giovedì 15 dicembre 2011

Mario Monti e il parlamento tecnico

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Il post di oggi doveva essere dedicato alle riflessioni di lettura di tre ebook che ho letto in queste ultime settimane. Ma non ho gana, come dicono in qualche parte d'Italia che non ricordo. Sarà il tempo uggioso, sarà qualche problemino che si fa sentire, ma non ho voglia di imbarcarmi in cose complesse.
Così, leggendo qua e la tra i blog vicini di loculo, mi è venuta in mente una riflessione che condivido con voi.
Già dal titolo del post avrete capito che parlo della situazione politica del momento, ma volevo farlo mettendo in evidenza quello che qualcuno potrebbe aver compreso come una svista nella formulazione della frase.
Perché io volevo proprio dire che il nostro è un parlamento tecnico, così come tecnico è questo governo.
Perché se il governo Monti è composto da gente non scelta tra i parlamentari dal Presidente della Repubblica per toglierci (questa è l'intenzione) dalla cacca nella quale siamo fino al collo, in egual modo nessuno di noi, per effetto dell'attuale legge parlamentare, ha realmente scelto i personaggi che scaldano i banchi del parlamento. Anche se scaldare è per modo di dire. Infatti solo fino a giugno di quest'anno, erano 121 i parlamentari che avevano cambiato partito e quindi si erano materialmente spostati da uno scranno all'altro, non avendo neanche il tempo, appunto, di scaldarlo con la presenza del loro deretano.
Quindi tutti i nostri parlamentari sono stati scelti da qualcuno che riteneva potessero far comodo (nel bene e nel male) a qualcosa.
E allora chi ha messo gente come Scilipoti (vedi in proposito il post di Angelo), solo per fare un nome noto a tutti, a rappresentarci in Parlamento?
Senza voler fare il processo alle intenzioni, la risposta è: coloro i quali hanno compilato le liste elettorali sapendo che in base alle previsioni di percentuale di voti ottenuti, il partito avrebbe potuto avere x numero di eletti. Così se sei uno di quelli che è vicino al leader, hai diritto a stare nelle prime posizioni di lista per rientrare automaticamente tra gli eletti (il cosiddetto listino chiuso). E se sei un nome famoso ti mettono in lista per portare voti, tanto poi (come ha apertamente dichiarato Gino Paoli tempo in una trasmissione televisiva) una volta eletto tu rinunci e lasci il posto a quello effettivamente scelto dal partito.
L'unica cosa sulla quale i partiti sono democratici è nello scegliere i personaggi a prescindere dai loro trascorsi o presenti giudiziari
Mi si sta intostando la nervatura, come dicono nello stesso posto d'Italia di cui sopra, perciò torno all'ennesima ultima revisione del racconto che vi ho promesso, o meglio che ho minacciato, di darvi per Natale.


Costituzione Italiana

La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto (art. 56)

I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno 
superato il venticinquesimo anno di età. (art. 58)




TIM

5 commenti:

  1. @ Glauco e Angelo: per dirla con Benigni e Troisi: non ci resta che piangere.

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  2. Io su cose di politica ormai non so che dire, mi arrendo a essere un qualunquista.

    Simone

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  3. @ Simone: forse è proprio quello che hanno voluto i nostri politici in tutti questi anni: lasciarci all'oscuro di tutto e accentrare a loro ogni possibilità di decisione.

    RispondiElimina

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