamente come la penso in modo più serio. Comunque: se vogliamo guardare al pelo, quella cattolica è l'unica religione (a mia conoscenza!)in cui venga richiesto un assenso del cuore e della mente (come dice il codice di diritto canonico) ad ogni insegnamento della gerarchia, quindi papa, vescovi e via dicendo. A rigore perciò bisogna credere in tutto quello che viene insegnato non solo perché viene insegnato (la mente) ma anche col cuore, quindi con un'adesione piena. E questo comprende anche temi "spinosi" come aborto, tema della vita in generale, matrimonio e divorzio, omosessuali e tutto il resto. Teoricamente basterebbe non esser d'accordo con un punto per non essere "cattolico" (quindi se non sei praticante: ahiahiahi). Poi penso che il fatto religioso non sia tanto rivolto al "fare qualcosa di positivo", quanto al credere che qualcuno abbia creato questo guazzabuglio di mondo e abbia messo l'uomo a governarlo. Il fare il bene è solo una conseguenza di questo dato, tanto è vero che i primi comandamenti sono rivolti all'osservanza del rispetto e dell'amore di dio, e poi si arriva all'amore dei fratelli. Questo dato è insito in qualsiasi religione. Come dicevo nel post non bisogna essere aderenti a una religione per fare del bene o per comportarsi correttamente: anche un ateo o un agnostico possono essere persone sane e serie. La tua idea riguardo al fatto che "il comportamento dei rappresentanti di una religione non può dimostrare l'affidabilià o meno dei precetti della religione stessa" conferma quello che ho appena detto. E ancora ripeto: credere che un dio esista non ha niente a che vedere con l'esistenza di una religione; guarda scientology che ha tutto l'aspetto esteriore e l'organizzazione di una religione ma non ha un dio (tranne il dio-denaro!).

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    2. scusa, dimenticavo il tuo accenno al buddismo. Non è che io sia buddista o abbia mai voluto entrare a far parte di una qualche organizzazione (andrei contro i miei stessi convincimenti), è solo che mi ritrovo in alcuni principi di vita di quella filosofia: la compassione, l'empatia, la misericordia, ecc. Così come seguo alcuni principi del mahatma Gandhi riguardo la non violenza e l'organizzazione della società.

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    3. Ottimo. Io ti do ragione e infatti non mi ritengo cattolico dal momento in cui ho smesso di riconoscermi in determinate posizioni o di seguire determinati precetti. Però lo sono di "estrazione" nel senso che la mia famiglia, l'educazione che ho avuto e l'ambiente in cui sono cresciuto sono cattolici o influenzati da questa religione ed è assurdo pensare di non esserne comunque influenzato.

      Simone

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    4. Io penso (posizione sicuramente non cattolica!) che tu abbia ragione: se si crede a un dio e si è cresciuti in una data tradizione (cattolica, evangelica, millenarista, induista... ) è giusto che ci senta legati a quel modo di fare e che ci si possa e debba "sentire" credenti al 100%. Quello che è vero è anzitutto quello che si sente dentro e poi come lo si manifesta! Il discorso poi dell'influenza positiva o negativa è un dato sociologico; l'importante è che non diventi una scusa: si fa così, quindi... .

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  2. Io come sai sono un "eretico" a partire dal mio nickname (non che io sia seguace dell'eresia di Ario, sia chiaro, diciamo più semplicemente che sono un cristiano fai-da-te come direbbe scherzosamente il prete della mia parrocchia, uno di quelli che riesce a non discostarsi troppo dal messaggio iniziale di Cristo).
    Fatta cotanta premessa, su questo argomento sono anch'io estremamente incostante.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Purtroppo da noi in Italia se dici "cristiano" intendi in realtà "cattolico", perché le altre comunità cristiane sono minoritarie e lo strapotere della chiesa di roma inibisce anche solo la visibilità delle altre (vedi programmi televisivi di tute le reti a senso unico: la domenica mattina rai 1 ha una programmazione quasi esclusivamente "religiosa" cattolica). Ma esistono molte altre chiese che si richiamano al cristianesimo e hanno strutture molto più agili oltre a intendere la bibbia non come possesso di pochi eletti ma come libro dato a tutti e da cui ognuno può trarre ciò di cui ha bisogno. L'importante è che si creda al dio che vi è rivelato.

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  4. Quello della chiesa è un discorso complesso, diciamo che la mia filosofia si piò tranquillamente definire agnostica.,Sono nato in una famiglia di estrazione "cattolica" e da giovane ho anche partecipatoa quel mondo. Il guaio è che fatico a credere in un complesso di dogmi imposti come realtà universale da altri uomini. Poi, faccio anche tanta troppa fatica a credere in un entità superiore, no la mia fiducia nel' ignoto non arriva più fino a quel punto.

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    1. Diciamo che siamo più o meno sulle stesse posizioni, anche se non penso di potermi definire "agnostico". Se poi proprio dovessi additare una comunità fra le più virtuose (come gestione pubblica del dato "religioso"), allora sicuramente direi quella evangelica in generale, almeno in Italia.

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