venerdì 27 aprile 2012

Girfriend from Hell e Il margine, di Germano 'Hell'

Copertina di
Luca Morandi
Oggi un parere personalissimo su due lavori dello stesso autore.
Sto parlando di Germano Hell.
Il primo è Il margine, col quale ha partecipato alla Royal Rumble 2011 de La Tela Nera .
L'impressione che scaturisce dalle frasi brevi, spezzate, che a volte danno il senso di una moviola che procede a scatti, è quello del racconto di una fuga per la vittoria, o meglio per la vita. O meglio ancora per la vita che può restare in un mondo in cui non si può più stare all'aria aperta senza protezioni, senza vestirsi come un astronauta o un palombaro. Dove la nuova specie, che probabilmente dominerà il mondo tra qualche anno, è un ibrido di uomini e bestie, le cui avanguardie già combattono per il dominio di quel che resta del mondo.
Germano ha scritto un racconto breve e intenso, giocato su istantanee che rendono con vivacità una realtà speriamo il più futura possibile. Leggendo queste poche pagine tornano alla memoria le atmosfere di un mondo ormai morto che i film di fantascienza continuano a rimandarci, quasi come un monito per la nostra generazione. La vescica derivata dal proprio DNA che il protagonista non può permettersi di avere (la sua è artificiale e ha una durata di 5 anni, poi si vedrà) e che va impiantata spesso a causa del cancro della cenere, è il segnale che arriverà un momento in cui saremo ridotti a macchine con involucro d'uomo. E allora sarà logico che una nuova razza, più muscolare, che basa il suo potere non più sulla ragione ma sulla forza, si farà avanti all'orizzonte.
Giudizio: placet. Voto: 7.
Il secondo lavoro è  Girlfriend from Hell. Come sempre, se volete una recensione seria, andate a guardare in qualche altro blog, per esempio da Gianluca, che sta parlando di tutti gli spin-off dell'ormai leggendario progetto Survival Blog (anche se Germano ci tiene a precisare che non si tratta di uno spin-off, ma del progetto originario con capitoli extra). Qui troverete solo un mia impressione, quelle idee e immagini che la lettura del racconto lungo mi ha suggerito.
Non ci vuole molto a dire che si tratta essenzialmente di una storia d'amore, come già lo era stato il contributo di Gianluca Santini; ma a differenza di Sardegna Gialla, in questo Girfriend from Hell non si parla di un amore da ritrovare, bensì della costruzione di un amore. È quasi un volersi chiedere se in una situazione di sbando totale, di cessazione di ogni comportamento etico, di lotta alla sopravvivenza, è ancora possibile che un uomo e una donna si sentano uniti da un sentimento che cozza con la cruda realtà esterna. È possibile amare (e quindi fidarsi e affidarsi) ad un'altra persona mentre fuori tutto crolla e vale solo: ognuno per se e dio per tutti?
Germano costruisce una coppia che all'inizio sembra quasi non reggere (lei bellissima, donna di spettacolo, abituata a una vita agiata; lui alla disperata ricerca di un posto nella vita), ma via via che la fuga procede per le strade della gran bretagna, la volontà di sopravvivere (un figlio non è forse anche proprio questo?) prende il sopravvento. E tutto si affronta come un sol'uomo. Man mano che il tempo passa, i personaggi diventano da un lato più bestiali, perché devono avere un atteggiamento consono al mondo nuovo in cui si trovano a vivere; e contemporaneamente quest'imbarbarimento dà la nuova misura dell'umanità che dovrà venir fuori se vorrà sopravvivere
La costruzione di un amore, di cui avevo parlato più su, è messa alla prova radicalmente, non solo in una situazione difficile, ma proprio estrema, al limite dello svanire dell'umanità. E forse, se Hell e Zooey arrivano in un modo o nel'altro fino in fondo, è perché l'amore resta l'unico collante che tiene ancora l'uomo coi piedi ben piantati per terra e da un senso a tutto.
Anche questo è un buon lavoro, con una buona scrittura, molto leggibile.
Unico difetto, dal mio punto di vista (ma per tutti gli altri è stato un pregio!), i rimandi a contenuti multimediali. Non avendo un lettore collegato ad internet, mi è stato impossibile arrivare ai brani proposti. E poi le parti in inglese: io che non ne capisco niente, ho cercato di andare a senso.
Giudizio: placet. Voto: 7,5


TIM



4 commenti:

  1. Grazie mille della doppia rece. ^^
    Graditissime le tue parole, oltre che il responso, ovviamente.
    Solo una cosa mi lascia perplesso: le parti in inglese.
    Io ho tradotto il testo, traduzione riportata nelle note.

    ps: linkerò la rece all'articolo di presentazione sul mio blog, ovviamente. Grazie ancora. ^^

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    Risposte
    1. un grazie lo devo a te (come a tutti quelli di cui leggo qualcosa che mi appassiona!) per l'avventura che mi hai fatto vivere insieme ai tuoi personaggi. Quanto alle traduzioni, hai ragione. Dovevo forse specificare che la mia pigrizia non mi permette di andare avanti e indietro nell'ebook, anche perché il mio non è di quelli che permette di cercare la nota e tornare indietro automaticamente, ma devo fare l'operazione manualmente ed è molto lunga! Ho cercato di risolvere con le poche parole che conosco d'inglese e andando a senso.

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  2. Bell'articolo. Riesci sempre a toccare aspetti di un racconto o di un romanzo che un altro, me per esempio,non riuscirebbe a vedere.
    Bravo fratè. :)

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    1. Le mie, come sai, non sono recensioni, quindi non perdo tempo ad analizzare il testo per sapere se devo inquadrarlo in quella corrente o in quell'altra; tutti tecnicismi che lascio ai recensori di professione. Io racconto solo le impressioni che la lettura ha suscitato dentro di me, quindi ho più tempo per far volare la fantasia.

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