lunedì 21 maggio 2012

Appunti

(qui) beato lui!
quanto tempo ha davanti
a sé per leggere 
Qualche piccolo appunto in tema scrittura.
Ma proprio poca cosa, eh, non pensate di trovarvi di fronte ai poderosi e ponderosi articoli di quelli che dirigono blog che sono sancta sanctorum della materia. E non lo dico con ironia o sufficienza, ma anzi con rispetto e ammirazione, visto che molti di loro alla teoria uniscono una pratica eccellente e godibile.
Cominciamo con un po' di polemica, che per me è il sale di queste cose.
In questi giorni sto facendo un po' di pulizia nell'ereader. Quando a suo tempo lo comprai, oramai un anno fa', lo riempii di quasi qualsiasi cosa trovavo in giro. Quindi moltissimo materiale pubblicato da La Tela NeraScheletriKult Virtual Press e via dicendo. Nomino queste editrici come esempio e non perché ritenga che i loro prodotti non valgano una cicca, anche se un'occhiatina prima di pubblicare la qualunque farebbero bene a darcela!
Bene, dicevo che rimestando in tutti i file di cui sopra, mi sono accorto di aver scaricato, tra l'altro, delle ciofeche abnormi, scritte in un italiano che al confronto Lapo Elkann e Tonino di Pietro sono accademici dell Crusca; dove basta a loro dire, anzi a loro scrivere, che ci sia un verme che striscia dall'orbita vuota di un cadavere in putrefazione perché si possa parlare di un racconto horror; dove se i personaggi non camminano con un'ascia piantata nel cranio o non hanno la pelle che pende dalla carne (faccio esempi reali!) non sono ascrivibili alla letteratura di genere; dove... avete capito insomma quel che voglio dire.
Ma, mi chiedo, ci può essere gente così ingenua da pensare di aver scritto un racconto solo perché ha riempito di insulsaggini simili qualche pagina? Penso proprio di sì, specie se vediamo cosa pubblicano le case editrici classiche, quelle che troviamo sugli scaffali delle librerie. Chi sente il bisogno di comprare l'ultimo libro della Clerici scritto (si fa per dire e per ridere!) con Bruno Vespa? o la serie dei libri del miracolato Paolo Brosio, che piange ad ogni programma a cui partecipa, forse per la pena che gli fanno gli pseudo giornalisti che lo stanno intervistando?
Altra tipologia di racconti che non sopporto è quella in cui in una paginetta, max due, ti raccontano di come si svegliano al mattino e di quello che stanno ascoltando alla radio e/o cosa mangiano per colazione e/o del viaggetto che hanno fatto in auto... . Anche questo è un esempio reale, di uno scrittore che per il resto pubblica regolarmente romanzi a tutto spiano e, forse, vende anche. Posso capire se alla fine del racconto ci sta una cosiddetta morale, o un colpo di scena che da' il senso al tutto. Ma arrivare al termine con ancora la domanda delle prime righe: ma questo dove vuole andare a parare? è frustrante. Sinceramente facevo di meglio io quando, alla scuola elementare, il maestro ci dava tutte le settimane da scrivere la Cronaca: come hai passato la domenica? Almeno lì dovevo inventare tutti i sabati qualcosa (sì, li facevo sabato perché tanto sapevo già cosa sarebbe successo il giorno successivo e così domenica non dovevo arrivare a sera con la paginetta da riempire) e la fantasia volava tra campi di margherite, spiagge assolate o montagne innevate, a seconda della stagione.
Stop alla polemica.
Sto leggendo un bel libro, forse l'avete visto nella bandella laterale alla voce: Sto leggendo. Si tratta di Due casi per Maffina, di Annamaria Fassio. Si tratta della ristampa dei primi due romanzi pubblicati dalla scrittrice, e tra l'altro il primo, il suo romanzo d'esordio (Tesi di laurea) ha vinto nel 1999 il Premio Tedeschi, trovandosi così nella lista insieme a gente del calibro di Macchiavelli ('80), Lucarelli ('93), Nerozzi ('01). Per quel che ho potuto vedere dalle prime 100 pagine circa, è un libro scritto molto bene, con le sue continue intromissioni di testi di registrazione, cambio di voce narrante e di periodo storico di riferimento. Eppure, nonostante queste che potrebbero sembrare distrazioni dalla narrazione, il tutto coagula al meglio. E la scrittura, poi, ti culla e ti trasporta nella storia senza scosse, tanto che ad un certo punto mi è capitato di pensare: non sembra proprio un romanzo d'esordio! Questa sa scrivere davvero! Non so se è tutto merito dell'editor, non so se il suo secondo romanzo manca le aspettative (ma lo saprò presto, visto che è nello stesso volume), ma tant'è: mi sta proprio piacendo! 
A questo punto però non vi dico di più altrimenti non saprò cosa scrivere quando farò un post apposito per dirvi le mie impressioni di lettura.
Mi sembra di aver finito per oggi.
Lasciatemi solo fare un'ultima osservazione fuori tema scrittura.
Tutti abbiamo visto quel che è successo sabato: l'attento alla scuola di Brindisi. Tutti in un modo o nell'altro abbiamo reagito, penso, provando indignazione, rabbia, piangendo, qualcuno invocando in silenzio la pena di morte. Eppure a distanza di poche ore in prima serata gli amici di maria hanno fatto il loro show, sull'altra rete il chelsea ha conquistato la coppa dei campioni, il giorno dopo il napoli ha battuto la juventus vincendo la coppa italia. Sempre in prima serata.
Ma siamo sicuri che all'Italia ufficiale sia dispiaciuto veramente per la morte di Melissa?


TIM







12 commenti:

  1. Io in questo momento non provo il benché minimo appeal verso la lettura. Credo però di aver concluso che contenuto e sostanza di una storia valgono fino a un certo punto, ma che quello che ci fa apprezzare un racconto è soprattutto lo stile e quanto questo rientra nei nostri gusti personali.

    Insomma se piaci secondo me piaci perché hai una storia che i lettori vogliono leggere, e la sai raccontare in un modo che coinvolge. E puoi anche coinvolgere parlando delle previsioni del tempo se ne sei capace e se hai il pubblico giusto.

    Simone

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    1. Esatto. Il fatto è che in questi casi non si parla neanche di uno stile "ingenuo" come può averlo chi ha iniziato a scrivere da poco. Qui si tratta di gente che non ha la minima conoscenza della lingua italiana e pensa che ogni tiramento onirico che gli passa per il neurone sia alta letteratura e vada espressa nel linguaggio che, probabilmente, quotidianamente usa (che già non sarebbe male, se fosse vagamente vicino alla nostra lingua). Un "gli" come pronome rivolto ad una donna, l'uso sconclusionato dei tempi del verbo, sono cose che mi danno fastidio come l'alligarsi dei denti dopo aver bevuto una spremuta di limone!

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  2. Non lo sai che in Italia ci sono sessanta milioni di Commissari Tecnici e...di autori di libri?
    Ecco la risposta, si la gente si è dispiaciuta per Melissa, ma il nostro è un paese che non possiede memoria...nemmeno quella a breve termine.

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    1. Se la scuola insegnasse a conservarla, la memoria; se nelle famiglie, a tavola, si parlasse di quello che succede nel mondo; se non esistessero programmi in cui ai bambini di 8-10 anni vien fatto credere di averne 18-20; se... cento altri "se", forse certe cose non succederebbero davvero.

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  3. Sono d'accordo sulla narrativa "che non si sa dove va a parare", anch'io la trovo odiosa. L'horror, beh, io sono fermo a Poe (non è il mio genere lo avrai capito) quindi non posso giudicarlo, ma mi fido della tua opinione.

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    1. Anche a me l'horror non piace più di tanto e, sinceramente, trovo alcune pagine di Lovercraft eccessive; ma prese nel contesto hanno un loro perché. Qui invece ci sono solo le descrizioni, come se Shining fosse fatto solo del tipo che abbatte la porta con l'ascia, o degli animali scolpiti nella siepe che prendono vita. Questa non è letteratura, questa è malattia mentale.

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  4. Ah... caro TIM, il mondo deve andare avanti... and the show must go on... per cui, almeno non salti fuori che la piccola Melissa era in realtà una Nikita, un'agente dello spionaggio israeliano che si era infiltrato nelle nostre scuole per scoprire un baby-narco-trafficante... allora si gira pagina e ci si domanda come sia possibile che Stoner lasci la motoGP, se la Juve debba o non debba mettere la stellina in cima all'albero di Natale, del perché Jessica non l'ha data ad Alan mentre Maria li guardava e li commentava col suo vocione da baritono... e se per cena non siano meglio i quattro salti in padella, piuttosto che il sushi comprato dal Nippo-Take-Away sotto casa.
    Viva l'Italia... paese dove tutti vincono, dalla destra alla sinistra, e dove i comici insegnano a fare politica, i politici insegnano a come fare i banchieri, e i banchieri a come fare i comici...
    E la povera Melissa, ormai, chi se la ricorda più!
    E ringraziamo il cielo che non si siano fatti certi decreti esecutivi, altrimenti gli sfollati dal terremoto non avrebbero mai potuto sperare (non dico avere perché è un verbo troppo grosso in questo paese) di ritornare nelle proprie case (vedi nuova legge firmata il 5 maggio scorso!).
    Per fortuna che c'è Italo, e che ci sono tanti scrittori... perché il nostro paese è il paese di chi scrive, ma non quello di chi legge, e neppure di chi legge ciò che ha scritto! ^^

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    1. non posso che assentire ad ogni parola che hai scritto! (anche se non so chi siano Jessica ed Alan!) È proprio di questi minuti la notizia che la CEI ha dichiarato ufficialmente che i vescovi, che non sono pubblici ufficiali, non hanno l'obbligo giuridico di denunciare i pedofili. Come se la pedofilia sia un'auto in sosta vietata! che gente è quella che si nasconde dietro "l'obbligo giuridico"? ma ci teniamo anche questa, tanto la gente continuerà ad affollare le chiese dietro minaccia di scomunica e di essere mandata all'inferno. Forse lo stesso che stanno vivendo quelli uccisi dalla pedofilia! che schifo!

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    2. Neppure io so chi siano Jessica e Alan... ho buttato lì un paio di nomi a caso che mi sanno da "reality amici" ^^
      Evviva anche ai Vescovi... che magari non saranno obbligati dalla legge terrena, ma quella divina (giustizia, ingiustizia, bene, male, violenza, benevolenza) dovrebbero rispettarla no? Mannaggia!

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    3. quella dei vescovi è veramente tragica, nel senso pieno del termine! Proprio i preti che predicano che il male è quello che sta nel cuore e non fuori dell'uomo, si attaccano ai cavilli giuridici! aveva ragione Gesù dei vangeli quando condannava i sepolcri imbiancati!

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    4. Penso che forse si riferisca all'obbligo giuridico di denuncia DOPO aver sentito confessione, che è sempre stata una cosa un poco incasinata...nel senso che in casi eccezionali il diritto canonico imporrebbe la spifferata, ma tanti si nascondono dietro il "silenzio professionale" manco fossero dottori o simili.
      Comunque, effettivamente, ennesima sciocchezza (perchè non voglio essere scurrile.)

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    5. @ Arcamalion: no, non riguarda il segreto confessionale, paragonabile al segreto professionale. Qui si parla proprio di Vescovi che "non sono tenuti" (possono, ma non sono tenuti!) a denunciare quello che sanno anche da inchieste interne riguardo a casi di pedofilia all'interno delle strutture ecclesiastiche.

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