venerdì 1 luglio 2011

Le interviste possibili: Gianluca Santini

è lui, è lui!

I sardi sono gente tosta, abituati forse a dover sgomitare per farsi notare, perché vengono dall’altra parte del mare, da una terra dove chi parla in dialetto sembra cantare una strada nenia, che ti pare di conoscere ma di cui non capisci praticamente niente. Almeno per me è così. E’ la terra di Antonio Gramsci, Emilio Lussu, Grazia Deledda, Francesco Cossiga e… metteteci voi tutti quelli che ho dimenticato, forse anche volontariamente. (dovete studiare, eh!). E anche di Antonello Cuccureddu.
La Sardegna è anche la terra di Gianluca Santini, che oggi passerà l’esame delle nostre domandine indiscrete. Gialuca, come leggerete, ha alcuni sogni nella vita e tra questi sicuramente quello di rendere migliore il mondo che abitiamo. E' un puro? un idealista? Un illuso? Giudicate un po' voi, ma non fatevi fuorviare dalla foto qui di fianco! In fondo, però, bisogna essere un po' un folletto per avventurarsi sulla difficile strada dell'ecologismo vero, quello dove al primo posto c'è la natura e non l'economia 
Comunque, eccolo a voi.


Ciao, ci vuoi dire qualcosa di te, per presentarti?



Mi chiamo Gianluca Santini, ma questo credo che tu lo sappia già. Quindi aggiungo che sono nato alla fine del 1988 e che abito a Selargius, un piccolo comune nell’hinterland di Cagliari. Studio in Ingegneria Elettronica, anche se continuerò gli studi nel campo dell’Ingegneria Energetica.


Probabilmente sei il più giovane di quelli che sono passati di qua. Quindi penso che la tua infanzia e adolescenza siano state popolate da personaggi letterari e televisivi diversi da quelli di chi ti ha preceduto. Cosa mi dici?
Sono cresciuto principalmente con i libri, più che con il cinema o la musica. Ho iniziato con i libretti per ragazzi (Battello a vapore, Piccoli brividi, etc) ma presto ho fatto il salto verso i libri più “seri”. A 13 anni mi ha colpito la copertina de “L’acchiappasogni” di Stephen King e da allora ho spaziato un po’ nella letteratura horror, sia con King che con altri autori. Poi c’erano i fumetti, soprattutto Topolino, Dylan Dog e Tex. Per quanto riguarda la musica ho iniziato con il genere rap, che mi ha accompagnato per tutta l’adolescenza circa. E poi la tv, con i cartoni animati tipo Holly e Benjii e Dragonball. In tutto questo non c’è quasi mai stato lo zampino della mia famiglia, per quanto comunque seguissero ciò che leggevo e vedevo.
Vedo che hai cominciato andando subito sul pesante, con King! Adesso capisco anche il nickname del blog: il bambino di Shining che scrive Redrum sulla porta... Che mente! appunto la... mente di Redrum! E ora a che punto sono i tuoi gusti?
Più che cambiati, direi che i miei gusti si sono ampliati. Ho abbandonato quasi del tutto la televisione, a parte qualche telefilm. Ho scoperto la passione per il cinema e i film, ho ampliato i gusti musicali e quelli letterari, lanciandomi alla scoperta di nuovi autori e romanzi. La musica comunque riveste un ruolo meno importante nella mia vita, mentre film e libri sono quasi fondanti ormai. Mi piace guardare un film, indipendentemente dal genere, e allo stesso modo mi immergo nella lettura di libri più disparati, dai saggi ai romanzi di intrattenimento. Continuo comunque a prediligere la narrativa di genere, ma sono ben consapevole che anche questa può essere tramite di tematiche importanti. Infatti non condivido l’opinione di chi dice che questa letteratura di serie b non ha niente da dire di importante.

So che i sardi sono molto attaccati alla propria terra, se ne sentono partecipi fino al midollo e quando se ne allontanano, anche per breve tempo, non vedono l’ora di riprendere la nave o l’aereo. A proposito di aereo e Sardegna, sono stato una volta a Cagliari con un volo ed è stato uno degli atterraggi più da paura della mia vita, con quei chilometri di palude (o almeno così a me sono sembrati) da sfiorare prima di arrivare! Comunque mi sembra inutile farti questa domanda, ma viste che c’è nella batteria, eccola qui: ti piace il posto dove sei cresciuto? e come ti ha influenzato?


La Sardegna è un luogo meraviglioso dal mio punto di vista. Mi piacciono i luoghi, dal mare alla montagna. Mi piace dove vivo e se anche dovessi andare fuori per studio o lavoro, credo che alla fine tornerei sempre qui. Non mi ha influenzato molto sul lato della scrittura, perché fino ad adesso ho cercato di non ambientare i miei scritti in Sardegna. È stata una scelta dettata soprattutto dal fatto che la narrativa sarda è molto standardizzata, legata alle tradizioni e alla lingua, due aspetti che non conosco così appieno da poterci scrivere qualcosa. Sto cercando solo in quest’ultimo periodo di mescolare la narrativa di genere che di solito scrivo con un’ambientazione cagliaritana/sarda. È stato il Survival Blog a darmi la spinta a utilizzare la mia Sardegna come scenario di narrativa di genere, ignorando la visione tradizionalista dell’ambiente Sardegna nella narrativa. Ecco, non so nemmeno se sono riuscito bene a esprimere quello che volevo dire!

Penso che tutti abbiano ben capito. Tra l’altro ho appena letto (e commentato) un racconto bellissimo ambientato in Sardegna, Al bivio, di Federica Maccioni, inserito nella raccolta Fratelli di Razza, un ebook che mi sento di raccomandare senz’altro. Ora torniamo alle nostre domandine indiscrete. La tua famiglia si interessa a quello che fai ora dal lato, per così dire, artistico?


La mia famiglia supporta la mia attività di scribacchino, ma credo ignori del tutto l’esistenza dei miei due blog. Probabilmente spenderei troppo tempo a spiegare cosa sia un blog e cosa rappresenta per me, per cui lascio questo aspetto del mio lato creativo un po’ nascosto. Invece, come ho detto, per quanto riguarda i racconti, sanno che scrivo e mi hanno incoraggiato fin da bambino, quando in quarta elementare ho vinto il mio primo premio letterario. (bambino precoce eh! Sorvoliamo sul fatto che poi ho abbandonato la scrittura per tutto il tempo e l’ho ripresa solo qualche anno fa...)
Capitolo amici: con quali criteri li scegli? E chi ti sta intorno, condivide i tuoi stessi interessi, conosce la tua passione per la scrittura o sanno che gestisci un blog?
L’amicizia è un rapporto molto particolare, è impossibile scegliersi un amico. Al massimo si può scegliere un conoscente, ma l’amico lo diventa con il tempo, con l’instaurarsi di un rapporto che va al di là delle facciate esterne. I miei amici sanno delle mie attività scribacchine, e anche di quelle di blogger. I colleghi di università un po’ meno, giusto quelli a cui sono più legato sanno cosa faccio, gli altri credo lo ignorino. Dico credo, perché con i tempi che corrono (leggasi: Facebook) non si sa mai cosa sa la gente.

Sei credente?
Sono agnostico. Allo stesso tempo penso che non possiamo ignorare il lato spirituale del nostro essere umano, a prescindere dalla concezione religiosa. Non arrivo al materialismo puro, ma credo che l’uomo debba soppesare allo stesso tempo la propria materialità, così come il proprio spirito. Deve curare entrambi per stare bene. E deve fare in modo di comportarsi in maniera corretta, anche qui a prescindere da ricompense religiose. Un uomo deve comportarsi in maniera giusta (nell’accezione filosofica del termine) per via della propria coscienza morale ed etica. Se un uomo non segue la propria coscienza morale ed etica, a prescindere dal fatto che sia un uomo religioso o un agnostico o un ateo, allora non è un uomo giusto.

Mi sembra un’idea da sottoscrivere. Qualcuno direbbe che bisogna seguire comunque la via del Tao, se vogliamo che le nostre azioni abbiano una strada dritta davanti a noi. Torniamo alla scrittura: da dove vengono fuori i tuoi personaggi e le tue storie? qual è un tuo personaggio, o lavoro, a cui sei particolarmente affezionato?

Le mie storie e i miei personaggi quasi sempre nascono da un’immagine che si forma spontaneamente nella mia testa. Magari è un’associazione di idee che l’ha fatta nascere, oppure la suggestione di un altro libro o film, oppure ancora un sogno, ma sta di fatto che la gran parte delle mie “opere” nasce da una base comune, da un’intuizione. Solo successivamente mi domando come questa idea singola, paradossalmente inutile, possa essere sviluppata in un racconto di ampio respiro. Per quanto riguarda storie e personaggi a cui sono affezionato, cito il racconto breve “L’attesa”, nato sui banchi delle superiori, perché è stato il racconto con cui ho iniziato davvero a scrivere con la coscienza di voler scrivere. Poi cito il romanzo breve “L’Organismo” perché è stato il primo progetto “grosso” che sono riuscito a ultimare, nonostante le avversità e perché nel personaggio di Tommaso e nelle vicende che vive c’è qualcosa di mio.
Conosco benissimo Tommaso (per i motivi che tu sai!) e ritengo che rappresenti al meglio il tipo dell'uomo che si sta aprendo alla vita e trova davanti a lui un mondo pieno di mezze verità, di mancanza di chiarezza, soprattutto un mondo manovrato dall'alto. E' come mettersi nei panni di un adolescente di oggi che cerca di capire qualcosa di come va, o non va, il mondo; e non è una bella esperienza. Invece un personaggio della realtà (la realtà storica, dico) a cui ti senti particolarmente legato e che ha influito sulle tue scelte?

Ho avuto un grande cambiamento di vita dopo aver letto “PopCo” di Scarlett Thomas e aver visto “Into the wild”. Come conseguenza di questo film ho conosciuto l’opera del filosofo Henry David Thoreau, che sento molto vicino. Il suo saggio “Walden ovvero vita nei boschi” ha contribuito a formare appieno la mia coscienza ambientalista/ecologista. “PopCo” invece mi ha aiutato a capire molte cose sulle potenzialità dell’utente consumatore nella grande macchina del capitalismo e mi ha aperto gli occhi sul peso etico e morale di ciò che portiamo nelle nostre tavole.

Thoreau è uno di quegli autori che mi hanno attratto ma che per un motivo o per un altro non ho mai letto. Forse questo tuo entusiasmo mi darà la spinta giusta per accostarmici. Tra l’altro, se non sbaglio, è sua una frase che c’è in L’attimo fuggente, uno dei film più belli e interessanti che abbia mai visto: Andai nei boschi perché volevo vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita... per non scoprire in punto di morte di non aver mai vissuto. Qualcuno potrebbe dirmi se è così? Ancora un balzo… di palo in frasca: ti piace l’Italia oggi? quali sono i suoi pregi, i difetti, le potenzialità?

Non so se mi piace l’Italia oggi. Mi piace l’Italia, ma ho poca considerazione della volontà degli italiani a esprimere le potenzialità del nostro Paese. Siamo un popolo che vive a capo chino, purtroppo, inconscio delle proprie capacità e dei propri valori. Siamo ricchi di cervelli ma li lasciamo fuggire all’estero senza battere ciglio. E per inciso anche io sono pronto ad andarmene via, viste le prospettive offerte nel mio campo. Siamo costretti all’ansia del fine mese e questo ci impedisce di comprendere che la deriva che sta subendo il nostro Paese è un fatto che deve coinvolgere tutti e che deve farci ribellare. Invece viviamo tutti, egoisticamente, pensando che è affare di qualcun altro ribellarsi e fare un po’ di casino per ottenere quello che si vuole. Da questo punto di vista il saggio “Disobbedienza civile” di Thoreau è illuminante. Ecco, ora che l’ho pure citato in un’altra domanda capirai quanto sono legato al pensiero di questo filosofo. Sono comunque consapevole che prima o poi la situazione cambierà, la storia ci insegna che si arriva sempre a un punto di rottura, in cui il popolo cerca di cambiare il proprio stato. Spero solo di riuscire a vederlo, questo cambiamento.

Penso che tutti vorremmo vedere quel momento. Forse il problema è che non tutti ci vorrebbero mettere la faccia e la fatica! È forse questo il vero problema degli italiani: vogliono (vogliamo!) sempre trovarci la pappa pronta. Per restare in argomento, per così dire, connesso, cosa pensi dei flussi migratori che negli ultimi venti anni stanno cambiando gli equilibri culturali, sociali e politici d’Italia e d’Europa?

Sono flussi inevitabili, sia a livello nazionale che internazionale. Tutti siamo migranti, soprattutto in una società globalizzata come quella che abbiamo costruito. Ci vuole regolamentazione, certo, come in tutti gli aspetti di una civiltà come la nostra. Ma ultimamente si sta demonizzando questo aspetto e lo si sta politicizzando. Questo è un errore enorme che affossa la grande potenzialità della società multi-culturale. Così come uno scrittore ha bisogno di pareri esterni quanto più diversi dal suo per comprendere appieno le potenzialità e i difetti del proprio lavoro, allo stesso modo una società multi-culturale avrà enormi potenzialità dovute ai diversi punti di vista dati dalle varie culture. Al contrario di una società chiusa che vivrà sempre e solo dei propri input interni, una società multi-culturale è più orientata al progresso, alla crescita e alla formazione. Giusto per seguire la metafora di prima, uno scrittore che non fa mai leggere i propri scritti molto probabilmente non avrà mai idea di come migliorare e progredire con il proprio modo di scrivere.

Anche dal punto di vista di noi scribacchini ci fu tempo fa una discussione su questo punto: far leggere o no le proprie cose prima della condivisione pubblica? Per proporre poi un prodotto migliore? E anche lì i pareri furono discordi. E ora dimmi una cosa, una qualunque, che vorresti restasse di te.

Mi piacerebbe lasciare un segno nel mio futuro lavoro, quello di ingegnere energetico nel campo delle rinnovabili. L’idea di “democratizzare” davvero l’energia e il potere è affascinante e rivoluzionaria, e spero di poter contribuire anche nel mio piccolo in questo senso, nonostante ci siano motori più potenti che remano in senso contrario. E anche, perché no, che resti qualcosa dei miei scritti.
Ritengo che i tuoi desdideri siano sacrosanti. Dire: non mi importa di me, di quel che resta, ecc. può essere una posizione valida (è anche più o meno la mia), ma per uno come te, così motivato e con tanta energia interiore, penso sia giusto voler lasciare il segno, perché lo si fa non per la propria gloria ma per il bene degli altri. Siamo al termine, quindi ecco la domanda di rito: dove andrai in vacanza?

A dire la verità non ne ho la più pallida idea al momento! Dovendo dare ancora un po’ di esami per laurearmi, le vacanze si stanno riducendo all’osso. Però quando avrò più tempo ci sono un paio di viaggetti che voglio fare: Alaska, il cammino di Santiago, la Svezia, tra i principali.

Cari amici, salutiamo Gianluca, che ha riaperto questi siparietti che ci stanno facendo conoscere le persone, prima che i personaggi, che popolano il mio blog e spesso anche i vostri. Non potevo dimenticarmi, però, della sua musica. Che ve ne pare?

Alla prossima.

TIM

17 commenti:

  1. E così conosciamo meglio anche Gianluca. Molto meglio che tramite facebook ;-)

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  2. Ops... è successo un quiquoqua... ci son domande dopo i saluti, e sembrano le prime.

    Comunque, grande Gianluca. ^_^

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  3. Ma che bella faccia seria. ;)
    Finalmente conosco meglio il mitico Gianluca, che s emi darà il permesso nei prossimi giorni parlerò del suo S. BCiao Nicola

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  4. @ Tutti: mi scuso ma mi capita spesso di vedere domade dopo le risposte o alla fine di tutta l'intervista, e non so cosa fare. In questi casi rimetto tutto a posto, ma può capitare che nel frattempo qualcuno si becchi la versione difettosa. me ne scuso ancora.
    @ Ariano: Gianluca ha molto da dire e, come si dice spesso, è uno che si farà!
    @ Nick: incontrarlo di notte in qualche strada desolata non è proprio il massimo ma poi quando lo conosci ti rendi conto di chi è realmente!
    Temistocle

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  5. Grazie mille a Tim per l'intervista! :) E grazie per i vostri commenti, questa iniziativa del buon Temistocle è molto utile per conoscerci tutti meglio. :)

    @Ariano: decisamente, anche perché facebook alla fine lascia un po' il tempo che trova... :P
    @Nick: vero, sono uscito particolarmente bene nella foto... u__u comunque sul SB, certo, permesso accordato! :)

    Ciao a tutti,
    Gianluca

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  6. Bella chiaccherata, propongo di usare la foto per la cerimonia di laurea. :-)
    Con Gianluca mi 'trovo' bene, speriamo di collaborare in futuro!

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  7. @ Gianluca: grazie a te per la disponibilità.
    @ Angelo: anche a me la foto sembra effettivamente ben fatta e lo rappresenta bene!
    @ Ferru: arriverà anche il tuo turno!
    Temistocle

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  8. Che bella intervista... caz... c'hai l'età di mio fratello e il massimo che fa lui è cazzeggiare nei bar e rincoglionirsi su fessbuk (senza offesa per nessuno, eh!).
    Bravo, ce ne vorrebbero di più de 'sti ragazzacci!!

    P.S.: Amo la Sardegna...

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  9. @ Eddy: l'ho detto che Gian è un tipo tosto!
    Temistocle

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  10. @Angelo: Grazie! Dici che mi dovrei sistemare così alla proclamazione di laurea? xD E perché no magari in futuro si potrà fare qualcosa. :)
    @Ferru: Thanks!
    @Eddy: Grazie anche a te per le belle parole... :)

    Ciao,
    Gianluca

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  11. Ciao Gianluca, felice di approfondire la tua conoscenza dopo miriadi di tuoi commenti letti in giro per la blogosfera. Siamo piuttosto in sintonia come pensiero e perdipiù condividiamo il nome e le origini sarde (mia madre è del Nuorese). A rileggerci volentieri. ;)
    @Tim: ^__-

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  12. @ Gian_74: mi piace questo scambio di... amorosi sensi! le interviste servono anche a questo.
    Temistocle

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  13. Complimenti a te e Gianluca per la bella e interessante intervista. Saluti

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  14. Bella intervista!
    Si vede che Gianluca è un ragazzo che farà strada! =)

    Ammiratrice

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  15. @ Ammiratrice: non voglio ripetere il discorso fatto sui commenti anonimi (anche per non incappare in qualche altra incomprensione!). L'unica domanda è: ammiratrice di Gianluca o mia? questo mi interesserebbe saperlo!
    Temistocle

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