giovedì 27 dicembre 2012

Qualche idea per cominciare

Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio!
Siamo in piena campagna elettorale (basta vedere i TG velatamente o apertamente schierati) e le ricette per la soluzione della crisi si moltiplicano.
Non sto qui a fare pubblicità per questo o per quello, sono il primo ad essere disorientato, ma cerco di mettere dei paletti nella mia mente.
Non sono un economista, né un politologo, né un sociologo, ma un uomo della strada e ragiono come tale.
Quel che ho visto, girandomi indietro e passando in rassegna gli ultimi 30-40 anni, ma forse anche di più, è stato anzitutto una corsa alle/delle ideologie, uno sparare sentenze a prescindere, come direbbe il grande Totò. Io sono il primo che ho fatto questo: nei miei giudizi, spesso nel momento di andare a votare, nelle analisi. Ciò non vuol dire che un'ideologia non debba guidare un giudizio, perché un'ideologia è un modo di guardare al mondo e alla sua realtà. Ma un'ideologia diventa deleteria quando mette e fa mettere il paraocchi. Ricordo sempre la lezione del mio professore di filosofia al liceo quando ci spiegò che il termine critica derivava dal greco krino, cioé passare attraverso il crivello, come si fa con la farina: perché ci sia criticità e quindi giudizio si deve passare tutto alla lente di un metro di giudizio; ma bisogna che la largezza delle maglie del crivello sia adeguata alla cosa (alla realtà) che voglio giudicare, perché potrebbe essere troppo stretta (e allora tutto sarà da buttare) o troppo larga (e allora passerà e sarà giustificato di tutto).
Ecco, in questi ultimi anni le ideologie, di qualunque tipo, razza e religione, hanno detto i loro sì e i loro no senza tener conto della realtà che volevano e dovevano giudicare. Per cui spesso si è buttato, come suol dirsi, il bambino con  l'acqua sporca. Un'ideologia, penso, deve essere un punto di partenza flessibile, che tiene conto di tutti i parametri; deve essere un punto di vista sempre pronto ad accettare ciò che di buono trova attorno a sé. Pena la propria morte e quella di chi la segue ciecamente.
Quel che ho visto, girandomi indietro, è stata un epoca e un momento storico in cui tutte le categorie hanno richiesto, giustamente, il rispetto dei diritti. Ma non ho mai sentito un partito, un sindacato, un associazione rivendicare per i propri iscritti anche il rispetto dei doveri. Abbiamo viaggiato spediti come se la vita (sociale e privata) fosse fatta di sole cose che ci spettavano, non tendo in alcuna considerazione se il mio diritto, in quel momento, ledeva quello di un altro o metteva in difficoltà la cellula sociale in cui vivevo. Io so che in ogni famglia esiste il rispetto delle opinioni e della vita di ogni compnente, ma questo non deve mai scavalcare quello della nucleo famigliare in sé. Purtroppo ho visto partiti, sindacati, associazioni, esultare o protestare con manifestazioni oceaniche per il diritto a qualcosa, ma senza chiedersi mai se l'attuenuare o il procrastinare quella richiesta potesse servire a far crescere tutto il resto della società o anche solo una parte di essa. Non abbiamo, spesso, tenuto conto che la nostra vita e, conseguentemente, il nostro lavoro sono svolti in un gruppo più esteso che si chiama Stato Italiano.
Per contro ho visto partiti e governi cavalcare le proteste di piazza e dare contentini alla gente. Ma in questo noi italiani siamo bravi, siamo discendenti dagli antichi romani e dal loro panem et circenses. Ho visto pochi governi fare programmi per un futuro che andasse al di là del proprio quinquennio: destra e sinistra hanno governato come se il mondo dovesse finire il giorno dopo la scadenza legislativa; oppure promettere opere e provvedimenti che, palesemente, non avrebbero potuto mantenere. Io so che per costruire bisogna mettere le basi, una pietra per volta, una trave per volta. Tutti hanno cercato di abbelire la casa, ma non hanno badato a sistemarla, puntellarla, fare opere di risanamento.
E veniamo, per concludere, ai singoli politici, quelli che da anni noi deleghiamo per il nostro governo. Conosco un onorevole in pensione che ha 99 anni. È stato tra quelli che hanno inaugurato il parlamento, votando prima la costiuzione e cercandio di dare poi un volto al nostro Stato. Naturalmente ha conosciuto ed è stato amico personale dei vari Napolitano, De Gasperi, La Malfa. Pertini, Nenni, Almirante, ecc. . E mi raccontava di quei tempi quando non c'erano i telefonini o le auto blu o i ristoranti in parlamento. E mi diceva di come tutti facessero a gara a segnalarsi l'un l'altro il ristorante dove si mangiava bene e si spendeva poco o quello che faceva gli sconti per i parlamentari; di come facessero la fila per telefonare alle poche cabine vicino al parlamento; o di come chi aveva l'auto personale dava un passaggio magari da Milano a Roma a un altro con cui magari il giorno dopo avrebbe litigato per questioni politiche. Ed erano i tempi di Peppone edon Camillo!
Quello che, voltandomi indietro, non ho visto nei nostri politici degli ultimi decenni, è stato il senso della politica come servizio. Sì, lo so che sono frasi fatte, entrate forse pure in qualche dizionario; ma per me è così, non ci posso fare niente. Specie quando sento, ad esempio, aspiranti politici tumultuare contro i condoni fiscali e poi averne usufruito per ben tre volte in passato. E mi fermo qui per non cadere nel particolarismo che non è il senso di questo post.
Ho voluto chiarire a me stesso solo alcuni punti con i quali dovrò fare i conti quando andrò a votare e prima ancora quando andrò a leggere i programmi dei singoli politici e dei singoli partiti o movimenti. Perché questa volta cercherò di partire da quello che mi verrà proposto e che cercherò di vagliare a partire dalla mia sensibilità e. perché no, ideologia. Ma senza i paraocchi.

TIM
 

12 commenti:

  1. Tanto lo so già che ti piace Guccini per cui sappiamo pure per chi voti! :) scherzi a parte la politica come servizio sarebbe da rivalutare, così come il rispetto dei doveri che sento nominare qui per la prima volta. Buona scelta e buon anno!

    Simone

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    1. Il voto è segreto e anche se ho a casa una vecchia bandiera del PCI non vuol dire che sia di sinistra e per di più comunista! Ma è così! E proprio per questo devo esser certo che le persone che voterò non cambieranno... bandiera dopo un mese di poltrona! Purtroppo con l'attuale legge elettorale (che i partiti, tutti!, non hanno voluto cambiare) siamo punto e a capo e bisognerà scegliere ancora gente scelta da altri. La politica come servizio è un concetto che vedo soprassato nella morale attuale; il problema è che non è stato sotituito da niente se non una mazzetta (anzi, magari più di una!) di fruscianti euro. Comunque sarà un bel casino votare stavolta!

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    2. Sì è un casino davvero... io vedo sostanzialmente 2 possibili volti tutto sommato nuovi o quasi nuovi in un panorama tristissimo, almeno a provare con quelli (delle quali uno secondo me è assolutamente inaffidabile però) ci libereremmo del vecchiume più vecchio.

      Simone

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    3. Non so di chi parli, ma penso che sono gli stessi che vedo io (d'altra parte sarebbero gli unici!) Ora è di questi giorni l'"avvento" dei giudici in politica. Non la vedo una cosa sbagliata, perché si tratta di nomi importanti e che si sono guadagnati sul campo la stima di moltissimi italiani. Speriamo in bene e soprattutto che non facciano la fine di Di Pietro che ha iniziato bene e poi si è lasciato irretire da loschi figuri.

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  2. Io non so neppure se andrò a votare...
    P.S.: poiché potrei mancare dal web questi giorni, ti anticipo gli auguri di buon anno ;-)

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    1. Penso che andare a votare, anche scheda bianca, sia comunque un segno positivo, quantomeno per dire: io ci sono anche se non ho le idee chiare. Poi chiaramente ognuno fa le proprie scelte! Auguri anche a te! ci risentiamo col nuovo anno!

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  3. Il post mi è piaciuto tantissimo, specie la parte iniziale.
    Sarà incredibile, ma proprio a Natale ho avuto un libro che desideravo
    ( uno dei tantissimi della lista che vorrei ), ovvero il "Contratto Sociale"
    di Jean Jacques Rosseau.

    L' ideaologia è il radar di ciascuno di noi, ma quando poi ci accorgiamo che
    un politico che si professa della nostra stessa ideologia mente, mente spudoratamente
    solo per salire "lissù", allora ci scoraggiamo, e pensiamo che votare uno caso
    andrebbe contro la nostra stessa ideaologia.
    Penso che, attualmente, non esista un politico che sia fedele alla propria ideologia,
    anzi no, forse i leghisti lo sono ( almeno son coerenti alle cavolate che dicono ).
    Quando ascolti i discorsi degli esponenti del massimo partito di sinistra
    accodarsi al capitalismo, o ad altre situazioni che andrebbero contro
    l' ideologia di base, si pensa si a un compromesso per via della situazione attuale,
    ma forse penso non lo sia.

    Ho appurato come le ideologie storiche, quelle nate da due secoli fa a questa parte,
    siano ormai superate, e molte siano mere utopie.
    Come dico sempre:
    "la politica è una cosa meravigliosa. Sono i Politici ad esser sbagliati".
    Se l' idea è giusta, ma gli uomini sbagliati, non si avranno mai frutti buoni e gustosi.

    Un salutone a te Tim!!
    Buon Anno!! E che sia proprio un buono e bell' Anno per tutti!

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    1. Vedo che ah colto la parte del discorso che volevo fare. Penso, o almeno spero, che questo millennio sia non la fine delle ideologie, ma: o il loro avveramento (difficile in toto) o la loro caduta. Le ideologie sono servite al nostro mondo per dare una scossa, per creare degli spartiacque e, al positivo, per far prendere coscienza di certi fattori. Ritengo che oggi come oggi ragionare solo a partire da un'ideologia, per quanto positiva possa essere, sia riduttivo. Forse ne nasceranno altre e ciò vorrà dire che si sarà cominciato a trovare altri parametri per giudicare la realtà. E spero solo che queste eventuali new entry non siano distruttive e monolitiche come le precedenti.
      Auguroni anche a te!

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    2. Mi è piaciuto il post proprio per quello.
      La gente ancora vive nel "comunismo standard", senza rendersi conto
      che oggi, una società senza classi, è pura utopia.
      Lo stesso vale per coloro che vivono ancora ricordando
      i dittatori, italiani e non, del passato come veri eroi da emulare.

      Sinceramente non so quali possano essere le nuove ideologie,
      ma come è sempre accaduto nella storia, noi ora stiamo vivendo il cambiamento
      e non ce ne rendiamo conto.
      Forse sui libri di storia che ci saranno fra 50 anni vedremo scritte
      ideologie che stiamo vivendo, perché di solito queste prima nascono, si vivono,
      e poi prendono un nome.

      Ti risaluto ancora Tim.
      Un abbraccione!

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  4. Ogni giorno che passa mi affliggo sempre più sulla questione politica. Non sono altrettanto ottimista come voi sui volti nuovi, ma neppure mi lascio sedurre da quelli preesistenti. Ciò che so per certo è che, quando uno dice "finito il mio mandato, non mi candiderò di nuovo" è la volta che si candida. Così è accaduto anche con Monti, e parte del suo "governo", che tanti lodano e io ancora devo capire perché (A metter tasse per tamponare le falle eran capaci in molti, non c'era bisogno di un "tecnico", da cui piuttosto mi sarei aspettato qualcosina di più lungimirante). E ora eccolo con la sua lista e il suo programma in cui auspica crescita, tasse patrimoniali, lotta all'evasione e nuova legge elettorale. E c'è pure chi lancia alleluhia al cielo come se quelle parole fossero sconosciute. Le sento da un ventennio... e a ogni caduta di governo c'è sempre chi punta il dito e afferma che "loro" dovevano farle, e "lui" non ha potuto nulla.
    Metti pure il nome che ti pare in "loro" e in "lui". Il risultato non cambia.
    E pure oggi mi sono ingrigito la giornata nello scoprire che dopo i 65 anni di età la sanità Emiliana non passa più i test senologici alle donne, anche se queste hanno già avuto un tumore. Però alla tele non si fa altro che parlare di prevenzione, di fare i test sin da giovani etc etc...
    Loro tagliano le spese, aumentano le tasse, calano le pensioni (già! le aumentano del 3%, però c'è il tetto massimo e se lo sfori, invece che aumentare, te la calano!), comprano aerei da combattimento (e carri armati... di questi non si parla mai, ma costano come gli aerei!) per riempire la Cavour, nostro fiore all'occhiello, nonché seconda portaerei italiana (dopo la Garibaldi)... che senza aerei sarebbe stata pure lei una spesa del tutto inutile. E i fondi per il terremoto in Emilia? Sembra si stiano sbloccando ora... e la gente ha dovuto ricostruirsi casa da sola (fortunati coloro che hanno potuto). La prossima volta i due euro per sms se li sognano. Vado a portarceli di persona ai terremotati.
    E le social card... fa-vo-lo-se! Un aiuto ai meno abbienti che però passa attraverso una carta di un circuito bancario stra-noto. Ma non potevano accreditare quella cifra direttamente nei conti correnti, con meno spese, sprechi e quant'altro? Boh!
    E ne avrei per ore... dai tagli per la ricerca, gli aiuti alle banche che poi non aiutano le persone ma preferiscono investire i soldi ricevuti dallo stato in titoli europei, eccetera eccetera eccetera.
    Faccio discorsi da bar? Probabile. Ma ormai quando sento parlare un qualunque politico mi vien da sorridere e tirare fuori il portafogli. Tanto è lì che vuole arrivare. E di servizi al pubblico ce n'è sempre meno. Evviva.

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    1. Non c'è bisogno di scusarti (anche se il servizio commenti del blog ti aveva messo tra gli spam!): hai detto quello che pensi e che, in fondo, penso anch'io, perché è la realtà. Ogni volta è sempre la stessa storia, lo so, e ogni volta speriamo sempre che le cose cambino e invece, mutatis mutandis, tutto resta com'è. Questi "nuovi politici" all'orizzonte promettono cose che sembrano la scoperta dell'acqua calda o il programma della saggia nonnina. L'unica cosa che si può fare è sperare che, questa volta, mantengano (se crediamo alle loro parole). Tutti vogliamo la dimunzione delle tasse, gli aumenti degli stipendi, più equità fiscale, niente soldi per gli armamenti e più soldi per istruzione e sanità. Ed è quello che propongono tutti. La differenza potrebbe essere nel modo di raggiungere questi obiettivi, perché se ci vogliono più soldi per il welfare, da qualche parte bisogna pure farli uscire! Su questo, forse, si può trovare la disciminante tra il populismo e la serietà delle intenzioni. Poi ognuno ha le proprie idee e voterà per chi vorrà: a volte per convinzione piena; a volte, come si diceva una volta, turandosi il naso.

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