martedì 7 giugno 2011

Le interviste possibili: Elvezio Sciallis

E' lui, ve lo giuro!
Guido la mia Suzuki V-Stromm 650 in mezzo al traffico di Milano ed è lei stessa, che sta docilmente sotto le mie gambe, a farmi capire che avrebbe preferito una bella salita di montagna. Troppi semafori, troppe ripartenze, troppa gente che ha perso il senso della misura e passa sull’impossibile. Ma devo andare, dobbiamo andare, c’è un amico che mi aspetta e non posso far tardi. Lo vedo all’angolo del marciapiede, sotto l’ennesimo semaforo, che alza la testa sul mare di auto che a quell’ora scorre sull’asfalto milanese. Alzo la mano per farmi vedere e anche lui fa lo stesso: contatto avvenuto. Cerco di passare in mezzo ai tubi di scarico che ho davanti e accosto a un passo da lui. Tolgo il casco, il guanto destro e gli do la mano che lui stringe sorridendo e dandomi una pacca sulla tuta nera e gialla. Mi indica un traversa poco distante e si avvia a piedi, sono solo pochi passi. Lo seguo col motore al minimo ed entro anch’io nel vicolo. Lui mi aspetta lì; scendo, spengo la moto, la tiro sul cavalletto e prendo lo zaino dal bauletto, dove poi metto il casco. Possiamo andare, ci diciamo.
... sarebbe bello se fosse tutto vero.
In verità non sono mai salito su una moto in vita mia e la cosa più veloce che abbia mai guidato su due ruote e la mia vecchia bici elettrica che toccava i 25 all’ora a batteria carica. Ora anche quella è andata e ho comprato una mountain bike Coppi 365 rossa e bianca.
Ma un amico l’ho incontrato veramente, non proprio a Milano, ma attraverso quelle diavolerie moderne che chiamano e-mail.
Lui si chiama Elvezio, Elvezio Sciallis, quello di Malpertius.
Possiamo cominciare.


Cosa ci dici su di te?



Nulla di interessante. Sono nato nel 1970, ho girato per alcune città in Italia (Alessandria, Sanremo) fino a trovarmi, ora, a Milano, posto che adoro. Stessa cosa per i lavori: vari impieghi (muratore, commesso...) e ora mi arrangio con incarichi di scrittura sul web, finché dura...


Sei forse la prima persona che mi dice di vivere e adorare Milano (o una qualunque altra grande città contemporaneamente). Contro corrente come sempre. E vediamo se hai iniziato da piccolo: parlando di letteratura, cine-tv, musica, con cosa sei cresciuto? C’ero lo zampino della tua famiglia nelle tue scelte?
Mio padre è morto suicida quando avevo 4 anni e mia madre era troppo impegnata a lavorare e allevare due figli per influenzarmi più di tanto e non credo che comunque lo avrebbe mai fatto. Sono il classico auto-didatta e credo di aver avuto un percorso di formazione socioculturale più o meno tipico per chi ha la mia età: fumetti Corno e Alan Ford, Comic Art, i robot in TV e percepire il grande stacco prima fra le cose bidimensionali di, boh, Hanna e Barbera e prodotti ben più evoluti quali per esempio Goldrake e in seguito l'ulteriore stacco fra Goldrake e Gundam e via via. Stesso percorso anche nei fumetti, ho vissuto "live" l'arrivo dell'ondata britannica in USA al momento giusto, con la giusta età e la giusta curiosità. Libri: ho saltato tutti i classici dell'infanzia, mai letti, per passare subito a Lovecraft, King, Matheson, Bradbury e compagnia danzante, mischiando i cosidetti generi con robuste dosi di mainstream. Stesso per "l'esterno": ho frequentato i centri sociali occupati quando era il momento, ora come ora tutte le volte che ci vado mi sembrano un decimo di quel che erano, per fermento e attività.
Sono forse stato un po' più anomalo per quanto riguarda musica e cinema, scoperti (credo) più tardi della media: penso di avere recuperato un sacco da allora :) .


Ti devo confessare che io ho scoperto quegli autori molto più tardi, forse da 15-20 anni. E penso di essermi perso molto, perché quelle letture a quell’età ti segnano da tutti i punti di vista. Io purtroppo li ho letti quando ormai usavo più la testa che il cuore scorrendo le pagine. Peccato, non ho più il tempo per rifarmi. Speriamo in un’altra vita. E ora come sono cambiati, se lo sono, i tuoi gusti?
Beh, crescendo (penso) si pretende sempre di più dalle narrazioni e i gusti si perfezionano, alcuni grandi autori rimangono per sempre con te ma altri (King è l'esempio più lampante) non reggono il test del tempo e ora come ora mi paiono imbarazzanti per pochezza. Il cambiamento che ho avvertito di più, cominciando a leggere sempre di più in inglese e potendomi quindi per fortuna affrancare dalle pubblicazioni italiane, è questo: mentre per quanto concerne il cinema il fantastico produce spesso narrazioni all'altezza con i migliori autori mainstream, in grado di riflettere e dialogare con la realtà, questo avviene meno in letteratura, in particolare per quanto riguarda i capolavori. Non saprei dirti perché, forse è solo un'impressione. Quindi mentre continuo a incontrare alcuni film di fantastico che mi sembrano pietre miliari, ciò non mi accade con facilità per quanto riguarda i romanzi e ne consegue che i capolavori che non trovo nel fantastico sono forzato (ed è per me un po' una sconfitta) a cercarli nel mainstream, sempre (ovvio) volendo ammettere queste distinzioni genere/mainstream. Io non le faccio, queste distinzioni, ma se devo parlare con altri è naturale, proprio perché mi interessa confrontarmi e discutere, che le ammetta per facilitare il discorso e sollevare qualche interrogativo.


Si, è importante confrontarsi, perché parlando con chi ha le tue stesse letture o visioni di film, scopri in te stesso di esser capace di trovare quelle parole che avevi sulla punta della lingua ma che non uscivano in modo immediato. E’ come guardarsi in uno specchio: scopri cose che hai davanti agli occhi, ma non vedi. Cambiamo argomento: ti piace il posto (geografico e umano) dove sei cresciuto (o dove vivi oggi) e come ti ha influenzato? anche nello scrivere…
Amo Milano ma non sono tipo da impuntarsi, se il futuro mi riserverà l'ennesimo trasloco mi adatterò volentieri alla prossima città. L'importante è che si tratti di città di una certa dimensione, odio realtà come San Remo, posto dove ho vissuto a lungo e dove regna una paralisi assordante. La quantità di concerti, mostre e servizi di vario tipo che offre Milano è impareggiabile (dati alla mano) ma mi dicono che molti altri capoluoghi italiani abbiano, come dire, più fermento culturale. A me del fermento culturale non importa molto in quanto posso recuperarlo in Rete, mentre è ben più difficile vivere un concerto o una mostra online. In più sono piuttosto misantropo quindi non ho bisogno di vivere in una città con gente aperta e cordiale (e la freddezza dei milanesi e la Milano da bere sono comunque retoriche così vecchie e false che fanno sorridere). In generale, ormai da anni, non rispondo nemmeno più a tutti i miei amici che muovo le solite critiche a Milano, spesso attuate e pensate senza nemmeno conoscerla più di tanto, alle volte non ci vivono nemmeno e la visitano una volta ogni due o tre anni. Anzi, per evitare di farmi venire i 5 minuti mi dichiaro d'accordo con loro, almeno smettono prima e possiamo passare a parlare d'altro.


E la tua famiglia si interessa a quello che fai ora, come blogger, scribacchino, artista…

Sono io a cercare di respingere ogni loro interesse. Non amo famigliari, parenti e amici che leggono e ti fanno i complimenti e vanno fieri: non è il mio pubblico di riferimento, vivo la mia famiglia in altro modo e cerco di rintuzzare ogni loro curiosità, trovo imbarazzante la classica meccanica della mamma che segue la carriera del figlio, fa parte dell'essermene andato di casa a 18 anni e credo che così ci possa essere un amore più sano.


Penso di capirti. Anch’io sono uscito di casa a 18 anni, ma per andare all’università, così non ho mai rotto veramente il mio cordone ombelicale con loro. Per certi versi avrei voluto farlo, quanto meno per scrollarmi di dosso certi meccanismi che poi ti accompagnano per tutta la vita. Ormai i miei non ci sono più, ma continuo a volte a vederli riflessi in alcune mie scelte. A proposito di scelte, come scegli gli amici (o come gli amici scelgono te)? e loro, i colleghi di lavoro, condividono i tuoi stessi interessi, conoscono la tua passione per la scrittura o sanno che gestisci un blog che magari si interessa di ‘cose strane’? )
Quando lavoravo in negozio per le altre commesse ero un "metallaro", forse "satanista", con gusti molto molto strani, è da ridere. In generale con gli amici (tranne quelli che ho conosciuto proprio in Rete e che in seguito sono diventati tali nella famosa Vita Reale) non parlo volentieri di cinema o libri riguardanti il Perturbante: da un lato rischio di annoiarli e dall'altro lato è difficile che abbiano un livello culturale specifico in grado di far scaturire serie riflessioni al riguardo. Di sicuro non scelgo gli amici in base ai loro interessi, conta di più il cuore. E con il passare degli anni sto scremando un sacco, preferisco incontrare gente nuova rispetto agli amici del passato, molti dei quali, quando non hanno messo su famiglia, mi sembrano comunque cristallizzati in loop rigidissimi.


Un mondo come quello che ci descrivi richiede d’obbligo una domanda: sei credente? in un dio o in qualcosa che sta al di fuori (non per forza al di sopra) di te?
Non posso esserti molto d'aiuto nel trovare una definizione. Non sono credente, non sono ateo, non sono agnostico. Per me la religione è come, boh, il campionato di cricket di serie b in una provincia dell'India: non conosco le regole, non conosco le squadre, non mi interessa. Sono stato battezzato e poi basta, nemmeno la comunione, mai entrato in chiesa se non per qualche matrimonio e funerale. Non interessandomi, non ho mai nemmeno pensato a come rapportarmi. Sono di sicuro anticlericale ma lì ci vuole poco sforzo visti i crimini passati e attuali. Ma fuori da questo dato non saprei cosa dirti, è uno degli argomenti più noiosi in assoluto, posso al massimo dirti che in genere le persone religiose (e anche quelle "spirituali") che ho incontrato in vita non mi hanno fatto una grande impressione ma è per colpa mia, ovvio e ci sono state eccezioni piacevolissime, come credo ci saranno in futuro.

Noi occidentali, cresciuti con santa madre chiesa sul collo, e meglio ancora col vaticano sul groppone, abbiamo in effetti una visione della religiosità e della spiritualità particolari. Non per niente dal 1200 in poi i movimenti che volevano portare la fede tra la gente sono stati sempre dichiarati eretici e perseguitati. Oggi forse le cose stanno diversamente, ma il retaggio resta ed è duro da scalzare. Torniamo alla batteria classica di domande: qual è un personaggio, o lavoro, a cui sei particolarmente affezionato?
Come sai credo che la Critica sia una delle tante forme della Letteratura, della Narrazione, con pari dignità, anche se temo che non sia una idea accettata da molti e posso immaginare il perché. Ci sono un sacco di "lavori" di cui vado fiero, mi è piaciuto tantissimo, anche direi a livello fisico, scrivere la recensione di House of the Devil, oppure occuparmi di Red Riding e lo stesso avviene, di solito per gran parte dei mini-saggi dove posso superare le consuete tre cartelle delle recensioni...

A proposito di personaggi, ce n’è uno storico, politico, religioso, sociale a cui ti senti particolarmente legato e/o che ha influito e influisce sulle tue scelte?
Mah, non riesco a identificarne uno di preciso. Ci sono scrittori e pensatori che hanno influito in maniera determinante, da Galimberti a Evola, da Cioran a Zizek, da Focault a Stirner, ma sono il risultato di così tante influenze che trovo difficile ricondurre il mio pensiero a qualche fonte precisa, così come non riesco a identificarmi in nessun tipo di schieramento.


Veniamo alle note dolenti, almeno per quello che riguarda questi ultimi momenti storici. Ti piace l’Italia oggi? quali sono i suoi pregi, i difetti, le potenzialità?
Mah, sai, faccio sempre più fatica a identificare i tratti nazionali di un Paese e mi tengo sempre un po' in disparte quando qualcuno attacca la tiritera "noi italiani siamo x e y, però d'altronde anche z e w", non riesco ad andare granché oltre all'individuo e ho parecchia sfiducia nei confronti di termini come democrazia, umanità o società. Dovendo forzare una risposta direi che no, non mi piace l'Italia o meglio, non mi piacciono gli italiani ma più che altro perché sono esseri umani e l'essere umano fa quasi sempre schifo. Quel quasi sempre significa però che ogni tanto trovi persone stupende (ovunque) e quando mi capita, oltre a essere stra-felice, mi chiedo sempre da dove vengano, come siano riuscite a diventare meno umane e quindi più belle.
Sai, da quel poco che ho visto tenderei a dire che in Germania si vive meglio, ma temo che per dire sul serio frasi come queste si dovrebbe prima passare qualche anno in altri Paesi e sperimentare ogni lato e aspetto.
Ci sono dei parametri e dei dati e credo che sì, l'Italia sia messa peggio rispetto a tanti altri posti e che non ci siano grandi aspetti positivi a controbilanciare il tutto. Non riconoscendo però l'importanza di patria o nazione, non patisco o gioisco più di tanto per tutto ciò.


Restiamo più o meno in argomento, tenendo conto della percentuale di stranieri che sta crescendo in Italia. Cosa pensi dei flussi migratori che negli ultimi venti anni stanno cambiando gli equilibri culturali, sociali e politici d’Italia e d’Europa?
Stiamo parlando di eventi inesistenti se rapportati ad altri momenti storici e altre situazioni. Se penso all'immigrazione che hanno avuto Francia, Germania o Inghilterra le proteste dei vari leghisti mi fanno sorridere. Ovvio, se controlli i telegiornali puoi forzare con una certa facilità tutta una serie di allarmi inconsistenti e il popolo bue non andrà mai a controllare dati e realtà. Uno degli esempi più eclatanti al riguardo è l'opinione pubblica sulle violenze alle donne, scaricate sugli stranieri quando in realtà avvengono per la massima parte (in percentuali devastanti) fra le mura domestiche. E così via, in un diluvio di ignoranza che trovo ogni giorno più detestabile.

Con uno come te è una domanda inutile, anzi forse proprio pericolosa, ma te la devo fare, per contratto: una cosa, una qualunque, che vorresti restasse di te.
Non può restare nulla. Siamo un istante brevissimo nella storia del cosmo. A noi sembra che personaggi come Giulio Cesare, Marx, Darwin o Napoleone stiano "durando" da un sacco di tempo ma non è così e prestissimo scomparirà di loro anche il più vago ricordo. Di più, scompariranno i supporti stessi atti a recepire quei ricordi, che beffa! Quindi a che pro tentare di durare qualche anno o secolo di più in una memoria destinata comunque a durare pochissimo? E se anche fosse possibile, perché lasciare dei ricordi? Io non ci sarò più, meglio far star bene qualcuno ora che lasciare grandi ricordi dopo. Credo sia più importante una passeggiata al parco con tuo figlio o la tua ragazza o da solo che comporre mille odi che eterne non saranno mai. Magari per comporle hai trascurato tua moglie, tuo figlio, i tuoi amici e te stesso: bella cosa, vanne fiero!


Va bene, siamo alla fine. Ogni giorno sento sempre più la stanchezza di un anno di lavoro e immagino già la mia settimana di vacanza, spero, tra le montagne. E tu, dove andrai in vacanza?
Che strana domanda! Dunque, l'anno scorso sono stato molto bene, ho passato un po' di tempo a Berlino e un po' in montagna. Quest'anno non so. Mi piacerebbe molto visitare Istanbul, credo che, se e quando potrò permettermelo, sarà il prossimo viaggio. In realtà ho una meta che desidero visitare ancora di più, Calcutta. E non per le cazzate mistiche del frichettone che trova le visioni in India quanto per ritrovare le terribili sensazioni che ho appena scorto ne Il Canto di Kali, di Simmons. Non so però come reagirei a tutta quella miseria e sofferenza, potrebbe rivelarsi un viaggio disastroso.

Permettimi in coda di aggiungere una cosa che spero venga recepita (come tutto il resto) come onesta e non dettata dall'occasione. Hai avuto una gran bella idea. Tutti sono buoni a intervistare i soliti quattro gatti che pubblicano robe di genere, ci vuole invece più curiosità a creare spunti come i tuoi, in particolare non tanto per me o Girola e altri che bazzicano da ventimiliardi di anni nella blogosfera, ma anche nei confronti di persone come Nick, tanto per fare un solo esempio, che hanno iniziato da poco e che possono avere molto da dire e da realizzare in futuro.
No guru, no method, no teacher. Kill the Buddha.

Questo è Elvezio. Spiazzante perché sincero fino all’osso, lontano le mille miglia da risposte preconfezionate o date solo con l’occhio ammiccante al lettore. Ci ha dato decine di spunti di riflessione con le sue sincere provocazioni. E sono stato contento di averlo voluto intervistare.
Una di quelle persone che devi conoscere nella vita, che devi incontrare anche solo di striscio. Perché magari potrebbe infettarti uno strano virus, uno di quelli che ti cambiano il modo di vedere e capire il mondo.
E, a proposito: L’illusione fondamentale dell’umanità consiste nel supporre che io sono qui e tu sei lì. (Yasutani Roshi).
Ah. 
Questa è la sua musica. Ed è tratta dal suo Malperbox.

TIM

(Le altre interviste possibili:
Nick, Simone M., Glauco, Alex, Edu e Ariano

27 commenti:

  1. Molto anticonvenzionale Elvezio. La personalità si vede anche da queste cose.
    P.S.: mi chiedevo: ma se tutte queste domande venissero poste a... Temistocle, cosa risponderebbe? ;-)

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  2. @ Ariano: ... se si legge tra le righe delle mie domande...
    Temistocle

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  3. Senza togliere niente a nessuno, Elvezio è stato il primo blogger che ho cominciato a leggere e pur non essendo d'accordo con alcune sue affermazioni (che rimangono d'oro solo per il fatto che lui ha il coraggio di esprimerle) non si rimane impassibili al suo fascino.
    Poi scrive da dio, e per me basta e avanza.
    Una foto no, eh?

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  4. @ Eddy: è il fascino dell'occulto, di quello che ti sembra di vedere e invece ti sfugge all'ultimo momento.
    Temistocle

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  5. Ma quella mica è una maschera eh.. ;)
    Non mi sento anticonvenzionale. Cioè, ho miei valori, ideali e convinzioni e quando, dopo, alle volte vado a controllare, mi accorgo che divergono da molto sentire comune, ma non interpreto in modo positivo o negativo tutto ciò, né ovviamente lo faccio apposta, sarebbe una roba masochistica da paura e follia.
    In più proprio qualche settimana fa ho letto alcuni articoli e saggi sul conformismo e non è necessariamente un male...

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  6. @ Elvezio: convenzionale-anticonvenzionale, sono concetti come bello-brutto: sono sempre relativi ad un parametro soggettivo. Ognuno è libero (per fortuna!) di pensare e vivere come ritiene meglio; sono gli altri ad affibiargli poi un'etichetta. A meno che non si voglia essere controcorrente per partito preso, ma quello è un altro discorso, che riguarda non spiriti liberi come te, ma persone assoggettate al branco.
    Temistocle

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  7. Belin "spirito libero" non me lo aveva mai detto nessuno, ora mi sento un po' uno strano ibrido fra Fossati, Gaetano e Battisti, che bello!...

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  8. @ Elvezio: non c'è bisogno di essere acclamati da una qualche folla osannante per essere uno spirito libero! A me non mi si fila nessuno eppure mi ritengo uno spirito libero, sapessi quante volte ho cambiato idea su qualcosa perché mi andavo convincendo del contrario! L'importante è essere coerente con la propria coscienza che ci dice di guardare tutto sempre con occhi nuovi, come fosse la prima volta.
    Temistocle

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  9. Gran bella intervista, complimenti a intervistatore e intervistato.

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  10. Temistocle: Elvezio le foto le ha aggiunte su Malpertuis:-)

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  11. TIM, se mi offri una birra, ti osanno io!! XD

    Madò... cosa ho combinato co sta casso di foto... ;)

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  12. @ Gekko: benvenuto nel mio garage. Presto passerò a fare un controllo al tuo blog: non si sa mai cosa si può trovare dagli amici di Elvezio, e l'Ordine va sempre fatto rispettare!.
    @ Ferru: ho visto, ma come dicevo lì, vorrei fare un confronto prima con quella con la maschera, non sono convinto che dal vivo ci guadagni!
    @ Eddy: se c'è odore di fama e, quindi, di donne, ti faccio l'abbonamento per un mese al bar Mario.
    Temistocle

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  13. Accidenti quell'uomo mi ha commosso. Ma non diteglielo altrimenti si gasa troppo.
    Grande Elvis! Grande TIM!

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  14. @ Nick: beh, parlare di gasarsi con quella maschera in faccio, penso gli si addica proprio. Magari l'ha messa proprio per evitarlo!
    Temistocle

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  15. Non so chi sia divertito di più, ma queste conversazioni a distanza sono davvero interessanti. Complimenti a entrambi.

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  16. @ Angelo: più che divertimento in senso ludico (ma c'è anche quello) è ogni volta per me la scoperta di una persona nuova, spesso anche fisicamente. Fra un paio di settimane toccherà a Davide menomalechecè Mana: non so quanti di voi lo conoscono di persona, ma quando mi ha inviato la sua foto sono sobbalzato sulla sedia! non averi mai immaginato che potesse avere quelle sembianze e quella fisicità! Lo vedrete!
    Temistocle

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  17. Il bello di Elvezio è che è una delle pochissime persone di cui non condivido il 30-40% di quel che dice, eppure mi affascina come lo dice e lo argomenta.
    Meglio ascoltare una persona così, pur storcendo il naso su alcune cose, che non perdere tempo a discutere con chi "ha ragione e basta".

    Grande intervista.

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  18. @ Alex: il 'grande' va sempre all'intervistato, perché le mie domande sono sempre le stesse, anche se condite con salse adeguate alle risposte. E comunque è vero: Elvezio, come dicevo a fine post, è spiazzante: fa diventare verità sacrosante cose a cui forse non si era mai pensato o non si aveva avuto il coraggio di farlo.
    Temistocle

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  19. @ Alex: che poi quelli che hanno ragione e basta mica discutono eh, lo vedi subito, dopo due secondi si portano via la palla e se potessero anche il campetto...

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  20. Ehi ragazzi, siamo solo a 103 visite stasera. Mi sembrate un po' moscetti. Su, su, che potete fare di meglio!
    Temistocle

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  21. @Elv: hai ragione. La Rete stessa - che non è il paradiso - ne è piena. Meno male che ogni tanto ci sono le eccezioni. Senza incensare nessuno, è un dato di fatto.

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  22. Bene, ieri abbiamo fatto 147 visite! Dopo questa posso anche chiudere il blog! tenendo conto che ho una media di una ventina di visite al giorno, per la prossima settimana sto a posto. Tutto merito di Elvezio, che evidentemente 'tira' visto che l'80% dei contatti vengono come link dal suo blog!
    @ Simone: come dico sempre, il merito è degli intervistati.
    Temistocle

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  23. Bella intervista, bella iniziativa, belle persone.

    Meglio di così…


    (Però secondo me Elv sta meglio con la maschera!)

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  24. @ Iguana Jo: è quello che gli ho detto anch'io! comunque benvenuto nel mio garage.
    Temistocle

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  25. Su certi discorso sono agli atipodi, ma un bel personblog...sono adato a trovarlo e lo seguiro compatibilmete con me stesso.
    A presto TIM ;-)

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  26. @ Mark: il tuo blog è nel mio mirino e lo seguo, ma con terrore! infatti ogni volta che lo visito poi mi si scollega tutto e devo riconnettermi!
    Boh...
    Temistocle

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