lunedì 13 febbraio 2012

La tragica fine di Alessandro Marzio

Wihitney Houston.
Marco Pantani.
Amy Winehouse.
Michael Jockson.
Alessandro Marzio.
Che differenza c'è tra tutti questi drogati? Nessuna, tranne che l'ultimo si pagava la propria morte in modo poco chiaro (forse, visto la fine che ha fatto); per le altre, invece, il mestiere era a conoscenza di tutti.
E non mi venite a parlare di artisti, campioni e ca**ate varie. Un drogato è un drogato, cioè: chi fa abitualmente uso di stupefacenti (qui).


TIM

25 commenti:

  1. Come darti torto?
    Al mondo pare che debba essere ricordato solo chi contava, chi aveva un seguito o era famoso. Gli altri?
    Beh, gli altri pare non esistano...

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    1. sulla mia pagina facebook c'è la foto (ripresa da FB di mio fratello) dei funerali di Usai, morto per salvare la gente nell'alluvione di ottobre. Da il senso dell'abbandono totale, senza un politico, un pezzo grosso. Ma forse è meglio così, visto che proprio a causa della loro assenza di impegno politico quell'uomo è morto. È la foto dell'Italia che lavora e si impegna: sola e abbandonata.

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  2. Mi attirerò le ire di diversi benpensanti, ma a me, personalmente fanno più pena i signori nessuno di tanti cosidetti vip che hanno sprecato la loro vita.
    Il dolore è dolore sempre, ma ricordiamo gli uomini e le donne indistintamente distrutti da qualcosa più grande di loro.

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    1. chiunque si droga è un danno per la società oltre che per se stesso. Non è una malattia che ti arriva tra capo e collo, la droga te la devi andare a cercare consapevolmente e la paghi pure salata, nessuno ti obbliga.

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  3. Mmmmm....complesso il tema, ci vorrebbero pagine di spiegazioni, domande e controdeduzioni, mi limito a pochi concetti. Sono molteplici le debolezze umane, il problema è definire le debolezze o limitarne le diffusioni? La morte dei personaggi famosi è un male in se stesso ho è un male la diffusione della notizia che i media ne fanno? Il concetto del dolore ci viene trasmesso dall'informazione in se o è un sentimento che sorge indipendente nelle nostre menti? Facciamo delle differenze tra gli sbagli che compiono gli uomini e quello ormai evidente fanno gli sciacalli dell'informazione.

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    1. 1. se le debolezze sono inevitabili, allora sicuramente è meglio limitarne le diffusioni.
      2. non è un male la morte di personaggi famosi, perché prima che personaggi famosi sono persone normali che quindi sono destinati come tutti noi a morire. È la spettacolarizzazione della morte che, spesso, crea il personaggio. A parte una ristretta cerchia di addetti al settore, chi conosceva Kurt Cobain prima che morisse? adesso anche un ragazzino di 10 anni sa chi è, e magari ne ha fatto anche il proprio idolo.
      3. il concetto di dolore esiste a prescindere dal fatto di essere espresso e dal modo in cui viene espresso. Però canale 5 che nel giorno di san valentino trasmette un film di W. Houston per renderle omaggio se ne fotte del dolore di migliaia di persone che sono, ad esempio, immobilizzate da malattie gravi e che non pensano a drogarsi perché non gli è difficile sopportare la propria condizione peraltro non voluta.
      Daccordissimo comunque sul fatto che la (dis)informazione fatta da sciacalli di tutti i colori e di tutte le razze sta distruggendo la società umana.
      (ultim'ora: ho appena fatto la fotocopia di un libretto di pensione a una signora anziana: 439 euro al mese! eppure non aveva l'aria di una che sta pensando: adesso mi drogo perché non so come andare avanti. Chiederò a canale 5 di trasmettere un film per renderle omaggio quando morirà)

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    2. Mi dispiace ma trovo le risposte fuorvianti. Se il discorso è un mero rapporto economia/uomo posso capirti, altrimenti fatico a trovare il giusto rapporto. Guardare canale 5 e deleterio a prescindere, quindi non vedo l'attinenza. Kurt Cobain è diventato famoso perchè la morte è un'espressione tipica dei comportamenti su cui la nostra società si risveglia. Le catene ramificate su cui si muovono i nostri comportamenti sembrano a volte inspiegabili, ma in realta ricorrono matematicamente tra gli annali della storia. La meraviglia dell'accaduto, in se è gia un atto non comprensibile. Il solo parlarne provoca l'effetto a catena che prima ho citato, ovvero rendere "mitico" un qualcosa che non dovrebbe destar alcun interesse. Il passa parola acuisce un qualcosa che tu stesso dici di non voler accettare. Il drogato è un prodotto della nostra società, e una sua classificazione come escremento non fa altro che denigrare noi stessi. Scusami, mi rendo conto di non essere esaustivo o confusionario, ma se la morte è una livella perchè considereare attendibili i media che di attendibile hannno a malapena l'ichiostro che ancora usano?

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    3. naturalmente ognuno ha le proprie idee, altrimenti ci iscriveremo tutti al PDL e avremo il comandante che penserà/deciderà per noi (o al PD, o al... metti il nome di un altro partito). Il mio NON è un mero rapporto economia/uomo, altrimenti avrei giustificato tutte le situazioni di cui parlo. Anzi proprio per wuesto non capisco chi fa del dolore notizia e chi va a cercare la notizia ultra-mega importante dove non c'è. oppure dovremo dire che, ad esempio come era in origine nel mio post, ogni morte di un drogato e ultra-mega importante. Concordo con te che canale 5 (come quasi tutte le altre reti) va evitato come la morte, ma non sono d'accordo quando dici che classificare un drogato come escremento denigra tutti noi. Io non ho espresso un giudizio sui drogati; ho detto che tutti i drogati sono uguali, e metterne sul piedistallo alcuni getta ancora più in basso gli altri. la nostra società non viene denigrata dalla presenza dei drogati, perché altrimenti dovremmo mettere nel calderone anche i ladri, i politici corrotti, gli stupratori, i perbenisti ecc. certamente però la quantità di questa presenza (drogati, ladri...) è inversamente proporzionale alla nostra salute sociale, visto che non siamo riusciti a evitare questi bubboni. Ripeto: nessuno ha una giustificazione per diventare un drogato, ma men che meno chi potrebbe avere i mezzi (sociali, intellettuali, economici) per evitarlo.

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  4. La morte di uno famoso equivale a quella di uno meno famoso.
    Ovviamente mi dispiace per chiunque muoia, ma mi ha sempre infastidito la spettacolarizzazione dell'evento (per le persone famose).

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    1. naturalmente sono d'accordo con te. La morte è una livella, diceva Totò, ma noi la stiamo facendo diventare d'oro per i ricchi e di plastica per i poveri!

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  5. In effetti quando muore la persona celebre si piange per il lutto collettivo della società che ha perso uno dei suoi "simboli".
    Se muore un drogato qualsiasi a piangere sono solo i parenti più stretti, però credo che non possiamo giudicare la "validità" o meno dei motivi che spingano un vip o un comune cittadino a rovinarsi la vita così.

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    1. Per quanto quella persona abbia potuto allietare i sensi dei comuni mortali con la sua voce e le sue grazie, non penso si possa equiparare a qualcuno che ha salvato vite umane o ha guidato nazioni saggiamente. Quindi una prima scrematura io la farei. Sul fatto che ognuno è libero di salvarsi o rovinarsi la vita come vuole, ti do ragione, però dobbiamo dire chiaramente cosa salva e cosa rovina la vita della gente.

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  6. Non voglio di sicuro criticare il tuo post ma... drogati o meno, io non farei di tutta l'erba un fascio. Siamo persone, non animali. E ognuno di noi reagisce in maniera differente agli stimoli negativi, indifferentemente dai soldi che si hanno in tasca.

    A questo punto vorrei sottolineare che la Houston è stata iniziata alla droga dopo il matrimonio, dal marito, che per di più era violento e la pestava di continuo. Non ha iniziato di sua iniziativa... è stata, per certi versi, costretta. Probabilmente era debole di carattere, non ha saputo lottare, rifiutare... combattere come ha fatto Tina Turner... ma non si può mettere la Houston nello stesso elenco in cui compare Micheal Jackson, che voleva diventare bianco (e anche qui ce ne sarebbero da dire? Che infanzia ha avuto? Già a 10 anni era una pop star! In un paese dove la discriminazione razziale, a quei tempi, era terribile), la Whinehouse etc etc.

    Capisco che loro sono VIPS e noi no... e non biasimo il tuo modo di pensare. Ma a volte io mi sento più fortunato di loro. Io posso uscire di casa, fare una passeggiata, sfogare i miei malumori, dare un bacio a una ragazza, piangere, ridere, giocare, mangiare... senza avere qualcuno nascosto dietro a un cespuglio che scatta foto. Non so come potrebbe essere la mia vita se mi sentissi h24 spiato e commentato/criticato/esaminato.

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    1. Critica pure, il blog è fatto per questo, nessuno ci costringe ad essere sempre d'accordo su quello che diciamo. Pensa che il mio miglior amico dall'infanzia è fascista e milanista (io ero juventino e resto comunista)! certamente un discorso è la persona in se, un altro è come si presenta. Ma da qui a dire: è un simbolo, un idolo, ecc. penso ce ne passi. Può sicuramente piacere la sua musica, può aver avuto una bella voce ed essere giustamente apprezzata per questo, ma per altre cose si è comportata come un qualsiasi essere mortale (quale era) e quindi va trattata come un qualsiasi altro essere mortale. Anche a me piace Jimi Hendrix, ma non per questo dico che sia un dio in terra; anche lui era un drogato che è morto da drogato. E Philip Dick è stato un grandissimo scrittore, ma come persona ha sempre vissuto ai margini della legalità, dal punto di vista della droga. Sicuramente gioca molto il fatto della spettacolarizzazione: vedere la gente uccidersi perché muore Michael Jackson dà il polso della situazione e dovremo riscoprire il concetto di "cattivi maestri": Vasco Rossi (per certi versi) in testa.

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  7. 1. Il post sulla mia pagina fb voleva solo essere una riflessione sulla considerazione della morte. E' "normale" che la morte di una star è tenuta in forte considerazione rispetto alla morte di un signor Nessuno, figuriamoci se arriva anche in circostanze "spettacolari". Lo schifo mi è scaturito dalla totale mancanza di rispetto nei confronti dei familiari di quel signor nessuno che è morto per gli altri.
    2. Ognuno di noi può scegliere di morire come desidera: suicidandosi con una corda, gettandosi da un ponte, o drogandosi fino all'eccesso.
    3. Scusate la mia crudeltà ma provo meno pietà per un vip che muore di overdose che per il signor nessuno che fa la stessa fine, perchè sono sicuro che quest'ultimo muove le sue ragioni da un parallelo completamente diverso.
    Giovanni Gravina

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    1. (il post su FB è reperibile qui: http://www.facebook.com/profile.php?id=1637424344) Concordo sul fatto che un vip fa meno 'pena' di un signor nessuno, perché non ha nemmeno quelle "attenuanti" che potrebbe avere un altro: povertà, mancanza di lavoro/socializzazione, mezzi di espressione, ecc. Chi ha avuto dalla vita la fortuna di esprimersi (nella sport, nell'arte, nella comunità civile), chi è stato ripagato profumatamente almeno a livello economico (anche se non sono i soldi a fare la felicità, ma andatelo a dire a chi prende 439 euro di pensione al mese dopo aver lavorato una vita magari in nero e comunque senza aver avuto versati i contributi regolarmente), può accampare sicuramente meno diritti a sentirsi "bisognoso di una dose". Pantani ha vinto alcune delle sue ultime gare più famose, quelle per cui è diventato "il campione", per cui gli hanno intitolato piazze ed eretto statue e per le quali è ricordato ogni anno al giro d'italia, sotto l'effetto dell'EPO, quindi di una sostanza proibita. E questo è un campione? E tutti quelli che al mattino con l'acqua il freddo la neve vanno a lavoro in bicicletta o lavorano all'aperto senza nessun "aiutino" cosa sono: santi e beati? Quasi quasi al primo di questi che entra nel mio negozio (e ne conosco tanti) intitolerò la mia cartoleria!

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  8. In casi come questo diciamo che da fuori è più forte il senso dello "spreco"...ma come, si potrebbe dire, la Houston aveva avuto dal destino delle carte della madonna (talento, bellezza,ricchezza, successo) e si è buttata via così? Fermo restando che non abbiamo ancora una certezza su cosa abbia portato alla morte...a volte anche gli ex tossicodipendenti che si sono rimessi sulla retta via accusano gravi patologie dovute agli abusi precedenti o aggravate da essi...
    Credo che ognuno di noi abbia le sue "sfide" da vincere nella vita...ostacoli e debolezze che, se superati, fanno avanzare in senso evolutivo. Il suo, a quanto pare era bello grosso ma certo non diverso da quello di un anonimo drogato di qualche quartiere povero del mondo, che magari assomma alla droga anche l'assenza di speranza che dà vivere nel degrado...in tal senso concordo con te quando dici che non ci sono neppure le attenuanti del caso...la Houston almeno aveva più strumenti...o invece non ha avuto magari al suo fianco qualcuno in grado di aiutarla, tutti presi com'erano a pensare al suo patrimonio, al suo successo a cosa potevano ricavare da lei? A volte sono proprio quelli che sembrano più fortunati a essere più soli...Non so, in tal senso sono possibilista e vorrei che almeno i media dopo un po' tacessero ma tu hai innescato una giusta riflessione.

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    1. Cerco di fare un po' di chiarezza prima di tutto a me stesso sul mio pensiero. Io non ce l'ho personalmente né con W. Houston ne con Alessandro Marzio: per me ognuno è libero di vivere e morire come vuole. Io parlo dello stile di vita delle persone, qualunque sia il loro nome. Sono stato a contatto per un anno con alcuni tossicodipendenti di una comunità di recupero, lavoravo con loro in una rilegatoria, spesso mangiavo con loro, partecipavo alle loro riunioni, quindi non dico di conoscere bene l'ambiente, ma almeno qualcosina di come vivono e ragionano la conosco. Non ho conosciuto mai nessuno che sia stato iniziato alla droga da qualcuno che un giorno l'ha preso contro un muro e gli ha ficcato un ago in vena. Molti invece hanno incontrato persone poco raccomandabili che li hanno beccati in un momento di debolezza. proprio per questo dico che devono essere trattati tutti ugualmente, nel bene e nel male, e se diciamo che Pantani era un campione anche se ha vinto mentre era sotto l'effetto di chissà che, allora questo vale per chiunque. Solo che poi come la mettiamo con chi vince pulito? se Pantani è un campione, l'altro cos'è? Come facciamo a dire di voler combattere il doping, ad esempio, se poi incensiamo chi ha vinto col doping? Allora cerchiamo di rientrare tutti in un'ottica di giudizio comune e chiamiamo ogni cosa col proprio nome.

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  9. Secondo me è sbagliato identificare una persona col proprio vizio: alla fine siamo tutti drogati, ubriaconi, disonesti, pervertiti... chi più e chi meno e chi magari anche una sola volta per caso. Però non tutti quelli che bevono e che si drogano passano la vita a fare solo quello, per cui secondo me non è vero che i drogati sono tutti uguali.

    Poi si potrebbe discutere sulla fama e sui giornalisti... io credo che quello dello spettacolo, dell'arte, della televisione e delle notizie sia un mondo falso e senza valori, per cui che al TG parlino di un morto piuttosto che di un altro solo perché uno ha scritto qualche canzone famosa mi pare talmente scontato che c'è sinceramente poco di cui discutere.

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    1. penso che uno che per una volta nella vita ha provato una droga non possa dirsi "drogato", ma chi si droga abitualmente "è" un drogato, perché inizia a ragionare ed agire secondo la tipologia di comportamento di un drogato. Tra Pantani e Alessandro Marzi, da questo punto di vista, non vedo differenze. Se assolviamo uno assolviamo l'altro e viceversa se condanniamo l'uno dobbiamo condannare l'altro.

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  10. Io li assolvo entrambi perché non è mio compito giudicare. Le morti dei vip fanno più clamore per due semplici motivi: 1) Li mettono su un piano più vicino al nostro e ci mostrano le loro debolezze. Quelli che sembravano personaggi potenti e fortunati, ci mostrano che la vita è una sofferenza per tutti. Ricchi e poveri. Questo ci fa godere e dimostra che in fondo siamo degli esseri egoisti e invidiosi. Di fronte alla morte di un vip ci sentiamo un pochino più fortunati.
    2) Oltre che egoisti, siamo cinici. Sì perché un artista porta nella tomba la propria arte, e di questa l'umanità ne rimane orfana e prova dolore.
    Una piccola nota a parte sul cinismo. Ognuno di noi è cinico, chi più, chi meno, altrimenti non potrebbe vivere nel mondo occidentale, ovvero alle spalle di miliardi di persone assetate o denutrite. Quindi ricordarsi di queste solo quando muore un vip per rinfacciarle al fan di turno è un'emerita cazzata. This is my humble opinion.

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    1. Anch'io ho espresso la mia umile opinione. Non voglio ribattere perché quello che avevo da dire l'ho ampiamente espresso negli altri commenti, né c'è da giustificarsi l'un l'altro: il blog è fatto per esprimere idee, che possono essere condivise o meno. La cosa bella è che tutto viene fatto, come in questo caso, senza acrimonia o senso di rivalsa.
      Solo, io non rinfaccio niente al fan di turno; io adoro Philip Dick e, se hai notato, l'ho messo nel mucchio come gli altri, per quanto lui parlava della droga in termini particolari e non è morto per cause legate direttamente o indirettamente alla droga (che io sappia). Sta di fatto che per molto tempo ha fatto uso di droghe. I fan allora dovrebbero essere a questo anche leggermente inc***ti con i propri beniamini, visto che li hanno privati della loro arte in anticipo.

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    2. Ovviamente non mi riferivo a te sul discorso del rinfacciare, non mi risulta che tu lo abbia mai fatto, peraltro. Sul fatto che la droga privi dell'arte non sono convinto, a meno che tu intenda solo il fatto di accorciare la vita. Per il resto non mi inoltro nel discorso droga-arte perché mi rendo conto che è un percorso un po' ostico e periglioso e sfocerebbe facilmente nell'incomprensione. Il web non è proprio il posto ideale per certe discussioni.
      Comunque sia, io nutro una enorme stima nei tuoi confronti, ma questo lo saprai già. ;)

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    3. Ti ringrazio della stima che hai per e che, naturalmente, è ricambiata sicuramente. Riguardo al privare dell'arte, intendevo dire che, ad esempio, Pantani se non fosse morto avrebbe potuto vincere chissà quante altre gare dando ai propri fans tante altre soddisfazioni. Per questo dovrebbero essere arrabbiati con loro.

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