giovedì 1 settembre 2011

Storie di ordinaria quotidianità

rubata qui
Così si continua a vivere e morire nell'Italia che fa i suoi ultimi affari.
Ma cosa ci è successo? E quando è cominciato?
TIM

10 commenti:

  1. Calcio e cronaca... divertimento e dolore che vanno a braccetto...
    E poi ci stupiamo di come sia messo il nostro paese...
    In Italia funziona sempre così: ci si indigna dopo aver sentito una brutta notizia, la si dimentica dopo cinque minuti, ma quando si parla di calcio sembra che sia l'unico argomento importante di cui parlare...
    Quasi quasi emigro...

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  2. Non si erano rivolti ai servizi sociali per non far sapere delle loro difficoltà... L'emblema dell'Italia: chi piange, fa barricate, e si lamenta (spesso ingiustamente perchè i soldi li ha buttati dalla finestra) occupa una casa popolare abusivamente e alla fine gliela regolarizzano pure; chi ha la dignità di vivere con discrezione il proprio disagio riceve solo calci nel sedere.
    Per vivere in Italia bisogna essere itaGliani, se provi a fare l'italiano sei fottuto :-(

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  3. Che dire?
    Chi mi ha preceduto ha già detto tutto. :(
    Benvenuti in ItaGlia! Il paese più bello del Mondo (sic). :(

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  4. Che tristezza! e il problema è che tutto ciò ce lo siamo voluto noi...se almeno Apophis modificasse la rotta.............. :))

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  5. Avevo sentito la notizia della persona morta in auto questa mattina e volevo parlare solo di quello, anche più ampiamente. Poi, aprendo le news di Google, ho visto le due cronache vicine e ho pensato che "è meglio mostrare che dire", così le ho messe a confronto e ho fatto un commento provocatorio.
    @ Liber@: purtroppo Apophis colpirebbe posti nel mondo dove sono molto più civili o gente che muore di fame e sete senza avere alcuna colpa. Ci vorrebbe qualcosa che colpisse solo certa gente. Ma in questo caso oltre che tornare al "colpirne uno per educarne cento" non penso ci sia qualcosa.

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  6. @ Narratore: emigrare non è una pessima idea, solo che bisognerebbe avere l'età e la forza. Spesso parlando con un amico più giovane di 10 anni di me, gli dico che farebbe bene a trasferirsi in altri paesi, visto che lui piacciono molto l'Australia, il Canada, ecc. e che parla perfettamente l'inglese. Spesso parlando male del calcio e della TV si fa la figura dei disfattisti, di chi non ha argomenti, di chi non vede il lato positivo delle cose. Ma dov'è il lato positivo? Tutte le cose sono buone in sé, si dice giustamente, è l'uomo che le rende brutte col suo comportamento: e allora azzeriamo tutto e ricominciamo daccapo col calcio, la TV e via dicendo. Poi ne riparliamo.
    @ Ariano: è vero, sono le due facce della stessa medaglia: gli sprechi e l'indigenza e ora con la manovra, comunque la cambino, la situazione tenderà a radicalizzarsi ancora di più, visto che non si creerà un solo posto di lavoro, anzi...
    @ Nick: l'Italia sarebbe anche il più bel paese al mondo, ma se non ci fossero certi italiani. Come dicono i libici: abbiamo il diritto di giustiziare i nostri Gheddafi!

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  7. Come già detto in un altro post anche questo è un segno forte di decadenza: o si fa la cicala o si muore. Nessuno vuole fare più la formica. Preferiamo ballare e cantare finché è possibile, attendendo la fine senza pensieri.

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  8. @ Edu: sto leggendo un libro (di cui poi, penso, parlerò) di Luca Mercalli, che si intitola Prepariamoci a vivere in un mondo con poche risorse (più o meno è così) e quello che viene prospettato è catastrofico, non perché sia un libro in stile 2012 o pessimista, ma perché mostra anzitutto come i richiami a vivere in modo diverso e gli studi sull'argomento sono partiti più di 20 anni fa, e preconizzavano proprio questo scenario. E' allucinante come nessuno abbia detto queste cose in questo modo, ma ce li abbiano sempre propinati in salsa catastrofistica proprio per dire poi che si trattava di catastrofismo distruttivo, quindi da non prendere sul serio.
    Temistocle

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  9. La contrapposizione delle due notizie è già di per sé un articolo a parte, la fotografia è chiara. Un saluto alla coesione sociale, defunta negli anni '80 del secolo scorso. Un caro ricordo per l'immagine della solidarietà, ristretta da trent'anni agli sforzi dei volontari.
    Emigrare? Perché no? Lo facciamo da secoli, all'estero ci sono 60 milioni di italiani.

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  10. @ Angelo: quello che dici e proponi è sacrosanto. Ma quanta amarezza a sapere che le cause di tutto questo non sono naturali (una carestia improvvisa, un terremoto di grandezza terrificante che si porti via tutto, ecc.) ma dovute all'avidità dell'uomo, alla sua incoscienza di fronte al bisogno dell'altro, ad un fare solo i propri interessi a danno di chi soffre ormai la fame anche qui da noi, un paese che continuano a dirci tra i più industarializzati al mondo. E noi, qui, acquiescenti ormai a tutto: vogliamo licenziare anche senza giusta causa? ma certo, sono daccordo anche i sindacati! vogliamo far pagare più tasse (anche se una tantum!) a chi guadagna in modo sproporzionato? ma no! poverini, chi ha sempre vissuto nell'agio, magari sfruttando chi ha bisogno, ha diritto a continuare a vivere da ricchi! che schifo!

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