lunedì 27 dicembre 2010

Cronache da un altro mondo 7

Ecco un'altra pagina di diario. E' arrivata ieri, ma solo oggi ho aperto la posta.

27 dicembre 2015

Un altro rumore; questa volta davanti a me, forse dietro una delle auto parcheggiate dall'altro lato della strada.
Un altro infetto? Un uomo o una donna? Come avrei dovuto comportarmi?
I miei occhi girano tutto dattorno alla ricerca di qualcosa con cui difendermi, qualcosa di appuntito e lungo, per tenere a distanza: non ho voglia di ritrovarmi faccia a faccia con una cosa come quella di un minuto prima.
Contemporaneamente cerco di capire da dove viene il rumore, un misto tra un lamento e un raspare.
D'un tratto l'udito chiede passo alla vista e catalizza l'attenzione del mio cervello.
“Signore!”
Guardo alla mia destra, da dove mi sembra arrivi la voce: ma non c'è più alcun suono. Passa del tempo, in cui mi accorgo che si è alzato il vento perché ne sento il passare tra gli sportelli aperti delle auto abbandonate.
“Signore!”
Ecco di nuovo quella voce. E' possibile capire dal solo suono se si tratta di un uomo o un mostro?
“Bravo, signore! Sei stato bravo …”
Da dietro una vecchia C3 argento, coi finestrini rotti e il cofano alzato, spunta un ragazzino, che sta continuando a parlare.
“... brutto, era brutto e cattivo e mi faceva paura, ma tu …”
Sta venendo verso di me.
“... l'hai fatto stare buono. Sono contento!”
In quel momento la mia mente comincia a volare, a staccarsi dalla realtà, mi porta lontano nel tempo, ad un altro bambino che si avvicina pericolosamente, in un'altra guerra, una guerra fatta di bombardamenti, carri armati, di aerei, una guerra di uomini contro uomini, di russi contro americani. Ma quella era una guerra finta, una guerra raccontata dalle pagine di un libro, un libro bellissimo ma pur sempre una finzione. E lì, il bambino che si avvicinava con l'orsacchiotto in braccio è un 'modello tre' e porta morte. Non avrei fatto l'errore del maggiore Hendricks, non mi sarei fidato di un modello 3 dei Gialli, perché loro si sono fatti furbi, se è vero quello che scrive lo Spadaccino.
Ma non c'è solo il maggiore Hendricks ad occupare il mio cervello col suo: attento, è una trappola, non ti fidare.
“Ti sei fatto male? Hai la manica sporca di sangue.”
Ora si è fermato a due passi da me. Ha un paio di pantaloni stazzonati, un bomber amaranto e un paio di scarpe che fanno a pugni col freddo e la neve.
Da qualche parte si fa spazio con prepotenza un'altra immagine. La prima linea dell'esagramma 29 bussa alla mia mente: l'aiuto di un amico sarà decisivo, prima che la situazione ti sfugga di mano.
Mi volto alla ricerca di qualcuno o qualcosa che possa essermi amico e mi possa aiutare. Ma non c'è niente e nessuno.
Poi guardo di nuovo davanti a me, e lo vedo: il bambino.
Forse non ho davanti un modello 3, ma l'avverarsi del presagio dell'I Ching. E' lui l'aiuto.
Questa storia deve avermi fatto andare in pappa il cervello, cosa vado pensando! Un bambino …
“Io mi chiamo Carlo”
… un aiuto in quest'apocalisse …
“E tu come ti chiami?”
… dove la parola d'ordine è: sopravvivi!
Mi devo fidare. In fondo non ha ferite, sangue sparso per il corpo e cose così. Sembra normale.
“Bruno, mi chiamo Bruno. Dove sono i tuoi genitori?”
Mi guarda, come se stesse cercando di ricordare. O di dimenticare.
“La mamma non lo so; il papà è tornato una sera a casa e aveva gli occhi strani, si muoveva come una molla e si è chiuso nella stanza con mamma. Poi ho sentito urlare tutti e due e allora sono scappato via. Quando sono tornato non c'era nessuno. Ho aspettato tutta la notte, ma non li ho visti più. Forse avevo fatto il cattivo …”
Non è un mostro, ne sono quasi sicuro. A meno che non siano diventati tanto furbi da arrivare ai risultati che ho davanti, quel bambino non è infetto.
“E cosa hai fatto dopo?”
“Ho aspettato un po'. Poi ho cominciato a bussare ai vicini ma non rispondeva più nessuno. E alla fine ho capito che forse non c'erano più persone.”
La sua innocenza aveva corso un bel pericolo.
Si ferma un attimo, poi riprende:
“Ti posso dire un segreto?”
Faccio cenno con la testa.
“Ho pianto quando sono rimasto solo. Ma non lo dire alla mamma quando l'incontriamo. Lei non vuole che io pianga. Dice che devo essere sempre forte e coraggioso quando succede qualcosa.”
Penso proprio che Carlo possa essere l'amico dell'esagramma 29.
Mi racconta di aver mangiato per giorni i biscotti e la Nutella che aveva a casa; poi dall'alto dei suoi dieci anni aveva preso il portafoglio della mamma ed era andato a fare la spesa.
All'inizio era tutto a posto, poi pian piano nei negozi c'era sempre meno gente e cominciava a vedere per strada brutte persone, come quello che avevo ucciso io, con la stessa faccia che aveva il suo papà quella sera.
Così, quando usciva, cercava di stare attento. E il giorno che era andato al market a comprare le cose da mangiare e non c'era nessuno, neanche Anna la cassiera, aveva portato via tutto senza pagare.
“Ho fatto una cosa brutta? Io avevo fame.”
No, non aveva fatto una cosa brutta, gli dico. La cosa brutta è quella che c'era attorno a lui, che aveva invaso il mondo di tutti noi. Ma questo non glielo dico.
Forse cercando di spiegare a Carlo quello che è successo, lo capirò meglio anch'io.

8 commenti:

  1. In mezzo a tutto questo letamaio, puoi scorgere il fiore dell'innocenza.
    Tutto ciò è magnifico.
    Devi assolutamente preservare la vita di quel bambino, costi quello che costi.
    In bocca al lupo ed in culo ai Gialli!

    Ci si legge...

    (www.ilfortinodighiaccio.blogspot.com)

    RispondiElimina
  2. Nel suo piccolo è praticamente un miracolo. Nel buddismo si dice che se salvi la vita a qualcuno ne sei responsabile, almeno così ricordo.
    Potrebbe essere traumatizzato, aspettati incubi e comportamenti incoerenti.

    Angelo Benuzzi, CEO Stone Cold Company

    RispondiElimina
  3. @ Andrew: forse è meglio così; un bambino potrebbe dare meno noie che un adulti, avere meno esigenze.
    @ Angelo: è proprio come dici tu, se salvi la vita a qualcuno ne sei responsabile (mi pare ne abbiano fatto anche una commedia con Totò -ricordi quel comico napoletano di prima dell'Apocalisse?). Vedremo come evolve la situazione. Forse proprio la sua 'innocenza' potrebbe l'arma della salvezza, chissà.
    Temistocle

    RispondiElimina
  4. Adorabile anche questo lavoro. In bocca la lupo Tim

    RispondiElimina
  5. I bambini sono il futuro del mondo, ma questo mondo ha ancora un futuro?

    RispondiElimina
  6. @ Ferru: grazie (per i complimenti, non per il lupo, specie in questi tempi di ...animali infetti!)
    @ Ariano: spero che il nostro mondo, quello vero, ce l'abbia ancora un futuro, visto che le premesse di questo presente non sono entusiasmanti. Forse ci vorrebbe veramente una qualche 'pandemia' che ci svegli.
    Temistocle

    RispondiElimina
  7. (fuori personaggio): bel pezzo, e bella scelta quella di inserire il bambino! :)

    RispondiElimina
  8. @ Gianluca (personaggio off) Grazie. La scelta è venuta quasi per caso, perché voglio raccontare la differenza del modo di affrontare la situazione tra un bambino che dovrebbe essere più spontaneo e un adulto che vede le cose solo dopo averci 'ragionato'.
    Temistocle

    RispondiElimina

fatti sentire

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...