venerdì 3 febbraio 2012

Racconto a puntate: Capello Liquido (IV)

Breve cappelletto alla quarta puntata di Capello Liquido.
Avevo completamente rimosso dalla mia mente, e quindi dimenticato, che nel lontano dicembre 2010 avevo iscritto il mio garage a Net-Parade nelle categorie generale e cultura. Ora mi arriva una comunicazione che accende una lucina nella mia memoria e la curiosità mi spinge ad andare a vedere dove sto in classifica.
Non so nemmeno se questi dati vogliano dire realmente qualcosa, perché a qualche settimana dall'iscrizione abbandonai il tutto, eliminando anche il banner dal blog (tanto mi interessava essere votato!): avevo finalmente capito che volevo riempire queste pagine solo coi ca**i miei, a prescindere da chi legge, chi vota e chi vomita delle mie fesserie.
Comunque oggi ho scoperto che in classifica generale sono 35253° fuori dal Top e nella classifica cultura occupo il 463° posto, sempre fuori dal Top; sinceramente non so su quanti. Nella speciale classifica Top 80 cultura sono al 1534° posto mentre in quella Top 100 sono al 38065° posto. La qualità del sito è al 86,97% e i miei punteggi migliori sono stati un 16792° posto il 26 ottobre 2011 nella classifica generale; in quella cultura il 2 novembre ho toccato addirittura il 1262°! Sono, naturalmente, ancora al I° livello e tra il 31 gennaio e il 1 febbraio ho perso 25 posizioni nella Top 100, ma (udite, udite!) ne ho guadagnate 3 nella Top 80. Comunque mi consolo: stare in una classifica dove al 91° posto c'è un sito dal titolo Tuttodragonball1 e al 92° Sanremo2012 mi viene un po' il prurito; e lo dico con tutto il rispetto per gli amici blogger che sono in questa classifica e sgomitano ogni giorno per guadagnare un gradino. A proposito, c'è qualcuno di voi lì in mezzo?
Bene, dopo queste notizie e considerazioni ultra scorrette, e ricordandovi che nell'asse temporale torniamo al marzo 2001, alla storia di Enzo, vi lascio alla lettura della IV° puntata di:

Capello Liquido

23.03.2001 (alla sera)
Non solo la rapina era andata male, almeno per il suo socio, ma Enzo aveva commesso anche un errore imperdonabile.
Volendo fuggire per i vicoli della parte vecchia della città e raggiungere il più presto possibile la via per l’autostrada, lui e il compare avevano giustamente pensato che un’auto, per quanto piccola fosse, non era idonea: molto meglio una moto. E quale moto migliore della sua, velocissima e affidabile? Enzo si faceva un vanto di quel bolide e ogni occasione era buona per metterla in mostra con donne e amici, soprattutto con le donne.
Erano famose, spesso anche presso i Vigili Urbani, le sue corse lungo i viali del centro, a tutta velocità e a tutti decibel, più spesso da solo, ma a volte con i rari compagni che si permetteva. Non gli piaceva correre in autostrada, troppo facile, senza spettatori né concorrenti; Enzo preferiva le vie cittadine dove un vecchietto poteva sempre decidere di attraversare, sulle strisce per carità, la strada al suo passaggio o una macchina svoltare a sinistra, dopo averlo regolarmente segnalato, quando lui decideva di superarla. Questa sua natura lo portava spesso a rifugiarsi nella grande città poco distante, dove i pericoli erano infinitamente maggiori e quindi l’adrenalina saliva a mille. Per questo c’erano giorni in cui lucidava Priscilla (questo era il nome che aveva dato alla moto e che aveva fatto anche incidere sul serbatoio) a pollice e affrontava le poche decine di chilometri che lo separavano dal suo personalissimo grande teatro con l’animo di chi esordisce nello spettacolo più importante della vita, quello che lo consacrerà definitivamente re del palcoscenico. Anche se nessuno saprà mai chi è e da dove viene quell’imbecille in tuta di pelle blu notte con scritte e disegni rossi e gialli che gli sta spaccando i timpani.
Andare a fare la rapina con Priscilla era quindi come andare a recitare, e il bottino diventava solamente il cachet per la sua esibizione e nient’altro.
Io non ne capisco di moto, anche perché non me ne potrei mai permettere una del genere, però mi pare fosse uno degli ultimi modelli della BMW o qualcosa del genere. Invece quel ragazzo che aveva visto Enzo fuggire dalla banca sul bolide doveva essere sicuramente molto esperto in materia. E anche piuttosto svelto se era riuscito a prendere al volo addirittura alcuni numeri della targa. Il raggio moltiplicato per se stesso e poi per 3,14 da’ sempre l’area del cerchio, perciò la Polizia seppe, dopo un rapido controllo alla Motorizzazione, chi aveva fatto la rapina alla Banca, o quanto meno a chi apparteneva il mezzo con cui il rapinatore–assassino era fuggito.
Mentre le forze dell’ordine riuscivano ad avere queste informazioni, Enzo aveva raggiunto in pochi istanti il ponte che fa’ da confine naturale alla città, e da lì in pochi minuti era nel cascinale che la vecchia zia gli aveva lasciato alla sua morte. Nascosta nel fienile aveva lasciato la sua auto; fatto lo scambio di mezzi era così rientrato in città con la sacca nera contenente il malloppo. Se quella sera fosse andato al bar a piedi e gli amici che gli avessero chiesto come mai non era con l’amata (sottintendendo la moto), avrebbe risposto che era indisposta e nessuno avrebbe osato chiedere altro. Infatti quando Enzo aveva un certo sguardo e un certo tono nella voce, era bene non fare troppe domande. Per questo gli amici, o almeno quelli che lo conoscevano (Enzo non aveva veri amici), lo chiamavano il riccio. Questo soprannome non era dato solo a causa di questa sua scontrosità e questo suo modo di chiudersi in sé stesso quando qualcuno tentava di mettere il naso nelle sue cose, bensì anche per via dei suoi capelli, appunto ricci, folti e neri quasi come quelli di un nero africano. Anche di questi andava fiero, pressappoco come della moto.
Ma quella sera Enzo non andò al bar. Non sapeva perché mai era così teso (sicuramente non per la rapina né per l’omicidio, aveva in ben poco conto la vita propria e altrui per farsi scrupoli), perciò uscì solo a prendere un po’ d’aria. Aveva voglia di restare solo, senza la necessità di dover fingere con chi avrebbe incontrato.
Senza la sua moto si sentiva nudo ma soprattutto ne sentiva il bisogno fisico, come chi ha smesso di fumare da poco e ha necessità di una sigaretta. Aveva anche pensato di andarla a prendere per farci una bella corsa sulla tangenziale, per scaricarsi; ma capiva che la sua amata, era ancora -per così dire- troppo ‘calda’ per essere rimessa in giro. Meglio far passare qualche giorno, se non qualche settimana.
Tornando a casa aveva la sensazione che qualcosa non andasse, aveva l’impressione di essere attraversato da una corrente continua e gli sembrava di aver bisogno di una doccia, come quando rientrava tutto sudato da una delle sue corse sotto il sole d’agosto avvolto nella tuta di pelle. Camminando lungo il viale, passò davanti alla casa dove qualche tempo prima era avvenuta una tragedia che aveva scosso la cittadina: un anziano signore era stato trovato praticamente triturato (così si erano espressi i medici e gli investigatori) in casa sua. Nonostante fossero arrivati i migliori specialisti da tutta Italia e persino una squadra dell’FBI dall’America (ma la cosa non era stata mai né smentita né confermata), non si era mai venuto a capo di niente, mai il minimo indizio, mai nessuna spiegazione che avesse un minimo di plausibilità. L’unica cosa sicura era che il vecchietto stava preparando la salsa per il sugo, perché venne ritrovata una macchinetta per passare il pomodoro sul tavolo, pronta all’uso. Anche Enzo, che in fondo aveva solo fatto una rapina in mattinata e ucciso un uomo a sangue freddo, ebbe un brivido di paura guardando quelle finestre a piano terra.
Intanto era quasi arrivato a casa e attraversando il viale lanciò un’occhiata verso un gruppo di ragazzi che stava sulla porta del ristorante dall’altro lato della strada, come se stessero aspettando il loro turno. Decine di volte aveva visto gruppi del genere dalla sua finestra o li aveva incontrati tornando dal bar dopo mezzanotte, e aveva pensato che era da deficienti a quell’ora fare la fila per mangiare qualcosa quando c’erano tanti altri locali anche migliori in cui andare. Ma quel gruppo gli sembrava strano, forse perché lui si sentiva come un bambino che aveva rubato la marmellata e aveva la coscienza non propriamente pulita. E anche quel furgone scuro parcheggiato poco distante gli sembrava fuori posto, aveva un’aria quasi colpevole. Tutto, lì attorno, gli metteva angoscia.
“Ma che vai pensando, coglione, sta’ tranquillo che nessuno ce l’ha con te. E comunque è ancora troppo presto per cominciare a preoccuparsi” andava dicendosi mentre attraversava la strada. Estrasse le chiavi e infilò quella rossa nella toppa del portone.
Sentì solo il freddo di qualcosa che gli premeva contro la tempia destra e poi quella frase imparata a memoria dai film gialli: «Polizia! Fermo così o ti faccio un buco in testa!» Un’altra voce alla sua sinistra l’inchiodava: «Enzo Ghezzi, ti dichiaro in arresto per la rapina alla banca e l’omicidio del tuo complice».
“Gli sbirri. Con questi è meglio non giocare, tanto prima o poi salta tutto fuori” pensò, mentre dalla bocca gli uscivano altre parole: «OK, OK, va bene non vi incazzate, mi arrendo, mettete via le pistole che qualcuno si può fare del male a giocare agli sceriffi».
Intanto gli stavano tirando dietro le braccia e mettendo le manette ai polsi. Si girò e vide che il gruppo dei ragazzi era ancora lì e il furgone era chiuso. “Ma da dove sono saltati fuori questi?” si chiese e per quella sera fu l’unico pensiero che assorbì la sua mente.
(... continua... )


TIM

6 commenti:

  1. Rieccomi quà...dunque il personaggio di Enzo mi sembra ben delineato, forse anche "troppo" delineato.
    Comunque fin qui continua ad essere molto bellea come narrazione.

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    1. Si, in effetti rileggendo non mi sembra niente male come storia, sempre tenendo cono comunque della mia scarsa qualità come scribacchino. E bentornato!

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  2. Anche a me continua a piacere e mi chiedo se il vecchietto triturato avrà una parte in seguito...

    Per quanto riguarda net parade, mi hai incuriosito, sono andata sul sito e ho scoperto di essermi registrata pure io due anni fa (non ricordavo proprio!)... allora, senza capire molto di queste classifiche, ti riporto le mie:
    voti 0; qualità: 86,97%; class. generale top 100: 27009; class. generale top 80: 1655; class. pag. pers: 437.
    Ho stabilito un record il 2/2/2012 piazzandomi 9414 in classifica generale e 425 in classifica pagine personali, ma purtroppo tra l'1 e il 2 febbraio ho perso ben 222 posizioni nella top 100 e 15 nella top 80!!
    Non ho idea di cosa significhino questi numeri!!! :))

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    1. il vecchietto triturato fa parte di un altro racconto di quel periodo, che con Capello Liquido e Capitan Alex formava la trilogia vercellese. Magari più in là metterò in lettura anche quello, ma prima devo rivederlo. Per ora mi devo concentrare su un raccontino nato per caso di Bacone e sul racconto 'serio' dello stesso commissario. Quanto alle classifiche vedo che sei più in alto di me: complimenti! neanch'io ho la minima idea di cosa siano questi numeri!

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  3. Una volta ho sbirciato una di queste classifiche, mi sono accorto che il mio blog occupava una posizione troppo elevata e ho avuto paura di montarmi la testa, così non l'ho più guardata ;-)
    P.S.: se dai un'occhiata al mio blog scoprirari che... sei stato nominato ;-)

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    1. Beh, almeno il tuo blog ha un motivo per stare 'in alto' nelle classifiche, visto che parli di cose serie! vado subito a guardare il tuo blog! lo leggo tutti i giorni (quando pubblichi) ma prima sbircio il mio: vanità personale!

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