(Copertina di Luca Morandi) |
Terza puntata. La situazione si fa sempre più convulsa e i protagonisti finalmente si incontrano. Ma...
Il commissario Bacone
e il bombolone di Moebius
Personaggi
Francesco
Bacone: commissario
Nino
Geremicca: agente
Alex
Girola: blogger e scrittore
Cristina
Riccione: fotografa, compagna di Alex
*** (Ringrazio l'amico Alex per avermi permesso di utilizzare il suo nome per il personaggio di questa storia e, soprattutto, di avermi concesso di saccheggiare lo scenario del suo bellissimo racconto Il treno di Moebius)
"???" Si chiese il bombolone
guardando con curiosità l'uomo e la donna sotto di sé.
"!!!" Rifletté alfine, pensando a
quegli strani ramoscelli che si agitavano senza un filo di vento.
*******
Il commissario Bacone raccolse da terra un
ramo di una certa consistenza, soppesandolo per stabilire se potesse servire
allo scopo, e con questo cominciò ad aprirsi un varco nell'intrico del
fogliame, facendo così largo anche a Geremicca che lo seguiva con la pistola in
mano e gli occhi ben aperti.
All'improvviso l'agente si fermò:
"Commissario, con tutto il rispetto, non
sente anche lei questa specie di nenia che proviene di tra gli alberi?"
Bacone non aveva mai saputo se quel parlare
quasi forbito gli venisse di suo o derivava dal fatto che Geremicca si stesse
acculturando pian piano solo ora; il suono di un flauto, però, lo sentiva anche
lui. E, ora che si era fermato e aveva smesso di battere col bastone, gli
sembrava di sentire anche delle voci non molto lontane.
"E queste voci le senti pure tu,
Nino?"
Geremicca tese l'orecchio e gli parve di
sentire anche lui qualcosa.
"Si, mi pare che vengano di là"
rispose.
"Ehilà, c'è qualcuno?" Gridò Bacone.
Rimasero in ascolto qualche istante, poi il
commissario ripeté la domanda alzando ancora la voce.
Anche questa volta non ci fu risposta.
Allora Geremicca mise le dita in bocca ed emise
un fischio degno del miglior Trappattoni.
*******
Un fischio, era sicuramente un fischio quello
che aveva sentito. Istintivamente l’uomo prese ad urlare e a salterellare nel
fango, come se questo potesse aumentare il baccano e aiutare a farsi rintracciare.
"Sono qui! Sono qui!"
"Siamo qui" rimarcò la donna che era
rinvenuta a tempo di record.
"Siamo qui" presero a gridare
entrambi.
*******
"Commissario, ha sentito?" Chiese
Geremicca.
"Si, delle urla che vengono da quella
parte!"
Geremicca riprese a fischiare, e nel mentre i
due si incamminarono nella direzione da cui continuavano a provenire le urla.
In pochi minuti scorsero di tra le fronde
basse degli alberi un uomo e una donna che si sbracciavano.
Quando giunsero a vista, la donna corse
incespicando verso Geremicca, che era il più vicino, e gli si gettò al collo
piangendo.
Geremicca rimase immobile.
L'uomo, invece, si avvicinò al commissario.
"Finalmente" disse. "Siete
arrivati a tirarci fuori di qui!"
"Più o meno" rispose Bacone non molto
convinto. "Lei è Alessandro Girola, il proprietario dell'auto abbandonata
là... là fuori?"
"Esatto. Si è fermata ieri sera e siamo
stati costretti ad abbandonarla perché veniva giù a secchiate, e perciò ci
siamo rifugiati nel casolare. Lei" disse indicando la donna, "è
un'amica, Cristina Riccione, una fotografa."
La quale, Cristina Riccione, era appesa al
collo di Geremicca, che non aveva il coraggio (o la voglia?) di togliersela di
dosso.
"In che senso più o meno? Non siete qui per riportarci nella civiltà
conosciuta?" disse Cristina, che ora sembrava essersi completamente
ripresa. Quindi si girò verso il commissario, abbandonando Geremicca ai suoi
pensieri proibiti.
"Volevo dire che siamo arrivati fin qui e
abbiamo avuto la fortuna di trovarvi, ma non ho la minima idea di dove siamo o
di come fare a uscirne. È tutto così strano, senza senso, fuori dal mondo...
"
Alex
sembrò riflettere un attimo, poi sgranò gli occhi e disse tutto d’un fiato:
“Ma
certo! È chiaro: qua è tutto come dentro a
Il treno di Moebius! Il passaggio temporale annunciato dall'odore di ozono,
la foresta, il suono del flauto... "
Poi
si fermò un attimo e riprese con un tono molto più desolato e… :
“Eh
già… proprio come dentro a Il treno di Moebius… “
"Il treno di Moebius? Cos'è?" chiese
Bacone.
"Un
mio racconto, io sono uno scrittore."
“Vedi
allora che la colpa è tua!” intervenne Cristina. “Non potevi scrivere come
tutti di una bella spiaggia, del mare cristallino… ? A quest’ora non eravamo
qua! E invece no! Lui deve fare il nerd” continuò additando il suo compagno,
“l’intellettuale, lo scrittore di nicchia” e nel pronunciare le ultime parole
aveva un tono quasi schifato.
“Ma
che sono queste parole, commissario?” stupì, sgranando gli occhi Geremicca, che
pareva essersi ripreso dall'estasi contemplativa momentanea. “Il ned, la
nicchia… Ma che sono, parole brutte? Si configura qualche reato? Li dobbiamo
arrestare? ”
“Geremì,
eh! Non ti ci mettere pure tu! Già siamo messi male abbastanza di nostro…
"
"E
poi ci sarebbe anche... la scolopendra!" Concluse l'uomo indicando un
punto sopra la loro testa dove il mostruoso animale pareva aspettare il momento
propizio per gettarsi su di loro.
Tutti guardarono all’insù e videro la
scolopendra gigante che dondolava da un ramo.
Geremicca fu il primo a riprendersi. Puntò la
pistola contro l’enorme bombolone e sparò diversi colpi.
L'animale parve sorpreso, ma non si mosse,
anche se Bacone era sicuro che fosse stato colpito.
Cristina parve sul punto di svenire di nuovo e
Geremicca ne approfittò per avvicinarsi pronto ad ogni (piacevole) evenienza.
Girola, forse ricordando di avere una
maglietta su cui campeggiava un supereroe, seppur male in arnese, trovò la
forza di prendere in mano la situazione: diede un'occhiata in giro e indicò
altri due mostri che stavano raggiungendo il primo.
Poi cominciò a correre, zigzagando tra gli
alberi e lasciando sul posto tutti gli altri. Si formò così un gruppo:
Girola lì davanti; a un paio di
incollature il commissario; quindi Geremicca e infine Cristina Riccione.
Nino Geremicca si accorse che la donna era rimasta
per ultima e stava perdendo terreno. Si fermò galantemente, si fece superare
dalla fotografa e prese a seguirla al piccolo trotto.
Sempre più forte, si udiva il suono del flauto
tra gli alberi e i quattro continuavano a correre. Poi all’improvviso…
*******
voce fuori campo (vfc): Alt! Stop! Fermi un attimo!
I personaggi si bloccano e si guardano l’un
l’altro interrogativi.
Girola (piegandosi
con le mani sulle ginocchia e il fiatone):
Ma che c’è?
Geremicca:
Si può sapere che sta succedendo?
vfc: Ma sapete dove state andando?
Girola: e che ne so! Lì c’era scritto che dovevamo
correre e stiamo correndo! (riprende fiato) Noi facciamo quello che dice il copione. Ci sarà qualcuno che lo sa!?
Bacone (guardando gli altri) Mi sa che siamo messi davvero male, in
tutti i sensi. Qui nessuno sa cosa fare e farci fare. Dico bene? (rivolgendosi
ad un ipotetico interlocutore tra gli alberi).
Vfc Non è che non si sa cosa farvi fare…
bisogna però chiarire alcuni punti…
Geremicca: Statemi a sentire. Io fino ad ora c’ho
rimesso la divisa e le scarpe, e non intendo continuare così, alla cieca.
Quindi: o ci fate sapere dove andare e quello che succederà a breve, oppure io
me ne vado, e non mi venite a parlare di rottura del contratto!
Cristina
Riccione: Ce ne andiamo? Finalmente,
vengo anch’io, Nino. Portami con te!
vfc Calma, calma! L’autore qui dice che…
bisognerebbe trovare un’idea… Sicuramente la storia deve andare a finire bene,
visto che è un racconto leggero, umoristico, quindi niente morti, niente
dispersi.
Girola: Sentite,nel mio racconto, per venirne
fuori i protagonisti devono ritornare al tunnel e lì subiscono delle perdite
prima di uscire…
Cristina: In che senso “delle perdite”?
Bacone: Vuol dire che qualcuno deve morire!
Girola: Ah, io sono una persona in carne ed ossa e
quindi non posso morire in un racconto!
Geremicca: Io ho lasciato la guardiola praticamente
sguarnita e poi sono un personaggio di una serie importante, non mi posso
perdere per una storiella da 5-6 mila parole!
Bacone: Se è per questo io sono il protagonista
principale, per cui…
Cristina: E che? Resterei io, allora? Non ci pensate
minimamente! Chiunque lei sia, dice Cristina rivolta al bosco attorno, dica a quella specie di scrittorucolo che sta
guidando ‘sta storia che deve passare sul mio cadavere prima di… cioè volevo
dire… uffa! Insomma! Io non posso morire! E poi c’ho il fard che si sta
sciogliendo tutto e i capelli che mi si rizzano in testa dall’umidità!
Sbrigatevi a tirarci fuori di qui!
Vfc: Ok. Allora facciamo così… Avvicinatevi.
I
quattro personaggi si riuniscono e si odono frasi bisbigliate provenire dagli
alberi, qualche protesta, una bestemmia e un Evvabbene liberatorio.
Poi…
TIM
Cristina e Geremicca Uber Alles! :)
RispondiEliminaI due se la intendono bene, si completano: (fintamente) snob l'una e gentiluomo fino in fondo l'altro (anche troppo... in fondo!)
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