sabato 11 febbraio 2012

Professione: vigilante, di Enrico Superina

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Stamattina l'ho finito. Mi sono messo comodo nella zona libreria del mio negozio, dove ho due poltroncine con un tavolino (un piccolo e pretenzioso angolo lettura), e ho divorato le ultime 40 pagine di questo Professione: vigilante, di Enrico Superina, Fratelli Frilli Editore, acquistato per un paio di euri dal mio pusher dell'usato di fiducia.
Come sempre vi rimando ad una recensione seria (questa volta con intervista all'autore) per sapere precisamente di cosa stiamo parlando. Io invece vi racconterò delle mie semplici sensazioni di lettura.
Ma prima il riassunto (dal risvolto di copertina): 
Vito Zarri, vigilante politicamente molto scorretto, è razzista, maschilista, puttaniere, alcolizzato e cocainomane. Porta in dote una vita segnata da violenze, culminata con l'abbandono da parte della sua donna, il cui ricordo lo perseguita ossessivamente. Ma come tutti i personaggi di questo tipo, Vito in fondo è solo uno sconfitto che ha reagito come poteva agli eventi della vita.
In una Genova scelta dal Governo come cavia per un progetto pilota consistente nell'affidare l'ordine pubblico di una parte del territorio agli istituti di vigilanza, Vito Zarri si trova a confrontarsi con l'immigrazione e gli ambienti dello spaccio e della prostituzione che pervadono i vicoli del centro storico. 
Dentro a un cassonetto della spazzatura viene trovato il corpo carbonizzato di una giovane donna, e la polizia incarica delle indagini l'istituto di vigilanza di cui Vito Zarri fa parte. Mentre la vita del protagonista si trasformerà progressivamente in una vera e propria discesa agli inferi, lentamente verrà alla luce una drammatica verità.
Professione: vigilante è un romanzo su un uomo che vive delle sue debolezze e le coltiva con forza e convinzione, ma sempre con la convinzione che, invece, siano i suoi punti di forza.
L'ho seguito in tutti i suoi su e giù per i vicoli e i posti più o meno raccomandabili di Genova e dintorni; ho aspettato un suo passo falso, un suo cedimento ad un'umanità che i personaggi di contorno in qualche modo alla fine mostravano. Ma lui niente: fin quasi alla fine; fino a che, cioè, è rimasto Vito Zarri il vigilante, il personaggio. Poi... poi non posso dirvi tanto di più, perché anche qui sta il bello di questa storia: che ti aspetti che accada qualcosa e quando succede non è proprio come te l'eri immaginata. O forse qualcosa in te ti diceva che sarebbe andata a finire in quel modo, ma mai e poi mai avresti voluto intimamente che quella era la verità.
Vito Zarri è cattivo, è indisponente, è inaffidabile, è senza cuore, razzista, perché è così che lui riesce a mantenersi vivo: lontano dal più piccolo sentimento di umanità; perché sa che appena mollerà per un attimo la maschera non avrà scampo.
Vito Zarri lo odi, da subito, perché in un personaggio di un libro tu ti vuoi e ti devi immedesimare, è una delle prime regole che si imparano alla scuola della scrittura (scrivi di qualcuno in cui il lettore può riconoscersi). Invece con lui è diverso: vorrebbe essere come lui?
Eppure lo segui in tutto ciò che fa, vuoi sapere sempre tutto di quello che pensa e che programma; e anche se un poliziesco (noir come specifica l'autore) ha bisogno di un morto ammazzato e di un indagine che faccia confluire tutto verso il disvelamento dell'assassino, anche se in questa storia una morta carbonizzata c'è, non ti interessa più di tanto sapere chi è stato, perché devi stare dietro ad un'altra storia, quella della guardia scelta Vito Zarri, di quel figlio di puttana Vito Zarri.
Poi d'un tratto Vito comincia a sentire delle voci nella sua testa e la storia prende un'altra piega, con tanto di finale (quasi) a sorpresa.
C'è questo e molto di più in Professione: vigilante, e tutto quello che c'è a me è piaciuto. Non starò a fare sofismi, a stabilire se Enrico Superina è un genio alla stregua degli scrittori maledetti, o solo uno scopiazzatore di Cormac McCarty o di Chuk Palahniuk che ha avuto la fortuna di azzeccare l'opera prima e ultima (a proposito: per quanto abbia cercato, mi sembra che abbia scritto solo questo libro).
Così alla fine non posso che darvi un consiglio: cercatevi questo libro e leggetelo, perché anche se non sarà un capolavoro, vi farà vedere la vita e le cose da un altro punto di vista, molto poco politicamente corretto e veramente bastardo dentro.
Permettetemi solo un'osservazione sulla casa editrice: la Fratelli Frilli mi è stata sempre simpatica, da quando la scoprii con Bruno Morchio e il suo Bacci Pagano, soprattutto perché propone opere (tendenzialmente sul giallo) di gente nuova, spesso fresca, che radica bene le proprie storie sul territorio, che sia Genova o il Piemonte o giù di lì. E anche il nostro amico Danilo Arona ha pubblicato con loro.
Quindi il libro placet. Voto 8,5.
Ragazzi vado, che mio sta tornando il prurito nei polpastrelli. Devo scrivere.


TIM



13 commenti:

  1. Di solito non amo molto i cattivi o gli anti eroi, però se lo Zarri é pezzo di merd...anche solo la metà di quello che scrivi , quasi quasi sarebbe un piacere leggere delle sue traversie.

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    1. diciamo che io ne ho fatto quasi un buono! è molto peggio!

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  2. caro Demetrio, la tua rece mi è piaciuta. ancora di più l'accostamento a McCarty e Palahniuk, di cui non ho mai letto nulla.. Enrico Superina

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    1. Sono contento che sei arrivato fin qui! (non è vero che è una sorpresa, lo sapevo. Sapevo che tutti gli autori sono sempre con il ditino sui tasti per vedere su google se qualcuno ha parlato di loro! e avevo visto che qualche giorno fa c'era stata una visita che veniva dalle tue parti) una domanda: hai scritto altro di rintracciabile in giro?

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  3. il mio secondo libro è in cantiere,non so ancora quando lo finirò..lavori in una libreria?se sì dove?

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    1. ho una cartoleria che ha anche un angolo libri a vercelli. perché?

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  4. ah, vista la diffusione principalmente regionale dei frilli pensavo fossi di genova..

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    1. no, l'ho trovato in un mercatino dell'usato.

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    2. ciao! terminato mio secondo romanzo e già spedito a diversi editori. ti terrò aggiornato..

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. ottimo! hai qualche anticipazione? siamo sulla scia dell'altro?

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    5. in quanto a crudezza sì, ma non è un noir..

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  5. ciao carissimo! il mio secondo romanzo, "Giada", è ora disponibile su ilmiolibro.it -Stay tuned!

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